lunedì 18 luglio 2011

BOMBA O NON BOMBA ARRIVEREMO A L'AQUILA...

Oggi gli scienziati ritengono che si stia consumando una nuova estinzione di massa, la sesta, l’unica causata da una sola specie vivente: l’homo sapiens sapiens. È stato valutato che il tasso di estinzione determinato dall’impatto antropico (le modifiche che l’uomo genera all’ambiente) sia addirittura 1000 volte superiore al tasso naturale di estinzione. L’accesso insufficiente all’acqua non solo è la causa principale della perdita dei mezzi di sussistenza, ma spesso e volentieri è fonte di tensioni e conflitti.
Bene, noi abitanti della Valle del Sangro non avremo di questi problemi grazie alla Forest Oil…
Ne avremo in abbondanza di acqua… Oh se ne avremo!!!...se crolla la diga di Bomba…!!!
Un evento tragico che potrebbe verificarsi a causa del fenomeno della SUBSIDENZA cioè dell’abbassamento del terreno in seguito alle estrazioni. Nel sottosuolo si trovano circa ottanta milioni di metri cubi di GAS PESSIMO e PUZZOLENTE CONTENENTE IDROGENO SOLFORATO, ALTAMENTE TOSSICO PER L’UOMO E L’AMBIENTE.
Circa la metà di questo gas è collocato sotto il lago e l’altra metà, passando sotto la diga di terra esistente, si estende verso valle: perciò è altamente probabile che di pari passo con lo svuotamento del giacimento si venga a determinare un fenomeno di subsidenza, che si rifletterebbe inevitabilmente sulla diga.
Per questo motivo nel passato l’AGIP aveva rinunciato alle trivellazioni. Il rischio Vaiont era troppo grande. La Valle del Sangro conta circa 15.000 abitanti e circa 13.000 operai che lavorano nelle varie fabbriche. Un rischio troppo alto. Che non ha prezzo.
COSI’ COME NON HA PREZZO L’INQUINAMENTO E I DANNI PER LA SALUTE CHE LA FOREST OIL CI REGALERA’ PER DIVERSE DECINE DI CHILOMETRI IN LINEA D’ARIA PER TANTISSIMI ANNI. NULLA SARA’ PIU’ COME PRIMA.
L'unico impianto simile a quello che la Forest vuole fare a Bomba si trova in Texas nel DESERTO!!! Lontano centinaia di miglia dalle abitazioni, dighe, frane, e luoghi di villeggiatura…
Da ragazzino mio padre mi raccontava della diga e degli anni in cui aveva lavorato alla sua costruzione. Turni massacranti con un gigantesco camion per poche lire al giorno.
Me ne parlava con orgoglio ed io in quegli anni ho imparato ad ammirarlo e ad amare il mio lago che pure causò enormi disagi e sacrifici alle popolazioni e ai territori.
Da quei lontani anni abbiamo dato tanto e tanto stiamo dando come energia idroelettrica.
A Bomba quanti posti di lavoro si creeranno con una raffineria e un inceneritore (2 torri alte 41 metri…), 10?, 20? Ne vale la pena? E quante persone perderanno il lavoro nel settore del turismo, chi comprerà case in queste zone e chi comprerà i prodotti della nostra agricoltura? E CON QUANTE MALATTIE DOVREMO PAGARE tutto questo?
Ricordo l’intervista ad un signore in Basilicata nel dvd “Il ritorno di Attila” che dopo anni e anni di sacrifici all’estero era tornato per comprarsi un pezzetto di terra nella Val D’Agri in un luogo che era considerato quanto di meglio si potesse desiderare. Definiva quella zona “il salotto” della vallata. Dopo la costruzione della raffineria era diventata “Il CESSO” della Val D’Agri.
Non mi piacerebbe che la Valle del Sangro torni ad essere la Valle della morte anche se per motivi diversi da quelli di 50 anni fa.
Non accettiamo di barattare la nostra salute e il nostro ambiente (LE NOSTRE VERE RICCHEZZE) in nome di un progresso che progresso non è e di false necessità.
Non barattiamo la nostra salute ed il nostro ambiente per un pugno di posti di lavoro. Quando ci si ammala si finisce anche per perdere inevitabilmente il lavoro come ci insegnano nel triangolo della morte a Siracusa.
È possibile anche uno sviluppo ecosostenibile come accade in Germania dove negli ultimi 10 anni sono stati creati DUECENTOMILA posti di lavoro con l’eolico ed il solare.
Battiamoci per questo. Non siamo indifferenti. Gli indiani d’America si preoccupavano di preservare l’ambiente per sette generazioni. Un esempio magnifico di “senso civico”.
Facciamoci sentire. Manifestiamo il nostro dissenso.
Facciamo come gli abitanti di Bomba: scriviamo il nostro NO ALLA RAFFINERIA DI BOMBA su un telo bianco e attacchiamolo ai nostri balconi e alle nostre finestre e parliamone con più gente possibile.
Uniti ce la faremo.

Franco Cicchini
















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