Ponte
Nelle Alpi: un esempio di estrema civiltà, di quelli che ti fanno prendere
coscienza che, realmente, esiste la possibilità di realizzare progetti in grado
di incidere in maniera pregnante sulla qualità della vita, ridando senso a quel
bisogno di rispetto della dignità umana sempre più calpestata da una politica
gestita da faccendieri indaffarati a rimestare la melma dei liquami e degli
scarti che accuratamente tentano di far lievitare. Poiché, a ben vedere,
possiamo affermare, senza timore di essere facilmente smentiti, che il
tentativo del politico disonesto rimane quello di favorire i propri miseri
affari personali attraverso l’uso del pubblico potere e del pubblico denaro.
Se
abbiamo ben capito ed interiorizzato che l’inceneritore è meccanismo di
produzione di malattia e di morte, l’unica spiegazione plausibile a questa
corsa ad accaparrarsene gli incentivi per la costruzione, rimane la disonestà
di fondo e l’immoralità dilagante che spinge il politicante di turno a
sfregarsi le mani ogni volta che annusa una maleodorante ammucchiata di
rifiuti.
Non
agisce allo stesso modo l’amministratore onesto il quale, complice anche una
buona dose di intelligente scaltrezza, sa come intervenire di volta in volta
non accontentandosi solamente di agire bene, ma impegnandosi ad operare nel
migliore dei modi possibili per il bene della collettività.
Se
il “rifiuto” che quotidianamente viene “gettato” nei cassonetti diviene, per
volontà ed impegno di ottimi ed onesti gestori della cosa pubblica, “materiale”
da re-immettere nel ciclo produttivo, ci guadagna l’ambiente, ci guadagna la
comunità che ci lavora intorno, ci guadagna la salute del cittadino e ci
guadagna in credibilità la stessa politica.
Allora
si capisce perfettamente come mai una piccola realtà come quella di Ponte nelle
Alpi abbia ottenuto per la terza volta consecutiva il riconoscimento di comune
più “riciclone”!
Una
questione di scelta politica…
Meno rifiuti, più posti di
lavoro, la formula vincente del Comune più riciclone d’Italia
Gabriele
Pieroni
«Non
volevamo fare qualcosa di buono, ma la migliore cosa possibile per la nostra
comunità». È con questo spirito a metà strada tra l’ostinazione e l’utopia che
Ezio Orzes, assessore all’Ambiente del Comune di Ponte nelle Alpi spiega come
il suo paese è riuscito a dotarsi del sistema di gestione dei rifiuti più
efficiente della Penisola. Lo conferma il dossier di Legambiente diffuso in
questi giorni. Con una mappa con la classifica regione per regione.
«Non
volevamo fare qualcosa di buono, ma la migliore cosa possibile per la nostra
comunità». È con questo spirito a metà strada tra l’ostinazione e l’utopia che
Ezio Orzes, assessore all’Ambiente del Comune di Ponte nelle Alpi spiega come
il suo paese è riuscito a dotarsi del sistema di gestione dei rifiuti più
efficiente della Penisola. Lo conferma il dossier di Legambiente diffuso in
questi giorni, i Comuni più “Ricicloni” d’Italia, che per la
terza volta in tre anni ha assegnato a Ponte nelle Alpi il più alto «indice di
buona gestione» dei rifiuti, attribuendo al comune la più alta percentuale
assoluta di raccolta differenziata: l’87,7% del totale. E ha riconosciuto la
profonda rivoluzione culturale di un paese che non accetta più la definizione
di «rifiuto», ma solo quella di «materiale che attraverso il riciclo può essere
impiegato nuovamente nella produzione industriale», come sostiene Orzes.
Ponte nelle
Alpi è una cittadina di 8.500 anime in provincia di Belluno. Non è un vero e proprio centro
urbano, ma l’insieme di 23 frazioni sparse su di un territorio di 58 chilometri
quadrati, «ognuna con un proprio mondo da raccontare e i propri tempietti in
cui pregare», come amano dire i pontalpini di loro stessi. Eppure, nel 2004,
tutti si unirono per opporsi alla creazione di una grossa discarica che avrebbe
smaltito la spazzatura proveniente da ogni parte della provincia. Non fu solo
il nemico comune a farli accordare. La lista civica "Insieme per
Ponte", che venne creata per fermare la discarica, quell’anno vinse le
elezioni e divenne un laboratorio per ripensare lo smaltimento e la produzione
dei rifiuti. Ezio Orzes, che allora era il postino del paese, faceva parte di
quella lista, così come l’attuale sindaco, Roger De Menech.
«Dall’opposizione
siamo passati all’azione», racconta a Linkiesta il primo cittadino di
Ponte nelle Alpi, «abbiamo
cercato di capire come i rifiuti venivano generati, quali soluzioni potevamo adottare
per ridurre la loro quantità e, in mancanza di alternative, rendere innocuo il
loro impatto sull’ambiente». Mentre studiavano la materia, a Ponte nelle Alpi
si accorsero che non solo potevano fare a meno di una nuova discarica, ma che
non ne avevano bisogno di nessuna. Come? «Abbiamo capito che se fossimo
riusciti a trasformare il rifiuto, tutti i rifiuti, in una risorsa, avremmo
potuto migliorare la qualità della vita senza aumentare di un solo euro la
tassa per il loro smaltimento», continua De Menech. «Anzi, ci siamo accorti che
potevamo risparmiare».
È possibile
aumentare la qualità di un servizio senza pesare sui costi? «Possibile, possibile», conferma
Stefano Triches, direttore della Ponte Servizi srl, l’azienda 100% comunale
creata nel 2007 per gestire la raccolta differenziata. «Attraverso uno studio
di fattibilità ci siamo resi conto che smaltire i rifiuti in discarica costava
circa 192 euro a tonnellata per un totale di oltre 450mila euro l’anno. E che
al contrario, differenziando, avremmo ridotto quei costi di dieci volte». «Non
è stato facile», confessa Triches, «ma oggi per conferire in discarica i
rifiuti non riciclabili spendiamo meno di 40mila euro all’anno, abbiamo
letteralmente abbattuto i costi di smaltimento». Con i soldi risparmiati,
l’amministrazione di Ponte ha deciso di raddoppiare il personale addetto alla
differenziata. Oggi sono 11 le persone assunte dal Comune a tempo pieno: «Ma
anche così continuiamo a risparmiare», conferma Triches. «Dai 950 mila euro di
un tempo, oggi l’intera gestione ci costa a 810 mila euro, il 14% in meno».
Meno costi,
più posti: è questa la rivoluzionaria spendig review adottata dalla
nuova giunta. Perché è
vero che produrre meno rifiuti è economicamente vantaggioso, ma per farlo
bisogna controllare sacchetto per sacchetto la purezza del materiale
differenziato. A partire dal 2007 così, a Ponte viene istituito un servizio di
raccolta porta a porta, dove gli operatori ecologici diventano specialisti
della differenziata: aiutano le persone a smistare i materiali, segnalano le
anomalie, registrano la quantità di prodotto non riciclabile raccolto. Il
Comune ha dotato ogni famiglia e ogni attività commerciale di quattro bidoncini
colorati: blu per plastica, vetro e lattine, verde per il secco non riciclabile,
marrone per l’umido e giallo per la carta. Dal 2011 c’è anche la possibilità di
ricevere una tanica per la raccolta dell’olio vegetale, che una volta trattato
può diventare lubrificante per macchine agricole, biodiesel e glicerina per la
saponificazione. Anche l'umido ha trovato il suo posto. Una famiglia su due ha
deciso di dotarsi di una compostiera da giardino: l'organico diventa concime
per l'orto e il comune opera un taglio del 20% sulla Tarsu.
«Il
principio che abbiamo adottato è semplice: ogni nucleo familiare paga una
tariffa che è
composta di due parti», spiega Triches. «Una quota fissa copre le spese di
gestione e una quota variabile viene applicata per il prodotto conferito in
discarica». In poche parole, meno rifiuti non riciclabili produci, meno spendi.
Un concetto che a Ponte hanno recepito con una velocità impressionante. Dopo i
primi cinque mesi di sperimentazione, la raccolta differenziata toccava quota
80% e i cittadini passavano da 385 kg di rifiuti indifferenziati pro capite, ai
meno di 30 kg di oggi.
Quello che
non si riesce a recuperare attraverso la differenziata (che viene chiamato frazione
secca), viene indirizzato al Centro Riciclo di Verdelago, che si occupa di
compiere uno sforzo ulteriore: ottenere materiale riutilizzabile da ciò che
spesso viene considerato irrecuperabile. «Rifiuto la parola “rifiuto”», attacca
la titolare del Centro Riciclo, Carla Poli, «io con quello che gli altri
scartano ci faccio un business». È per questo che non sopporta la definizione
di «indifferenziato», perché le fa subito pensare alla discarica: «Il vero
problema è culturale: pochi sanno che esiste un fiorente mercato delle materie
prime seconde, come si chiamano i prodotti ottenuti dal riciclo. I rifiuti non
esistono, c’è solo la volontà o meno di recuperarli».
«A Ponte
nelle Alpi hanno capito una cosa fondamentale», continua la Poli. «Che solo
coinvolgendo le persone in un processo di cambiamento si possono ottenere
risultati eccezionali. Il problema dei rifiuti è politico: la raccolta è
gestita dal comune e solo il comune ha il potere di migliorarne la qualità». E
precisa: «Ogni volta che acquistiamo un prodotto, nel prezzo è compreso il
costo dell’imballaggio. Il Conai, il Consorzio nazionale degli imballaggi, è
tenuto a riscuotere questo prezzo e a tenerlo in cassaforte per rigirarlo ai
comuni sotto forma di contributi nel momento in cui, con la raccolta
differenziata, viene restituito all’industria del riciclo. Se ci ostiniamo per
pigrizia o interesse a gettare tutto in discarica, siamo dei fessi», spiega.
«Paghiamo due volte il prezzo dell’imballaggio. Una volta per acquistarlo e
un’altra per tenerlo nascosto negli immondezzai».
Anche per
l’assessore Orzes, il primo problema da affrontare è stato quello del
cambiamento culturale, a partire
dalla stessa amministrazione. «Dopo che sono diventato assessore ho capito che
i cittadini sono più avanti della politica», confessa. «Se come amministratore
sei in grado di coinvolgerli e far capire l’importanza di ciò che stai facendo,
la vera rivoluzione si opera dal basso». «Ora a Ponte sono orgogliosi di quello
che fanno, anche se costa fatica», conclude. «E io sono ancor più orgoglioso:
perché la raccolta differenziata è diventata parte del nostro Dna. Non importa
quale amministratore verrà dopo di noi, quale sarà la sua casacca. Ciò che
abbiamo costruito non ha colore e sopravvivrà ben oltre il nostro operato».
1 commento:
e la Fater ha stabilimento e sede a Pescara...
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