DISCARICA DI TOLLO

ULTIMO AGGIORNAMENTO: 22 febbraio 2014 (VEDI IN FONDO ALLA PAGINA)

 

La vergognosa vicenda della discarica di rifiuti tossici e nocivi di Tollo rappresenta in pieno le clamorose contraddizioni in cui si dibatte l'Abruzzo tra natura e prodotti spettacolari che essa offre e l'attacco affaristico e malavitoso dissennato che invece tenta di distruggerlo.

La storia che segue, sempre aperta, serva per risvegliare in tutti noi l'orgoglio di essere non solo cittadini consapevoli custodi delle proprie ricchezze comuni ma anche esseri umani degni di questo nome. 

 

1) MORTI E MALATI DI CANCRO NELLA PROVINCIA DI CHIETI - ECOMAFIE: STRAGE SILENZIOSA IN ABRUZZO


 
10 maggio 2013
Stiamo assistendo di nuovo in questi giorni ad un fenomeno eccezionale e ricorrente nel nostro blog: il boom di letture (oltre 21.000 al momento con un forte incremento giornaliero) per l’inchiesta del giornalista free-lance Gianni Lannes che abbiamo pubblicato il 17 dicembre 2011 con il titolo “Morti e malati di cancro nella provincia di Chieti – Ecomafie: strage silenziosa in Abruzzo”.
ECCOLA QUI LA "REGIONE VERDE D'EUROPA"!! 


di Gianni Lannes
(giornalista freelance e fotografo italiano specializzato in inchieste di controinformazione su ecomafie, traffico d'armi, di esseri umani, di rifiuti tossici e scorie radioattive. Collabora con "La Stampa" e la RAI, ha lavorato con vari settimanali e mensili tra cui "L'Espresso", "Panorama", "Avvenimenti", "Famiglia Cristiana", "Diario", "Io Donna", "D La Repubblica delle donne", "Il Venerdì di Repubblica", ecc.)
Morti e malati di cancro in provincia di Chieti: lo Stato è latitante. La magistratura archivia per prescrizione dei reati nonostante il pericolo per la pubblica incolumità.

L´ecomafia ringrazia.
Benvenuti nella patria del Montepulciano. Non si arresta la conta dei tumori provocati dai veleni industriali scaricati impunemente per anni in Abruzzo. Una giuria di
critici ha premiato a Londra - miglior rosso italiano - il Cagiolo 2005 di Cantina Tollo con il Decanter World Wine Awards. E´ il più importante riconoscimento internazionale assegnato solo a 26 vini sui 9.600. Eppure in questo remoto angolo della provincia teatina i cittadini non gioiscono.
Gianluca Edmondo a 37 anni è deceduto a causa di un tumore fulminante al cervello in un amen. Diego T., 42 primavere di Tollo si è sottoposto a biopsia ed ha scoperto di avere un linfoma Hodgkin. Ad Alessandro D. T.,32 anni, nativo di Miglianico è toccato un linfoma non Hodgkin. «Aiutateci a non morire di cancro». Luciano è un ecologista che vive a Miglianico: 4 mila e passa anime nel chietino. Ha scoperto che in una fornace accanto al torrente Venna - nell´agro del centro abitato di Tollo - sono state occultate svariate tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da mezza Europa e dalla realtà industriale dell´Italia settentrionale. Grazie anche alle certificazioni fasulle di laboratori della Toscana. Spiccano gli scarti della Bayer Germania) e delle Industrie Chimiche di Saragozza(Spagna). Anche gli industriali italiani - i casi più eclatanti: Eural
Gnutti (BS), Servizi Costieri (VE), Faro (PD), Ghiraf (BS), Fonderie Riva (MI), Kerasan (VT) e tanti altri - non hanno lesinato contributi micidiali. Le analisi dell´Agenzia regionale per la tutela dell´Ambiente - confermate da due laboratori privati - non lasciano ombra di dubbi: nei veleni primeggiano metalli pesanti e gli idrocarburi sepolti anche a dieci metri di profondità, a contatto con la falda freatica. La mistura che ha
contaminato suolo, sottosuolo e anche il torrente Dentalo, il fiume Foro ed il mare Adriatico è composta da cromo esavalente, rame, piombo,manganese, nichel, cadmio, zinco, alluminio, ammoniaca, composti organici aromatici, arsenico.

A polso - Il passa parola tra medici di base e pediatri della zona conferma un aumento esponenziale del cancro, di malformazioni fetali ed aborti dolorosi. Risultano maggiormente colpiti i cittadini residenti a Tollo, Miglianico, Francavilla a Mare e Ripa Teatina; in particolare quelli vicino ai corsi d´acqua. L´obiettivo della ricerca è monitorare i 395 mila residenti della provincia. Medici, biologi, avvocati, farmacisti,
cittadini di buona volontà hanno battuto il territorio per raccogliere cartelle cliniche e testimonianze. «Le neoplasie maligne registrano un aumento esponenziale che non ha precedenti in Abruzzo - rivela la dottoressa Catia Mattioli - Ogni giorno scopriamo un nuovo caso». La pediatra Maria Teresa Petitti segnala: «Un numero elevato di pubertà
anticipate e di sindrome respiratorie di tipo allergico in molti bambini.
E bimbi nati prematuri con conseguenze neurologiche». Caterina De Luca viveva a cento metri dalla discarica della camorra - realizzata alla luce del sole - grazie alle corrotte disattenzioni delle autorità sanitarie e politiche. Sua figlia Jessica è nata il 19 agosto 1998 con una gravissima e rara malformazione agli arti chiamata artrogriposi. «I dottori
dell´ospedale di Ortona non avevano mai visto niente di simile: i piedi girati, storti, le ginocchia cresciute al contrario e malformazioni alle mani. Il 24 settembre del ´98 raggiungemmo il Rizzoli di Bologna dal professor Loris Baldisserri. Arrivarono moltissimi medici. Mi chiedevano se avevo preso farmaci, se ero stata a contatto con veleni industriali o radiazioni». La piccola Jessica ha subito finora 7 operazioni e fa terapia tutti i giorni. «Chiedo giustizia. La gente deve sapere perché tante persone si sono ammalate e stanno morendo. Lo Stato non ci tutela». Un altro medico, Dino De Marco, già sindaco di Miglianico, conferma:«Registriamo un numero spropositato di tumori sia in incidenza che in prevalenza. Tra l´altro si tratta di cancri dell´encefalo, tumori della vescica e altro».

Camorra senza pietà - La Sogeri srl a Tollo ha occultato una valanga di scorie assassine dal 16 maggio 1995 fino al sequestro del Noe Carabinieri di Roma, il 2 febbraio 1996. Gli esami di laboratorio hanno evidenziato tra l´altro, la presenza di cobalto 60. Questo radionuclide artificiale non lascia scampo quando riesce ad insinuarsi nel ciclo biologico. «In quell´impianto sarebbero arrivati undici o quindici TIR carichi di rifiuti radioattivi provenienti dalla Francia», ha rivelato 13 anni fa l´allora capo della Procura della Repubblica di Chieti, Nicola Trifuoggi nell´audizione alla Commissione d´inchiesta parlamentare. Nel resoconto stenografico del 23 febbraio 1998 l´attuale procuratore di Pescara dichiara: «Lo scarico dei rifiuti si faceva da queste parti, grazie ad un unico soggetto, Nicola De Nicola, al quale abbiamo sequestrato la
discarica di Tollo. Poi gli abbiamo sequestrato dei terreni perché, chiusa la discarica di Tollo, aveva cominciato a scaricare quasi sul greto del fiume Pescara, a Chieti Scalo. Si è ritrasferito in provincia di Pescara,a Cepagatti, in contrada Aurora». Trifuoggi spiega: «Questi rifiuti uscivano dalle fabbriche e poi si procedeva con il solito sistema della triangolazione. Si fermavano una notte a Marghera e il mattino successivolo stesso camion partiva con una bolla diversa con la dicitura "residui riutilizzabili". Un camion contenente sempre gli stessi big bags è stato sequestrato dalla guardia di finanza di Brescia, che lo ha seguito dalla partenza fino ad un altro centro in provincia di Chieti, Ripa Teatina,dove c´è una cava abbandonata di proprietà di tale Masci Gabriele,proprietario di un´impresa di movimento terra che risulta aver lavorato
varie volte per De Nicola» Su indicazione del clan dei Casalesi - come ha attestato il procuratore di Napoli Agostino Cordova (12 febbraio 1998) - la storiaccia muove i passi iniziali nei primi anni ´90, quando la Camorra dirotta ed interra a Scurcola Marsicana, in provincia dell´Aquila, ingenti quantitativi di rifiuti micidiali. Bruciato quel sito dalle nostre investigazioni, «i rifiuti furono dirottati a Tollo - dichiarò alla Commissione Ecomafie - a Chieti scalo c´erano delle filiali della società Sogeri e a Cepagatti, in provincia di Pescara». Il 27 giugno 1994, il rappresentante della Sogeri, Nicola De Nicola, informava la Regione. E il 9 maggio ´95 veniva messo al corrente anche il sindaco di Tollo, Di Pillo (un medico), che a partire dal 20/05/1995 «vi sarebbe stata occupazione di
suolo subaereo di residui di lavorazione industriale da miscelare con argilla». Ernesto Di Pillo, ha 60 anni, fa il viticoltore nella zona e ricorda: «I camion di rifiuti avevano le targhe di Venezia, Verona,Padova, Brescia. Scavarono due fosse profonde da una parte e l´altra del Venna e ci seppellirono quella schifezza. Dalla terra usciva un fumo
bianco come una nebbia acida e non respiravamo. La nostra protesta scoppiò nel `96 dopo 3 aborti forzati. Capitò anche a mia moglie incinta al sesto mese. L´Usl ci diceva che era roba innocua. Poi arrivarono le intimidazioni della criminalità organizzata». Allora intervenne l´Arma.
Anche Benito Tiberio, 70 anni, è un testimone oculare: «Quando mischiavano i rifiuti con la terra si alzava una nuvola di polvere che andava a finire verso le nostre case e il paese di Tollo». Nel 1999 il Venna straripò,occupando quasi interamente la superficie del piazzale della fornace. A contatto con l´acqua, dai rifiuti si sprigionarono ammorbanti odori di ammoniaca.Un sopralluogo al tombino industriale rivela un paesaggio
contornato di vigneti, orti e cumuli a cielo aperto di polveri, ceneri,fanghi che danzano al vento disperdendosi in case, paesi ed esseri umani.
Per la cronaca: in loco sono stati spediti in confino obbligato, già negli anni ´60 mafiosi di Cosa Nostra, seguiti a ruota dai camorristi.

Truffa regionale - Nel 2000 la Regione aveva stanziato 300 milioni di lire per una "messa in sicurezza", rivelatasi una truffa. Altri 587 mila euro sono stati erogati dallo stesso Ente l´anno scorso per la "bonifica". L´8 ottobre 2007 l´amministrazione comunale di Tollo ha sfornato un bando di gara per "la bonifica"; ma «lavoriamo alla messa in sicurezza» dichiara
l´ingegnere Giovanni Leve, autore nel 2005 della caratterizzazione.
Insomma è un imbroglio. I lavori sono stati affidati dal comune di Tollo all´impresa "Ecologica Anzuca srl" e poi subappaltati il 20 dicembre 2007,alla ditta "Angelo De Cesaris srl" di Francavilla al Mare. Per legge dovevano terminare due anni fa. Il dirigente regionale Franco Gerardini
ex parlamentare del centro sinistra in commissione ecomafie) ha concesso il 21 marzo 2007 una "proroga a sanatoria". «Non c´è più nessun pericolo:la situazione è sotto controllo» ripete il sindaco Angelo Gialloreto.
Nella relazione tecnica tuttavia si legge: «Attualmente, nei due capannoni di servizio del complesso sono presenti rifiuti stoccati contenuti in Big-Bags. In n. 228 di questi sono contenuti rifiuti ascrivili a residui di fusione di alluminio scorie di fonderia) per un totale di massa pari a 3.420.000 kg. In altri 53 Big-Bags, sono stati stoccati sacconi vuoti
contaminati, per un totale di massa di 13.250 kg - Inoltre - I rifiuti interrati nell´area dell´ex cava di argilla sono maggiormente addossati alla parete della cava». La quantità e la tipologia non risultano indicate. La vicenda si è chiusa senza colpevoli: il danno ambientale e sanitario non è mai stato quantificato; il sito non è ancora bonificato.
L´epilogo dell´ennesimo caso di ecomafia impunita (un giro d´affari valutato in Italia sui 25 miliardi di euro l´anno) si è consumato in un´aula giudiziaria di Chieti. Infatti, il sostituto procuratore Lucia Anna Campo, il 29 ottobre 2001, «rilevato che non è più necessario mantenere il vincolo posto che atteso il tempo trascorso non sarebbe neanche più possibile eseguire ulteriori prelievi ed analisi, dispone ildissequestro dell´area». I reati sono finiti in prescrizione e i numerosi
responsabili l´hanno fatta franca. La Sogeri srl, è rinata a Roma:amministratore unico è ora Sergio Battista.
Testimonianza medica - Antonio Di Federico è un medico ora in pensione.
Dottor Di Federico che succede in quest´angolo dell´Abruzzo? "Ho notato un numero di casi di tumore spropositato rispetto alla media nazionale". A lei aveva 1.100 pazienti. Cosa ha riscontrato? "Rarissimi cancri dell´encefalo, cancri della vescica, prostatici e tiroidei; sarcomi in pazienti giovanissimi". Rammenta qualche caso particolare? "Avevo in cura
una ragazza a maggio del 2002 con un fibrosarcoma della mammella spuntato dal nulla, a cui era associata una reazione leucemoide. La giovane donna è morta dopo due mesi". Non le sembra strano? "La reazione leucemoide fa pensare a qualche componente radioattiva nel territorio". Siamo quello che respiriamo, mangiamo, beviamo? "Indubbiamente. Il tumore prevalente è
quello broncopolmonare". Qual è la fascia d´età più colpita? "Sotto i 50 anni. Ci sono persone estremamente giovani: c´è una ragazza di 29 anni con il linfoma di Hodgkin. E poi, un ragazzo di 40 anni morto di Alzheimer. E un signore di 50 anni che presenta una leucoencefalopatia multifocale aspecifica.Purtroppo numerosi ragazzi al di sotto dei 18 anni presentano gravi ritardi del linguaggio e dell´apprendimento. Spiccano anche i tumori
colon-rettali". Esistono aree particolarmente a rischio in questo territorio? "Quelle vicino ai torrenti Venna e Dentalo e al fiume Foro".
Cosa farete? "Proveremo a svegliare le istituzioni che sanno ma non hanno mai fatto nulla per impedire questa strage silenziosa. L´Istituto Superiore di Sanità se esiste si faccia vivo



2) FINALMENTE SI PARLA DELLO SCANDALO DELLA DISCARICA DI TOLLO, MA LE AUTORITA' COSA ASPETTANO AD INTERVENIRE? 

(post pubblicato il 10 febbraio 2012 - CLICCA QUI )

Nel mese di dicembre 2011 Nuovo Senso Civico ha lanciato l’allarme pubblicando l’inchiesta del giornalista Gianni Lannes “Ecomafie: strage silenziosa in Abruzzo” che potete leggere qui sopra.

   Adesso finalmente se ne comincia a parlare anche sugli organi di informazione come fa “Primadanoi.it” con due interessanti articoli ai quali rimandiamo [http://www.primadanoi.it/news/524529/Tollo-la-discarica-della-vergogna-sacchi-pieni-di-scorie-aspettano-da-20-anni.html e http://www.primadanoi.it/news/524629/Tollo-la-discarica-dei-veleni-L%E2%80%99assessore-Tiberio-%C2%ABrischi-in-caso-di-esondazione%C2%BB-.html]

   E’senz’altro un primo passo positivo ma di fronte alle gravissime rivelazioni di Lannes quello che manca clamorosamente è l’intervento delle autorità competenti.

   Siamo convinti, grazie anche ai ripetuti scandali ed alle mega-inchieste all'ordine del giorno, che sui rifiuti si gioca il futuro della nostra regione sempre più a rischio ecomafie, il cui humus ideale è l’intreccio tra affari sporchi e pessima politica.

   Noi il nostro compito di informare pensiamo di farlo nel miglior modo possibile: ci aspettiamo che anche chi ha il dovere-potere di farsi sentire autorevolmente faccia altrettanto, utilizzando tutti i mezzi che ha a disposizione.

   L’Abruzzo non merita di finire in discarica.


3) VELENI DIMENTICATI    9 febbraio 2012

Tollo, la discarica dei veleni. L’assessore Tiberio: «rischi in caso di esondazione»

«Nell'area sicurezza precaria»


TOLLO. «Un problema c’è,eccome. Se il fiume Venna esonda, il materiale tossico nei sacconi si potrebbe riversare tutt’attorno».
Va dritto al punto l’assessore comunale all’Ambiente ed energia di Tollo, Luigi Tiberio, riguardo ai rischi ancora presenti sul sito dell’ex discarica tra Tollo, Miglianico e Francavilla, meta anni fa di un incontrollato via vai di camion contenenti rifiuti tossici.
La bonifica del sito è stata fatta ma i 337 sacchi pieni di scorie sono in sicurezza, “provvisoria”. In realtà aspettano di essere portati via definitivamente da anni. Servono soldi per trasportarli altrove, smaltirli secondo la legge, e la Regione Abruzzo, più volte sollecitata, non ha mai provveduto.
«Il problema c’è»,dice Tiberio, ma la Regione sembra non considerare l’operazione Tollo una priorità.
«RISCHIO ESONDAZIONE»
Potrebbe accadere che il fiume Venna possa esondare e questo potrebbe coinvolgere l’area del capannone dove ci sono i sacchi e trascinarne i contenuti. L'assessore Tiberio non reputa questa evetualità probabile ma solo possibile.  «E’ successo in passato che il fiume in piena sia esondato allagando l’area in questione. Non mi risulta però che il capannone fosse coinvolto».
Che si tratti di uno stato di sicurezza precaria lo dice il termine stessso: “messa in sicurezza provvisoria”, uno status che richiede continui controlli monitoraggi ed un termine transitorio di giacenza dei rifiuti che invece albergano lì da anni.
Tiberio descrive le operazioni di sicurezza messe in campo per isolare i big bags. «E’ stato fatto un rialzo del piano», racconta, «su cui c’erano i sacchi, appunto per metterli più al riparo da un’esondazione del fiume. Poi, sono stati posti doppi teli di polietilene sui big bags in modo da impermeabilizzarli. Intorno è stato fatto un recinto che dovrebbe rendere la zona inaccessibile».
Un’area talmente sicura ed inaccessibile ma il giornalista Gianni Lannes, nell’ambito della sua inchiesta sulla discarica, riuscì ad entrare nel capannone e ad avvicinarsi ai teli.
Da allora, assicura Tiberio, «sono stati eseguiti controlli sullo stato dei sacchi. A meno che non si verifichi una tromba d’aria che trascini via i sacchi, o un’esondazione, la situazione dovrebbe reggere».
Poi, l’assessore dice di aver visto «dai big bags lacerati, una polvere metallica». In realtà nei 337 sacconi c’è molto di più. Si tratta di «alluminio, fanghi da lavorazione del cuoio (5.267.710 kg), scorie di fusione materiali non ferrosi (3.341,480 kg), scorie fusione materiali ferrosi (132.140 kg), alluminio presente come azoturo, piombo pari a 1.997 mg/Kg, berillio, arsenico, mercurio, tallio in concentrazioni elevate, ammoniaca cloruri eccedenti la norma e di due campioni tossici e nocivi».
TOLLO NELLA MENTE DELLA REGIONE?
Non v’è certezza sul fatto che l’operazione Tollo sia scomparsa completamente dai pensieri della Regione. Una cosa è però acclarata: in tutti questi anni, l’Ente ha fatto spallucce dinanzi al problema. Secondo Tiberio, «il piano di bonifica regionale che si riferisce a discariche solide urbane non prevede nulla in merito a Tollo». Forse, chissà, la Regione potrebbe aver riservato a Tollo un capitolo speciale, o forse niente. L’assessore ha forti dubbi:«bisognerebbe chiedere all’Ufficio Bonifiche della Regione se hanno previsto l’operazione di completamento dei lavori di bonifica a Tollo», dice, «ma credo che la risposta sarà negativa».
Sui motivi dello stallo ci sono molti dubbi. Potrebbe trattarsi della mancanza di soldi in Regione o di qualche intoppo burocratico. L’obiettivo del Comune è chiaro: «qualcuno deve occuparsene», precisa Tiberio, «l’assessore regionale all’ambiente Mauro Di Dalmazio dovrebbe prendere in considerazione questo fatto». Anche il sindaco di Tollo, Angleo Gialloreto, assicura di muoversi in questa direzione.
Marirosa Barbieri


4) Sull'argomento consultare anche l'inchiesta di ZONEDOMBRA.TV del 24 luglio 2013 (raggiungibile cliccando QUI ) e che riproduciamo qui di seguito:
Basta poco per capire la realtà dei fatti. Basta poco, a volte, per toccare con mano quello che viene definito, troppo spesso, solo a parole.
Basta entrare nel capanno della vergogna, a Tollo, dove da anni giacciono più di 300 sacconi ricolmi di rifiuti tossici (piombo, arsenico, alluminio, cromo)  http://www.zonedombratv.it/news/927-tollo-la-discarica-dei-veleni-alcuni-valori-superiori-alla-norma-e-la-regione-prende-tempo  che spettano di essere conferiti in discarica. La Regione Abruzzo nicchia sull'argomento e fa spallucce, sottovalutando la sicurezza dei cittadini. Il Comune lancia appelli e questa storia fatta di vergogna, ed  abbandono si consuma sotto gli occhi dei cittadini e dell'Abruzzo intero.
Giorni fa abbiamo documentato le condizioni del capanno in contrada Venna http://www.zonedombratv.it/news/947-tollo-discarica-dei-veleni-parla-un-cittadino-fanghi-di-conceria-ed-eternit-allaria-aperta-e-nessuno-ne-parla : le nostre telecamere, si sono introdotte, tra sterpaglie e rovi, sul posto immortalando i sacconi sventrati, la presenza di eternit e dei pericolosissimi fanghi di conceria.
Abbiamo raccolto la testimonianza di chi vive a ridosso dell'ex discarica e quella del sindaco di Tollo, Angelo Radica che ci ha detto che “la situazione è sotto controllo; che vengono eseguiti controlli e monitoraggi quotidiani; che non c'è nulla da temere”.
Invece qualcosa da temere c'è: perché la realtà che si presenta ai nostri occhi, una volta entrati nell'ex discarica, è ben diversa da quella dipinta dal sindaco.
Benvenuti a Tollo, città del vino e della discarica della vergogna!
“MONITORARGGIO QUOTIDIANO, SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO”
E' il giorno del mercato in piazza, a Tollo. Una carrellata di bancarelle si alternano lungo il corso principale; i venditori ambulanti si sbracciano per calamitare l'attenzione dei passanti disattenti.
Il sindaco di Tollo, Angelo Radica ci aspetta, nella casa comunale, per parlarci dei rifiuti tossici.
Ed il tema “discarica”comincia a stridere fortemente con il clima di festa che si respira in città: ci sembra di toccare la vita e la morte in un attimo solo.
Sindaco, data la presenza dei rifiuti tossici in contrada Venna, si sente di escludere un pericolo per la sicurezza pubblica?
No, non  mi sento di escludere un pericolo per la sicurezza pubblica perchè i rifiuti sono stipati in un capanno dove l' amianto si è rotto, come segnalato dalla Asl. La situazione è sotto controllo ma rimane pericolosa. Oggi non possiamo intervenire, possiamo solo monitorare. Qualche saccone si è rotto, alcuni valori sono stati superati. L'ultimo esame tecnico ci ha detto che il manganese ed il cromo (che  finora non sono stati tenuti sotto controllo), hanno superato i valori.
Parla con cordialità e tranquillità il sindaco di Tollo. Espressione leggermente corrugata dal sole, sguardo fisso alla nostra telecamera che riprende ogni sua minima smorfia.
“Quel sito è quotidianamente monitorato”, dice, “perchè il Comune paga un laboratorio analisi che tiene sotto controllo l'area. Le analisi vengono poi analizzate periodicamente da un tavolo tecnico cui partecipano l' Arta, la Regione, la Provincia ed il Comune”.
E quanto spende il Comune per questo monitoraggio quotidiano?
Mille euro al mese.
“IL COMUNE SPENDE 1000 EURO AL MESE MA I CONTROLLI SONO RARI”
Il nostro amico Francesco (il cittadino di Tollo che ci ha accompagnato nella visita guidata al capanno della vergogna e la cui casa si affaccia sull'area incriminata) ci racconta che “è impossibile che i controlli vengano fatti periodicamente (e di sicuro non ogni giorno, come sostenuto dal sindaco ndr).
“Premesso che il sindaco sta facendo più del normale per risolvere questa situazione”, dice Francesco, “se il Comune spende mille euro al mese per il monitoraggio o ha delle tecnologie veramente costose o,  lo hanno impapocchiato perchè io, personalmente, abitando sull'ex discarica, nel 2013 ho visto una massimo due volte gli addetti alla manutenzione che, tra l'altro, effettuavano controlli nell'area in cui si trovano i rifiuti interrati e non nel capanno”.
Come si fa a non credere a Francesco visti i sacconi che giacciono nel capanno in pessime condizioni e considerato che, per accedervi, abbiamo dovuto schivare erba, sterpaglie ed ogni sorta di ostacolo naturale?
“Sopra ai sacconi”, continua Francesco, “c'è un telo messo anni ed anni fa ed è anche spaccato. Me li prenderei  io 1000 euro al mese per fare quello che fanno loro”.
E sulla pericolosità dell'area Francesco ha qualcosa da dire.
“Abitando vicino all'ex discarica, mi attivai immediatamente per avere un'idea sull'effettiva pericolosità della situazione. La polizia ecologica provinciale mi disse che il materiale presente in discarica era pericoloso ma non tossico o nocivo. Su questa vicenda ho sentito un vero e proprio terrorismo psicologico”.
Quanto alla probabile correlazione tra la presenza di rifiuti tossici e lo sviluppo di tumori ed altre malattie nella zona, Francesco dice: “in questa contrada so di una  bimba che è morta prima di nascere, di un'altra nata con i piedi storti. Di una vecchietta malata. Ma non c'è alcuna prova che metta in relazione le due cose. E poi, io ho tre figli sani: il primo era nato proprio quando è scoppiato il caso discarica”.
“NEL 2014 CONTIAMO DI COMINCIARE”
“Per il 2014 pensiamo di chiudere la prima fase dell'operazione di conferimento in discarica dei rifiuti”. Lo dice il sindaco di Tollo, con qualche riserva perchè le variabili in gioco sono tante.
Affinchè l'operazione di smaltimento abbia inizio è necessario che la Regione si attivi  sbloccando i fondi necessari e che il Comune faccia la sua parte.
Il problema è che le casse del Comune di Tollo non godono di ottima salute e l'Ente non ha, quindi, la possibilità di cofinanziare l'operazione.
“Oggi il Comune non ha possibilità di accendere mutui”, ha ricordato Radica, “non ci possiamo indebitare. Le risorse correnti sono insufficienti: per questo abbiamo bisogno della Regione. Noi, come Comune, incassiamo 100.000 euro dai fondi per l'edilizia con cui realizziamo opere strutturali. Siamo disposti ad impiegare parte di quei soldi per cofinanziare l'operazione, senza mettere mano alle tasche dei cittadini”.
Ma il Comune ha già fatto qualcosa, secondo il ragionamento del sindaco: ha cioè presentato alla Regione un progetto- preventivo sulla spesa da sostenere per risolvere il caso. Il progetto, realizzato da tecnici esterni al Comune e costato 4000 euro, ha stimato l'importo totale dell'operazione intorno ai 510.000 euro.
IL MISTERO DEI SOLDI PROMESSI DALLA REGIONE E SPARITI 
Attorno all'intera vicenda si avvita un grande mistero: che fine hanno fatto le promesse dell'assessore all'Ambiente, Mauro Di Dalmazio che nel marzo 2012 annunciava lo stanziamento di una parte di fondi (circa 300.000) per la questione Tollo?
Ma soprattutto che fine hanno fatto quei  milioni di euro per ogni Provincia (per risolvere le questioni ambientali) e quei 300.000 euro (per Tollo) che l'assessore si era impegnato a stanziare?
“Ad oggi questi soldi non so se ci sono”, dice il sindaco Radica,“ erano soldi del programma triennale per le bonifiche e non so se sono stati programmati. Bisogna capire queste risorse dove sono. Dalla Regione ci dicono: stiamo vedendo, stiamo vedendo. Questi soldi ci sono ma non si sa dove stanno, non si conosce la destinazione”.
Troppe domande, pochissime risposte e tanta voglia, da parte nostra, di mantenere accesi i riflettori sul caso Tollo, di documentare e continuare a parlarne.
Città del vino, noi non ti molliamo!

Marirosa Barbieri

5) DISCARICA DI TOLLO MALEDETTA: ADESSO LA REGIONE NEGA LA BONIFICA E CI METTE LA PIETRA TOMBALE. 

20 settembre 2013

Sono anni che ci interessiamo della vicenda vergognosa della discarica dei veleni di Tollo e la rilanciamo continuamente anche attraverso una pagina fissa del nostro blog raggiungibile QUI.
In questo spazio potrete leggere tra l'altro l'inchiesta di Gianni Lannes "Ecomafie: strage silenziosa in Abruzzo" che ha raggiunto la cifra record di quasi quarantamila letture e che descrive dettagliatamente gli aspetti assai inquietanti che la percorrono.
Purtroppo questa storia si impoverisce oggi di un nuovo grave episodio: la Regione Abruzzo, dopo tante promesse, comunica di non avere le risorse per procedere alla bonifica.
Amen.
Pensiamo che sia giunta l'ora improrogabile in cui Amministratori e Cittadini non solo delle zone direttamente interessate (e che pagano un conto salatissimo in termini di salute e qualità della vita) si uniscano in un fronte comune irremovibile fino al raggiungimento dell'obiettivo che è non solo la bonifica totale dell'area ma anche la difesa della vita, della convivenza civile, della giustizia e della legalità.
Non ricordiamoci dei Tollesi solo quando assaporiamo il loro ottimo vino. Davanti a simili scempi l'unica casacca da indossare è quella di "essere umano".
Qui di seguito pubblichiamo integralmente l'articolo apparso oggi su PRIMADANOI.IT che vogliamo ringraziare ancora una volta per l'opera di divulgazione costante e precisa su questo argomento.
DA PRIMADANOI.IT DEL 20 SETTEMBRE 2013 (RAGGIUNGIBILE QUI  )

Abruzzo. Tollo, la Regione ora si tira indietro: «niente soldi per la bonifica della ex Sogeri»

Radica: «assurdo che ci lascino soli»

Abruzzo. Tollo, la Regione ora si tira indietro: «niente soldi per la bonifica della ex Sogeri»
l'asessore regionale all'Ambiente Di Dalmazio

TOLLO. «Ci appelliamo all’assessore Mauro Di Dalmazio perché si assuma l’impegno preso e non ci lasci soli nella gestione di un problema che il Comune non può risolvere da solo».

Così il sindaco di Tollo, Angelo Radica, commenta la lettera ricevuta dal dirigente regionale del settore Ambiente, con la quale la Regione Abruzzo comunica di non possedere le risorse necessarie alla bonifica della discarica in contrada Venna, nell’area occupata dalla società Sogeri.
A marzo 2012, a due mesi dalle elezioni, l’assessore Di Dalmazio si era impegnato a girare tra i 200 e i 300 mila euro per risolvere il problema dei 337 sacchi ricolmi di scorie (1500 kg). Lo scrisse in una lettera al predecessore di Radica. Oltre 500 tonnellate di veleni residuati da lavorazioni industriali, composti ad alto contenuto di piombo, arsenico, alluminio e fanghi di fogna provenienti da industrie del nord-est, ma anche abruzzesi e marchigiane, restano ancora in balia di agenti atmosferici in attesa di essere conferiti in apposita discarica.
Una parte di questo micidiale carico è malamente ricoperta, un altra invece nel 2007, interrata in un area con barriera impermeabile e muretto in calcestruzzo e rete metallica, nella operazione di bonifica parziale.
A luglio il primo sentore che i soldi non sarebbero più arrivati, e adesso arriva la conferma da parte del sindaco Radica che ha ricevuto la comunicazione ufficiale.
Tra il sindaco del Pd e l'assessore del Pdl il dialogo sembra interrompersi dopo aver tirato per mesi la vicenda con riunioni e promesse ora la cesura netta senza troppa volontà di rislvere un problema che non appare nè futile nè irrilevante.
«Parliamo di una zona – spiega meglio il primo cittadino – che desta molta preoccupazione e per la quale è realmente necessario un intervento di bonifica, dopo quelli già effettuati di messa in sicurezza. Rimaniamo pertanto sconcertati di fronte a quanto accaduto».

«Appena insediato – racconta il sindaco – abbiamo pertanto provveduto a redigere un progetto in cui prevedevamo il trasporto e lo smaltimento di 300 sacconi, i cosiddetti “big bags”, contenenti rifiuti pericolosi e la sistemazione dell’area circostante».
Non solo. Nel progetto il Comune ha specificato anche l’intenzione di Palazzo di Città di cofinanziare l’intervento. «Non possiamo oggettivamente accollarci una spesa di ben 500mila euro – precisa in merito Radica – perché non possiamo accendere mutui né chiudere le scuole, licenziare i dipendenti e non procedere più con la raccolta differenziata pur di reperire la cifra in questione. Ma, ad ogni modo, vista anche l’estrema necessità di intervenire, ci siamo posti in maniera costruttiva e abbiamo sottolineato la volontà di fare il nostro dovere, cofinanziando la messa in sicurezza dell’area».

Non a caso il Comune di Tollo ha istituito un tavolo permanente, che paga 13mila euro l’anno e proceduto con una serie di analisi periodiche e di sopralluoghi, oltre a sollecitare nel corso dei mesi la Regione Abruzzo, che però, dal marzo 2012, non ha più dato sue notizie.
«Ci lascia pertanto sconcertati – tuona Radica – il fatto che, dopo mesi di silenzio, l’ente ci dica ora di non avere più risorse, richiamandoci anche al dovere. Quanto accaduto mi lascia pensare che, allora, questi soldi prima non c’erano o, se c’erano, che sono stati tolti. Non è giusto lasciare solo sulle spalle di un Comune un intervento di questa portata, che comunque desta forte preoccupazione tra la popolazione, interessando non solo Tollo ma anche l’area circostante. Ci appelliamo pertanto all’assessore Di Dalmazio affinchè tenga fede a quanto promesso nel 2012. Noi siamo disposti a fare la nostra parte, ma non possiamo essere lasciati soli».

6) Aggiornamenti dal tavolo di lavoro sulla discarica - riunione del 19 febbraio: considerazioni. (22 febbraio 2014)



Tollo e dintorni.

         Il Sindaco di Tollo ha convocato 1l 19 u. s. il tavolo di lavoro sulla discarica SoGeRi  (rappresentanti dei 6 comuni limitrofi, del WWF-Abruzzo, di NSC e del Comitato No Petrolio, nonché altri intervenienti politici e sindacali).
       Lo stato della pratica è stato presentato, in grande sintesi, nel seguente modo: non ci sono passi avanti nella materia degli adempimenti col privato coinvolto, che sono indispensabili a legittimare sia azioni passate che venture; non ci sono risultati del monitoraggio (= letture nei piezometri) che suggeriscano un’esposizione immanente a rischi di inquinamento; non ci sono quindi le condizioni, neanche formali, per ottenere (dalla Regione o da altri) almeno una parte del finanziamento (un po’ più di mezzo milione) al progetto di bonifica in mano al Comune.
      Gli interventi unanimi al tavolo di lavoro hanno consigliato al Sindaco di procedere a definire la situazione di rischio attraverso una perizia idrogeologica, eseguita possibilmente da “consulenti istituzionali”, individuare eventualmente lì le circostanze di urgenza e poi procedere di conseguenza secondo le proprie competenze.
      Questo consiglio non è attuabile senza risolvere prima le questioni con la proprietà privata; inoltre non ci si deve legare in modo assoluto al Progetto sostenuto dal Comune e, quindi, concentrarsi solo nella “raccolta” virtuale dei soldi occorrenti, ma tenersi aperti a ogni altra soluzione che le circostanze renderanno fattibile.
      È da tenere infine presente che già tali questioni col privato comportano obblighi tempestivi per il Sindaco; ma che inoltre al Sindaco competono comunque altri obblighi d’intervento, che si accrescono sia quando la perizia idrogeologica non si faccia sia quando essa individui (come si presume) un rischio immanente.
      Questi concetti, che erano già stati proposti nella riunione precedente del tavolo sia dal WWF che da NSC, sono stati pronunciati e ribaditi in modo unanime da tutti gli intervenuti e ritenuti coerenti con i necessari principi di legalità e trasparenza. Nessuno ha proposto di aprire o alimentare un contenzioso verso altre istituzioni con lo scopo di coinvolgerle, o scaricare su di loro, una parte delle responsabilità , che rimangono del tutto definite dalle leggi esistenti. 
TG
 

3 commenti:

Volontario ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Volontario ha detto...

Spero si faccia luce anche su altre dubbie discariche locali, es San Vito Chietino e Lanciano!

NUOVO SENSO CIVICO ha detto...

Caro "Volontario" per far fede al tuo nome ti chiediamo di essere più preciso in modo da poter approfondire la questione, altrimenti restano parole al vento...