mercoledì 20 ottobre 2010

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Dopo l’agognato brindisi di gioioso compiacimento per aver tecnicamente abbattuto la piattaforma petrolifera ubicata a tre miglia davanti l’eremo dannunziano, ambiguamente battezzata col nome di un pesce dai maghi dell’inganno, la famigerata Ombrina Mare 2, a coronamento di una battaglia sfibrante ma vinta, è necessario tornare a poggiare istantaneamente i piedi per terra per realizzare che la guerra purtroppo non è finita.

La petrolizzazione dell’Abruzzo non è stata ancora scongiurata perché la regione verde d’Europa così come previsto dal piano triennale dell’ultima finanziaria è ancora inquadrata come distretto minerario.

La lotta è ancora lunga e molte sono le cose da fare.

Una di queste è la raccolta delle firme per la petizione in cui si chiede la REVOCA di tutti i permessi di ricerca sulla terra e il mare d’Abruzzo.

Dalla fiera dell’agricoltura di Lanciano del 2009 ad oggi, dopo due estati ed un inverno a girare per paesi e spiagge abbiamo quasi raggiunto quota 50.000.

Dietro queste firme si è concentrato il lavoro di due movimenti che hanno operato in due aree prevalenti: il Comitato Difesa Beni Comuni nel teramano con 11.000 firme e Nuovo Senso Civico nella provincia di Chieti con 37.000 firme.

Ogni firma ha mediamente impegnato 3 minuti di tempo: tra chi ha firmato senza esitare e chi solo dopo dieci minuti si è persuaso giustapponendo il sigillo fatidico della propria contrarietà alla petrolizzazione.

Senza contare una parte di diffidenti che la firma non l’ha messa temendo inganni o dicendo “preferisco farmi un’idea prima di firmare” o perché convinta delle ragioni contrarie alle nostre.

3 minuti per 50.000 fa 150.000 minuti (senza contare il tempo per raggiungere i luoghi di raccolta e le appendici varie) che sono 2.500 ore ovvero 104 giorni.

E’ stata un’esperienza irripetibile, ma amici cari, diciamocelo: una fatica enorme!

Il senso di questa fatica è stato quello di aver fatto crescere in maniera esponenziale l’allarme sui rischi che l’Abruzzo andava correndo e che ancora corre da un lato, dall’altro sarà quello di poter indirizzare al Presidente del Consiglio al Ministero dello Sviluppo Economico al Governatore della Regione Abruzzo un faldone di firme inequivocabile espressione della volontà del Popolo Abruzzese.

In Italia 50.000 firme, costituzione alla mano, sono tecnicamente il tetto minimo per una richiesta di legge popolare. Per una regione che fa 1 milione e trecentomila abitanti sono evidentemente un’enormità!

50.000 CITTADINI CHIEDONO LA REVOCA DEI PERMESSI DI RICERCA E DI COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI SULLA TERRA E NEL MARE D’ABRUZZO!!!

Mancano un paio di migliaia di firme per mettere un sigillo storico alla volontà del popolo abruzzese.

Se ognuno di voi raccogliesse ancora dieci firme, facendocele poi recapitare, basterebbero pochi giorni e l’agognata quota di 50.000 firme sarebbe raggiunta, a completamento di un altro importantissimo capitolo di questa guerra.

Che la lotta continui, dunque: con civiltà, ostinazione, pazienza e amore sconfinato per la terra dei nostri padri e dei nostri figli.

Orlando Volpe

Potete inviare le firme raccolte per posta o a mano presso:

Galleria D'Arte Lanci, Via C. Marciani 59/63 - 66034 Lanciano Ch. Tel. 087244415

1 commento:

PROFESSIONE DIFESA ha detto...

Caro Orlando, adesso capisco perché non hai chiesto, anche tu implorando, a tutte le tv e a tutti i media abruzzesi di farti un'intervista anche telefonica e capisco xchè non lo hanno fatto Alessandro, Enrico, Tonino, Diana, Dante, Ernesto, Silvana, Alberto, Francesco, Giovanni, Tiziana, Totò, Totì, Pipò e Pipì che da due secoli (proprio così, da 200 anni!) dalla lontana Patagonia si battono contro la petrolizzazione dell'Abruzzo. Adesso ho finalmente scoperto su internet che l'Abruzzo non è stato salvato dalle 50 mila firme, dalle centinaia di proiezioni, dagli spazi televisivi a pagamento, dalle manifestazioni con migliaia di aderenti, dall'impegno di sindaci, amministratori e di gente comune, come tu impropriamente scrivi arrogando al tuo movimento di poche migliaia di aderenti un falso ruolo. I fatti dimostrano che il vostro impegno impegno è unicamente mirato a raccogliere sostanziose risorse economiche per finanziare la prossima campagna elettorale.
L'Abruzzo, caro Orlando, e tu lo sai bene, è stato salvato da una comicità delirante di autostima e vanagloria.