Quando
per imporgli qualcosa gli ripetevano “Non
ti preoccupare, è niente, non ti fa niente” il mio compianto suocero
Eustachio ribatteva così: “Cende gnènte
accìse l’asene” (perdonate la trascrizione improvvisata) ossia “Cento
niente hanno ucciso l’asino”. Più chiaro di mille trattati.
La
saggezza popolare ci viene in soccorso anche per le nostre vicissitudini legate
all’inquinamento e alla qualità della vita perché ci dice papale papale che il dato decisivo è la sommatoria dei
singoli fattori (nel nostro caso nocivi e inquinanti) rispetto alle parti
isolate tra di loro. Il tutto è appunto maggiore e molto spesso peggiore della
somma delle sue parti.
Questa dev’essere la
linea-guida principale per qualsiasi comportamento individuale ma soprattutto
per le scelte delle amministrazioni pubbliche. Va da sé che ci rivolgiamo come al solito al
nostro Sindaco invitando chiunque a fare altrettanto per il proprio Comune di
appartenenza: bisogna avere una visione
globale dei vari fattori inquinanti (dal traffico agli impianti di tutti i
tipi, dai rifiuti alle discariche, dai ripetitori alle coperture in amianto e
via discorrendo) per avere un quadro
organico della situazione e procedere decisamente ad una progressiva ma
drastica riduzione dei rischi.
Non
possiamo accettare nuove fonti nocive alla salute solo perché inquinano “entro
i limiti di legge” come nel caso della centrale a biogas di Villa Pasquini. Anche perché, lo ricordiamo a chi ha la
vista corta, nei dintorni di Villa Pasquini ci sono già la discarica di Cerratina in
piena attività, l’ex discarica di Serre con la sua preoccupante eredità, la
zona industriale in Val di Sangro, ecc. ecc.
Di
più un’amministrazione comunale ha il diritto/dovere di fare pressione su
quelle vicine che accettano l’installazione sul proprio territorio di impianti
inquinanti (vedi centrale a biomasse e sansificio a Treglio oppure turbogas
a Ortona e via discorrendo) perché l’aria non ha confini e le polveri nocive
trasportate dal vento possono percorrere centinaia di chilometri.
Riepilogando:
se mangio cento porzioni normali di alimenti diversi alla fine creperò di
indigestione come se ne avessi ingurgitato uno solo in enormi proporzioni. Questo
è un risultato ormai acquisito in medicina e nelle scienze in generale ma che
ha enormi difficoltà ad affermarsi in altri ambiti come la politica, al cui
interno spesso prevalgono ragionamenti e interessi molto meno lungimiranti.
Ebbene
è giunto il momento di dire basta ai tentennamenti ed alle scelte fatte
letteralmente sulla pelle delle persone: Sindaco
Pupillo e Assessore Tascione, da amministratori e conoscitori della cultura
abruzzese ma soprattutto da uomini di scienza quali siete, ci aspettiamo che
sappiate interpretare al meglio il detto popolare di cui sopra.
Tutti
gli asini, ma prima di tutto le donne e gli uomini della nostra terra ve ne
saranno riconoscenti per sempre.
Franco Mastrangelo
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