giovedì 20 maggio 2010

Il Presidente Chiodi scopre.....l'acqua calda



Il Presidente Chiodi, di ritorno da un incontro al Ministero dello Sviluppo economico e a quello dell’Ambiente, in un conferenza stampa tenuta il 18 maggio ultimo scorso, ha annunciato di aver trovato lo strumento giuridico capace di bloccare in Abruzzo la ricerca e l’estrazione di idrocarburi e di risolvere perciò ogni conflitto tra Stato e Regione: esso si chiama “intesa”.
Senonché tale strumento è sempre esistito nella legislazione italiana e consiste nella possibilità per lo Stato di rilasciare permessi per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi solo “d’intesa” con la Regione. Quindi, come si vede, il Presidente Chiodi ha scoperto …..l’acqua calda.
La verità è che finora sono stati rilasciati centinaia di permessi, senza che la Regione abbia mai fatto uso delle sue prerogative. Solo una volta la Regione si è attivata, e questo è avvenuto per il Centro Oli di Ortona, per il quale ha manifestato il proprio assenso.
Comunque il proposito del governo regionale di far uso del potere di manifestare il dissenso per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi può valere, a tutto concedere, solo per il futuro, mentre non tocca le concessioni già rilasciate e meno che mai tocca quelle a mare. Lo stesso dicasi per la redazione di un’altra legge regionale, che Chiodi ha in animo di varare: ed anzi, da un primo sommario esame, viene fuori che questo disegno di legge, stabilendo condizioni, regole e limiti dell’intesa, finisce per legarsi le mani.
In realtà l’unico strumento che potrebbe salvare l’Abruzzo è la revoca di tutti i permessi di ricerca ed estrazione di idrocarburi prevista dalla legge del 9 gennaio 1991, n. 9 (art. 6, comma 11 e art. 9, comma 2), per gravi motivi ambientali.. Proprio per queste ragioni alcune associazioni hanno raccolto e stanno ancora raccogliendo decine di migliaia di firme di abruzzesi per chiedere tale revoca: si tratta di un provvedimento che può e deve chiedere lo stesso governo regionale, il quale potrà dire di aver fatto il suo dovere solo quando l’abbia ottenuto.
Insomma quello messo in campo da Chiodi è il solito tentativo di spargere fumo al fine di allentare la pressione dell’opinione pubblica e di togliere spazio alla manifestazione che si terrà a Lanciano il 30 maggio prossimo alla ore 17, muovendo dai quartiere Santa Rita, e che vedrà la partecipazione di numerosi sindaci e presidenti delle tre Province costiere.

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