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Spero nessuno si senta offeso per tale affermazione, ma la sensazione è stata proprio questa: qualcosa che si è bloccata sul più bello, quando sembrava si stesse arrivando al dunque.
Spero nessuno si senta offeso per tale affermazione, ma la sensazione è stata proprio questa: qualcosa che si è bloccata sul più bello, quando sembrava si stesse arrivando al dunque.
Per una volta esprimerò delle valutazioni del tutto personali, basate magari solo su percezioni o considerazioni certamente non obiettive, ma per questo forse più puntuali di altre. Non me ne voglia nessuno.
Prima considerazione: il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso è intervenuto a questo incontro solo perchè costretto dalle circostanze che in questo caso avevano il nome e cognome di "Coordinamento NO Ombrina", altrimenti non si spiegherebbe il suo irrispettoso silenzio tombale dopo oltre un mese dalla giornata lancianese del 23 maggio.
Seconda considerazione: gli impegni presi durante l'incontro, alcuni dei quali comunque utili ( apertura di un tavolo permanente del quale facciano parte anche le competenze tecniche dei movimenti oppure il coinvolgimento delle altre Regioni interessate al problema) restano appunto impegni verbali per i quali attendiamo la rapidissima trasformazione in fatti concreti e soprattutto restano nell'ambito giuridico mentre la richiesta comune dei vari esponenti del Coordinamento (da Enrico Graziani ad Augusto De Sanctis, da Alessandro Lanci a Luigi Iasci) è stata quella di un deciso intervento squisitamente politico che superi ogni ostacolo di natura tecnica.
Terza considerazione: Luciano D'Alfonso su questo fronte non ha voluto prendere alcun impegno che richiederebbe di andare ad uno scontro serrato con il governo presieduto dal segretario PD Matteo Renzi che lo stesso D'Alfonso ha definito un muro sordo in tema di politiche energetiche (pro-fossili e petrolieri, aggiungiamo noi). Gli sono state prospettate diverse opzioni, da quella di portare centinaia di Sindaci a Roma per dare l'idea del diffuso radicamento del problema a quella di minacciare e poi presentare le proprie dimissioni fino a quella di spostare la battaglia all'interno del PD coinvolgendo gli altri Presidenti di Regione dello stesso partito (da Emiliano in Puglia agli altri in Molise, Basilicata, Calabria, Marche, ecc.) e soprattutto i relativi Parlamentari del PD che tutti insieme diventerebbero decisivi all'interno dei fragili equilibri di maggioranza. Su questi temi D'Alfonso ha sorvolato platealmente ("Dei parlamentari ne parliamo la prossima volta", alzandosi e abbandonando la sala in tutta fretta, ecco l'interruptus"!) dimostrando di non avere il coraggio di affrontare Renzi in questa battaglia.
Quarta considerazione: le istituzioni regionali non possono più vantarsi degli "atti dovuti" che, appunto, essendo tali non hanno bisogno di scelte, ma devono procedere con gli "atti voluti" ossia quelli prettamente politici che caratterizzano e ridanno forza e credibilità alla vera Politica che dev'essere servizio del popolo e non gestione del potere personale.
Quinta e ultima considerazione: Luciano D'Alfonso sembra aver capito (gliel'abbiamo fatto capire) che su questa vicenda si gioca gran parte del suo futuro politico ed elettorale e che non gli daremo più tregua perchè anche noi come lui, seppur con diversi meccanismi, siamo stati investiti da centinaia di migliaia di persone di un compito che andremo a svolgere senza indugi fino alla soluzione definitiva.
ORMAI E' EVIDENTE CHE CAUSA E SOLUZIONE DEL PROBLEMA SONO TUTTI INTERNI ALLE DINAMICHE DEL PARTITO DEMOCRATICO.
PRESIDENTE D'ALFONSO, CONSIGLIERI E ASSESSORI REGIONALI, PARLAMENTARI DI CAMERA E SENATO, METTETEVI BENE IN TESTA CHE NON SI PUO' CALPESTARE IMPUNEMENTE LA PREDOMINANTE VOLONTA' POPOLARE.
SIA BEN CHIARO A TUTTI CHE OMBRINA E I SUOI VELENOSI SIMILI NON VEDRANNO MAI LA LUCE IN ABRUZZO: STA A VOI DECIDERE SE PARTECIPARE A QUESTA GRANDIOSA OPERAZIONE DI "PULIZIA" O VENIRE TRAVOLTI IRRIMEDIABILMENTE DALL'IRRESISITIBILE FORZA DELL'OPINIONE PUBBLICA DEMOCRATICA CHE NON CI STA A SUBIRE IN SILENZIO SIMILI SOPRUSI.
Come detto altre volte in passato: a buon intenditor...
Franco Mastrangelo - NSC
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