martedì 20 settembre 2011

L'inceneritore Fenice di Melfi, Basilicata -


DAL BLOG DI MARIA RITA D'ORSOGNA CHE RINGRAZIAMO PER LA NOTIZIA
L'inceneritore Fenice di Melfi, Basilicata -

Questo blog si occupa di petrolio. Ogni tanto pero' mi capita di leggere delle cose cosi' strabilianti, ingiuste e criminali che anche se non posso fare piu' di questo sento di non poter tacere. Vorrei solo che tutti fossero indignati e si arrabbiassero con questa gentaglia che ci governa e che per oggi ha il nome di Vincenzo Sigillito, ex direttore dell'Arpab di Basilicata.

Il crimine - e si, non ci sono altre parole per chiamarlo - riguarda un inceneritore di Basilicata, chiamato Fenice e che si trova a Melfi, in provincia di Potenza.

Questo inceneritore e' stato aperto nel 2000 e brucia 65 mila tonnellate di monnezza, producendo, dicono, energia elettrica per 15 mila persone.

Da tanto, troppo, tempo tutti gli indicatori ambientali indipendenti - portate avanti da associazioni non al soldo della regione - continuano a riportare tassi elevati di nickel, manganese, arsenico. Questo ad esempio e' un report di qualche mese fa.

Roba cancerogena, tossica, mortale dispersa in aria, nelle falde idriche, nella vita della gente.

Il nickel lo ritrovano nei territori di Melfi da 4 anni a questa parte senza che nessuno faccia niente. I limiti legali italiani sono di 20 milligrammi per litro, presso la Fenice arrivano anche a 393 milligrammi per litro!

NEGLI USA IL LIMITE MASSIMO DI NICKEL IN ACQUA E' DI 0.1 MILLIGRAMMI PER LITRO - IN ITALIA SONO 20!

In Italia dunque la gente puo' bere acqua con nickel fino a 200 volte in piu' quello che sarebbe tollerato negli USA. Presso la Fenice invece, la gente beve acqua con concentrazioni 4000 volte superiore! Superman!

Passiamo al manganese. Qui invece in Italia il limite e' di 50 milligrammi per litro. In California 0.5 milligrammi per litro. Cento volte piu' basso. Alla Fenice invece trovano concentrazioni che arrivano fino a 1250 milligrammi per litro.

Mille duecento cinquanta contro i cinquanta della legge.

Sarebbero numeri al lotto, se non che invece sono tragici, perche' li dietro c'e' la salute della gente.

Dulcis in fundo, l'arsenico. Di nuovo in Italia il limite e' di 10 milligrammi per litro.
Presso la Fenice arrivano a 18. In California il limite e' di 0.01 milligrammi per litro.

Conclusioni:

Nickel:
Italia - 200 volte di piu' che negli USA.
Fenice - 4000 volte in piu'.

Manganese:
Italia - 100 volte di piu' che negli USA.
Fenice - 6000 volte in piu'.

Arsenico:
Italia - 1000 volte in piu' che negli USA.
Fenice - quasi 2000 volte in piu'.

Cosa fanno queste cose?

Ecco qui:

Nickel: danni al sistema circolatorio, alla pelle e al fegato.

Manganese: danni neurologici, affaticamento, problemi di coordinamento e di debolezza muscolare.

Arsenico: infertilita', aborti spontanei, disturbi epidermide, danni al DNA, cancro alla pelle, polmoni, fegato e sistema linfatico.

Oggi viene fuori che era noto ai politici dell'ARPAB che questo inceneritore inquinava i terreni gia' dal 2002. Dieci anni di monnezza cancerogena nei campi e nelle falde idriche della gente tenuti nascosti da gente pagata da noi per proteggerci. Dieci in cui l'ex direttore Vincenzo Sigillito continuava a dire che andava tutto bene, e Fenice era profumata e limpida.

Un puro atto criminale perche' lo sapeva che non era vero niente.

Ma le mie parole piu' amare sono per la Chiesa Cattolica. Il loro silenzio e' vergognoso. La Basilicata e' una piaga ambientale e loro non hanno MAI, dico MAI detto niente in favore della vita vera.

MAI.

Vescovi di Basilicata: avete il potere di cambiare le cose e invece del supposto cristianesimo, scegliete il silenzio, per paura dei petrolieri, dei politici, degli inquinatori.

C'e' solo da vergognarsi di indossarla quella croce al collo. E ' troppo piu' facile andare a salvare i bimbi in Africa e dimenticarsi di quelli lucani, troppo facile.
E quando celebrerete i funerali di gente giovane che muore per cancro, sappiate che un po' e' anche colpa vostra e delle vostra codardia.
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Posted by maria rita at 6:01 AM
Labels: aborti, Arpab, Arsenico, Basilicata, cancro, DNA, fenice, inceneritore, inquinamento, limiti, manganese, melfi, nickel, potenza, sigillito, todisco, tumori, vescovi

12 commenti:

Primiano ha detto...

E' GRAVE E' LA QUARTA AUTOCOMBUSTIONE CHE SI VERIFICA ALLA FENICE ED E' L'ORIGINE DEI DANNI ALL'IMPIANTO
pubblicata da Primiano Abbiuso il giorno lunedì 3 ottobre 2011 alle ore 18.30
Un incendio si è verificato ieri presso l’inceneritore Fenice.

Hanno preso fuoco i rifiuti e materiali non meglio specificato presso le vasche di stoccaggio dell’impianto.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco ed il gruppo di intervento NBCR , la speciale squadra specializzata in incidenti che coinvolgono sostanze chimiche, biologiche e radiologiche.
Secondo i primi accertamenti le cause sembrerebbero accidentali attribuibili forse ad un processo di autocombustione. Ingenti i danni e tanto spavento tra gli operai dello stabilimento. Non ci sono feriti.

Le rappresentanze sindacali della FIOM aziendale hanno chiesto un incontro urgente con i responsabili dell’inceneritore circa la sicurezza delle maestranze impegnate.

E' IL QUARTO PROCESSO DI AUTOCOMBUSTIONE ED IL RISCHIO E CHE SI SIANO RIPETUTI I DANNI STRUTTURALI DELL'IMPIANTO CHE NEL PASSATO HANNO DATO ORIGINE ALL'INQUINAM,ENTO DELLA FALDA DELL'ACQUA ESISTENTE NELL'APPENNINO LUCANO.
IL SINDACO DI MELFI E' OBBLIGATO NELL'IMMEDIATO AL BLOCCO DI TUTTE LE ATTIVITA' IN ESSERE ED ALLO SVUOTAMENTO DELLE STESSE VASCHE DI STOCCAGGIO DEI RIFIUTI.
QUESTA E' L'ENNESIMA CRISTI STRUTTURALE DELL'IMPIANTO CHE RIPETO E' PRIVO DI OGNI SISTEMA DI SICUREZZA ATTO A CONTENERE LE PERDITE STRUTTURALI DELLO STESSO SUL SUOLO ED IL SOTTOSUOLO.
LA STESSA EDF HA PROGETTATO PER LA MESSA IN SICUREZZA UN SISTEMA DI BARRIERA IDRICA CHE LO STESSO POLITECNICO DI MILANO COME DA APPOSITI STUDI HA SEMPRE INDICATO QUALE STRUMENTO IDONEO PER LA BONIFICA DI AREE DIMESSE DESTINATE ALLA BONIFICA.
UNA BARRIERA IDRICA NON PUO' ESSERE UNA SOLUZIONE TECNICA PER UNA STRUTTURA CHE AL DUE OTTOBRE HA AVUTO UNA ULTERIORE CRISI AD INDICAZIONE EVIDENTE DEI PERICOLI ESISTENTI NELLO STESSO STABILIMENTO.
PERICOLI PER I LAVORATORI, PERICOLI PER L'AMBIENTE, PERICOLI PER I CITTADINI LUCANI.
E' INAMMISSIBILE CHE IL SINDACO DI MELFI ATTENDA NELLA EMISSIONE DI UNA IMMEDIATA ORDINANZA DI BLOCCO TOTALE DELLE ATTIVITA'.

UNA AUTOCOMBUSTIONE DEI RIFIUTI SIGNIFICA LO STOCCAGGIO TEMPORANEO DI RESIDUI PERICOLOSI PER UN PERIODO TALE DA CONSENTIRE UN SIMILE FENOMENO. UN INCENDIO PER CUI LA STESSA STRUTTURA NON E' DOTATA DI STRUTTURE RESISTENTI AD UN EVENTO CON GRANDE DANNO AI VASCONI CHE SEBBENE INTERRATI E PROTETTI NEL CEMENTO ARMATO, NON SONO PERO' IN GRADO DI CONTENERE LE SOSTANZE PERICOLOSE CHE VANNO IN COMBINANZIONI TREMENDE TALI DA COMPROMETTERE DEFINITIVAMENTE L'ACQUA DELLE FALDE DELL'APPENNINO LUCANO.

Primiano Abbiuso

Primiano ha detto...

INCENDIO DEL 2 OTTOBRE 2011 - FENICE S. NICOLA DI MELFI
pubblicata da Primiano Abbiuso il giorno lunedì 3 ottobre 2011 alle ore 13.25
Questo è il quarto fenomeno che si verifica all'interno dell'impianto in S. Nicola di Melfi.

La descrizione degli eventi effettuata dagli organi intervenuti nei confronti del Comitato del Diritto alla Salute di Lavello, appare l'ulteriore tentativo nel voler minimizzare una crisi ripetuta dell'impianto con ben quattro incendi verificatisi e dichiarati nel tempo.

L'ultimo, a fronte dell'inquinamento cagionato da gravi carenze strutturali dell'impianto e dell'assenza di cautele per la sicurezza e la tutela dell'ambiente e dei lavoratori, impone una risposta descrittiva dettagliata nei minimi particolari.

In particolare al Comitato per la tutela del Diritto alla Salute occorre precisare se si stratta di un mero incendio o del ripetersi del fenomeno di autocombustione dei rifiuti. Un fenomeno di autocombustione che nel passato si è verificato per il lungo periodo di permanenza dei rifiuti nelle aree destinate allo stoccaggio degli stessi.

Un tenomeno non minimo ma gravissimo atteso che dai danni subiti per una apparente autocombustione, si è poi assistito alla dispersione di elementi tali da compromettere seriamente la sottostante falda delle acque dell'appennino lucano.

Allo stesso Comitato deve essere garantita la conoscenza dell''ispezione tecnica d'obbligo per l'impianto interessato dall'incendio e le inalterate condizioni strutturali dello stesso che, ad oggi, risulta privo di cautele idonee a garantire il controllo delle dispersioni nel suolo e nel sottosuolo di elementi inquinanti.


Primiano Abbiuso

Primiano ha detto...

INCENDIO DEL 2 OTTOBRE 2011 - FENICE S. NICOLA DI MELFI
pubblicata da Primiano Abbiuso il giorno lunedì 3 ottobre 2011 alle ore 13.25
Questo è il quarto fenomeno che si verifica all'interno dell'impianto in S. Nicola di Melfi.

La descrizione degli eventi effettuata dagli organi intervenuti nei confronti del Comitato del Diritto alla Salute di Lavello, appare l'ulteriore tentativo nel voler minimizzare una crisi ripetuta dell'impianto con ben quattro incendi verificatisi e dichiarati nel tempo.

L'ultimo, a fronte dell'inquinamento cagionato da gravi carenze strutturali dell'impianto e dell'assenza di cautele per la sicurezza e la tutela dell'ambiente e dei lavoratori, impone una risposta descrittiva dettagliata nei minimi particolari.

In particolare al Comitato per la tutela del Diritto alla Salute occorre precisare se si stratta di un mero incendio o del ripetersi del fenomeno di autocombustione dei rifiuti. Un fenomeno di autocombustione che nel passato si è verificato per il lungo periodo di permanenza dei rifiuti nelle aree destinate allo stoccaggio degli stessi.

Un tenomeno non minimo ma gravissimo atteso che dai danni subiti per una apparente autocombustione, si è poi assistito alla dispersione di elementi tali da compromettere seriamente la sottostante falda delle acque dell'appennino lucano.

Allo stesso Comitato deve essere garantita la conoscenza dell''ispezione tecnica d'obbligo per l'impianto interessato dall'incendio e le inalterate condizioni strutturali dello stesso che, ad oggi, risulta privo di cautele idonee a garantire il controllo delle dispersioni nel suolo e nel sottosuolo di elementi inquinanti.


Primiano Abbiuso

Primiano ha detto...

ALL'INDICAZIONE PRODOTTO DENTRO E FUORI L'UNITA' LOCALE VI E' L'INDICAZIONE DEL PRODOTTO DALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI, DA FENICE EDF SpA/Srl in San Nicola di Malfi (PZ).

LO STESSO PRODOTTO DEBITAMENTE INTEGRATO DELLE PARTI NON SMALTIBILI E NUOVAMENTE RIPORTATO ALLA PARTE INDICATA CONFERITO OVVERO DA DESTINARE AD ULTERIORE TRATTAMENTO SMALTIMENTO PRESSO ALTRO IMPIANTO.

ALLA VOCE RICEVUTO VI E' L'INDICAZIONE DELLA QUANTITA' TOTALE DI RIFIUTO DA SMALTIRE.

LE 54.440,602 TONNELLATE INDICATE SONO FALSE.
LA FALSITA' E' DETTATA DAL DATO STATISTICO MEDIO INDICATO DALLA WIKIPEDIA OVE PER GLI INCENERITORI A FRONTE DEL RIFIUTO RICEVUTO SI OTTIENE UNA PRODUZIONE DI SCORIE, DA CONFERIRE AD ALTRO IMPIANTO, PARI AL 15/2O% DEL RIFIUTO.

IL RICEVUTO E' PARI A 54.440,602 TONNELLATE E CON L'APPLICAZIONE DEL DATO STATISTICO CON UN RESIDUO PARI AL 20 / ABBIAMO UN RESIDUO DI TONNELLATE 10.888,12.

LE TONNELLATE DEL RESIDUO SONO PARI A 20.850,630 QUINDI IL DATO 54.440,602 NON E' VERO.

AMMESSO CHE IL RESIDUO E' DI 20.850,630 ED E' REALE IL RICEVUTO A FRONTE DELLA MEDIA APPLICATA IN PREVISIONE PESSIMA E CIOE' PARI AL 20 / PRESUPPONE IL RICEVUTO IN RIFIUTI PARI A TONNELLATE 104.253,15 (TONNELLATE 104,253,15) AL NETTO DI QUANTO SARA' DETERMINATO CON L'APPLICAZIONE DELLA BONIFICA D'OBBLICO DELL'AREA INTERESSATA E LA CONSTATATA COLLUSIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CON IL PROVVEDIMENTO 3065 DEL 14.10.2010 OVE A SEGUITO DI SEGNALAZIONE DEL 23.09.2010 DELLA FENICE SPA A CAUSA DELLA FERMATA DELLA SEZIONE DI INTERTIZZAZIONE ALLOCATA PRESSO L'IMPIANTO PER INTERVENTI MANUTENTIVI DI TIPO STRUTTURALE E A CAUSA DELLE DIFFICOLTA' SOPRAGGIUNTE PER LA REPERIBILITA' RICAMBISTICA SUL MERCATO NAZIONALE HA CHIESTO LA PROROGA DELL'AUTORIZZAZIONE PER IL CONFERIMENTO DELLE CENERI VOLANTI PRESSO CENTRI ESTERNI AUTORIZZATI A SVOLGERE IL PROCESSO DI INERTIZZAZIONEGIA' CONCESSO DA QUEST'UFFICIO CON NOTE 575/Amb del 15.10:2009 e 14426 del 14.04.2010.

il dato merita una ulteriore valutazione fatta per mero scrupolo al fine di quantificare in termini di denaro ai valori dell'anno 2000 e cioè € 0,06/KG + Iva come da apposita norma della Regione Basilicata:

Ricevuto dichiarato 54,449,602 kg x 0,06 = 3.266.436,12 + IVA 10/ € 326.643,61 TOTALE € 3.593.079,73
Ricevuto determ. 104.253,15 kg. x 0,06 = 6.255.189 + IVA 10/ € 625.518,9 TOTALE € 6.880.707,9

differenza 49.803,548 € 2.988.752,88 € 298.875,25 TOTALE € 3.286.828,17

IL DATO DEVE ESSERE VALUTATO QUALE RIFERIMENTO INIZIALE TENUTO CONTO CHE LO STESSO CRESCE NOTEVOLMENTE LADDOVE RIFERITO A RIFIUTI TOSSICO NOCIVI.

SE LA STIMA ANNUA DI 3.286.828,17 IN EVASIONE E MOLTIPLICATA PER IL DECENNIO DI ATTIVITA', LA CONSISTENZA DEL DANNO ASSUME ASPETTI CATASTROFICI.

CHI DEVE OPERARE E' OBBLIGATO A QUESTO TIPO DI ANALISI, IN QUANTO DALLA STESSA EMERGE UN DANNO ALLO STATO ED ALLA COMUNITA' ECONOMICA EUROPEA ENORME SE POI GIUSTAMENTE APLIATO AGLI ALTRI IMPIANTI OPERANTI NELL'INTERO TERRITORIO NAZIONALE.

PRIMIANO ABBIUSO

Primiano ha detto...

SECONDA ANALISI FENICE EDF SpA/Srl
pubblicata da Primiano Abbiuso il giorno lunedì 4 luglio 2011 alle ore 21.57
Dall'esame del M.U.D. per la quantificazione dei rifiuti smaltiti e non si evince per l'anno 2009

1 MATERIALI FERROSI ESTRATTI DA CENERI PESANTI
RICEVUTI KG. 976,900 SMALTITI KG. 0,00 CONFERITI KG. 1.006,000

2 CENERI PESANTI E SCORIE CONTENENTI SOSTANZE PERICOLOSE
RICEVUTI KG. 4.171,420 SMALTITI KG. 0,00 CONFERITI KG. 4.171,420

3 CENERI PESANTI E SCORIE DIVERSE DA QUELLE DI CUI
RICEVUTI KG. 12.503,530 SMALTITI KG. 0,00 CONFERITI KG. 12.516,590

4 CENERI LEGGERE CONTENENTI SOSTANZE PERICOLOSE
RICEVUTI KG. 393,600 SMALTITI KG. 0,00 CONFERITI KG. 393,600

5 RIFIUTI CONTRASSEGNATI COME PERICOLOSI PARZIALMENTE
RICEVUTI KG. 340,860 SMALTITI KG. 5.001,800 CONFERITI KG. 340,860

6 RIFIUTI STABILIZZATI DIVERSI DA QUELLI DI CUI ALLE
RICEVUTI KG. 1.336,980 SMALTITI KG. 0,00 CONFERITI KG. 1.336,980

7 TERRA E ROCCE DIVERSE DA QUELLE DI CUI ALLA VOCE
RICEVUTI KG. 722,180 SMALTITI KG. 0,00 CONFERITI KG. 722,180
DA CIO' SI EVINCE CARTOLARMENTE IL RICEVIMENTO DI RIFIUTI NON SMALTITI E CONFERITI PER LO SMALTIMENTO PARI A KG. 20.650,530 UNA DESTINAZIONE CONFERIMENTO DOVUTA ALLA MANCATO FUNZIONAMENTO DELL'IMPIANTO.
UN CONFERIMENTO GESTITO NELL'AREA PRODUTTIVA DELL'IMPIANTO CHE HA GENERATO GLI INQUINAMENTI CON L'ACCUMULO CRITICO NEI POZZI 5 E 6 IN QUANTO PUNTO DI COLLEGAMENTO CON L'IPOTETICO IMPIANTO DELLE RACCOLTE ACQUE REFLUE DA DESTINARE ALLA RACCOLTA DEL CONSORZIO ASI ED AL SUCCESSIVO OFANTO.

L'INQUINAMENTO E' DERIVATO DALLA PESSIMA GESTIONE DEI RIFIUTI NELL'IMPIANTO NON AUTORIZZATO E NON FUNZIONANTE

AD INTEGRAZIONE DELLA PRIMA NOTA SI PRECISA CHE IL CONTROLLO H24 DELLE ATTIVITA' CONSORTILI CON IL MONITORAGGIO DELLE ACQUE IN ENTRATA ED USCITA E' D'OBBLIGO A GARANZIA DELLA TUTELA ACQUE E SALUTE PUBBLICA NONCHE' AL COMPITO PRIMARIO DI TUTELA DELL'OFANTO. PERCHE' AD OGGI UNA STRUTTURA IN REGGENZA PER PROBLEMI DI GESTIONE INTERNA E' LASCIATA LIBERA DI OPERARE SENZA ALCUNA FORMA DI VIGILANZA?

SOTTOLINEO QUANTO POTREBBE ESSERE CONFERMATO DALL'OLA E DA MAURIZIO BOLOGNETTI IN MERITO ALL'ATTIVITA' SVOLTA NELL'IMPIANTO NONCHE' SI APRONO DUE GRAVI INTERROGATIVI

1 CHI HA RICEVUTO IL CONFERIMENTO (BRESCIA) ?
2 IL CONFERIMENTO E' REALE?

RICORDO 20,6 TONNELLATE DI RIFIUTI GESTITI NELL'AREA INTERNA DELLA FENICE MA LASCIATI AL LIBERO ARBITRIO DELLE ACQUE REFLUE, PERCHE'?

Primiano Abbiuso

Primiano ha detto...

PRIMA ANALISI
pubblicata da Primiano Abbiuso il giorno lunedì 4 luglio 2011 alle ore 20.02
L'esperienza mi ha portato alla prima analisi del sistema di monitoraggio posto in essere dall'Arpab unitamente alla Fenice EDF SpA/Srl.

Hanno creato una rete non idonea all'attività esercitata tenuto conto che l'impianto non dovrebbe smaltire rifiuti pericolosi ma in ordine alla presenza dei valori riilevati dai pozzi costituenti una barriera di rilevamento delle acque reflue provenienti dal suolo interno stabilimento, lo smaltimento c'è per la presenza alta di:

1.a)

Tetracloroetene
Caratteristiche generaliFormula bruta o molecolareCl2CCCl2 Massa molecolare (u)165,83 g/mol Aspettoliquido incolore Numero CAS[127-18-4] Proprietà chimico-fisicheDensità (g/cm3, in c.s.)1,62 (20 °C) Solubilità in acqua0,2 g/l (20 °C) Temperatura di fusione (K)251 (-22 °C) Temperatura di ebollizione (K)394 (121 °C) Indicazioni di sicurezzaSimboli di rischio chimico frasi R40-51/53 frasi S2-23-36/37-61[1]

Il tetracloroetene (o tetracloroetilene) è un alogenuro organico. La sua struttura è assimilabile a quella di una molecola di etene i cui quattro atomi di idrogeno sono stati sostituiti da altrettanti atomi di cloro.
A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall'odore di cloro, più denso dell'acqua. È un composto nocivo per inalazione e pericoloso per l'ambiente (come molti alogenuri organici è scarsamente biodegradabile). Non è infiammabile.
Viene utilizzato nelle lavanderie a secco, come solvente per lo sgrassaggio dei metalli, nell'industria chimica e farmaceutica, nell'uso domestico.
In Italia, la legge considera i rifiuti contenenti tetracloroetene come "rifiuti pericolosi"[2], tali rifiuti non devono essere smaltiti in fognatura.

Primiano ha detto...

1.b)
Triclorometano

Utilizzi
A cavallo tra il XIX ed il XX secolo il cloroformio era usato come anestetico per inalazione in chirurgia e nelle preparazioni di sciroppiantitosse.[1] Oggi è stato sostituito da sostanze meno tossiche.
Il principale utilizzo del cloroformio oggi è la produzione di freon R-22, usato come fluido refrigerante, tuttavia anche i freon sono stati messi internazionalmente al bando per via del loro effetto distruttivo sullo strato di ozono dell'alta atmosfera.
Piccole quantità di cloroformio sono usate come solvente nei laboratori - anche se la tendenza è quella di sostituirlo ovunque possibile con il meno pericoloso cloruro di metilene - ed in alcuni processi industriali.
Il cloroformio reagisce con l'idrossido di sodio in soluzione acquosa - preferibilmente in presenza di un catalizzatore di trasferimento di fase - per produrre in situ il diclorocarbene; questo reagisce rapidamente con composti aromatici attivati (come i fenoli) producendo le corrispondenti aril-aldeidi (reazione di Reimer-Tiemann di idroformilazione). Il diclorocarbene può anche reagire con un alchene addizionandosi al doppio legame e producendo un diclorociclopropano sostituito.
Il cloroformio deuterato, CDCl3, in cui l'atomo di idrogeno è rimpiazzato da un atomo di deuterio, è uno dei più comuni solventi usati nella spettroscopia di risonanza magnetica nucleare(NMR).
Il cloroformio viene anche utilizzato nell'artigianato per incollare il metacrilato (Plexiglas).
Precauzioni
L'inalazione di cloroformio ha un effetto deprimente sul sistema nervoso centrale, da cui il suo effetto anestetico. La respirazione di aria contenente 900 ppm di cloroformio produce in breve tempo confusione, affaticamento e mal di testa. Un'esposizione prolungata può produrre danni al fegato (dove viene metabolizzato in fosgene) e ai reni. In alcuni soggetti, l'esposizione può produrre irritazioni alla pelle e reazioni allergiche con febbre fino a 40 ºC.
Sperimentazioni su topi hanno dimostrato che l'esposizione durante la gravidanza ad aria contenente da 30 a 300 ppm di cloroformio o la sua ingestione può produrre aborti o nascite di cuccioli malformati. Nei maschi si è osservata un'alterazione dello sperma. L'effetto del cloroformio sulla riproduzione umana non è noto.
Sospetto cancerogeno, probabilmente associato al carcinoma epatocellulare, è stato bandito in molte nazioni dall'uso in prodotti farmaceutici o ausiliari (dentifrici, sciroppi, unguenti).

Primiano ha detto...

1.c)
tricloroetilene

Il tricloroetilene è un ottimo solvente per molti composti organici. Al picco della sua produzione, negli anni '20, il suo impiego principale era l'estrazione di oli vegetali da piante quali la soia, il cocco e la palma. Tra gli altri usi nell'industria alimentare si annoveravano la decaffeinazione del caffè e l'estrazione di essenze. Ha trovato uso anche come solvente per il lavaggio a secco, fino a quando non è stato soppiantato negli anni '50 dal tetracloroetilene.
Per via della sua tossicità e cancerogenicità, non è più impiegato nell'industria alimentare e farmaceutica dagli anni '70 praticamente in tutto il mondo.
[modifica] Tossicità
Inalato, il tricloroetilene deprime il sistema nervoso centrale e produce sintomi simili a quelli dell'ubriacatura da alcol: mal di testa, confusione, difficoltà nella coordinazione motoria. Una esposizione prolungata può portare all'incoscienza e alla morte.
Particolare attenzione va posta nei luoghi dove è possibile avere alte concentrazioni di suoi vapori; il tricloroetilene de-sensibilizza rapidamente il naso e diviene impercepibile all'olfatto, aumentando il rischio di inalarne dosi elevate. L'esposizione ai suoi vapori può provocare un prolungato bruciore agli occhi
L'effetto dell'esposizione a lungo termine sugli esseri umani non è noto. La sperimentazione animale ha dimostrato la cancerogenicità del tricloroetilene a carico del fegato nei topi. Il tricloroetilene è considerato un cancerogeno fortemente sospetto, in classe 2A della classificazione IARC per cancerogenicità su fegato e vie biliari; sospetta relazione con linfomi non Hodgkin.
INTOSSICAZIONE ACUTA: oltre agli effetti già descritti sul sistema nervoso centrale, storicamente si era correlata al tricloroetilene anche l'anestesia del nervo trigemino, mai confermato da studi sperimentali (1). L'intossicazione acuta può causare epatopatia acuta citotossica, tubulopatia, irritazione di cute e mucose.
INTOSSICAZIONE CRONICA: turbe del ritmo e della conduzione cardiaca, dermatiti, turbe dell'equilibrio per alterazione della funzione vestibolare, psicosindrome organica, alcol intolleranza per interferenza su enzimi dell'ossidazione dell'etanolo (acetaldeide deidrogenasi). (2)
[modifica] Effetti da inalazione
Se inalata la sostanza provoca un forte disorientamento, le capacità motorie si riducono, e calano anche le percezioni tattili (che spesso arrivano ritardate), la memoria a brevissimo termine sparisce (è impossibile ricordare una frase appena letta), le percezioni uditive sono alterate da un forte rumore di fondo e da un marcato eco. È possibile avere allucinazioni o convinzioni assurde, anche spiacevoli, ad esempio essere soli in casa e credere che ci sia qualcuno nella nostra stanza; ma l'effetto svanisce dopo poche decine di secondi.
L'inalazione in grandi quantità provoca spasmi nel corpo e perdita della capacità di reagire.

Primiano ha detto...

1.d)
Nichel

Il nichel è un metallo bianco argenteo. Appartiene al gruppo del ferro, ed è duro, malleabile e duttile.
Il nichel è uno dei cinque elementi ferromagnetici. Si accompagna molto spesso con il cobalto: entrambi si possono trovare nel ferro meteorico. È assai apprezzato per le proprietà che conferisce alle leghe metalliche di cui fa parte. A causa della particolare lega usata, la moneta americana detta "nichelino"[2] (nickel) non è ferromagnetica, mentre l'equivalente canadese lo era fino all'anno di conio 1958 compreso.
Lo stato di ossidazione più comune del nichel è +2, ma sono stati osservati anche complessi di nichel in stati di ossidazione 0, +1 e +3.
Applicazioni
Circa il 65% del nichel consumato nel mondo occidentale viene impiegato per fabbricare acciaio inox austenitico; un altro 12% viene impiegato in superleghe. Il restante 23% del fabbisogno è diviso fra altri tipi di acciaio, batterie ricaricabili, catalizzatori e altri prodotti chimici, conio, prodotti per fonderia e placcature.
Data la sua ottima resistenza all'ossidazione, l'uso del nichel riguarda:
l'acciaio inossidabile e altre leghe resistenti alla corrosione
l'acciaio al nichel, usato per impieghi a bassa temperatura
l'alnico, una lega, usato nei magneti
il mumetal, che ha una permeabilità magnetica particolarmente alta, e si usa per schermare campi magnetici
il monel, una lega di nichel estremamente resistente alla corrosione, usata per eliche di navi, attrezzature da cucina e tubature di impianti chimici industriali
le leghe a memoria di forma, come il nitinol, usate in robotica e in endodonzia (un ramo dell'odontoiatria)
le batterie ricaricabili, come le batterie al nichel-idruro metallico e al nichel-cadmio
la monetazione: negli Stati Uniti e in Canada il nichel è usato nelle monete da cinque centesimi (dette appunto nichelini); in Italia, le monete da 50 e 100 lire erano fatte di acmonital o di cupronichel, due leghe di nichel; molti altri stati usano o hanno usato nichel nelle loro monete
l'elettrodeposizione
i crogiuoli per laboratori chimici
l'idrogenazione degli oli vegetali: in questo caso, il nichel viene finemente polverizzato e risulta un catalizzatore
il rivestimento di ferro, l'ottone etc
certe leghe, come per esempio l'argento tedesco

Primiano ha detto...

Storia
Il nichel si usa almeno dal 3500 a.C.; alcuni bronzi da quella che è oggi la Siria contengono fino al 2% di nichel. Inoltre esistono alcuni manoscritti cinesi che suggeriscono che il "rame bianco" (paitung) fosse in uso in Oriente fra il 1400 e il 1700 a.C. Comunque, poiché i minerali di nichel possono facilmente essere confusi con minerali di argento, l'uso consapevole del nichel in quanto tale data dall'era contemporanea.
I minerali che contengono nichel (come la niccolite, o falso rame) erano apprezzati anticamente per il colore verde che conferivano al vetro. Nel 1751 il barone Axel Frederik Cronstedt, tentando di estrarre rame dalla niccolite ottenne invece un metallo bianco che battezzò nichel, dal Tedesco kupfernickel (falso rame) o da nickel (folletto,diavoletto)
La prima moneta di nichel puro venne coniata nel 1881, mentre monete in nichel-rame vennero emesse da tre sovrani del regno indo-greco nel II secolo a.C.
Biologia
Molti (ma non tutti) gli enzimi del tipo idrogenasi contengono nichel in aggiunta agli aggregati ferro-zolfo. I siti nichel in queste idrogenasi hanno il compito di ossidarsi piuttosto che di sviluppare idrogeno: pare che il sito nichel cambi il suo stato di ossidazione durante l'azione dell'enzima, e sono state presentate prove a sostegno dell'ipotesi che i centri nichel siano i reali siti attivi di questa classe di enzimi.
Un coenzima nichel-tetrapirrolo, il Co-F430, è presente nella metil-CoM-riduttasi e nei batteri metanogeni. Il tetrapirrolo è un intermedio nella struttura fra porfirina e corrina. Di recente sono state osservate variazioni sia nello stato di ossidazione che nel tipo di coordinazione del nichel all'interno di tale enzima.
Esiste anche una carbonio-monossido-deidrogenasi contenente nichel, ma si sa molto poco sulla sua struttura.
Disponibilità
Il grosso di tutto il nichel viene estratto da due tipi di deposito minerale; il primo tipo sono lateriti in cui il minerale principale sono limonite nichelifera [(Fe,Ni)O(OH)] e garnierite (un silicato idrato di nichel). Il secondo tipo sono depositi di solfuri di origine magmatica in cui il principale minerale è la pentlandite [(Ni,Fe)9S8].
In termini di quantità fornite, la regione di Sudbury nell'Ontario, Canada, produce circa il 30% della richiesta mondiale di nichel. Altri giacimenti sono in Russia, Nuova Caledonia, Australia, Cuba e Indonesia. Comunque, si pensa che la gran parte del nichel presente sulla Terra sia concentrato nel nucleo del nostro pianeta.
Composti
La Kamacite, una lega naturale di ferro e nichel.
Isotopi
Gli isotopi stabili esistenti in natura sono 5: 58Ni, 60Ni, 61Ni, 62Ni e 64Ni. 58Ni è il più abbondante (68,077%).
Del nichel sono stati inoltre identificati 18 isotopi radioattivi, dei quali il più stabile è 59Ni, con un'emivita di 76.000 anni, seguito da 63Ni (100,1 anni) e 56Ni (6,077 giorni). Tutti gli altri isotopi hanno un'emivita inferiore alle 60 ore e nella maggior parte di essi inferiore ai 30 secondi.
56Ni viene prodotto in grandi quantità nelle supernove di tipo II; lo spettro della luce di queste supernove corrisponde a quello atteso dal decadimento di 56Ni in 56Co e successivamente in56Fe.
59Ni è un radionuclide di origine cosmica che a causa del tuo tempo di dimezzamento trova impiego in geologia per eseguire datazioni. È stato usato per datare l'età delle meteoriti e per stimare l'abbondanza di pulviscolo cosmico nei ghiacci e nei sedimenti terrestri.
60Ni è il prodotto di decadimento dell'estinto radionuclide 60Fe (emivita: 1,5 milioni di anni). L'abbondanza di 60Ni presente in materiale di origine extra-terrestre può aiutare a far luce sull'origine e sulla storia del sistema solare.
Precauzioni
Simboli di rischio chimico

Primiano ha detto...

frasi R: R 40-43
frasi S: S 2-22-36
Le sostanze chimiche vanno manipolate con cautela Avvertenze
L'esposizione (TLV-TWA) al nichel metallico ed ai suoi sali solubili non dovrebbe superare gli 0,05 mg/cm3 per 40 ore a settimana; fumi e polveri di solfuro di nichel sono considerati cancerogeni; molti altri composti del nichel sono sospetti cancerogeni.
Il nichel tetracarbonile ([Ni(CO)4]) è un gas estremamente tossico la cui tossicità è la combinazione della tossicità del metallo con la tendenza che il composto ha a dissociarsi liberando monossido di carbonio, anch'esso altamente tossico.
Persone particolarmente sensibilizzate possono mostrare una allergia al nichel che si manifesta sulle zone della pelle esposte ad esso. L'Unione Europea regola per decreto la quantità di nichel che può essere contenuta in prodotti che sono a contatto con la pelle. Nel 2002 in un articolo della rivista Nature alcuni ricercatori hanno dimostrato che le monete da 1 e 2 euro eccedono questi limiti. Sembra che questo sia dovuto ad una reazione galvanica.


La presenza di questi elementi è rilevata attraverso la griglia dei nove pozzi ubicati all'interno del sistema di raccolta delle acque reflue provenienti dal precipitazioni atmosferiche o utilizzata per lo sgombero delle aree interne dell'impianto. Sistema di raccolta delle acque che, presumibilmente, pre trattate dall'impianto della Edf, sono destinate alla raccolta fognaria consortile "CONSORZIO ASI" (non lo dimenticate).

Da ciò risulta evidente che una parte dell'inquinamento è originato dai residui che si sono posati durante la fase di lavoraione sulla superficie interna dello stabilimento. Un deposito delle polverdi dei metalli che così come già attestato dalla stessa OLA ma a questo punto confermato anche dallo scrivente, avviene per il trasferimento delle polveri dai luoghi di lavorazione ai probabili contenitori da inviare all'inceneritore di Brescia. Conferimento di Brescia da verificare se esistente.

Di fatto se non esistono rapporti con l'inceneritore di Brescia ovvero se le quantità conferite appaiono irrisorie, compare l'ulteriore reato, quello di smaltimento dei rifiuti pericolosi.

Continuando sull'analisi dell'impianto, i valori di grande concentrazione dei residui ai pozzi cinque (5) è sei (6) confermano maledettamente che sono residui smaltiti con le acque reflue, confluite per effetto natura o per raccolta acque in fogna consortile (CONSORZIO ASI - NON DIMENTICATE) sono tutte dirette all'OFANTO.

Primiano ha detto...

La natura al riguardo diventa elemento fortissimo per il meccanismo di raccolta e concentrazione delle stesse acque in quanto il terreno e composto da argilla. L'argilla per effetto delle pioggie assimila la prima quantità di acqua ma nell'immediato diventa impermeabile e favorisce il movimento delle stesse acque a seconda della forma del terreno a valle sino alla riva dell'Ofanto.

L'OFANTO, per grande sfortuna dell'agricoltura della Basilicata e della Puglia E' IL PUNTO DI RIFORNIMENTO PRINCIPALE DELL'ACQUA IN AGRICOLTURA PER IRRIGARE IL POMODORO.

UN POMODORO COMPROMESSO DALL'ACQUA CHE CON LE GRANDI MOTOPOMPE VIENE PRELEVATA DALL'OFANTO AD OGGI COMPROMESSO IN OGNI MODO.

La composizione del terreno in argilla è peraltro confermata, ma occorrono debite conferme, dalle infiltrazioni rilevate e dimensionate in "PENNACCHI" così come definiti dall'ARPAB. Questi pennacchi in realtà sono punti di accumulo ben definiti la cui permanenza è determinata molto dagli stessi agenti atmosferici.
PENNACCHI che comunque non hanno tutelato affatto le acque nelle sottostanti falde, già compromesse e obbligatoriemente da bonificare.

Il sistema di monitoraggio avrebbe senso, ripeto, se l'attività svolta dall'impresa sia realmente quella indicata nella determinazione dell'attività lavorativa, ma questo in realtà non avviene.

Una delle gravi mancanze che rilevo dall'analisi del monitoraggio posto in essere e che la periodicità dei controlli delle acque reflue è mensile ovvero TRIMESTRALE, vgs allegato 3 titolato MONITORAGGIO ACQUA SUOLO E VEGETALI - AMBIENTE IDRICO SCARICO IMPIANTO e AMBIENTE IDRICO FIUME OFANTO.

Come è possibile che una impresa già responsabile di inquinamento e che ha avuto un periodo di sospensione riprenda le attività con un sistema di controllo di tipo MENSILE O ADDIRITTURA TRIMESTRALE.

Una impresa che svolge questo tipo di attività, laddove meriti ancora fiducia per una buona fede ad oggi non ancora dimostrata, deve effettuare permanentemente questo rilevamento ed il riscontro dev'essere immediato.

Anche con questa disposizione emerge una piena corresponsabilità dell'ARPAB che unitamente alla FENICE EDF SpA/Srl, stabiliscono lo stesso monitoraggio ogni trenta giorni.... non ha senso.

Pensate che nell'anno 1997 i grandi impianti per lo smaltimento dei rifiuti, in Campania , avevano obbligo di monitoraggio delle acque reflue dall'impianto H24, perchè nel 2011 questo non è disposto per la FENICE della EdF SpA/Srl