domenica 7 febbraio 2016

INCENERITORI, VECCHIA PASSIONE DI RENZI: CONOSCERLI PER EVITARLI


Come al solito, come sempre e con orgoglio, NON CI FACCIAMO PRENDERE PER I FONDELLI!

Sulla questione "Mega-inceneritore di rifiuti in Abruzzo" dopo il clamoroso voltafaccia della Regione Abruzzo stiamo assistendo ad una serie di capriole in aria che invece di rassicurarci, come ingenuamente si vorrebbe, ci confermano che ancora una volta abbiamo preso nel segno e non c'è purtroppo nessun motivo per stare tranquilli.

Gli INCENERITORI sono quanto di più lontano possibile da una politica di gestione dei rifiuti rispettosa della salute delle persone e delle economie locali e diffuse.

Nel precedente post abbiamo parlato di un atteggiamento schizofrenico e contraddittorio della politica a livello regionale, ma la stessa cosa si può dire dei massimi livelli nazionali. Il Presidente del Consiglio può fare tutti i più bei discorsi sulla salvaguardia del Pianeta all'ONU o alle Conferenze sul clima, ma quando poi si sponsorizzano gli inceneritori si va nella direzione esattamente opposta contribuendo ad aumentare notevolmente le immissioni di CO2 ed altre sostanze clima-alteranti in atmosfera ed ipotecando irrimediabilmente il futuro delle generazioni che verranno.

D'altronde avevamo già messo in evidenza la passione di Matteo Renzi per questi impianti fin da quando era solo Sindaco di Firenze ma aveva già l'abitudine di aggredire verbalmente con arroganza chi non la pensava come lui (in quel caso una rinomata oncologa che metteva in guardia sui rischi per la salute derivanti dagli inceneritori: vedi il post del 13/9/2012 "Renzi shock" cliccando QUI ).

Per avere un quadro complessivo degli effetti altamente negativi degli inceneritori vi indichiamo a fine articolo una serie di collegamenti a nostri precedenti post che trattano in maniera esauriente l'argomento.

Ma prima, da uno di questi, riproponiamo una sintesi che ci sembra tuttora perfettamente idonea a dare un quadro generale della situazione (negli anni sono solo cambiate alcune piccole cose ad esempio a livello legislativo ma la sostanza non cambia).

Vi invitiamo a leggere con attenzione perché, come sempre, è la conoscenza che ci rende forti e inattaccabili da chi ci sorride mentre ci sta mettendo lo sgambetto.
FM


I rifiuti solidi urbani (RSU) devono essere ridotti alla fonte.
Perché ciò avvenga occorre:
1. ridurre gli imballaggi,
2. ridurre l'utilizzo di prodotti usa e getta,
3. eliminare le confezioni inutili.

Il riuso dei materiali deve essere incentivato promuovendo l'utilizzo di prodotti alla spina (detersivi, olio, vino, acqua, e tutto il cibo secco, pasta, legumi, ecc..) proprio come ha fatto la Regione Piemonte con una promozione nei supermercati (www.youtube.com + detersivi alla spina).
Deve essere incentivato il vuoto-a-rendere, come avviene in molte città del nord Italia e d'Europa, non solo per il vetro ma per materiali di genere più ampio.
Il rifiuto più facilmente smaltibile è quello che non è prodotto.

Molti rifiuti possono essere trattati, così da evitare che vadano in discarica.
Le parti di rifiuto umido (che rappresentano da sole il 30-40% dei rifiuti totali) possono essere trattate attraverso il COMPOSTAGGIO che ne permette la trasformazione biologica in ottimo concime riutilizzabile nell'agricoltura.
I restanti rifiuti secchi che vengono comunque prodotti devono essere RICICLATI attraverso il PORTA a PORTA che in altre città italiane (vedi Treviso) unito al compostaggio, ha portato in pochi mesi ad un riciclo totale dei rifiuti dell'80%.

Meglio il Trattamento Meccanico Biologico a freddo
La parte non riciclata – che può variare dal 20% al 30% - può essere trattata con il TMB (Trattamento Meccanico Biologico) a freddo.
Questo trattamento è composto da due fasi distinte. Nella prima, attraverso un procedimento meccanico i rifiuti vengono ulteriormente differenziati, viene estratta la parte secca che ancora si trova nel rifiuto residuo, depurando la frazione organica da sostanze estranee alla sua stessa natura prima di avviarla alla seconda fase.
Quest’ultima, la fase biologica, ha lo scopo di stabilizzare la frazione organica e renderla impiegabile per usi non agricoli (compost di seconda qualità), o come materiale per recupero paesaggistico di aree degradate, riempimento dei manti stradali o delle vecchie cave.
Lo scopo finale è quello di rendere inerti i materiali organici attivi in modo da ridurre del 90% il loro impatto ambientale e renderli sabbie riutilizzabili nell'industria.

Se si realizzassero queste azioni gli inceneritori finalizzati alla produzione di energia, sempre dannosi per la salute umana, non troverebbero nessun privato disponibile a costruirli perché diventerebbero diseconomici.
Rimarrebbero da bruciare rifiuti poco capaci di produrre energia.

In effetti, ai fini della produzione di energia gli inceneritori potrebbero bruciare solo il 35% dei rifiuti totali Oltre al rifiuto urbano indifferenziato ed alcune frazioni secche, il combustibile “preferito” dagli inceneritori è il così detto CDR (Combustibile derivato da rifiuti) che è costituito per lo più da plastica, gomma, carta e legno. Ovvero bruciano proprio una parte dei materiali più altamente RICICLABILI !
Se non differenziassimo la plastica, il legno, la carta, si troverebbero in mezzo agli scarti alimentari che hanno basso potere calorico e quindi andrebbero separati a posteriori per essere bruciati.
Con l'incenerimento la raccolta differenziata fallisce! Non si differenzia per riutilizzare, risparmiando sui costi di produzione e le materie prime, risparmiando sull'energia necessaria a costruire da zero ogni nuovo oggetto: si differenzia per facilitare l'incenerimento!

ATTENZIONE
L’inceneritore che intende produrre energia può essere vantaggioso sul piano economico a due condizioni:
1. che continui a beneficare dei contributi statali (CIP6, contributi CONAI, certificati verdi),
2. che la raccolta differenziata sia finalizzata all’incenerimento e non al riciclaggio, ovvero che la raccolta differenziata sia finalizzata alla produzione di CDR.
Senza sostegno pubblico e senza una raccolta differenziata finalizzata alla combustione nessun imprenditore investirebbe negli inceneritori per produrre e vendere energia.

A MENO CHE …
Per il privato potrebbe essere vantaggioso bruciare ogni tipo di rifiuto se il conferimento fosse particolarmente remunerante: se gli si dessero molti soldi solo per brucare a prescindere dall’energia che produce. Se lo si pagasse non per gestire un “termovalorizzatore” bensì se lo si pagasse per tenere in funzione un inceneritore.

Anche in questo caso il privato potrebbe arricchirsi.
Ma la popolazione ne trarrebbe vantaggio?
Assolutamente no: perché l’incenerimento è sempre molto dannoso per la salute.
Tra i peggiori composti inquinanti emessi da un inceneritore troviamo le nano-particelle o nano polveri, che sono particelle delle dimensioni del milionesimo di millimetro (divise in diverse tipologie a seconda delle loro dimensioni: PM 10; PM 2,5; PM 0,1...).
I filtri di ultimissima generazione posti nei camini degli inceneritori, riescono a fermare solamente le PM 10, che sono le stesse emesse nei gas di scarico delle automobili, ma che non sono tra le più nocive per la salute umana.
Più è sofisticata la tecnologia degli impianti, più è alta la temperatura di combustione che viene generata, più piccole sono le nano-polveri prodotte nel processo di incenerimento. Così accade che dalla combustione alle temperature di questi impianti, escano nano-particelle più piccole delle PM 10.
Ma cosa fanno queste particelle? Queste particelle come altri degli inquinanti emessi, sono noti per essere persistenti, cioè resistenti ai processi di degradazione naturale; bioaccumulabili perché si accumulano nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all'altro lungo la catena alimentare; tossiche in quanto sono patologiche per la salute degli organismi con cui entrano in contatto fino a provocarne la morte e altamente cancerogene in grado quindi di generare tumori!
In altre parole, queste particelle, una volta immesse in atmosfera non scompaiono più dalla circolazione, si depositano sulle piante che mangiamo noi e gli animali, vengono respirate da adulti e bambini ed in un modo o nell'altro si depositano nel nostro organismo all'interno del quale possono generare un cancro! (per dettagli medici si veda www.nanodiagnostic.it).
Tra le altre sostanze inquinanti emesse ci sono cloro, diossine, furani, policloronaftalene e clorobenzene, IPA (idrocarburi policiclici aromatici), VOC (composti organici volatili) e metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio ecc.), polveri, acido cloridrico, ossidi di azoto, ossidi di zolfo e ossidi di carbonio. Tutte sostanze altamente inquinanti e altamente tossiche per gli organismi viventi.
Inoltre, le ceneri prodotte dall'incenerimento sono altamente tossiche e vanno smaltite in discariche speciali, bruciando i rifiuti quindi non si elimina il problema delle discariche, ma se ne creano di nuove.
Le ceneri prodotte dall'incenerimento sono pari al 30% di quanto si è bruciato.

L'incenerimento serve solo a far guadagnare i costruttori, i proprietari degli impianti, le aziende coinvolte ed i politici che ne permettono la realizzazione, senza risolvere il “problema rifiuti”.

PERCHE' NO AGLI INCENERITORI
1- L'incenerimento dei rifiuti produce nano polveri, diossine, furani ed altre sostanze tossiche. Queste sostanze se inalate o mangiate (attraverso gli alimenti contaminati), raggiungono tutti gli organi in poche ore attraverso il sangue. Le patologie derivanti sono cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di studi scientifici.
2- L'incenerimento di norma brucia solo il 35% dei rifiuti totali.
I restanti rifiuti non bruciati finiscono COMUNQUE in discarica.
3. Le ceneri prodotte dall'incenerimento sono altamente tossiche e vanno smaltite in discariche speciali, bruciando i rifiuti quindi non si elimina il problema delle discariche, ma se ne creano di nuove.
4- I rifiuti maggiormente riciclabili vanno a costituire il CDR, l'incenerimento è in contrasto con la raccolta differenziata.
Quest'ultima corre direttamente contro l'interesse di chi guadagna bruciando rifiuti: incenerimento e differenziata sono incompatibili.
5- Gli inceneritori vengono finanziati da ingenti fondi PUBBLICI (CIP6, contributi CONAI, certificati verdi) attraverso un aumento del 7% sulla bolletta ENEL.
6- L'incenerimento necessita di consumare grandi quantità di acqua (ad Albano 42mila litri l'ora) che verrà sottratta dalle falde acquifere del territorio.
I vari processi in atto inquinano acque che successivamente “dovrebbero” essere depurate
7- L'incenerimento è solo un sistema di smaltimento dei rifiuti che fa guadagnare i costruttori, i proprietari degli impianti, le aziende coinvolte ed i politici che ne permettono la realizzazione, senza risolvere il “problema rifiuti”.

LE ALTERNATIVE
1- Ridurre i rifiuti alla fonte, eliminando imballaggi superflui, evitando l'utilizzo di materiali non riciclabili.
2- Riuso dei materiali, con l'incentivo del vuoto a rendere per il vetro, il PET ed altri materiali, valorizzando a livello economico le aziende ed i privati che lo fanno.
3- Raccolta differenziata porta a porta con una educazione al riciclaggio ed una maggiore selezione dei materiali. Costruzione di impianti specifici per il tipo di raccolta compiuta.
4- Compostaggio domestico ed industriale, che permette di trasformare la frazione umida in compost per usi agricoli. Costruire impianti di compostaggio in grado di valorizzare
gli scarti umidi e destinarli ad altri usi.
5- Trattare il residuo non riciclato (che va dal 30 al 20%) con impianti di TMB a freddo che comprendono la bioessicazione. Con questi impianti il residuo viene ulteriormente differenziato, l'umido è destinato a compost di seconda generazione ed il secco attraverso processi meccanici e di bioessicazione viene trasformato in sabbie utilizzabili nell'industria.
M. Marino 
20 luglio 2011

Per ulteriori approfondimenti cliccare sui link qui sotto che vi collegheranno a precedenti post del Blog di NSC:

Nessun commento: