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sabato 21 gennaio 2012
UN "POST" ESPLOSIVO CHE STA SCUOTENDO LA COSCIENZA DEGLI ABRUZZESI ONESTI
Stiamo assistendo in questi giorni ad un fenomeno eccezionale nel nostro blog: il boom di letture (oltre 7000 al momento con un forte incremento giornaliero) per l’inchiesta del giornalista free-lance Gianni Lannes che abbiamo pubblicato il 17 dicembre scorso con il titolo “Morti e malati di cancro nella provincia di Chieti – Ecomafie: strage silenziosa in Abruzzo” e che potete raggiungere andando ai post più vecchi oppure cliccando sul seguente link NUOVO SENSO CIVICO: MORTI E MALATI DI CANCRO NELLA PROVINCIA DI CHIETI - ECOMAFIE: STRAGE SILENZIOSA IN ABRUZZO (consigliamo la lettura in particolare a chi ha strumenti per intervenire autorevolmente).
Tutto questo la dice lunga sulla percezione molto preoccupata che hanno tantissimi di noi sul futuro a breve e medio termine della nostra amata Regione.
E’ sotto gli occhi di tutti il degrado morale, legale ed ambientale nel quale stiamo scivolando a ritmi serrati partendo da piuttosto lontano:
• la corruzione diffusa fino ai livelli più alti, come testimoniano le recenti inchieste sulle prime pagine dei giornali e come già hanno dimostrato gli arresti eccellenti del passato con il record tutto abruzzese di due presidenti di Regione agli arresti (uno in compagnia di tutta la giunta);
• lo scarsissimo livello di considerazione e di fiducia nei politici locali come certifica l’ultimo posto di Gianni Chiodi nella classifica del Sole 24 Ore sul gradimento di tutti i Presidenti di Regione italiani;
• i disastri ambientali presenti e passati (per tutti la discarica di Bussi senza dimenticare quelle della camorra come a Tollo);
• le spregevoli speculazioni post-terremoto a L’Aquila;
• per finire con le colpevoli e non casuali emergenze rifiuti sempre più alle porte.
E’ questo l’humus ideale nel quale si sviluppano e proliferano le mafie di ogni tipo, come spiega bene Lannes nella sua inchiesta e come cerchiamo di documentare anche noi ogni giorno mettendo insieme i tanti piccoli tasselli che possono sembrare molto diversi tra loro ma che alla fine vanno a comporre un’immagine unica e molto inquietante.
Siamo ancora in tempo a fermare questa deriva letale ma occorre uno scatto di orgoglio ed un impegno in prima persona e senza timidezze da parte di tutti coloro che credono ancora in un Abruzzo “pulito” in ogni senso.
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