MARTEDI' 10 LUGLIO TORNA A RIUNIRSI A L'AQUILA IL COMITATO V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale) PER DISCUTERE DEL PROGETTO FOREST DI ESTRAZIONE E RAFFINAMENTO DI GAS A BOMBA: E' LA GIORNATA DECISIVA, NON POSSIAMO MANCARE PROPRIO ADESSO!
Partenza da p.zza Matteotti in
Bomba alle ore 7,00
Alle ore 7,30 fermata alla rotonda del Thema Polycenter vicino al casello A14 di Lanciano
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fino a 25
anni
VIAGGIO GRATIS
Martedì scorso, dopo una giornata di proteste ininterrotte, l'argomento è stato "misteriosamente" rinviato per mancanza del numero legale.
VOGLIONO PRENDERCI PER SFINIMENTO MA NOI NON GLIELA DAREMO VINTA: MARTEDI' 10 DOBBIAMO ESSERE IN TANTI, LASCIANDOCI ALLE SPALLE STANCHEZZA, SCORAGGIAMENTO O INDIFFERENZA. NE VA DEL FUTURO DI TUTTI NOI!
Come potete leggere sotto si tratta di un progetto che, se realizzato, stravolgerebbe l'intero panorama abruzzese con tutte le sue documentate conseguenze negative sotto ogni punto di vista e che si inserisce in un territorio fragile, storicamente franoso e sismico, con la diga a due passi (vedi le foto molto esplicative del ponte di Bomba qui sotto all'interno del post).
La Provincia di Chieti e 21 Comuni della Valle insieme alle popolazioni locali hanno già detto NO: insomma, Dott. Mazzenga & Company, avete capito che qui non vi vuole nessuno?
INVITIAMO ACCORATAMENTE TUTTI A DIFFONDERE LA VOCE ED A PARTECIPARE CON OGNI MEZZO: E' UN PICCOLO SACRIFICIO CHE POTRA' DARE ENORMI RISULTATI.
Qui di seguito pubblichiamo il testo della lettera che Nuovo Senso Civico ha inviato alla stampa ed agli esponenti politici ed amministrativi in merito alla nuova convocazione del Comitato V.I.A.:
MARTEDI'
10 LUGLIO SI TORNA TUTTI A L'AQUILA.
IL
COMITATO V.I.A. SI RIUNISCE NUOVAMENTE PER DECIDERE IL PROGETTO FOREST SUL LAGO
DI BOMBA.
Quando siamo stati ammessi ad
esprimere davanti al Comitato regionale per la V.I.A. le ragioni del no
all’impianto per l’estrazione e la raffinazione del gas a valle della diga di
Bomba, oltre gli effetti di inquinamento, abbiamo sottolineato con forza gli
effetti della subsidenza, ma lo abbiamo fatto ponendo tale inevitabile
conseguenza dell’estrazione in relazione alla fragilità del suolo in tutta la
zona circostante il lago di Bomba. Insomma abbiamo messo in luce che tutta la zona è da sempre investita da
frane e perciò l’abbassamento del suolo in seguito all’estrazione del gas può
innescare fenomeni catastrofici, mettendo anche a repentaglio la stabilità del
diga. E tuttavia, nella sintesi redatta dal Comitato di quanto era stato detto
in sede di V.I.A., si è omesso di parlare di frane.
Agli immemori vogliamo ricordare quanto i
cittadini di quel territorio sanno fin troppo bene. Per non andare troppo
indietro nel tempo, cominciamo con la frana del 1819, che travolse metà del
paese di Bomba.
Ci fu poi quella del 1929 ed
ancora una volta mezzo paese fu trascinato a valle: fu allora che costruirono i
tre ordini di arconi che continuano a sostenere l’abitato.
Nel 1973 una frana travolse il
comune di Colledimezzo e costrinse l’Impresa INCISA, che stava realizzando il
tratto di strada di Fondovalle Sangro, a rifare il progetto scavando una lunga
galleria da Bomba a Colledimezzo.
In quell’anno era stato
terminato un imponente viadotto sulla superstrada e che aveva le fondamenta in
un’area detta Lago Maurino. In questa occasione i contadini della zona avevano
detto ai costruttori che era una follia poggiare sul quel terreno, pieno di
torrenti sotterranei, gli imponenti piloni del viadotto, ma gli ingegneri
avevano risposto che sulla base delle analisi fatte il terreno di posa risultava sicuro. Appena
l’opera fu terminata, una frana sotterranea spezzò uno dei piloni centrali del
viadotto che, successivamente fu fatto crollare. Sul posto restano le macerie
di un viadotto spezzato in due parti, autentico monumento all’umana insipienza.
Questi resti si trovano a poche centinaia di metri dall’area Forest. Allora bisognò fare una grande curva per
baipassare il viadotto e la strada è rimasta così ormai a 40 anni dal
disastroso evento.
Tra il 1974 e 1975 ci fu una
ennesima grande frana da Buonanotte (oggi Montebello sul Sangro) a Pennadomo
che spezzò e travolse la strada di collegamento tra Pennadomo e Villa S. Maria.
La strada non si è mai potuta aggiustare perché la frana è sempre in movimento.
Un’ultima frana, nel 1992, ha
di nuovo investito a monte il paese di Bomba e solo per l’intervento
immediato, con numerosi mezzi meccanici,
si è riusciti a circoscrivere il fenomeno franoso che aveva già lambito le
prime abitazioni.
Sempre nel 92 L’AGIP rinunciò alla concessione
per l’alta sismicità della zona, per l’estrema fragilità geologica del
territorio e per il fondato timore di compromettere la stabilità della diga.
La strada di accesso alla diga
è del tutto dissestata.
Anche la strada ricostruita nel 2009 sul lungolago tra Bomba
e Colledimezzo, per i Giochi del Mediterraneo, è per larghi tratti già franata.
E’ proprio vero che non c’è
peggior sordo…
L’espressione “sfasciume pendulo” con cui
Giustino Fortunato indicò la Calabria, si adatta perfettamente al territorio
circostante il lago di Bomba. Per scongiurare il pericolo che le estrazioni
scatenino nuove frane, la soluzione indicata dalla Forest di… aumentare il
numero dei sensori, appare ridicola. Ed anzi a tal riguardo la superficialità
della Forest appare sconcertante. Ed infatti intende insediarsi in un
territorio di cui mostra di non sapere
nulla, tant’è vero che si affanna ad assicurare che l’abbassamento del terreno
sarebbe di poco conto, ma nulla dice, nei documenti prodotti e nelle 90 pagine
del ricorso T.A.R., sui pericoli derivanti dalle caratteristiche geologiche
dell’area, risultanti da eventi degli ultimi due secoli.
E nelle dichiarazioni alla
stampa, l’amministratore delegato Giorgio Mazzenga usa anche qualche plateale
bugia, cioè che il gemello dell’impianto che
si vuole realizzare a Bomba è stato costruito a Cupello senza
alcun problema. La verità l’aveva già detta in incontri con i cittadini di
Bomba e cioè che un impianto similare esiste solo nel Texas, a ben 500 miglia
dal più vicino centro abitato.
La Forest infine ha dichiarato alla stampa di
essere restata “allibita” per i toni della manifestazione da parte degli
ambientalisti davanti agli Uffici regionali. In verità di ambientalisti ce
n’erano pochi, poiché si trattava soprattutto di cittadini di Bomba e del
Sangro giustamente preoccupati di non essere ascoltati, come già accaduto per
il viadotto.
Per tutto quanto sopra detto,
siamo convinti che il comitato per la V.I.A. non si rimangerà il parere
negativo espresso sul progetto in questione, salvo che voglia assumersi ben più
gravi responsabilità di quelle risibili prospettate dalla Forest Oil.
NUOVO SENSO CIVICO
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