domenica 28 giugno 2015

L'INCONTRO CON D'ALFONSO: UNA SPECIE DI "COITUS INTERRUPTUS".

(NELLA PAGINA "IL PETROLIO IN ABRUZZO [CLICCA QUI  ] L'AGGIORNAMENTO AL 16 GIUGNO 2015 DELLA SITUAZIONE PETROLIO IN ABRUZZO IN TERRA E IN MARE)

Spero nessuno si senta offeso per tale affermazione, ma la sensazione è stata proprio questa: qualcosa che si è bloccata sul più bello, quando sembrava si stesse arrivando al dunque.

Per una volta esprimerò delle valutazioni del tutto personali, basate magari solo su percezioni o considerazioni certamente non obiettive, ma per questo forse più puntuali di altre. Non me ne voglia nessuno.

Prima considerazione: il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso è intervenuto a questo incontro solo perchè costretto dalle circostanze che in questo caso avevano il nome e cognome di "Coordinamento NO Ombrina", altrimenti non si spiegherebbe il suo irrispettoso silenzio tombale dopo oltre un mese dalla giornata lancianese del 23 maggio.

Seconda considerazione: gli impegni presi durante l'incontro, alcuni dei quali comunque utili ( apertura di un tavolo permanente del quale facciano parte anche le competenze tecniche dei movimenti oppure il coinvolgimento delle altre Regioni interessate al problema) restano appunto impegni verbali per i quali attendiamo la rapidissima trasformazione in fatti concreti e soprattutto restano nell'ambito giuridico mentre la richiesta comune dei vari esponenti del Coordinamento (da Enrico Graziani ad Augusto De Sanctis, da Alessandro Lanci a Luigi Iasci) è stata quella di un deciso intervento squisitamente politico che superi ogni ostacolo di natura tecnica.

Terza considerazione: Luciano D'Alfonso su questo fronte non ha voluto prendere alcun impegno che richiederebbe di andare ad uno scontro serrato con il governo presieduto dal segretario PD Matteo Renzi che lo stesso D'Alfonso ha definito un muro sordo in tema di politiche energetiche (pro-fossili e petrolieri, aggiungiamo noi). Gli sono state prospettate diverse opzioni, da quella di portare centinaia di Sindaci a Roma per dare l'idea del diffuso radicamento del problema a quella di minacciare e poi presentare le proprie dimissioni fino a quella di spostare la battaglia all'interno del PD coinvolgendo gli altri Presidenti di Regione dello stesso partito (da Emiliano in Puglia agli altri in Molise, Basilicata, Calabria, Marche, ecc.) e soprattutto i relativi Parlamentari del PD che tutti insieme diventerebbero decisivi all'interno dei fragili equilibri di maggioranza. Su questi temi D'Alfonso ha sorvolato platealmente ("Dei parlamentari ne parliamo la prossima volta", alzandosi e abbandonando la sala in tutta fretta, ecco l'interruptus"!) dimostrando di non avere il coraggio di affrontare Renzi in questa battaglia. 

Quarta considerazione: le istituzioni regionali non possono più vantarsi degli "atti dovuti" che, appunto, essendo tali non hanno bisogno di scelte, ma devono procedere con gli "atti voluti" ossia quelli prettamente politici che caratterizzano e  ridanno forza e credibilità alla vera Politica che dev'essere servizio del popolo e non gestione del potere personale.

Quinta e ultima considerazione: Luciano D'Alfonso sembra aver capito (gliel'abbiamo fatto capire) che su questa vicenda si gioca gran parte del suo futuro politico ed elettorale e che non gli daremo più tregua perchè anche noi come lui, seppur con diversi meccanismi, siamo stati investiti da centinaia di migliaia di persone  di un compito che andremo a svolgere senza indugi fino alla soluzione definitiva.

ORMAI E' EVIDENTE CHE CAUSA E SOLUZIONE DEL PROBLEMA SONO TUTTI INTERNI ALLE DINAMICHE DEL PARTITO DEMOCRATICO. 
PRESIDENTE D'ALFONSO, CONSIGLIERI E ASSESSORI REGIONALI, PARLAMENTARI DI CAMERA E SENATO, METTETEVI BENE IN TESTA CHE NON SI PUO' CALPESTARE  IMPUNEMENTE LA PREDOMINANTE VOLONTA' POPOLARE.
SIA BEN CHIARO A TUTTI CHE OMBRINA E I SUOI VELENOSI SIMILI NON VEDRANNO MAI LA LUCE IN ABRUZZO: STA A VOI DECIDERE SE PARTECIPARE A QUESTA GRANDIOSA OPERAZIONE DI "PULIZIA" O VENIRE TRAVOLTI IRRIMEDIABILMENTE DALL'IRRESISITIBILE FORZA DELL'OPINIONE PUBBLICA DEMOCRATICA CHE NON CI STA A SUBIRE IN SILENZIO SIMILI SOPRUSI.

Come detto altre volte in passato: a buon intenditor...

Franco Mastrangelo - NSC



mercoledì 24 giugno 2015

SABATO 27 VENITE TUTTI ALL'INCONTRO CON D'ALFONSO. LA REGIONE E' DEL POPOLO ABRUZZESE CHE VUOLE RISULTATI CERTI: OMBRINA NON S'HA DA FARE!

Fine della corsa.
All'incontro di sabato in Regione a Pescara, al quale invitiamo a partecipare tutto il popolo del 23 maggio (vedi sotto i dettagli), interverranno:
  • Luciano D'Alfonso Presidente della Regione
  • Giovanni Lolli vice Presidente
  • Mario Mazzocca Assessore all'Ambiente
  • Cristina Gerardis Direttrice generale Regione  
Come abbiamo dimostrato anche in quest'ultima occasione non saremo lì come belle statuine pronte a "farci girar come una bambola".
Porteremo tutta la forza, l'impegno e la responsabilità che ci ha consegnato la storica giornata del 23 a Lanciano e chiederemo il conto, un conto concreto, reale e certo.
OMBRINA E TUTTI I SUOI DERIVATI E SIMILI NON DEVONO PERMETTERSI DI OLTRAGGIARE LA REGIONE ABRUZZO E LA SUA GENTE E LA POLITICA NON DEVE PERMETTERSI DI OLTRAGGIARE LA REGIONE ABRUZZO E LA SUA GENTE.
CHIEDIAMO SOLO E SOLTANTO LA PAROLA "FINE".
INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE ALL'INCONTRO CHE SI TERRA' SABATO 27 GIUGNO ALLE ORE 10 PRESSO LA SEDE DELLA REGIONE A PESCARA IN VIALE BOVIO 425 NELLA SALA GIALLA.
In alto i cuori fino alla vittoria finale!
  

domenica 21 giugno 2015

IL PARTITO DEMOCRATICO E' IL PRINCIPALE RESPONSABILE DELLA DERIVA PETROLIFERA IN ABRUZZO.

INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE ALL’INCONTRO CHIARIFICATORE CON IL PRESIDENTE D’ALFONSO CONVOCATO DAL “COORDINAMENTO NO OMBRINA” PER IL GIORNO SABATO 27 GIUGNO ALLE ORE 10,00 A PESCARA PRESSO LA SEDE DELLA REGIONE ABRUZZO IN VIALE BOVIO 425.

Il Governo italiano favorisce spudoratamente le società petrolifere sostenendo con ogni mezzo le attività trivellatrici ed estrattive, come dimostrato con clamorosa evidenza dalla legge “Sblocca Italia”.

Il Governo italiano incentiva in questo modo l’ormai antistorica energia da fonti fossili che sia Papa Francesco nella sua enciclica che i leader mondiali nel recente vertice del G7 (di cui fa parte anche l’Italia) hanno condannato per le nefaste conseguenze sull’innalzamento del clima e quindi come causa primaria delle devastazioni ambientali e del deterioramento della vita di tutti chiedendone l’abbandono in favore delle fonti pulite e rinnovabili.

Il Governo italiano è guidato dal Partito Democratico e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è anche segretario del Partito Democratico.

La Regione Abruzzo non fa nulla di concreto per contrastare le decisioni del governo centrale che la condannano a diventare distretto minerario e petrolchimico in oltraggio a tutte le sue vocazioni naturali ed alla volontà della sua gente.

La Regione Abruzzo è guidata dal Partito Democratico e il governatore Luciano D’Alfonso è uno degli uomini di punta di questo partito.

Dopo la straordinaria manifestazione del 23 maggio a Lanciano con la presa di posizione di un intero popolo contro questo sopruso avete sentito qualche risposta o dichiarazione dagli autorevoli esponenti del Partito Democratico?
Silenzio assoluto. Silenzio irrispettoso. Silenzio indecente.

Matteo Renzi di certo non può abbassarsi a confrontarsi con la periferia dell’impero.

Luciano D’Alfonso, sempre pronto in ogni occasione a fissare la telecamera di turno, su questo argomento sembra aver perso la parola, ma probabilmente dopo le solenni dichiarazioni in campagna elettorale (“Con me mai gli UFO in Abruzzo”, ossia le piattaforme in mare) oltre alla parola ha perso anche la faccia.

I Parlamentari del Partito Democratico, altro esempio di mutismo cronico. Avete mai sentito una dichiarazione in merito dagli “onorevoli” Maria Amato, Vittoria D’Incecco, Antonio Castricone, Tommaso Ginoble, Yoram Itzhak Gutgeld e Gianluca Fusilli o dalla senatrice Stefania Pezzopane che peraltro in Tv ci va spesso seppure per altri motivi meno fondamentali? Vi ricordiamo che siete lì per  rappresentare la volontà del popolo che vi ha eletti, e non per ubbidire supinamente agli ordini di partito come quando avete votato senza batter ciglio lo “Sblocca Italia” che condanna la nostra regione ad un triste destino.
Questo gli Abruzzesi non lo dimenticano.

E l’ex deputato Giovanni Legnini che adesso si è seduto su una poltrona più autorevole, sono cose che non lo riguardano più? L’Abruzzo è stato utile solo come serbatoio di voti per la propria carriera personale?

Da Roma torniamo a L’Aquila. I Consiglieri ed Assessori Regionali del Partito Democratico Sandro Mariani, Alberto Balducci, Camillo D’Alessandro, Bartolomeo Donato Di Matteo, Giovanni Lolli, Giuseppe Di Pangrazio, Luciano Monticelli, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci e Marinella Sclocco: in tema di petrolizzazione dati per dispersi. Ne abbiamo avvistati un paio in passerella il 23 maggio a Lanciano, Giuseppe Di Pangrazio e Camillo D’Alessandro, per poi ritornare subito dopo ad occuparsi di tutt’altro.

Una particolare menzione per Luciano Monticelli che da Sindaco di Pineto si era particolarmente speso su questi argomenti, sostenuto anche dalle associazioni compresa Nuovo Senso Civico, e che poi salito di grado ha perso facoltà di parola e di azione anche lui.

E per non fargli torto chiudiamo con il segretario del Partito Democratico abruzzese Marco Rapino, talmente presente su questi temi che il nome a malapena lo si ricorda (siamo andati a cercarlo su Google).

Il Popolo abruzzese è stufo di essere preso per i fondelli: il Partito Democratico è il principale responsabile della deriva petrolifera in Abruzzo ma è anche quello che dal centro alla periferia ha in mano tutti gli strumenti per cambiare radicalmente il corso delle cose. Non raccontateci balle.

Renzi non è mai stato eletto ma Luciano D’Alfonso sì e questo lo deve sempre ricordare. In mezzo ai sessantamila di Lanciano che rappresentano la stragrande maggioranza dei suo corregionali ce ne sono tanti che si erano fidati delle sue rassicurazioni quando si sono recati alle urne. Anche questo non deve dimenticarlo mai.
Non ci racconti che non si può fare nulla: il neo-governatore della Puglia Michele Emiliano già prima dell’insediamento ufficiale ha alzato la voce contro Renzi per le autorizzazioni alla ricerca e perforazione nel Mare Adriatico. Prenda esempio da un collega per di più del suo stesso partito, evidentemente non si è costretti a dare sempre ragione al capo.

Presidente Luciano D’Alfonso, se vuole ha tutti i mezzi a disposizione per fermare Ombrina e gli altri progetti estrattivi che deturperebbero indelebilmente sia in mare che in terra  la nostra amata Regione che lei rappresenta ed è tenuto a difendere a tutti i costi. Metta sul tavolo anche le sue dimissioni da offrire come gesto politico e di dignità a Renzi se non verrà bloccata la deriva petrolifera. Lì vedremo quali sono le sue reali intenzioni ed il suo peso politico.

Il popolo abruzzese saprà distinguere gli atti concreti dalle vuote parole e dalle tattiche dilatorie fin qui adottate e la sosterrà nelle azioni efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo altrimenti si ricordi che in ogni caso impediremo Ombrina e i suoi derivati e lei sarà ricordato, insieme ai suoi alleati di partito e non, come la persona che poteva ma non ha voluto fare. Ci prendiamo fin d’ora l’impegno di ricordarlo sempre e ovunque a tutti. 

Badi bene che queste richieste non provengono da un gruppo più o meno ampio di ambientalisti ma da un’intera Comunità alla quale lei ha il dovere di rispondere soprattutto dopo averla più volte rassicurata con la garanzia che mai si sarebbe arrivati a questo drammatico sviluppo.

Per questo rifletta bene e venga all’incontro di Sabato 27 giugno a Pescara con il sacco bello pieno perché di palloncini gonfiati ad aria ne abbiamo visti volare troppi.




lunedì 15 giugno 2015

PRESIDENTE D'ALFONSO STIAMO ARRIVANDO!



Qui di seguito il testo della richiesta inviata oggi al Presidente D'Alfonso: DA OGGI IN POI MAI PIU' ALIBI E MAI PIU' SCONTI FINO ALLA VITTORIA FINALE!

Al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso

OGGETTO: Richiesta incontro urgente

   Il “COORDINAMENTO NO OMBRINA”, organizzatore della manifestazione del 23 maggio a Lanciano, Le chiede un incontro urgente nella giornata di Sabato 27 giugno alle ore 10,30 presso la sede regionale di Pescara (sala stampa- Viale Bovio) per sapere quali risposte concrete intende dare alle sessantamila persone, fra cui oltre cento Sindaci, che in rappresentanza della stragrande maggioranza degli Abruzzesi hanno dimostrato la loro totale contrarietà al progetto “Ombrina mare” ed al disegno complessivo di trasformazione dell’Abruzzo in distretto minerario, visto che fino ad oggi in riferimento a quella storica giornata c’è stato da parte Sua il più totale silenzio certamente non rispettoso di tutti quelli che vi hanno partecipato.

   E’ ormai scaduto il tempo delle dichiarazioni generiche, dei rimpalli di responsabilità e dei vaghi proclami: le Istituzioni regionali devono mettere in campo tutto il loro peso istituzionale affinchè il Governo centrale abbandoni definitivamente questo piano generale oltraggioso per gli Abruzzesi e le loro vocazioni prevalenti.

   Siamo sicuri che la presente richiesta verrà accolta tempestivamente in modo che si possa cominciare al più presto a lavorare in sintonia per il comune obiettivo che, teniamo a sottolinearlo, da parte nostra continueremo a perseguire con tenacia e in tutte le forme democratiche e civili fino al suo pieno raggiungimento.

                                                                        Con fiducia,
                                                  
                                                        il “Coordinamento NO OMBRINA”
                                                      

Lanciano, 15 giugno 2015


sabato 13 giugno 2015

D'ALFONSO, SCAPPARE NON SERVE A NULLA: IL POPOLO DEL 23 MAGGIO PRETENDE UNA RISPOSTA.

Veniamo a sapere che oggi, venerdì, arriva a Chieti il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini per chiudere la campagna elettorale del PD per le comunali.
Insieme a lui ci saranno il presidente di Regione Luciano D'Alfonso e il sottosegretario alla presidenza Camillo D'Alessandro.
Sempre pieni di impegni e impossibilitati a riceverti quando servirebbero all'intera Comunità, se si tratta di caccia al voto per la propria parrocchia non si negano mai.

Decidiamo che può essere un'ottima occasione per affrontare la questione petrolizzazione col ministro che, insieme al collega Galletti responsabile dell'Ambiente, dovrà firmare il decreto di compatibilità ambientale per Ombrina.
Vorremmo anche consegnargli un documento importante sul Comitato VIA nazionale dopo la nostra denuncia in sette procure italiane per i forti e fondati dubbi relativi a molti dei suoi componenti che hanno approvato questo come altri progetti di perforazione.

Parte una squadra di NSC composta dai valorosi Diana, Alessandro e Giovanni alla ricerca dell'altro terzetto. Sembrerebbe un confronto alla pari ma non sarà così.

Infatti a Chieti inizia tutta una concertata manovra di depistaggio per cui i nostri vengono mandati in un posto mentre loro sono da tutt'altra parte e così via. Sui giornali era stato perfino annunciato un incontro con le Associazioni a Palazzo de Mayo ma lì Franceschini non è mai arrivato.

E così per tutto il pomeriggio fino a quando qualcuno annuncia ai nostri tre pacifici e sudati maratoneti "Ci dispiace ma il ministro è appena ripartito".
Naturalmente non finisce qui, ci mancherebbe altro!
Il ministro torna a rintanarsi nel Palazzo romano ma il presidente D'Alfonso resta qui e, vogliamo ricordarglielo per l'ennesima volta, con il compito di rappresentare e tutelare la sua Regione e la stragrande maggioranza degli Abruzzesi che hanno detto NO a chiare lettere al disastroso destino trivellatore e petrolifero e SI' ad un futuro sano e dignitoso per tutti.

COME ABBIAMO RIBADITO NEL DISCORSO FINALE DEL 23 MAGGIO: CARO D'ALFONSO QUESTA E' LA SUA ULTIMA OCCASIONE PER DIMOSTRARSI DAVVERO DEGNO DEL SUO RUOLO.
IL VERGOGNOSO SILENZIO SULLA MANIFESTAZIONE DI LANCIANO E LE FUGHE DI OGGI O DI DOMANI NON SERVIRANNO A FERMARE UN INTERO POPOLO IN MARCIA.
PRETENDIAMO AL PIU' PRESTO UN INCONTRO URGENTE PER SAPERE DALLA SUA VIVA VOCE GUARDANDOLA NEGLI OCCHI COSA INTENDE FARE DI CONCRETO PER EVITARE ALLA SUA COMUNITA' QUESTO SCEMPIO INDELEBILE.
POTRA' SCAPPARE QUANTO VUOLE MA STIA PUR CERTO CHE VOLTANDOSI CI TROVERA' SEMPRE ALLE SUE SPALLE.

Di maratoneti allenati e motivati ne abbiamo in quantità.


venerdì 5 giugno 2015

IL 5 X 1000 A NUOVO SENSO CIVICO: FA' LA COSA GIUSTA!

INDICARE NEL RIQUADRO "SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO" IL C.F. DI NUOVO SENSO CIVICO:
 90026150699

Lottare costa.

In termini di sacrifici personali e di fatica fisica e mentale certo, ma quando ti guida la passione  e la certezza di fare la cosa giusta per tutti il resto svanisce presto. Specie se si è in tanti.

Ma lottare molto spesso costa in termini economici ed è proprio su questo aspetto che fanno leva le nostre controparti, multinazionali o potentati economici che siano. Per loro il denaro resta sempre l'unico scopo e l'unico mezzo. 

Un semplice ricorso al TAR, una consulenza o la parcella di un avvocato e subito schizzano migliaia di euro. Per non parlare poi dei costi delle manifestazioni o della diffusione delle informazioni: stampe, volantini, manifesti, attrezzature, ecc.

Purtroppo al volontariato puro ci sono dei limiti oltre i quali non si può andare: le carte bollate non te le regalano certo e sappiamo quante volte è stato e sarà utile fare ricorso alle azioni giudiziarie.

Per questo ci sentiamo degni di chiedere il versamento del 5 X 1000 a NUOVO SENSO CIVICO: avete sotto gli occhi le nostre azioni tutti i giorni, ci potete controllare senza problemi e sapete bene che sono contributi ben investiti in favore di un presente e un futuro sicuramente più sani e migliori.

Fà la cosa giusta, perchè anche noi la facciamo!
 

lunedì 1 giugno 2015

RESISTENZA DEMOCRATICA: RIFLESSIONI DOPO IL 23


“Ho sempre avuto due chiodi fissi: l’ansia di giustizia, e la convinzione presuntuosa di cambiare il mondo”
(Fabrizio De André)
 A quelli che continuano a camminare.
Il 23 maggio 2015 è una data che verrà impressa negli annali della storia di Lanciano, della lotta per l’ambiente, della democrazia applicata. Il 23 maggio non sarà dimenticato facilmente, perché il 23 maggio è appena diventato una data scomoda.
Studiando la storia del ‘900, sono rimasta affascinata dal sorprendente fenomeno della Resistenza. Nessuno ha dato un ordine, preso l’iniziativa, innalzato una bandiera particolare: i cittadini si sono sentiti finalmente cittadini. In Italia una cosa del genere non era tanto scontata. La lotta al nazifascismo non è stato un secondo Risorgimento, perché il Risorgimento è stato fatto da pochi intellettuali, con nobili e lungimiranti ideali, ma comunque senza coinvolgere la popolazione, e senza guardare ai problemi del diverso. No, la Resistenza è un movimento partito dalle viscere della cittadinanza: le persone si sono sentite soffocare, stavano perdendo la loro libertà di esprimere la propria personalità. Allora hanno cominciato a sentire in modo quasi istintuale, i legami ancestrali e inconsci, spesso rimossi dall’egoismo, che intessono la convivenza civile. Solidarietà, diritti, libertà, uguaglianza, democrazia, ecco le parole d’ordine. Dalle montagne si udiva il canto della speranza di una giustizia, non dell’uomo contro l’uomo per interessi egoistici, di una società dove il povero è schiacciato dalla moneta, ma di una giustizia sociale in cui al primo posto si erge la solidarietà. E ci sono riusciti, non senza difficoltà, anzi; però ci sono riusciti. E la prova schiacciante di questa vittoria è la Costituzione Italiana, “la più bella del mondo”, il manifesto scritto col sangue dei martiri della libertà.
Il 23 maggio 2015, a quasi un mese dall’anniversario del 25 aprile, 50000 cittadini sono scesi in strada e hanno detto “NO” a una politica arrivista ed egoista, dettata dalla sete di sviluppo e ricchezza di pochi uomini e che sfrutta l’indifferenza dilagante del ventesimo secolo. Ho assistito a diverse battaglie, ma mai ho visto un movimento del genere. Lo credevo quasi impossibile: movimenti, associazioni, liberi cittadini che si sono uniti sotto un’unica bandiera, senza un secondo fine, che hanno collaborato applicando ai massimi livelli la democrazia. Una “polis” che ha posto al centro un ideale comune, e ognuno ha contribuito mettendo a disposizione i propri strumenti. Forse qualcosa sta accadendo, qualcosa che sta facendo risvegliare gli animi intorpiditi dai mass media, da chimeriche illusioni di successo, da un progresso ingannevole che pare inarrestabile.
Il corteo chilometrico colorato ed entusiasta del 23 maggio contro Ombrina deve essere un punto di partenza, non possiamo fermarci qui. Abbiamo dimostrato che se i cittadini capiscono il valore di ciò che hanno intorno, per sé e per chi viene dopo, non c’è egoismo che tenga. Sarà difficile andare avanti, perché la politica risponderà con la sua procrastinante ambiguità, perché i meno convinti si sentiranno stanchi, perché comincerà a diffondersi uno scoraggiamento mediatico per interrompere le proteste e mandare avanti i lavori. Però rimarranno sempre quelle persone che ci credono veramente, che non si arrendono, che non rispondono alla violenza con altra violenza, ma che usano due armi molto più letali: lo sciopero e il voto. Cambierà mai qualcosa? È tutto un’utopia? Bene, ecco cosa diceva Eduardo Galeano dell’utopia: “Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare.”
Sento che l’indifferenza e il menefreghismo sono diventati le nuove malattie, pochi voglio sporcarsi le mani, ma “a che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”. Pochi vogliono essere partigiani e correre il rischio di essere perseguitati da una giustizia posticcia.
Una volta, camminando tra le tombe del cimitero per stranieri di Roma, mi sono imbattuta in una frase: “Difendete i vostri diritti, ma fatelo con grazia”. È questo quello che sento più urgente: non è
giustizia rispondere alla violenza con altra violenza, all’odio con l’odio. La legge del taglione è delle persone che non riescono a vedere oltre i fatti.
Tutto quello che sono, con i miei pensieri e i miei valori, lo devo alla scuola (o almeno a quello che ci rimane). Mi ha insegnato a pensare, e io le sarò sempre grata per questo. Mi ha insegnato che lo spirito critico può salvarti da una massificazione, da una dittatura, dalla violenza, e che la libertà è un tesoro molto fragile, difficile da mantenere e da garantire a tutti. Nel mio percorso di studi sono inciampata in tutte le riforme che il governo ha varato, dalla Gelmini alla “Buona Scuola”, vedendo la scuola crollare sotto i miei occhi e sentendomi impotente di fronte al degrado. Nella scuola si fanno le prime esperienze di cittadinanza attiva, ed è questo che vogliono evitare; il processo di omologazione non vuole che ci siano esseri pensanti con la propria testa capaci di affermare una propria identità, il potere centralizzato non può permetterlo. È per questo che oggi abbiamo bisogno di nuove forme di “clandestinità”: in una società che perseguita la socialità, l’unica soluzione è metterci insieme, in gruppi, movimenti, comunità, e ricordarci che siamo esseri umani.
Da giovane ragazza che ha davanti tutta una vita incerta e turbolenta, io voglio credere che è ancora possibile fare qualcosa, voglio che “l’ansia di giustizia” sia il motore delle mie azioni, e ho una gran paura di cadere nell’indifferenza automatica.
Il mio auspicio è che ogni scelta sarà dettata dalla consapevolezza che “La terra non è eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”.
Buon cammino verso l’orizzonte.
Elisa Sasso