venerdì 9 dicembre 2011

POLPETTA AVVELENATA


Piccole volpi crescono (in una giungla di centrali a biomasse qualità dell’aria e antenne)!

(Con l'articolo 32,poi, di fatto si cancellano tutte le norme di tutela della qualità dell'aria, dando mandato alla Giunta di procedere per via amministrativa.)

Le rivoluzioni silenziose sono, in genere, le più efficaci perchè colpiscono nella più assoluta indifferenza dei guardiani del potere e della verità.

In questo modo,anche una vecchia,e buona, legge,pur non adeguatamente sfruttata,soprattutto dai Comuni,viene piegata ad interessi non proprio coerenti con quelli originari-la tutela della salute-, sotto forma di innocuo restyling.

E' il caso della proposta di legge ,aulicamente definita legge comunitaria, della Giunta Chiodi che al suo interno contempla 20 capitoli che, in nome di un preteso aggiornamento, assolutamente immotivato se non per piccoli dettagli formali che potevano essere risolti aggiungendo una formuletta di rito, DISTRUGGE la l.r. 45/2004-Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente dall'inquinamento elettromagnetico.

Questa legge, opportunamente coordinata con la l.r. 11/2005,che annullava molte osservazioni del Governo Berlusconi, era stata impugnata dallo stesso governo e da molte multinazionali – Telecom,Vodafone-Omnitel,Rai,Rai International- perchè,evidentemente,era un efficace antidoto ad “antenna selvaggia”.

Ebbene,chiedere per conferma all'Ufficio legislativo del Consiglio regionale d'Abruzzo-Presidenza avv. Tagliente- ed all'archivio storico de “ Il sole 24 ore, la Corte Costituzionale , con la sentenza 103 del 2006, sanciva la sconfitta 2-1 del Governo e dei suoi sodali, concedendo( sic!) che la Regione non può imporre l'uso delle migliori tecnologie, ma

1) può determinare criteri localizzativi e standard urbanistici, per regolare l'installazione di antenne e tralicci, purchè questi criteri non ostacolino INGIUSTIFICATAMENTE l'insediamento degli impianti rispondenti alle esigenze della pianificazione nazionale,

2) può prevedere, in zone sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici, l'obbligo di interramento dei cavi.

In sintesi, in assoluta aderenza al dettato dell'art.118 della Costituzione,la Corte riconosceva alla pianificazione urbanistica dei comuni il ruolo di baluardo contro la proliferazione selvaggia di antenne.

Questo avveniva nel 2006, 3 anni dopo l'emanazione del d.lgs 259/2003-il Codice delle comunicazioni-,che, quindi, la Corte conosceva benissimo e considerava non preclusivo della legge abruzzese.

Quale era il grimaldello che il Governo Berlusconi utilizzava in questo decreto per superare le tante difficoltà delle multinazionali di antenne e tralicci?

L'articolo 86, che assimila le reti pubbliche di comunicazione ad opere di urbanizzazione primaria,rovesciando le competenze sulle autorizzazioni, e l'articolo 87 che, in sostanza, consente ai gestori di scegliere la localizzazione, infischiandosene della pianificazione e dei regolamenti comunali.

Oltretutto, questo decreto non tiene assolutamente conto del DPR 380/2001- il Testo unico dell'edilizia- e questo elemento ha creato contenziosi tra enti locali e gestori e, addirittura, due scuole di pensiero di giurisprudenza, cosa che in Abruzzo era più semplice risolvere a favore dei comuni , per la presenza di una legge chiara e costituzionalmente legittima.

Ma, adesso che cosa fa l'antennista Presidente Chiodi?

Dopo aver cancellato, nel silenzio la Valutazione di Impatto sanitario,anch'essa prevista da una Direttiva europea,oltretutto self-performing- non c'è bisogno di recepirla con una norma-,dopo aver fatto credere a qualcuno che una pseudonorma – però SUA- è più efficace dei protocolli e dei disciplinari nazionali pro-trivelle in terra e per mare,va all'attacco di una legge evidentemente scomoda per chi vuole riempire l'Abruzzo di tralicci e antenne.

Il cavallo di Troia è proprio il d.lgs 259/2003!

Basta leggere l'articolo 56 della legge , pomposamente detta, comunitaria per rendersi conto che dall'articolo 1 della l.r. 45/2004 scompare il riferimento alla necessità di norme coordinate con le scelte della pianificazione territoriale ed urbanistica – il baluardo-, vanno via i riferimenti ai decreti che fissano i limiti di esposizione, appare il d.lgs 259/2003.

Il disegno ha anche la velleità di muoversi all'interno di aggiornamento legislativo, lasciando inalterati molti riferimenti alla legge quadro nazionale , la 36/2001,ma ,di fatto, svuotandola, e questo proprio mentre qualcuno aveva provato ad innalzare i limiti di esposizione e a cambiare le modalità di controllo.

A leggere attentamente tutti gli articoli e , soprattutto, le tante pagine intrise di sapienza giuridica della relazione sorge spontanea una domanda alla quale è preferibile non dare risposta,per ora.

Ma, certamente, i consiglieri regionali, con un piccolo dossier di riferimenti normativi, scopriranno la lunga serie di furbatine !

Oltretutto, visto che la legge 45 è legge di iniziativa del Consiglio, approvata all'unanimità in una seduta mirabilmente gestita dal Presidente Menna,sarebbe triste constatare che il Presidente Pagano , ora,abroga se stesso!

Ragazzi, meglio prevenire che curare!

P.S. Quanti ambientalisti e quante associazioni agricole sorrideranno nello scoprire che con l'articolo 76 del minestrone comunitario il Presidente Chiodi diventerà il Che delle biomasse con lo slogan “ una,due mille centrali a biomasse fino a 1 Mw”?

In questo articolo, sempre nascondendosi dietro una possibilità concessa da un decreto legislativo alle regioni, si semplifica la procedura autorizzatoria al punto che un Sindaco o prende atto o deve ricorrere alla magistratura ordinaria.

Con l'articolo 32,poi, di fatto si cancellano tutte le norme di tutela della qualità dell'aria, dando mandato alla Giunta di procedere per via amministrativa.

Tralascio tutte le “correzioni” alla legge sui rifiuti,evidentemente ispirate ad una logica già chiara.

Questo scandalo chiamato Progetto di legge sarà discusso martedì in Consiglio regionale.

ANCORA UNA VOLTA SIETE STATI SCOPERTI, ADESSO I CITTADINI SANNO E SAPRANNO CHI OPERA CONTRO I LORO INTERESSI E CHI NO. NOI VIGILEREMO E RACCONTEREMO SENZA SOSTA CHI LAVORA PER IL BENE COMUNE

STIAMO ZITTI ADESSO PER STRILLARE POI?

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