domenica 20 marzo 2016

UN SI' DI MASSA AL REFERENDUM DEL 17 APRILE PER IMPEDIRE UN ALTRO FURTO DI DEMOCRAZIA

E’ ormai evidente che il Referendum del 17 aprile sulle trivelle ha assunto un significato che va ben oltre la questione parziale che affronta (la durata delle concessioni già esistenti in mare entro le 12 miglia). Se fosse passato l’intero blocco dei quesiti richiesti il ragionamento sarebbe stato più completo ed efficace, ma anche così non bisogna sottovalutare l’appuntamento: E’ IMPORTANTE ANDARE A VOTARE, E’ IMPORTANTISSIMO ANDARE A VOTARE SI’ ED E’ DECISIVO CONVINCERE CHIUNQUE A RECARSI ALLE URNE per raggiungere il quorum del 50% dei votanti e dare un segnale forte e chiaro a tutti gli ipocriti ed i ladri di democrazia smascherati da questa vicenda.

Prendiamo il caso di Renzi, del suo Esecutivo e della gran parte del partito che guida, il PD.
Per uno che governa con le incessanti scudisciate dei voti di fiducia, umiliando ed esautorando delle sue principali funzioni il Parlamento, è chiaro che lo strumento referendario, emblema di una qualche residuale forma di “democrazia diretta”, rappresenta un intralcio, un fastidio, roba da fannulloni perditempo.

Ne conseguono tutti gli atti utili a sabotarlo, a cominciare dalla fissazione della data, il 17 aprile, evitando così l’accorpamento con le amministrative che, oltre ad un risparmio netto per le casse dello Stato di diverse centinaia di milioni, avrebbe significato il quasi sicuro raggiungimento del quorum. Troppo rischioso.

E che questo fosse l’obiettivo principale lo dimostra la recente presa di posizione ufficiale del PD nazionale, partorita dalla coppia Serracchiani-Guerini in assenza di quasiasi minimo dibattito interno, che invita all’astensionismo. Incredibile.

Incredibile che una forza politica che in ogni momento si fa alfiere e custode della “responsabilità istituzionale” che rappresenta in qualità di principale forza di Governo ed espressione del Capo dell’Esecutivo, si adoperi sfacciatamente per lo smantellamento di uno degli strumenti-cardine della Democrazia. Ulteriore riprova ne è la vergognosa totale mancanza di considerazione da parte del Governo dei risultati del referendum sull’acqua bene comune.

Se poi uniamo questi tasselli alla pessima riforma della Costituzione all’orizzonte, la preoccupazione cresce a dismisura.

Con questo referendum vengono smascherati anche  la vocazione vecchia dei giovani rampanti renziani in favore di petrolieri, energie fossili e antichità del genere e il vero significato alla base delle scelte anti-Ombrina inserite nella recente Legge di Stabilità. Scelte dovute evidentemente non a coerenti convinzioni politiche ma fatte solo perché imposte dalla fortissima pressione dell’opinione pubblica, con l’Abruzzo decisivo in prima linea.

Facendo un pessimo servizio alla Politica, attività nobile per eccellenza, la maggior parte dei politici odierni sembra non avere idee proprie ma è pronta a sposare quelle che gli sembrano più utili a rinforzare la posizione occupata in quel momento (maggioranza/opposizione, di lotta o di governo…).

EBBENE, SE RIUSCISSIMO A PORTARE QUESTO GRANDE SI’ AL REFERENDUM OLTRE LA SOGLIA DEL 50% NON SOLO CONTRIBUIREMMO A SALVARE IL MARE E IL FUTURO DI TUTTI, MA OTTERREMMO IL RISULTATO, FORSE ANCORA PIU’ IMPORTANTE, DI ARGINARE I FURTI DI DEMOCRAZIA E GLI INFANGATORI DELLA POLITICA, QUELLA VERA E BELLA DA PRATICARE.

fm

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