venerdì 22 agosto 2008

ECOLOGIA E POLITICA

Questo articolo apparso su IL CORRIERE DELLA SERA del 15 agosto ci è stato segnalato da Maria Rita D'Orsogna.
Verdi fasulli governo sordo

di Giovanni Sartori

Verde è il colore emblematico della natura. Emperrocché chi si dichiara «verde» si dovrebbe occupare della natura. Ma i Verdi italiani sono anch’essi all’italiana. Sono una costola mal riuscita del ’68 e sono restati alla «piccola natura» di quaranta anni fa. Da allora la natura è diventata «grande» e ricomprende tutto l’ambiente nel quale viviamo e tutte le risorse che ci danno da vivere. La differenza tra la natura in piccolo e la natura in grande è tanta che per designare la seconda usiamo la parola ecologia (e la nozione di ecosistema).

Ma i nostri Verdi all’ecologia non sono mai arrivati. Non sono nemmeno mai arrivati a combattere efficacemente gli incendi dolosi dei nostri boschi. Il governo Berlusconi ha soppresso il ministero della Sanità e salvato il ministero dell’Ambiente. Chissà perché. Ma certo non perché il gran capo dia importanza all’ecologia. Come si ricava dal fatto che all’Ambiente ha insediato la leggiadra onorevole Prestigiacomo, che sinora non ha battuto colpo e che ha fatto notizia solo perché il suo è l’unico dicastero che sfida Brunetta e non riduce l’assenteismo. Il timore è, allora, che anche dal governo in carica di ecologia sentiremo parlare poco e fare ancora meno. Eppure la domanda che oramai si pone in tutto l’Occidente è: come va la salute della Terra? Domanda alla quale quasi tutti (salvo i silenziosissimi italiani) rispondono: maluccio, e anzi ancor peggio del previsto.

Finora nelle previsioni dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), una delle fonti più autorevoli sul cambiamento climatico, prevaleva, per così dire, l’ottimismo: da oggi al 2100 un aumento di temperatura di 2 gradi. Ma le ultime rilevazioni indicano un’accelerazione crescente nello scioglimento dei ghiacci del Polo Nord che lascia prevedere un riscaldamento, davvero catastrofico, che potrebbe arrivare a sei gradi. La gente fa spallucce. Pensano che se avremo più caldo i nostri figli e nipoti lo combatteranno con l’aria condizionata e sopravviveranno lo stesso. Sbagliato. Se nel 2100 fossimo 9 miliardi (come sembra che il Vaticano e chi raccomanda «più figli » si augurino), in tal caso mancherebbe l’energia per raffreddarsi. E poi il punto non è questo. E’ che per il pianeta Terra già quattro gradi in più farebbero crescere il livello dei mari di 5 metri (addio Venezia), creerebbero enormi zone desertificate nelle fasce che sono oggi di clima temperato (Italia inclusa), falcerebbero la vita animale e vegetale (e addio anche alla foresta Amazzonica).

E’ esatto parlare di catastrofe? Per un’anima sensibile, sì. Eppure i nostri governanti — tutti — dormono della grossa. Se la cavano — irresponsabilmente— con il vile argomento che l’ecologia non interessa. Certo, anche l’acqua non interessa finché c’è; anche l’aria non interessa finché è respirabile; e anche le carestie non interessano finché non ci ammazzano. Rispetto agli accordi di Kyoto eravamo tenuti a ridurre le nostre emissioni di gas serra del 6,5%; invece le abbiamo aumentate del 13%. Che fare? Svegliarsi. Per una volta i cittadini siano migliori dei loro governi.

15 agosto 2008

mercoledì 20 agosto 2008

A PROPOSITO DI SENSO CIVICO

Carlos di Roma ci segnala questa email pubblicata da Dagospia
http://dagospia.excite.it/articolo_index_42917.html


Lettera 7
Egregio signor Dago, le scrivo da una sedia (comodissima) all'interno di un giardino tropicale con alberi di, credo, banane tutto intorno. Proprio vicino a me una fontana modernissima di alluminio dispensa, gratis, acqua naturale refrigerata per chi avesse sete; più in là se ne scorgono altre, forse sono decine; mezz'ora fa ho fatto la doccia in una toilette arredata di pietre naturali grezze a pavimento e alle pareti; mi sono anche fatto la barba in un lavabo di vetro di design modernissimo e con rubinetti d'acciaio che sembravano baionette d'arditi schierate per l'assalto.

Tutto intorno a me, in corridoi e saloni di migliaia di metri quadrati, una moquette con decorazioni che ricordano foglie di alberi tropicali ricopre, morbidissima e pulitissima, ogni angolo di questa struttura enorme, futurista, tecnologica, fatta di vetro e acciaio. Sale attrezzate per mamme e bambini ospitano ciurmaglie entusiaste di piccole pesti che giocano con specie di ologrammi che vengono proiettati sul pavimento. Il luogo è affollatissimo di persone indaffarate ma sorridenti con bagliori entusiastici che scintillano dalle loro dentature bianchissime.

Parlano molte lingue e naturalmente anche l'inglese: pure il poliziotto, la signora delle docce, il barista indiano, la filippina che lava i vetri parlano inglese. Tutti sorridono, sempre, anche quando chiedi un'informazione. E ti danno ascolto. Ci sono pochi europei e li si riconosce per l'aspetto generalmente trasandato, la postura svaccata, la barba di due o tre giorni, per la leggera pinguedine che contraddistingue gli adulti e per l'oscena obesità che deturpa i corpi ormai sferici dei loro bambini.

Quelli del posto, invece, sono sempre vestiti, come dire?, normali: gli uomini hanno i loro abiti e le donne portano la gonna, a tutte le età. Gli italiani li riconosco senza neppure bisogno di sentirli parlare: sembrano mozzi di vascelli olandesi del '600 in libera uscita: pieni di tatuaggi, ricoperti di orpelli firmati del tipo di braccialetti con su scritto D&G, orecchini al naso e pezzi di ferro infilati in ogni parte del corpo: sono cafoni, sguaiati, parlano ad alta voce, dicono migliaia di parolacce e, naturalmente, bestemmiano. Sono giovani e danno l'idea di non capire neppure bene dove si trovino, ma si vede benissimo che si sentono a disagio e, per insana reazione, fanno branco.

Proprio adesso, vicino a me, si è sistemato un terzetto che si è messo a bere birra e la ragazza tiene i piedi sulla sedia. Bene, egregio signor Dago, volevo solo dirle che le scrivo dall'aeroporto di Singapore, estremo Oriente di questo nostro Occidente che non c'è più, che è finito, che si perde in fasti ormai lontani, dimenticati e inutili e che non vuole sapere di riconoscere che, ormai, è finita. A Singapore c'è il mondo nuovo, quello del Futuro, quello che avrebbe potuto sognare F.T.Marinetti.

C'è la Venezia Futurista fatta di ponti di vetro-acciaio che lui immaginava quando denunciava la Venezia passatista marcia e ormai disfatta. Ci sono i treni gratuiti e sopraelevati che ti portano, ogni due minuti, da un terminal all'altro. E ci sono le aree per fumatori, dove sei accolto come ogni altro passeggero e dove puoi alleviare la tensione di lunghe ore di volo fumando una sigaretta. Un'ultima cosa, egregio signor Dago: qui non c'è la "democrazia": un signore, molto preparato, dirige e decide per tutti e le sue decisioni sono apprezzate da tutti, sembrerebbe.

La gente sta bene, magari non può votare per Luxuria o per Bossi o per Berlusconi o per Fassino o per Mastella ma la cosa che salta all'occhio, qui, è che la nostra democrazia finta, sgangherata, da operetta, fatta di cialtroni e per i cialtroni è destinata al ridicolo e al fallimento. Qui a Singapore, signor Dago, si respira aria di forza, di entusiasmo, di ricchezza, di giovinezza, di voglia di vivere. Si respira il Futuro della Terra e di questa nostra Umanità.
PB


Dagospia 19 Agosto 2008



sabato 16 agosto 2008

IMPEGNO NATATORIO

I primi di agosto vari quotidiani, siti internet e alcuni periodici hanno pubblicato alcuni stralci del primo comunicato stampa emesso dal movimento NUOVO SENSO CIVICO. Su richiesta di vari simpatizzanti lo pubblichiamo per intero: volutamente lungo, volutamente provocatorio.
Le considerazioni scientifiche sono un adattamento di quanto pubblicato dalla ricercatrice Maria Rita D'orsogna sul suo blog (www.dorsogna.blogspot.com).


I rappresentanti politici che si interessano con tanto zelo ed efficienza ai problemi ambientali e territoriali del nostro Abruzzo sono afflitti da una grave forma di dicotomia e tra tutti quelli che in questo momento sembrano soffrirne maggiormente sono i rappresentanti del partito dei Verdi.
Ha iniziato il verde più verde di tutti, l’ex ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio che da Ministro dell’Ambiente ha di fatto avallato e sottoscritto la concessione per l’estrazione petrolifera lungo le coste abruzzesi alla società inglese Mediterranean Oil & Gas (MOG) come ha riferito il suo amministratore Sergio Morandi durante una conferenza stampa tenutasi ad Ortona.
Una volta finito il suo governo, in piena campagna elettorale per le ultime Politiche, ha avuto il coraggio di accogliere l’invito di alcuni abitanti di Tollo, nei cui confini con Ortona dovrebbe sorgere la ormai famigerata raffineria, definita ingannevolmente centro oli, per dire quanto il petrolio faccia male alla salute, all’ambiente ed all’economia.
Insomma da Ministro, Pecoraro Scanio è un petroliere, da ex ministro ed in campagna elettorale è contrario al petrolio!
Questa dicotomia ambientalista ha fatto dei proseliti in Abruzzo.
Lunedì 21 luglio, durante il Forum organizzato dall’università di Pescara, in pratica un confronto a due tra l’ENI ed il Comitato Naturaverde sostenuto dalle argomentazioni scientifiche della ricercatrice dell’Università di Los Angeles Maria Rita D’Orsogna, ha preso la parola anche il presidente dell’ARTA Gaetano Basti.
Noi sappiamo che l’ARTA è favorevole alla petrolizzazione dell’Abruzzo tanto è vero che è parte avversa nel ricorso al TAR ma il presidente Gaetano Basti durante il suo intervento ha tenuto a dire che lui, come “Verde”, è contrario e per rafforzare la sua buona fede ha estratto da una tasca un foglietto di carta ed ha letto al pubblico incredulo e stupito la risoluzione approvata il giorno prima dal congresso dei Verdi a Chianciano!
Insomma come presidente dell’ARTA Gaetano Basti è favorevole al petrolio ma come “Verde” è contrario!
Domenica scorsa davanti all’Abbazia di San Giovanni in Venere durante un forum organizzato da vari movimenti ambientalisti e con la presenza della ricercatrice Maria Rita D’Orsogna e di parlamentari dei due schieramenti ci siamo resi conto che è iniziata ufficialmente la campagna elettorale a tutto campo, al grido comune di “salviamo l’Abruzzo dall’aggressione petrolifera!”.
Tutti i rappresentanti politici presenti hanno infatti dichiarato nel solito politichese il loro impegno a difendere il territorio da questa minaccia; non resta che attendere i fatti.
Ma la posizione più originale è stata quella tenuta dall’inappuntabile presidente dell’ARTA alias rappresentante dei “Verdi”, che ha fatto riferimento ad un articolo apparso su un quotidiano regionale nel quale in qualità di intervistato parlava dell’inquinamento causato dalla piattaforma offshore “Ombrina Mare 2”, posizionata nel tratto di costa frentano.
L’articolo parlava di “tossicità” media e di “nessuna traccia di inquinamento chimico, di idrocarburi o di metalli pesanti”. “I valori rilevati – recitava - sono 5.8 e 3.2, tossicità media la prima e bassa la seconda”. Si diceva anche, con un gioco di parole abbastanza contorto, che in altre parti più distanti dal pozzo della MOG i valori sono più bassi di quelli vicino ai pozzi, ma che non è possibile collegare la tossicità rilevata con l'attività petrolifera.
Cosa vuol dire 5.8 e 3.2? Quali erano i valori dell'inquinamento prima della nascita del pozzo ed esistono dati di paragone per capire se c'è relazione con il pozzo della MOG? Quali erano i valori di tossicità? Questi numeri non significano niente se non sono posti in un contesto. E poi, la tossicità è dovuta a che cosa? Al troppo sale da cucina, al veleno per topi, alla pipì dei bambini in spiaggia, agli oli abbronzanti o all’attività del pozzo petrolifero? Cosa vuol dire che non è certo il collegamento fra il pozzo e la “tossicità media”? Se prima i valori erano più bassi, se lontano dal pozzo i valori sono ancora bassi, come minimo c'è un SOSPETTO di inquinamento dovuto alla presenza del pozzo! Oppure no? E' il senso comune, è la logica che lo dice. Questo sospetto dovrebbe come minimo portare a delle misure di cautela e di riconsiderazione della presenza del pozzo stesso. A che servono se no questii controlli?
I pozzi sono stati messi lì nell'aprile 2008.
Cosa aspettiamo che l'inquinamento salga a livelli spaventosi nel giro di 3 mesi? Questi processi di inquinamento si cumulano nel tempo, lentamente. Quei pozzi sono ad una manciata di chilometri dalla costa. L'Adriatico è basso, è un sistema chiuso. Le impurità fanno più difficoltà a spargersi nell'acqua. Se la Norvegia e gli USA limitano l'attività petrolifera a 50, 100, 160 chilometri dalla costa, un motivo ci sarà pure.
Ed il motivo è che questi impianti inquinano!
Ma l’ineffabile presidente dell’ARTA ha una soluzione fantastica per superare il problema dei pozzi in mare ed il relativo inquinamento: ha proposto una nuotata ecologica! Proprio così, una nuotata ecologica a San Vito.
Noi invece una proposta l’abbiamo: se i “Verdi” vogliono veramente salvare l’Abruzzo dall’aggressione petrolifera devono fare solo due cose.
Non fare nulla e stare zitti!
Ma la sindrome dicotomica, abbiamo potuto constatare, ha già colpito anche gli esponenti degli altri partiti e nelle prossime settimane in un crescendo esilarante ne sentiremo ancora delle belle.
SENSOCIVICO - MOVIMENTO SPONTANEO DI CITTADINI ABRUZZESI
Abruzzo, 31 luglio 2008

martedì 12 agosto 2008

PERCHE' UN NUOVO SENSO CIVICO

Le decisioni che riguardano il futuro dell’Abruzzo sono prese altrove!
Gran parte dell’attuale classe politica locale sembra incapace di progettare, sostenere e difendere un modello di sviluppo in grado di armonizzare la crescita economica con la qualità delle risorse ambientali del territorio .
Territorio che è stato sistematicamente svenduto e svilito a deposito di spazzature di ogni tipo provenienti da ogni dove e che sta per trasformarsi in un distretto petrolifero nella totale indifferenza dei mezzi di informazione e di gran parte dei rappresentanti politici.
Come dire, inquinato per inquinato tanto vale insistere!
In Abruzzo hanno inquinato la terra, le acque e l’aria ma soprattutto hanno inquinato la coscienza dei suoi Abitanti.
Abruzzo regione verde. Si, ma di rabbia! La rabbia di tutti noi che non vogliamo più essere trattati come sudditi e ci vogliamo ribellare ad un futuro in stile campano!
Se l’Abruzzo vuole uscire da questo imbarbarimento ambientale e sociale deve ritrovare la forza e la dignità dei suoi Padri.
Forza e dignità espresse nel lunghissimo arco di storia di cui tutto il territorio conserva tracce e che in tempi più recenti gli hanno permesso di uscire dalla morsa della povertà e del sottosviluppo.
Ma nel corso di questa fase di crescita è mancato qualcosa. In questa miscela di forza, di voglia di riscatto e di crescita è mancata la parola magica: il senso civico.
Il senso civico non è una figura retorica.
E’ l’impegno quotidiano di ogni singolo individuo, per migliorare la qualità della vita del territorio in cui vive, attraverso la composizione di un mosaico di piccole azioni che testimoniano il suo sentimento di rispetto per il territorio stesso.
Tutto qui, ma è molto più difficile di quanto non si creda.
I territori dove il senso civico è diffuso hanno lunghe storie di democrazia.
Dove la democrazia è vera e compiuta c’è meno inquinamento.
Inquinare il proprio territorio vuol dire accettare un'invasione di barbari.
Per sconfiggere queste nuove invasioni barbariche affiliamo la spada del senso civico.
Antonello Tiracchia

domenica 10 agosto 2008

TERRITORIO E SENSO CIVICO


NUOVO SENSO CIVICO è un movimento spontaneo che si prefigge di coinvolgere i cittadini nel governo del Territorio.

Dove per territorio si intende qualcosa che travalica il senso fisico dello spazio; il territorio è la natura, l’ambiente, il lavoro, la storia ed i sogni degli individui che quello spazio vivono conservandolo, migliorandolo o distruggendolo.

NUOVO SENSO CIVICO è un movimento orizzontale nel senso che i referenti del direttivo esistono solo perché così stabiliscono le leggi vigenti. In realtà è un forum permanente aperto a tutti coloro che attraverso un semplice atto di assenso (il rilascio della propria e mail gestita in ottemperanza alla legge sulla privacy) desiderano farne parte.

Come in ogni forum c’è chi esprime delle idee guida e chi queste idee le ascolta e/o le commenta o le adatta alle esigenze del momento e del luogo, secondo il concetto di una rete orizzontale libera ed aperta.

L’idea guida che anima questo Forum virtuale è altrettanto semplice, è la risposta alla domanda: di chi è il territorio!

Per noi di NUOVO SENSO CIVICO il territorio è nostro e basta!

Non è dei politici né tantomeno di quei funzionari che solerti scodinzolano loro intorno, non è dei cavatori, dei palazzinari ignoranti, degli architetti-fai-da-te, dei realizzatori di discariche di spazzature altrui, dei produttori di energia a spese nostre e delle compagnie petrolifere italiane e straniere che stanno per ultimare il saccheggio della
Regione con le loro raffinerie ed i loro pozzi in terra ed in mare.

Non vogliamo consegnare l’Abruzzo alla malavita.

Il territorio è nostro e lo vogliamo lasciare il più possibile integro e salubre ai nostri eredi ed a coloro che verranno dopo di loro.

Il territorio è la nostra più importante fonte di ricchezza diffusa.

Riscopriamo il nostro senso civico.

Riprendiamoci il nostro territorio!


martedì 5 agosto 2008

UNA PAROLA MAGICA

Esiste una parola magica che trasforma i sudditi in cittadini.
Questa parola è SENSO CIVICO.