L’ENI ha magistralmente scatenato la sua contro offensiva in sordina, già alla fine di agosto, con alcuni articoli apparsi su alcuni quotidiani nazionali che decantavano, oltre il senso del ridicolo, la qualità della vita nei luoghi in cui esistono impianti petroliferi!
Subito dopo con un crescendo continuo sono apparsi interventi di vari esponenti sindacali armonicamente seguiti dall’aut aut (!) del presidente della Confindustria abruzzese Calogero Marrollo nei confronti del Consiglio regionale abruzzese; aut aut apparso su tutti i quotidiani locali e su alcuni nazionali in cui il presidente dava senza mezzi termini dei pasticcioni ai membri della giunta!
Non risultano repliche adeguate da parte dei membri della Giunta, che hanno incassato l’insulto in silenzio.
Non è certamente un caso che l’esternazione del presidente Marrollo sia avvenuta tramite l’AGI (l’agenzia giornalistica dell’ENI) come non è certamente casuale il fatto che il presidente sia coinvolto direttamente con sue aziende o attraverso consorzi nella costruzione delle infrastrutture della raffineria.
Mentre avveniva tutto questo gli emissari dell’ENI hanno fatto pressioni sui proprietari dei terreni, su cui dovrebbe sorgere la raffineria di Ortona, per fare si che la firma degli atti di vendita coincidesse con la pubblicazione della sentenza del TAR; sentenza stranamente tenuta nel cassetto per mesi e a quanto pare tirata fuori ad arte nel momento ritenuto giusto da una regia neanche troppo occulta.
La reazione della gente comune, di associazioni di categoria, di alcuni sindaci ed esponenti politici è stata immediata; la conseguente manifestazione per la raccolta fondi, destinati all’acquisto dei terreni per bloccare così la costruzione della raffineria, è stato sicuramente un atto positivo ed un messaggio di grande impegno civile.
Purtroppo è stato anche un atto tardivo, attivato dall’emotività del momento e non frutto di una strategia organica; è la conferma di come un comitato, per quanto motivato, non possa gestire da solo problemi di così grande portata soprattutto se è avviluppato sui suoi problemi interni e concentra su poche persone le sue scelte, oltretutto circoscritte su un territorio limitato.
È necessario imparare dai propri errori perché gli avvenimenti di questi giorni sono solo l’inizio di uno scontro che diventerà sempre più difficile e complesso e che per vincerlo non basta l’indignazione della gente durante un comizio di auto referenziazione!
È necessario promuovere un FORUM per riunire TUTTI i gruppi, i movimenti e le associazioni sparse nell’intera Regione per sviluppare insieme una nuova strategia.
Il petrolio ed il centro oli pur nella loro gravità sono solo il sintomo di una malattia che investe tutto l'Abruzzo e che si manifesta attraverso le continue richieste per attività devastanti sia per l’ambiente che per la salute.
Queste richieste, che non vengono neppure proposte in regioni dove il rispetto per l’ambiente ed il senso civico sono presenti, se in Abruzzo vengono accolte con facilità ci sarà pure un motivo!
Il motivo di tutto ciò risiede in una gestione del territorio greve e superata, totalmente asservita agli interessi economici di pochi con la complicità di alcuni amministratori incapaci se non collusi e di una scarsa presenza di senso civico tra i cittadini.
Combattere e soprattutto fermare l’invasione petrolifera della regione è importante per due motivi.
Il primo riguarda le ricadute negative sul territorio in termini di degrado della qualità della vita, della salute e dell’economia.
Il secondo per la portata dello scontro verso realtà multinazionali dotate di immense disponibilità economiche e di servizi di intelligence e di pressione in grado di raggiungere e coinvolgere a tutti i livelli istituzioni, esponenti politici, sindacati ed organi di informazione.
Vincere la battaglia del petrolio significa pertanto poter rintuzzare tutti gli altri numerosi attacchi alla nostra Regione, molti dei quali sono già in atto da tempo e come sempre coperti da omertà traversali!
È dimostrato come nei luoghi in cui il potere amministrativo soggiace al potere economico c’è inquinamento, degrado sociale e la democrazia langue mentre prospera invece la delinquenza organizzata ed i cittadini vengono declassati a livello di sudditi.
Dobbiamo pertanto fare pressione su tutta la classe politica ed amministrativa abruzzese perché definisca con chiarezza qual è il nostro modello di sviluppo per i prossimi anni e quindi fare in modo che lo difenda attraverso l’emanazioni di Leggi chiare ed efficaci, con interventi verso il Governo centrale e quando necessario sino al Parlamento Europeo ed alla Corte di Strasburgo..
Per ottenere questi risultati dobbiamo dare vita ad un nuovo schieramento allargato a tutto l’Abruzzo che pur rispettando le specifiche autonomie, le diversità, i nomi e l’origine dei movimenti e dei comitati sia traversale ed aperto e che agisca secondo una strategia comune e condivisa.
Infine per tranquillizzare tutti coloro che aderendo ad un nuovo e più vasto schieramento temono di perdere visibilità e la propria presunta leadership segnaliamo che questo nuovo fronte di opposizione, come è scritto all’entrata di una delle più antiche assise democratiche del mondo, proprio perché aperto e traversale sarà governato da Primi tra Pari.
Ci teniamo al vostro parere per sviluppare i temi e programmare la data ed il luogo del FORUM.
1 commento:
Rispondo alla lettera di Antonello Tiracchia.
Diceva Machiavelli che chi vuole scendere (dunque è già un abbassarsi...)in politica "dee (deve) farsi golpe (volpe)da fiutare le trappole e lupo da intimorire i nemici". Antonello Tiracchia non è né l'una, né l'altro e dunque, per nostra fortuna, non cederà mai alle lusinghe di gente falsa e profittatrice. Una volta esistevano gli uomini "politici" che si occupavano della politica intesa come governo di un Paese in funzione di migliorarlo; oggi esistono uomini "di partito" che ricorrono a tutti i mezzi per farsi eleggere in Parlamento per poter "fare affari" soprattutto per le proprie tasche e quasi sempre a discapito del Paese.
Antonello Tiracchia non appartiene neppure a questa categoria. Egli ha eletto a suo "paese" Lanciano,dopo aver girato per l'intero mondo, tornando alle radici che il padre Mario aveva avuto lì. E' dunque in grado di apprezzare meglio di chi ci vive da sempre, le straordinarie bellezze e risorse della zona. Sì, perché chi abita a Lanciano da sempre "da per scontate" certe cose che invece Antonello ha "conquistato" nel trasferirsi e nello scegliere di essere abruzzese. E' fiero di esserlo e proprio per questo cerca di difendere ciò che lo circonda, laddove venga minacciato.
E' proprio questo il punto: qualcuno potrebbe intendere che, siccome non è volpe o lupo, allora non sa combattere. Egli invece non vuole scatenare la guerra, poiché non è un violento, ma nel momento in cui la sua "patria" è minacciata riesce a moltiplicare le sue forze di antico stampo abruzzese per poter affrontare i nemici con la forza di cento lupi abruzzesi.
In questo periodo è impegnato a combattere con tutto se stesso contro la tracotanza e la prevaricazione, spacciate per "benessere per la comunità", che apporterebbero danni enormi al territorio e alla salute di tutti, oltre che milioni di euro nelle tasche di pochi.
Vi scrivo perché conosco Tiracchia da quando entrambi abitavamo al n°22 di Via Albimonte a Roma e avevamo i calzoni corti. Dunque so quel che dico. Lo stampo delle persone come lui è stato biffato. Teniamocelo caro e aiutiamolo nella sua battaglia e in quella che deve servire a tenere lontani i "lupi" politici.
Antonello, grazie per quello che fai. Tieni duro, sei nel giusto.
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