venerdì 29 ottobre 2010

...PINOCCHIO SVEGLIATI E' "PRIMAVERA" !!!




Molti esperti, tecnici e scienziati mettono in relazione le attività petrolifere già in atto lungo la costa abruzzese con l’aumento esponenziale di malattie tumorali ed ematologiche.

Una delle prove è data dal fatto che le centraline poste lungo la costa pescarese indicano alti livelli di presenza di sostanze legate agli idrocarburi anche quando ci sono i blocchi del traffico.

Nessuno però vuole approfondire questa questione.

Vorremmo pertanto chiedere al Presidente di Confindustria della Provincia di Chieti di promuovere (e pagare) un’approfondita e seria indagine scientifica su questo problema.

Ricordiamo che il Presidente Paolo Primavera difende i petrolieri adducendo un incremento dei posti di lavoro e dichiarando pubblicamente, senza alcun riscontro oggettivo che “Il no al petrolio è una scelta scellerata”

Ma allora anche gli amministratori ed i cittadini della Lombardia, della Toscana, del Veneto, del Piemonte, della Liguria e della Puglia sono scellerati?

Il Presidente Primavera argomenta il suo no anteponendo il lavoro alla salute.

E forse in questo qualche ragione ce l’ha, del resto anche le malattie e la morte da inquinamento e da incidenti sul lavoro producono ricchezza attivando una filiera produttiva basata sulle pompe funebri, i costruttori di bare, le perizie necroscopiche e, soprattutto, alimentando quel filone di di corruzione infinita che si chiama sanità regionale.

Quando il Presidente Primavera si riferisce ai 5000 addetti nel settore petrolifero forse pensa anche a queste attività, oltre agli inservienti delle pompe di benzina e di distribuzione del gas, anche in bombole.

Quanti abruzzesi conoscete che lavorano nel settore petrolifero, qui in Abruzzo?

Caro Presidente, le lanciamo una sfida: noi siamo disposti a dire sì al petrolio abruzzese e se entro cinque anni le attività connesse alle estrazioni petrolifere abruzzesi avranno creato almeno la metà dei posti di lavoro da lei immaginati siamo pronti a chiedere scusa.

Nel caso contrario lei e i suoi colleghi andrete a lavorare su una piattaforma in Kazakistan vita natural durante (si rilassi, per quanto faticosa e puzzolente sarà una vita breve!)

Noi non siamo afflitti dalla sindrome di NIMBY ma non siamo neppure degli amanti del rischio.

Ci fidiamo non solo di ciò che dicono amministratori coscienziosi e per bene, sostenuti dal parere di medici e scienziati di fama internazionale e da economisti che scrivono anche su “Il Sole 24 Ore” il quotidiano di Confindustria che forse lei dovrebbe leggere con maggiore attenzione.

La verità è che la gran parte dell’imprenditoria abruzzese è concentrata sul saccheggio del territorio attraverso un’edilizia da terzo mondo, la costruzione di discariche e inceneritori per la spazzatura prodotta altrove e la perforazione del territorio abruzzese, generando così ricchezza per pochi e disagio per tutti gli altri.

Noi siamo coscienti che ancora per molti anni il petrolio sarà la più importante fonte di energia del pianeta e possiamo fare ben poco per cambiare questa situazione, siamo però contrari al petrolio abruzzese, poco, di scarsa qualità e gestito pertanto da piccole aziende semisconosciute, perché il bilancio costi-benefici pende solo dalla parte dei costi, che pagheranno tutti i cittadini abruzzesi. Amici del quartierino esclusi.

Se avete la pazienza di vedere l’inchiesta dei giornalisti RAI a proposito di petrolio, scoprirete che l’Abruzzo è al primo posto nell’estrazione di petrolio OFFSHORE in Italia con il 47% della produzione.

Qualcuno di voi si è accorto di questi benefici?

1 commento:

NUOVO SENSO CIVICO ha detto...

L'Ing. Paolo Primavera è lo stesso ing. che sta cercando di aprire la discarica di rifiuti pericolosi a Furci, sarebbe interessante sapere cosa dice a riguardo il suo compaesano e collega Franco Caramanico già Assessore all'Ambiente in quota PD durante il malgoverno di Ottaviano del Turco ed ancora consigliere regionale. Tra tutti i membri del consiglio di Confindustria Chieti non ce ne uno che produca qualche cosa, o si interessano di discariche e cemento oppure sono rappresentanti di aziende periferiche di grandi multinazionali o comunque di aziende che hanno il "cervello" e la "cassaforte" altrove. E' la triste conferma che gli imprenditori abruzzesi non fanno progetti industriali ma producono reddito per se stessi saccheggiando il territorio o, nella migliore delle ipotesi, come fornitori di servizi del carrozzone pubblico, sanità in testa.