venerdì 27 luglio 2012

RAFFINERIA DI BOMBA: COME NEL GIOCO DELL'OCA SI RITORNA AL V.I.A. MA QUI NON SI SCHERZA, E' IN BALLO IL FUTURO DELL'ABRUZZO E NOI LOTTEREMO FINO IN FONDO PER SALVAGUARDARLO


Dopo che il TAR di Pescara ha accolto il ricorso della Forest in merito alla  richiesta di sospensione del rigetto del suo progetto di estrazione e raffinamento a Bomba, la parola torna per la terza volta al Comitato V.I.A. dell’Aquila.

Non è una vittoria conclusiva della compagnia petrolifera in quanto il Comitato V.I.A., pur bocciando seccamente il progetto, lo aveva fatto con una motivazione redatta sciattamente e piuttosto carente offrendo così il destro alla Forest per avanzare il riscorso per motivi più di forma che di sostanza.

Anzi i giochi sono completamente aperti avendo dalla nostra parte tutte le ottime ragioni tecniche e scientifiche per scongiurare la realizzazione di questo progetto inaccettabile da ogni punto di vista e siamo pronti a ripartire informando e mobilitando ancora più persone per arrivare ad una chiara, corretta e definitiva soluzione favorevole all’intero Abruzzo ed a tutti coloro che ci vivono.

Siamo abituati a portare avanti le nostre buone idee con preparazione, meticolosità e correttezza senza dover ricorrere ad astuzie o scorciatoie: il comitato V.I.A. deve valutare il progetto Forest dal punto di vista eminentemente tecnico e noi dimostreremo ancora una volta con carte e documenti dettagliati che proprio tecnicamente le cose non vanno nella giusta direzione.

Per completezza di informazione ci preme riepilogare e chiarire tutte le tappe precedenti che hanno portato alla situazione attuale:

·        Il 10 aprile scorso il Comitato V.I.A del’Aquila boccia il progetto Forest con determinate motivazioni inserite nel verbale finale;

·        La Forest contesta questa decisione e si muove in due direzioni: facendo un ricorso al TAR  avverso al rigetto e chiedendo allo stesso Comitato V.I.A. un riesame dell’argomento con la presentazione di ulteriori documenti;

·        Nel frattempo sempre la Forest si sente in dovere di avanzare la richiesta alla regione Abruzzo di un risarcimento di oltre 140 milioni di euro in caso di bocciatura definitiva del progetto;

·        Il 3 luglio scorso il Comitato V.I.A. si riunisce di nuovo sull’argomento, ma sceglie di non riaprire il dibattimento confermando di fatto la prima decisione negativa con le medesime motivazioni. Da sottolineare che da parte nostra avremmo voluto invece una riapertura della discussione in quanto avevamo portato tutta una serie di documenti inoppugnabili relativi alla storica franosità e fragilità del territorio nel quale andrebbe ad inserirsi l’impianto che avrebbero consentito un decisivo rafforzamento delle motivazioni avverse al progetto. Documenti, tra l’altro, fatti propri e sottoscritti dai 22 Sindaci della vallata, con il Primo cittadino di Bomba in testa, nei quali si ricorda tra l'altro che quell'area è terra di frane e l'abbassamento del terreno in seguito alle estrazioni potrebbe scatenarne di distruttive mettendo a rischio la stabilità della diga;

·        Questo non è stato possibile in quell'occasione, ma siamo tranquilli perché riporteremo di nuovo molti documenti e molte persone fermamente determinate e consapevoli a L’Aquila e così non ci saranno più alibi per nessuno e finalmente si capirà chi ama davvero la nostra regione ed i suoi cittadini e vuole proteggerla da insensate incursioni deleterie per tutti e da catastrofi annunciate, peraltro foriere di immani responsabilità e chi invece si piegherà per oscure ragioni agli interessi di pochi incompatibili con gli interessi di tutti.

Noi saremo lì per farci valere e per smascherare tutti quelli che anche nel gioco dell'oca si comporteranno da struzzi.

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