lunedì 23 agosto 2010

TUTTI ALLA NOTTE BIANCA CONTRO IL MARE NERO


Nuovo Senso Civico e gli stabilimenti balneari del lido Le Morge del comune di Torino di Sangro organizzano venerdì 27 agosto una notte bianca contro il mare nero.
A conclusione dell’estate 2010 è avvertita la necessità di dare un segnale importante agli amministratori abruzzesi e in particolare ai sindaci della costa dei trabocchi: la volontà popolare è ormai indiscutibilmente orientata verso uno sviluppo compatibile con la vocazione turistica della nostra costa che nulla può condividere con la realtà annunciata della petrolizzazione da un lato e dalla cementificazione selvaggia dall’altro.
Perché l’ennesima manifestazione?
E’ semplice: il destino del nostro mare è ancora troppo più nelle mani di chi vorrebbe tempestarlo di pozzi e piattaforme che nelle nostre.
E poi vogliamo che da parte dei sindaci della costa dei trabocchi alle parole seguano i fatti.
Non ci sono più alibi possibili agli occhi della gente. Il parco della costa teatina aspetta di essere perimetrato e sono i sindaci ad averne il potere.
Il nostro mare, il mare nostro sta per affrontare un autunno in cui verifiche d’impatto ambientale e permessi di ricerca e coltivazione potrebbero mutarne in peggio e irreversibilmente il già fragile equilibrio che lo caratterizza.
Questa notte bianca oltre che essere un momento di festa collettiva vuole essere una preghiera nella speranza di poter ritrovare la prossima estate il nostro mare almeno come adesso ci accingiamo a lasciarlo.
I movimenti saranno sempre vigili ed attenti all’operato degli amministratori della nostra regione, sindaci in primis affinchè soddisfino le indicazioni della volontà popolare che negli ultimi tre anni si è a più riprese chiaramente pronunciata.
Spenderemo tutte le nostre forze e le nostre energie per rendere pubblico il loro operato affinchè i cittadini possano regolarsi di conseguenza nelle cabine elettorali.
Il nostro mare deve restare nostro!

mercoledì 4 agosto 2010

SE LA VOSTRA NON E' IGNORANZA E' "SEMPLICEMENTE" MALAFEDE


Sul retro copertina dei quotidiani abruzzesi di martedì 3 Agosto 2010 si legge un ACCORATO APPELLO al dialogo da parte di CONFINDUSTRIA e delle imprese operanti nel settore oil-gas in Abruzzo.
Parliamone, discutiamone “…per riportare le questioni alla loro reale dimensione, affrontandole senza generalizzazioni e pregiudizi…”. Questa la richiesta formulata. Con un disinteresse, un altruismo e un desiderio così grande di fare del “bene” agli abruzzesi che ci siamo tutti commossi. Finalmente “…hanno deciso d’informare i cittadini sulla realtà del settore, per promuovere un patto di trasparenza e responsabilità tra tutti…”

Vogliamo chiedere a questi signori: PERCHÉ NON L’AVETE FATTO PRIMA? Perché, fatta eccezione per l’incontro all’Università G.D’Annunzio nel 2008 (dal quale incontro siete usciti alquanto malconci dialetticamente parlando), non avete mai più accettato di confrontarvi con noi? E perché in questo accorato appello neanche lontanamente accennate al fatto che il nostro petrolio è amaro e deve essere trattato in loco con produzione di idrogeno solforato? Questa sostanza (è ormai arcinoto) provoca danni irreversibili alla salute. Vi citiamo le parole del più grande esperto mondiale sui danni da idrogeno solforato. Nel 2008 Antonello Tiracchia e Alessandro Lanci hanno intervistato il prof. Kaye H. Kilburn uno scienziato e medico americano specializzato nelle patologie generate dall’inquinamento ambientale. E’ considerato il più autorevole esperto mondiale sui danni alla salute umana prodotti dall’idrogeno solforato. “Trovare la causa delle malattie”- dice Kilburne - “può essere la chiave della prevenzione…il cervello è l’organo più gravemente colpito DALL’IDROGENO SOLFORATO, IL GAS CHE VIENE EMESSO DURANTE TUTTI I TIPI DI RICERCA ESTRAZIONE E RAFFINAZIONE DEL PETROLIO…Gli effetti a lungo termine sul cervello sono che l’idrogeno solforato rallenta le funzioni, in particolare la capacità di fare tutte le cose che diamo per scontate, come ricordare i visi delle persone, le cose che ci hanno appena detto, i compiti da svolgere quotidianamente. L’incapacità di concentrarsi e di fissare l’attenzione su un problema specifico è devastante per le persone. Inoltre a causa dell’idrogeno solforato i riflessi sono rallentati ed il senso dell’equilibrio diventa molto precario e la gente barcolla. NON CI SONO MODI PER DIFENDERSI DALL’IDROGENO SOLFORATO: il colpo è immediato. Accade tutto in millesimi di secondo perché il danno si verifica nello stesso istante in cui l’idrogeno solforato entra nel corpo. Non c’è niente che si possa fare per disintossicare, mitigare o limitare i danni prodotti dall’idrogeno solforato. Sono danni permanenti…E’ INCOMPATIBILE CON LA VITA UMANA AVERE UN’IMPIANTO DI DESOLFORAZIONE…è triste che il petrolio abruzzese abbia un alto quantitativo di zolfo perché questo vuol dire che ci saranno più emissioni di idrogeno solforato. Anche se tutto dovesse funzionare bene i pericoli legati alla presenza di zolfo rimangono. Spero che contro questo progetto ci sia una forte opposizione e che altri progetti simili vengano osteggiati.
Penso che l’Abruzzo sia un territorio troppo prezioso per essere trasformato in un campo petrolifero…non è questo ciò che vorresti in un territorio di grande bellezza. Perché non c’è nulla di esteticamente più brutto e più dannoso di un campo petrolifero o di una raffineria.”

Cari signori, spiegateci come facciamo a fidarci di voi se fino ad oggi avete operato nel silenzio più assoluto? Avete forse dimenticato che abbiamo saputo (e per caso…) solo nel 2007 (dopo quasi sei anni dalla presentazione del progetto) del famigerato CENTRO OLI di Ortona?

E vi siete mai preoccupati delle migliaia di posti di lavoro che l’Abruzzo avrebbe perso nei settori dell’Agricoltura, dell’Enogastronomia, del Turismo, del Commercio?
Il PIL della nostra regione è prodotto per il 38% da agricoltura e turismo, di converso il PIL derivante dalle attività petrolifere è all’incirca pari a ZERO.

Vogliamo poi parlare di Gela, di Viggiano, del triangolo della morte Siracusano (Augusta, Priolo, Melilli)? Vogliamo parlare delle malformazioni fetali e delle mutazioni genetiche che avvengono a Gela?
Oppure dei possibili e non rari incidenti come il disastro di Trecate in Piemonte (dopo 10 anni 100 Kmq di territorio sono irrimediabilmente inquinati per l’esplosione di un pozzo)? O della raffineria di Cremona, degli incidenti a Falconara (frequenti)?. Oppure della Val d’Agri che non riesce più a vendere il suo rinomato olio ed i suoi pregiati vini perché irrimediabilmente contaminati dall’idrogeno solforato…Inoltre alla faccia delle migliaia di posti lavoro promessi dal petrolchimico, l’EMIGRAZIONE è aumentata?.
Vogliamo parlare dei casi di tumori aumentati in maniera esponenziale in quelle zone?
CHI HA MAI CONTROLLATO SE AVETE INQUINATO? CHI CONTROLLA IL VOSTRO OPERATO? Il controllo delle vostre attività è fortemente caldeggiato dal recentissimo documento della comunità europea nel quale l’indirizzo programmatico è orientato verso la moratoria di tutte le attività petrolifere nel Mediterraneo.
Pensiamo solo per un momento dopo quanti anni si è scoperto il disastro di BUSSI, la più grande discarica abusiva di rifiuti tossici d’Europa. Anche quella azienda aveva una grande professionalità dei tecnici e il rispetto delle norme di sicurezza. VERO???

UN’ULTIMA COSA: la quantità di idrogeno solforato consigliato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è di 0,005 parti per milione. In Italia è 30 parti per milione. 6000 volte superiore a quella consigliata dall’ OMS e addirittura fino a 50.000 volte superiore alla quantità consentita in America. Un avvelenamento di massa silenzioso.

DITE ANCHE QUESTO AGLI ABRUZZESI.

Ci siamo presi la briga di rispondere punto per punto alle vostre faziosissime affermazioni.

In 75 anni di attività in Abruzzo nessun incidente - FALSO.
E’ impossibile che in Abruzzo si verifichi un disastro come nel Golfo del Messico - FALSO

La vera petrolizzazione attiva dell’Abruzzo è in atto da circa 30 anni, non da 75. Se è vero che non ci sono stati incidenti importanti è solo legato alla buona sorte non all’alta professionalità degli operatori, che poi sono gli stessi che operano nel resto d’Italia dove sono avvenuti centinaia e centinaia di incidenti gravi o gravissimi. Vedi Priolo, Genova, Cremona, Milazzo, Falconara, Arenzano, Viggiano, Trecate, Sarroch, Taranto,Roccella Jonica, Molfetta, Sarroch, Siracusa, Augusta, Milazzo, Porto Cervo, Olbia, Napoli. E potremmo continuare per pagine intere.
Inoltre, un incidente migliaia di volte più piccolo di quello della Luisiana provocherebbe la morte inesorabile del nostro “lago” chiamato Mare Adriatico, il cui ricambio delle acque avviene in circa 100 anni.
Tutto è documentato, potete vedere su internet o sui maggiori quotidiani: Corriere della Sera, Sole 24 Ore, La Repubblica etc.

Non è in atto alcuna “petrolizzazione della Regione Abruzzo e non vi è alcun motivo di allarme - FALSO
Gli impianti di estrazione coprono soltanto lo 0,02% della superficie totale della regione – FALSO

Lo 0,02% si riferisce all’area dove insiste fisicamente e tecnicamente il pozzo, ma l’attività estrattiva si espande per centinaia di kmq attorno alla superficie della perforazione ed è per questo che il territorio interessato dalle attività estrattive in base ai permessi già in opera e quelli richiesti arrivano al 50% del del territorio abruzzese.
Fonte UNMIG Ministero dello Sviluppo Economico al 31 marzo 2010

Il settore da lavoro a 6000 addetti – FALSO
Le nostre piattaforme petrolifere operano senza personale.
I tecnici che in genere operano nel settore petrolifero abruzzese e non solo, sono pochi e prevalentemente stranieri, come del resto sono le compagnie interessate ad impadronirsi del petrolio abruzzese.
Agli abruzzesi restano lavori minori di bassa manovalanza o per manutenzioni, per lo più si tratta di lavoratori stagionali o a termine.
Del resto l’ENI nei suoi documenti presentati per la realizzazione del Centro Oli di Ortona dichiarava: saranno assunti in 29 unità (anche qui tecnici stranieri).
L’esempio della Basilicata basta e avanza.
Il giacimento più grande d’Italia e non solo, ecco i risultati raggiunti: l’inquinamento è ai massimi livelli, l’agricoltura e il turismo ormai irrimediabilmente compromessi, la povertà e la mancanza di lavoro è la più alta d’Italia.
Alla faccia delle ragioni del petrolio.

L’Europa, come il resto del mondo, utilizzerà prevalentemente petrolio per il futuro – FALSO
Punto primo dal petrolio abruzzese non si ricavano benzine ma solo bitume per asfalti o nel migliore dei casi PVC, come dichiarato anche dall’amministratore delegato della Medoilgas Morandi, titolare della concessione “Ombrina Mare2”

Ci sono poi nazioni come la Svezia o la Norvegia grandi produttori di petrolio che hanno dichiarato che con i propri piani energetici nazionali non utilizzeranno più nei prossimi anni fonti fossili, petrolio compreso. Gli Stati Uniti si apprestano ad una grande svolta in favore delle energie rinnovabili.

In Germania gli operatori del settore delle energie alternative sono, infatti, passati dai 160 mila del 2004 ai 249 mila del 2007 con una quota di export cresciuta da 2,5 a 12 miliardi di euro nello stesso periodo. Se soltanto al gennaio di quest’anno la Bee (Federazione tedesca sull’energia rinnovabile), aveva dato enfasi all’aumento della percentuale dell’energia totale consumata di origine rinnovabile (pari al 17%) ora i dati in ascesa riguardano anche l’area industriale. La quota di esportazioni è arrivata a 8 miliardi, solare in primis, con l’export che ha toccato ormai il miliardo di euro, dai 190 milioni del 2004, a cui si aggiunge il 45% delle società edili tedesche impegnate nella costruzione di edifici ecologici. L’attenzione all’ambiente e alle riduzioni di emissioni di anidride carbonica sembrano andare perfettamente d’accordo con l’andamento economico dal momento che le imprese tedesche primeggiano nel settore della gestione dei rifiuti e delle acque e, adesso, si posizionano anche ai primi posti nel campo delle energie rinnovabili, dell’efficienza e del risparmio energetico. A dimostrazione che l’attenzione per l’ambiente premia.
Tra gli altri dati rilevanti il raddoppio produttivo da fonti rinnovabili della Cina per il quinto anno consecutivo. Nel 2008 è salita a 12 GW, più di quanto programmato originariamente per il 2010.

Il nostro è un paese che ha bisogno di scelte responsabili e di affrontare i problemi con serietà ed equilibrio – VERO! (L’unico pensiero condivisibile)
Ma ecco quali sono le motivazioni di una delle tante compagnie straniere che sono impegnate a creare benessere e sviluppo in Abruzzo
La PETROCELTIC compagnia irlandese che nel suo bilancio annuale del 2007 invitava i suoi azionisti ad investire sulla ricerca petrolifera in Abruzzo, forniva loro per conquistarne il favore una descrizione dell’”affare” con queste poco edificanti parole: …TERMINI FISCALI FAVOREVOLI, BASSE SPESE D’INGRESSO NEL TERRITORIO, BASSI RISCHI POLITICI, INFRASTRUTTURA BEN SVILUPPATA, COMPETIZIONE LIMITATA.
COSTI PER LICENZE INSIGNIFICANTI, PROGRAMMI DI LAVORO A DISCREZIONE [DELL'ESTRATTORE], REGIME MOLTO SEMPLICE, RENdiMENTI ALTI PER PETROLIO E GAS…
In pratica la PETROCELTIC dichiarava senza pudore che con pochi soldi era possibile sfruttare ed inquinare l’Abruzzo infischiandosene degli abruzzesi e con il consenso della classe politica e degli amministratori locali!

La Confindustria chiede uno sviluppo sostenibile, per l’occupazione, per le sue imprese e per gli abruzzesi. – VERGOGNOSO!!!
Gentili signori, voi ignorate l’ altissimo concetto di civiltà espresso dallo sviluppo sostenibile cardine del trattato di Aarhus e della convenzione internazionale, Agenda 21 che affermano: “Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo (che comprende lo sviluppo economico, delle città, delle comunità eccetera) che non compromette la possibilità delle future generazioni di perdurare nello sviluppo, preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle riserve naturali (che sono esauribili, mentre le risorse sono considerabili come inesauribili). L'obiettivo è di mantenere uno sviluppo economico compatibile con l'equità sociale e gli ecosistemi, operante quindi in regime di equilibrio ambientale”.

Se la vostra non è ignoranza, è “semplicemente” malafede.
Gli abruzzesi non hanno l’anello al naso!!!
GLI ABRUZZESI SONO FORTI E GENTILI, MA NON FESSI!!!