Gran parte dell’attuale classe politica locale sembra incapace di progettare, sostenere e difendere un modello di sviluppo in grado di armonizzare la crescita economica con la qualità delle risorse ambientali del territorio .
Territorio che è stato sistematicamente svenduto e svilito a deposito di spazzature di ogni tipo provenienti da ogni dove e che sta per trasformarsi in un distretto petrolifero nella totale indifferenza dei mezzi di informazione e di gran parte dei rappresentanti politici.
Come dire, inquinato per inquinato tanto vale insistere!
In Abruzzo hanno inquinato la terra, le acque e l’aria ma soprattutto hanno inquinato la coscienza dei suoi Abitanti.
Abruzzo regione verde. Si, ma di rabbia! La rabbia di tutti noi che non vogliamo più essere trattati come sudditi e ci vogliamo ribellare ad un futuro in stile campano!
Se l’Abruzzo vuole uscire da questo imbarbarimento ambientale e sociale deve ritrovare la forza e la dignità dei suoi Padri.
Forza e dignità espresse nel lunghissimo arco di storia di cui tutto il territorio conserva tracce e che in tempi più recenti gli hanno permesso di uscire dalla morsa della povertà e del sottosviluppo.
Ma nel corso di questa fase di crescita è mancato qualcosa. In questa miscela di forza, di voglia di riscatto e di crescita è mancata la parola magica: il senso civico.
Il senso civico non è una figura retorica.
E’ l’impegno quotidiano di ogni singolo individuo, per migliorare la qualità della vita del territorio in cui vive, attraverso la composizione di un mosaico di piccole azioni che testimoniano il suo sentimento di rispetto per il territorio stesso.
Tutto qui, ma è molto più difficile di quanto non si creda.
I territori dove il senso civico è diffuso hanno lunghe storie di democrazia.
Dove la democrazia è vera e compiuta c’è meno inquinamento.
Inquinare il proprio territorio vuol dire accettare un'invasione di barbari.
Per sconfiggere queste nuove invasioni barbariche affiliamo la spada del senso civico.
Antonello Tiracchia
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