sabato 7 luglio 2012

MARTEDI' 10 LUGLIO DI NUOVO A L'AQUILA, E' LA VOLTA DECISIVA:DOBBIAMO ESSERE IN TANTI PER MANDARE A CASA LA FOREST OIL!

MARTEDI' 10 LUGLIO TORNA A RIUNIRSI A L'AQUILA IL COMITATO V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale) PER DISCUTERE DEL PROGETTO FOREST DI ESTRAZIONE E RAFFINAMENTO DI GAS A BOMBA: E' LA GIORNATA DECISIVA, NON POSSIAMO MANCARE PROPRIO ADESSO!

Partenza da p.zza Matteotti in Bomba alle ore 7,00
Alle ore 7,30 fermata alla rotonda del Thema Polycenter vicino al casello A14 di Lanciano
Per prenotazioni e per info su altre fermate chiamare
3482990783 – 3482990784
Posto pullman Euro 15,00
fino a 25 anni VIAGGIO GRATIS

Martedì scorso, dopo una giornata di proteste ininterrotte, l'argomento è stato "misteriosamente" rinviato per mancanza del numero legale.
VOGLIONO PRENDERCI PER SFINIMENTO MA NOI NON GLIELA DAREMO VINTA: MARTEDI' 10 DOBBIAMO ESSERE IN TANTI, LASCIANDOCI ALLE SPALLE STANCHEZZA, SCORAGGIAMENTO O INDIFFERENZA. NE VA DEL FUTURO DI TUTTI NOI!
Come potete leggere sotto si tratta di un progetto che, se realizzato, stravolgerebbe l'intero panorama abruzzese con tutte le sue documentate conseguenze negative sotto ogni punto di vista e che si inserisce in un territorio fragile, storicamente franoso e sismico, con la diga a due passi (vedi le foto molto esplicative del ponte di Bomba qui sotto all'interno del post).
La Provincia di Chieti e 21 Comuni della Valle insieme alle popolazioni locali hanno già detto NO: insomma, Dott. Mazzenga & Company, avete capito che qui non vi vuole nessuno?
INVITIAMO ACCORATAMENTE TUTTI A DIFFONDERE LA VOCE ED A PARTECIPARE CON OGNI MEZZO: E' UN PICCOLO SACRIFICIO CHE POTRA' DARE ENORMI RISULTATI. 

Qui di seguito pubblichiamo il testo della lettera che Nuovo Senso Civico ha inviato alla stampa ed agli esponenti politici ed amministrativi in merito alla nuova convocazione del Comitato V.I.A.:
 
MARTEDI' 10 LUGLIO SI TORNA TUTTI A L'AQUILA.
IL COMITATO V.I.A. SI RIUNISCE NUOVAMENTE PER DECIDERE IL PROGETTO FOREST SUL LAGO DI BOMBA.
Quando siamo stati ammessi ad esprimere davanti al Comitato regionale per la V.I.A. le ragioni del no all’impianto per l’estrazione e la raffinazione del gas a valle della diga di Bomba, oltre gli effetti di inquinamento, abbiamo sottolineato con forza gli effetti della subsidenza, ma lo abbiamo fatto ponendo tale inevitabile conseguenza dell’estrazione in relazione alla fragilità del suolo in tutta la zona circostante il lago di Bomba. Insomma abbiamo messo in luce  che tutta la zona è da sempre investita da frane e perciò l’abbassamento del suolo in seguito all’estrazione del gas può innescare fenomeni catastrofici, mettendo anche a repentaglio la stabilità del diga. E tuttavia, nella sintesi redatta dal Comitato di quanto era stato detto in sede di V.I.A., si è omesso di parlare di frane. 

 Agli immemori vogliamo ricordare quanto i cittadini di quel territorio sanno fin troppo bene. Per non andare troppo indietro nel tempo, cominciamo con la frana del 1819, che travolse metà del paese di Bomba.
Ci fu poi quella del 1929 ed ancora una volta mezzo paese fu trascinato a valle: fu allora che costruirono i tre ordini di arconi che continuano a sostenere l’abitato.
Nel 1973 una frana travolse il comune di Colledimezzo e costrinse l’Impresa INCISA, che stava realizzando il tratto di strada di Fondovalle Sangro, a rifare il progetto scavando una lunga galleria da Bomba a Colledimezzo.
In quell’anno era stato terminato un imponente viadotto sulla superstrada e che aveva le fondamenta in un’area detta Lago Maurino. In questa occasione i contadini della zona avevano detto ai costruttori che era una follia poggiare sul quel terreno, pieno di torrenti sotterranei, gli imponenti piloni del viadotto, ma gli ingegneri avevano risposto che sulla base delle analisi fatte il  terreno di posa risultava sicuro. Appena l’opera fu terminata, una frana sotterranea spezzò uno dei piloni centrali del viadotto che, successivamente fu fatto crollare. Sul posto restano le macerie di un viadotto spezzato in due parti, autentico monumento all’umana insipienza. Questi resti si trovano a poche centinaia di metri dall’area Forest.  Allora bisognò fare una grande curva per baipassare il viadotto e la strada è rimasta così ormai a 40 anni dal disastroso evento. 

Tra il 1974 e 1975 ci fu una ennesima grande frana da Buonanotte (oggi Montebello sul Sangro) a Pennadomo che spezzò e travolse la strada di collegamento tra Pennadomo e Villa S. Maria. La strada non si è mai potuta aggiustare perché la frana è sempre in movimento.
Un’ultima frana, nel 1992, ha di nuovo investito a monte il paese di Bomba e solo per l’intervento immediato,  con numerosi mezzi meccanici, si è riusciti a circoscrivere il fenomeno franoso che aveva già lambito le prime abitazioni.
 Sempre nel 92 L’AGIP rinunciò alla concessione per l’alta sismicità della zona, per l’estrema fragilità geologica del territorio e per il fondato timore di compromettere la stabilità della diga.
La strada di accesso alla diga è del tutto dissestata.
Anche la strada  ricostruita nel 2009 sul lungolago tra Bomba e Colledimezzo, per i Giochi del Mediterraneo, è per larghi tratti già franata.
E’ proprio vero che non c’è peggior sordo…
 L’espressione “sfasciume pendulo” con cui Giustino Fortunato indicò la Calabria, si adatta perfettamente al territorio circostante il lago di Bomba. Per scongiurare il pericolo che le estrazioni scatenino nuove frane, la soluzione indicata dalla Forest di… aumentare il numero dei sensori, appare ridicola. Ed anzi a tal riguardo la superficialità della Forest appare sconcertante. Ed infatti intende insediarsi in un territorio di cui  mostra di non sapere nulla, tant’è vero che si affanna ad assicurare che l’abbassamento del terreno sarebbe di poco conto, ma nulla dice, nei documenti prodotti e nelle 90 pagine del ricorso T.A.R., sui pericoli derivanti dalle caratteristiche geologiche dell’area, risultanti da eventi degli ultimi due secoli.
E nelle dichiarazioni alla stampa, l’amministratore delegato Giorgio Mazzenga usa anche qualche plateale bugia, cioè che il gemello dell’impianto che  si vuole realizzare a Bomba è stato costruito a Cupello senza alcun problema. La verità l’aveva già detta in incontri con i cittadini di Bomba e cioè che un impianto similare esiste solo nel Texas, a ben 500 miglia dal più vicino centro abitato.
 La Forest infine ha dichiarato alla stampa di essere restata “allibita” per i toni della manifestazione da parte degli ambientalisti davanti agli Uffici regionali. In verità di ambientalisti ce n’erano pochi, poiché si trattava soprattutto di cittadini di Bomba e del Sangro giustamente preoccupati di non essere ascoltati, come già accaduto per il viadotto.
Per tutto quanto sopra detto, siamo convinti che il comitato per la V.I.A. non si rimangerà il parere negativo espresso sul progetto in questione, salvo che voglia assumersi ben più gravi responsabilità di quelle risibili prospettate dalla Forest Oil.
                                 NUOVO SENSO CIVICO


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