Gentili Consiglieri,
tutti noi conosciamo le oggettive preoccupazioni di voi, superstiti di un percorso drasticamente interrotto dall’intervento della magistratura, ma vi invitiamo ad apprezzare, a sostenere ed emulare l’impegno di alcuni vostri colleghi che, nonostante la frenesia pre elettorale che pervade l’Assise e lo scenario politico, continuano a fare il loro dovere battendosi ed impegnandosi per salvare l’Abruzzo dallo sfascio ambientale ed economico.
Già dai primi di settembre è iniziata la controffensiva dell’‘ENI e dei suoi alleati contro l’ondata di buon senso e di impegno civile che, da vari mesi, sta finalmente scuotendo le coscienze degli abruzzesi, soprattutto della provincia di Chieti, grazie allo strenuo lavoro di comitati e movimenti spontanei e grazie alle iniziative della Chiesa cattolica, di numerose unioni di Comuni e di qualcuno di voi.
I primi segnali della controffensiva lanciata dall’ENI sono arrivati da grandi esperti di economia come alcuni rappresentanti sindacali abruzzesi che, supportati da qualche articolista incapace di firmarsi con il proprio nome, hanno pomposamente esposto, in un italiano a volte approssimato, le loro proposte per un sottosviluppo insostenibile.
Tra tutti ha però giustamente tuonato la bordata del Presidente della Confindustria Abruzzese Calogero Marrollo che con un lancio stampa effettuato dall’AGI (agenzia stampa di proprietà dell’ENI!) vi intima di mettervi in riga dettandovi un aut aut in merito alla costruzione dell’ormai famigerato centro oli di Ortona, nella cui costruzione è coinvolto lo stesso Marrollo attraverso varie società e consorzi di impresa.
Sindacati, Confindustria e qualche giornalista fanno finta di ignorare oppure conoscono a sommi capi che il Consiglio regionale nel sovrano e libero esercizio delle sue prerogative, ha sottoscritto e promulgato, con la sola esclusione di un membro, la Legge regionale n. 2 del 4 marzo 2008 (pubblicamente definita “un pasticcio” dal Presidente Calogero Marrollo che in tal modo vi ha automaticamente definito dei pasticcioni!) che vieta di fatto la costruzione di questo impianto per le nefaste ricadute sull’ambiente, la salute, l’agricoltura, il turismo e l’economia in genere di una vasta area del territorio abruzzese.
Eppure, nonostante ciò, l’Eni procede con i lavori di costruzione dell’oleodotto e non ha annullato le commesse ai suoi fornitori per le strutture del centro oli.
Ma anche i lavori di trasformazione di Ortona in porto petrolifero continuano tranquillamente, lavori di trasformazione del porto finanziati con soldi pubblici a quanto pare anticipati dalla Deutsche Bank per favorire di fatto attività di alcune aziende private che grazie a questo investimento avranno notevoli vantaggi mentre gli ortonesi comuni avranno da queste scelte basate sulla disinformazione solo svantaggi e danni!
Nel frattempo, tra il più totale disinteresse del Consiglio regionale, oltre all’ENI due società straniere (la Petroceltic irlandese e la MOG inglese) si sono aggiudicati numerosissimi permessi di ricerca e coltivazione di petrolio e gas dalla Maiella all’intera costa abruzzese per un’estensione paragonabile a circa il 35% dell’intero territorio!
E voi sapete bene, perché non è ammissibile che non lo sappiate, che questa nuova invasione barbarica porterà all’Abruzzo insignificanti ed effimere ricadute economiche ed occupazionali a fronte di danni devastanti e duraturi per l’ambiente, per la salute umana e per l’economia agricola e turistica!
Ed ancora, l’ENI, nonostante il veto della legge regionale 2/2008, sta cercando di perfezionare i compromessi di vendita con i proprietari dei terreni agricoli su cui dovrebbe insediarsi il complesso petrolifero.
Solo alcuni di voi Consiglieri hanno preso posizione, per quanto larvata, per cercare di aiutare questi agricoltori sottoposti dagli emissari dell’ENI a pressioni di ogni genere al punto da essere interpretate come delle vere intimidazioni pur di ottenere il perfezionamento dei compromessi di vendita, compromessi che sembrerebbero comunque già scaduti e con vizi di forma.
Proprio per oggi l’Eni ha convocato i proprietari presso uno studio notarile di Ortona; quanti di voi assisteranno legalmente e moralmente questi uomini, lasciati soli di fronte a responsabilità più grandi di loro?
In pratica l’indifferenza o la scarsa conoscenza dell’argomento da parte di gran parte di voi ha delegato il futuro dell’intera Regione, in termini di salute, sviluppo economico e degrado ambientale, nelle mani di una dozzina di agricoltori su cui nessuna struttura pubblica o esponente politico ha fatto una qualsiasi azione di sostegno o, cosa ancor più grave, di informazione.
Il 30 novembre si avvicina sempre di più e così vi rimane ancora poco tempo per riscattare il vostro buon nome di amministratori probi e difensori della cosa pubblica, non fatevi scappare questa occasione per recuperare immagine e dignità agli occhi di noi cittadini!
Per quanto ci riguarda se il così detto centro oli di Ortona venisse mai costruito vi informiamo che siamo già pronti a finanziare la costruzione di numerosi monumenti lapidari, come quelli che esistono in tutte le nostre piazze e sedi comunali a ricordo dei caduti in guerra; su questi monumenti verranno scritti a chiare lettere non i nomi di chi ha provato a combattere il centro oli e tutto quanto ad esso connesso, bensì quelli di coloro che ne hanno sostenuto e quindi permesso la costruzione in modo tale che le generazioni future, quelle che avranno i maggiori danni da tale scempio, a decine e decine di anni dalla chiusura dei pozzi e degli impianti sapranno ogni giorno chi maledire per le loro disgrazie.
Con viva preghiera di riflessione!
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