Racc.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
Palazzo Chigi Piazza Colonna, 370 Roma
Al Ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi Via Molise, 2 00187 Roma
Al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti Via C. Colombo, 44 00154
Roma
Al Sottosegretario On. Giovanni
Legnini
Ministero
dell’Economia Via XX Settembre, 97 00187
Roma
Al
Presidente della Giunta Regionale Dott. Luciano D’Alfonso
L’Aquila
L’Aquila
All’Assessore all’Ambiente della
Regione Abruz
Mario Mazzocca Palazzo Silone Via
L. da Vinci, 6 67100 L’Aquila
I sottoscritti Avv. Enrico Graziani, già
sindaco di Paglieta, e Prof. Angelo Staniscia, già sindaco di Atessa, entrambi
ex parlamentari abruzzesi del gruppo del PCI-PDS-DS e attualmente iscritti al PD, premettono di essersi in passato impegnati in
prima persona in grandi battaglie ambientaliste e per un diverso tipo di
sviluppo dell’Abruzzo. Nel lontano 1971 la Texaco avanzò domanda per realizzare
una gigantesca raffineria in Val Di Sangro, dove all’epoca non c’erano né
industrie né lavoro. Una lotta durata cinque anni e che ha coinvolto tutta la
regione, portò all’accantonamento del progetto. Nel 1976 il movimento popolare
riuscì a prevalere su una compagnia statunitense, la Rohm and Haas, un’azienda
chimica per la produzioni di veleni per l'agricoltura che aveva già realizzato in Val di Sangro una
fabbrica ed assunto 35 operai. La
compagnia dovette smantellare la fabbrica e andar via. Tutto questo ha aperto
la strada alle industrie manifatturiere ad alta concentrazione di manodopera,
tra queste la SEVEL, che conta più di 6 mila dipendenti oltre a quelli
dell’indotto e che a suo tempo aveva dichiarato la sua incompatibilità con la
prossimità di una raffineria. Così, in virtù di quelle scelte, la Val di Sangro è divenuto l’epicentro dello
sviluppo industriale dell’Abruzzo. Ricordiamo fatti ormai lontani perché
comprendiate che la storia dell’Abruzzo è intessuta di grandi lotte
ambientaliste, che hanno visto la
partecipazione dell’intera popolazione, e che questa non è la terra dei “comitatini”, come è stato evocato.
Orbene, oggi la
questione politica fondamentale – oltre a quella del lavoro - che agita
l’Abruzzo è se il governo approverà o respingerà in via definitiva, come tutti
auspicano: 1) il progetto della compagnia inglese Medoilgas, denominato Ombrina
Mare 2, consistente nella realizzazione di una piattaforma in mare a circa 6 km
dalla Costa dei Trabocchi, di fronte a San Vito Chietino, per l’estrazione di
idrocarburi, affiancata da una gigantesca nave, ivi ancorata e stabilmente
adibita allo stoccaggio e alla prima raffinazione del prodotto
(desolforazione). Oltretutto il progetto della Medoil presente gravi carenze
che hanno il fine dia aggirare la legge: ma di questo verrà data puntuale
dimostrazione nelle sedi opportune; 2) il progetto di pozzo esplorativo a mare
Elsa 2 a circa km 7 dalla costa tra Francavilla e Ortona; 3) la richiesta
di trivellazioni per l’attivazione di
nuovi pozzi presso la piattaforma Rospo Mare.
Va ricordato che la costa dei Trabocchi,
inclusa nell’istituendo Parco della Costa Teatina, è uno dei litorali più
suggestivi dell’Adriatico, e che nell’entroterra ci sono crescenti attività
turistiche e un’agricoltura d’eccellenza i cui prodotti si stanno affermando
nel mondo, come ad esempio il vino. Va infine rammentato che l’Adriatico è un mare praticamente chiuso e che un eventuale
incidente con sversamento di idrocarburi, avrebbe effetti devastanti e di
lunghissima durata: infatti il ricambio delle acque avviene in 80 anni. L’opinione pubblica è allarmata come non
mai, nella consapevolezza che se, ad esempio il progetto Ombrina venisse
realizzato, oltre ad avere effetti devastanti sul territorio e sulla salute
della gente, di certo farebbe perdere molte migliaia di posti di lavoro
nell’agricoltura, soprattutto quella dedita ai prodotti d’eccellenza, nella
pesca e nel turismo e non creerebbe condizioni favorevoli allo sviluppo
dell’industria manifatturiera. Va anche sottolineato che gli idrocarburi
abruzzesi sono molto scadenti perché eccessivamente ricchi di zolfo ed è per
questa ragione che il nostro petrolio, ad esempio, non può essere usato per
produrre carburanti ma solo come materia prima per la produzione di materie
plastiche.
Per tutte
queste ragioni il 13 aprile 2013 c’è stata a Pescara una grandiosa
manifestazione di circa 40 mila persone (la più grande in tutta la storia
dell’Abruzzo), promossa dalla Confcommercio e a cui hanno partecipato tutte, ma
proprio tutte, le categorie economiche e sociali. In precedenza ci sono molte
grandi manifestazioni, tra cui quella del 30 maggio 2010 a Lanciano e che, con
alla testa tutti i sondaci della zona, pur sotto una pioggia battente, ha visto la
partecipazione di oltre ottomila persone. Inoltre l’associazione Nuovo Senso
Civico, con sede a Lanciano, ha raccolto IN TUTTO L’ABRUZZO oltre 50 mila
firme, verificate dalla Cancelleria del Tribunale, contro il progetto Ombrina 2
e contro la Strategia energetica nazionale che intende fare dell’Abruzzo e del
suo mare un distretto petrolifero. Contro tali progetti si è espressa anche la
Conferenza dei Vescovi di Abruzzo e Molise.
La Medoil va ripetendo ossessivamente sulla
stampa che se verrà approvato il progetto Ombrina 2 inonderà la nostra terra con una pioggia di
miliardi e creerà 200 posti di lavoro. La verità che emerge invece da dati
inoppugnabili pubblicati sul sito del competente Ministero, sito che vi
invitiamo a guardare, è che detta
compagnia, pur avendo in Italia, tra terraferma e mare, 14 concessioni di
coltivazione in esclusiva e 35 concessioni in contitolarità con altre aziende,
oltre a 5 permessi di ricerca, dal 2008 a tutt’oggi non ha mai versato nelle
casse pubbliche un euro delle pur irrisorie royalties. E ciò in virtù di un
generoso sistema di esenzioni, di franchigie e di detrazioni delle spese e del
fatto che sono le stesse compagnie ad autocertificare la quantità di prodotto
estratto. Inoltre dall’ultimo bilancio della Medoil pubblicato su internet si può
arguire che finora la spesa per gli addetti italiani corrisponde a meno di 20
posti di lavoro in tutta Italia. Questi dati sono stati ripetutamente resi noti
sul quotidiano “il Centro” e sul blog di Nuovo Senso Civico senza essere mai
smentiti. Risulta infine che la Medoil
non investirebbe in Ombrina denaro fresco ma solo capitali ritirati da altri
investimenti fatti in Italia. Vogliamo,
infine, sottoporre alla vostra riflessione un’altra questione: le compagnie che si stanno avventando sulla
terra e sul mare di questa regione sono quasi tutte società straniere che,
ricevuta la concessione, DIVERRANNO PROPRIETARIE DEGLI IDROCARBURI ESTRATTI,
CHE POI metteranNO sul mercato ai preZZI
correnti: non si vede proprio come ciò possa condurre ad assicurare all’Italia UNA
“bolletta più leggera e sostenibile”, come ha dichiarato la ministra Guidi.
L’obiettivo che
il governo dovrebbe porsi è l’abbandono degli idrocarburi fossili, che
rappresentano il passato, per porsi all’avanguardia nella ricerca e nell’adozione
sempre più estesa di fonti rinnovabili di energia.
A sconsigliare
le trivellazioni in terra e in mare c’è anche il fatto, segnalato da alcuni
scienziati, che probabilmente l’estrazione idrocarburi può contribuire a
scatenare movimenti tellurici in
aree, come quelle delle dorsali appenniniche, già fortemente sismiche.
Infine il
governo nazionale e quello regionale non
cerchino alibi nel fatto che la Croazia avrebbe programmi per trivellare
l’Adriatico, ma usino tutta la loro autorevolezza per dissuadere la Croazia
da una politica di tale tipo in un mare che è comune ad entrambi i paesi. Del resto un argomento analogo non fu accolto in
Italia, quando taluni proponevano la realizzazione di centrali nucleari, con
l’argomento che esse erano in Francia poco lontano dai nostri confini.
E’ positivo che
di fronte alla crisi che investe l’Italia e all’accumularsi dei problemi
irrisolti, voi vogliate agire in fretta, e tuttavia vi scongiuriamo di stare attenti acché la fretta non
diventi avventatezza.
Qualora,
nonostante l’irriducibile contrarietà dell’intera opinione pubblica abruzzese,
i progetti indicati dovessero essere definitivamente approvati, molte forze politiche abruzzesi ne sarebbero
schiantate, soprattutto quelle che hanno responsabilità di governo, perché
si aprirebbe tra esse e le popolazioni di questa regione una frattura insanabile. Gli scriventi si aspettano una risposta
puntuale e non formale.
Cordialità
Enrico Graziani
(res. in Corso Garibaldi 27, 66020 Paglieta, prov. di Ch)
Angelo Staniscia
( res. in Aia S.Maria,
Atessa, prov. Di Ch)
Paglieta,
Atessa, li 05/08/2014
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