Da sempre andiamo affermando che si può inquinare rispettando la legge ed infatti lo si fa abitualmente: si provocano malattie, cancro, morti e disastri ma sempre al riparo dei vari codici in vigore e infischiandosene altamente, in nome del dio denaro, dei danni perenni che vengono provocati alle persone ed al loro habitat.
Spesso però, grazie alla "distrazione" di chi dovrebbe controllare e far applicare le norme, neanche le leggi in vigore vengono rispettate ed un clamoroso esempio di tutto questo ci viene dimostrato qui di seguito dal Prof. Federico Valerio che, come ben sapete, è uno dei massimi esperti internazionali nel campo delle biomasse.
Per fortuna, grazie al crescente movimento nazionale che si oppone all'indiscriminata ed inutile proliferazione di centrali a biomasse e biogas (facilmente trasformabili all'occorrenza in inceneritori di rifiuti) qualcosa si sta muovendo perlomeno a livello amministrativo locale, come dimostra il caso della Regione Emilia Romagna.
E la Regione Abruzzo cosa fa per fermare questa poderosa offensiva che anche da noi promette di generare danni irreversibili a salute ed economia?
(Per approfondire clicca su centrali a biomasse in Abruzzo )
"Centrali a biomasse: tutte illegali"
del Prof. Federico Valerio (dal blog "Scienziato Preoccupato")
In Italia, sono ormai un centinaio le centrali elettriche alimentate
direttamente o indirettamente, con biomasse, ovvero prodotti vegetali
(cippato di legno, scarti alimentari, oli di mais, sansa di olive...) e
scarti animali (pollina, scarti di macellazione, deiezioni da
allevamenti suini e bovini). Inoltre, quindici sono gli inceneritori
che oggi in Italia producono elettricità bruciando materiali di origine
organica (scarti alimentari, materiali cellulosici, sfalci,
potature...).
In Italia, nel 2009, complessivamente,
risultava installata una potenza elettrica, alimentata a biomasse, pari
a 1.728 mega watt.
Tutte queste centrali
esistono, in quanto, inceneritori compresi, permettono affari sicuri,
grazie agli incentivi quindicennali generosamente regalati loro, con i
Certificati Verdi, certificati pagati da tutti gli Italiani, con
l'apposita tassa fissata sulla bolletta della luce.
Ebbene, tutte queste centrali sono illegali!
L'illegalità
e' dovuta al fatto che tutti questi impianti, una volta entrati in
funzione, hanno peggiorato la qualità dell'aria dei territori che li
ospitano con l'immissione in atmosfera di importanti quantità di ossidi
d'azoto, polveri sottili e ultra sottili, idrocarburi policiclici
aromatici, diossine...
La legge violata e' il Decreto Legislativo 155/2012 che, tra le sue finalità, prevede di "mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona e migliorarla negli altri casi".
E' una finalità chiara, sensata e, sostanzialmente, rispettata fino a qualche anno fa.
Tutte
le statistiche dimostrano che, da alcuni decenni, a parita' di
produttività, le emissioni inquinanti inviate nell'atmosfera del nostro
Paese, sono drasticamente diminuite.
Questo
risultato e' stato ottenuto migliorando i combustibili ( gasolio a basso
tenore di zolfo, benzina senza piombo), sostituendo olio combustibile e
carbone con gas naturale, con più efficaci trattamento fumi ( filtri a
manica, marmitte catalittiche).
Questa
tendenza, che ha comportato un progressivo miglioramento della qualità
dell'aria del nostro Paese, si è interrotta con il proliferare di grandi
e piccole centrali alimentate con biomasse, compresi i
"termovalorizzatori" di rifiuti urbani, in tutti i casi combustibili
poveri e altamente inquinanti.
Ad esempio, a
parità di energia prodotta (elettricità+calore), una centrale alimentata
a biomasse legnose emette 42 volte più polveri sottili (PM10) di una
centrale di pari potenza, alimentata con gas naturale.
Non
sono meno impattanti le centrali alimentate con gas di sintesi prodotto
dalla gassificazione del legno, in teoria migliori della combustione
diretta delle stesse biomasse gassificate.
Un
impianto di gassificazionedi cippato di legno da un Megawatt di potenza
elettrica, nel pieno rispetto dei limiti alla concentrazione di
inquinanti presenti nei suoi fumi, emette annualmente circa 6 tonnellate
di ossidi di azoto, circa 6 tonnellate di ossido di carbonio, 4
tonnellate di anidride solforosa e 300 chili di polveri sottili PM 10.
In
assenza di impianti di teleriscaldamento e senza il contemporaneo
spegnimento di impianti termici poco efficienti, alimentati con
combustibili con fattori di emissioni superiore a quello delle biomasse
utilizzate, e' inevitabile che tutti questi inquinanti provochino un sicuro peggioramento della qualità dell'aria e un proporzionale aumento di rischio sanitario per la popolazione esposta.
Questo significa che il
rispetto delle concentrazioni di inquinanti nei fumi, ammessi dalla
Legge e' una condizione necessaria, ma non sufficiente, al rilascio
delle autorizzazioni per la realizzazione e l'entrata in servizio di
questi impianti.
L'autorizzazione ha valore solo se il progetto dimostra anche che l'entrata in funzione dell'impianto "mantiene la qualità dell'aria ambiente, laddove buona e la migliora negli altri casi".
Questa
duplice norma cautelativa (rispetto dei limiti alle emissioni e
rispetto di una delle finalità del Decr. 155/2012) e' stata fatta
propria con la Delibera 362 dalla Regione Emilia Romagna del 26 luglio
2011 che afferma:
Questa
duplice norma cautelativa (rispetto dei limiti alle emissioni e
rispetto di una delle finalità del Decr. 155/2012) e' stata fatta
propria con la Delibera 362 dalla Regione Emilia Romagna del 26 luglio
2011 che afferma:
-
Ai fini della localizzazione di impianti per la produzione di energia a biomasse aventi
potenza termica nominale superiore a 250 kWt si applicano i seguenti criteri generali:
x Su tutto il territorio regionale gli impianti devono utilizzare le migliori tecniche
disponibili;
x Nelle aree di superamento e nelle aree a rischio di superamento, è possibile localizzare impianti a biomasse solo a condizione che si sostituiscano sorgenti emissive esistenti e che sia assicurato un saldo complessivo pari almeno a zero delle emissioni in atmosfera di PM10 e NO2;
x Nelle altre zone si deve utilizzare un criterio cautelativo per mantenere la qualità dell’aria ambiente.
"Il computo emissivo deve essere effettuato per i parametri PM10 e NOx (ossidi di
azoto espressi come NO2) e per entrambi gli inquinanti nelle aree di superamento e
nelle aree a rischio di superamento il saldo emissivo complessivo deve essere:
Saldo emissivo = Emissioni nuovo impianto - Emissioni spente o ridotte �� 0
Nella valutazione del saldo emissivo complessivo vanno dunque computate le sorgenti
emissive esistenti che saranno “spente” o ridotte con l’entrata in funzione
dell’impianto.
Si configurano in particolare due casistiche possibili:
-
- sostituzione di emissioni provenienti da impianti esistenti;
-
- installazione di nuovi impianti con contestuale riduzione delle emissioni
complessive sul territorio tramite la realizzazione di opportune misure
integrate localizzate in via prioritaria nella medesima area comunale o, in
dipendenza dalla localizzazione dell’impianto, nelle aree contigue ricadenti
in altri Comuni, da definire con le autorità competenti anche attraverso
eventuali Accordi. "
E' interessante notare che la Regione Emilia Romagna, prevede che il computo emissivo sia fatto anche valutando le emissioni del traffico indotto per il trasporto delle biomassea alla centrale .
Sarebbe opportuno che, al più presto, una simile norma (chiarendo meglio quali possano essere i criteri cautelativi da adottare nelle zone dove la qualità dell'aria e' già buona) sia introdotta in tutte le legislazioni regionali, in quanto ora, solo i cittadini dell'Emilia Romagna hanno a loro disposizione una norma che li tutela.
Comunque, evidenziamo che, dati alla mano, in tutte le aree servite da gas naturale, il più pulito combustibile di cui possiamo disporre, sarà impossibile che l'uso energetico di biomasse al posto del gas naturale, possa lasciare inalterata, e tantomeno migliorare, la qualità dell'aria del territorio interessato alle ricadute dei fumi prodotti dal nuovo impianto.
Pertanto, ipotizzo che gran parte delle attuali
autorizzazioni rilasciate ad impianti alimentati a biomasse, compresi
gli inceneritori per rifiuti urbani, siano illegittime.
La parola definitiva a qualche buon avvocato che non si crei problemi a schierarsi a favore della salute del Popolo Italiano.
Se
nel frattempo qualche ministro dell' Ambiente, dello Sviluppo Economico
e delle Finanze provvedesse ad abolire gli incentivi a tutte le
centrali a biomasse, gliene saremo grati in eterno.
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