venerdì 1 giugno 2012

TERREMOTO E CATASTROFI EVITABILI: OCCORRE UN "NUOVO CORSO"

DEDICATO A FOREST OIL & Company: FIDARSI E’ BENE, NON FIDARSI E’ MEGLIO (E TI SALVA LA VITA)
Abbiamo già evidenziato nel precedente post di mercoledì 30 maggio (vedi: http://nuovosensocivico.blogspot.it/2012/05/trivellazioni-causano-sismicita-la.html ) che le perforazioni per l’estrazione di petrolio e gas naturale, secondo autorevoli fonti scientifiche, possono favorire l’aumento della sismicità nelle zone in cui vengono effettuate. Non è trascurabile l’annotazione che l’Emilia Romagna, fino a qualche anno fa considerata a basso rischio sismico, è una delle regioni italiane maggiormente aggredite negli ultimi decenni da trivellazioni diffuse a terra e in mare.
Adesso vogliamo segnalare l’ulteriore catastrofe evitata in quella zona, il mega-deposito di gas previsto in località Rivara, a due passi dall’epicentro del terremoto:

dalla Redazione di Liquida:
Emilia: quel futuro deposito di gas nell'epicentro del sisma

Dopo il sisma del 20 maggio, il Governo fa dietrofront sulla costruzione di un deposito di gas a Rivara, nel modenese: se fosse stato già attivo sarebbe stata una catastrofe


Il deposito di gas di Rivara non si farà più. Dopo il sisma che ha colpito l'Emilia lo scorso 20 maggio, il ministro dell'ambiente Corrado Clini fa dietrofront sul progetto di Erg, voluto da Giovanardi e approvato dai governi Prodi e Berlusconi. La frazione di Rivara, nel comune di San Felice sul Panaro, si trova vicinissima all'epicentro del sisma e se il deposito fosse stato già operativo, si sarebbe dovuto fare i conti con una potenziale tragedia.

Ancora da Il Sole 24 Ore del 30 maggio 2012 (articolo di Deborah Dirani):
[…] Per capire la portata del progetto occorrono altri due numeri: al culmine della struttura, la pressione statica di giacimento a serbatoio pieno sarà di 289.9 bar, mentre quella dinamica, varierà da circa 223 bar al termine della fase di erogazione a 299,9 bar alla fine della fase di iniezione. Un botto di energia che fosse stato sollecitato dalle scosse di questi giorni, probabilmente, avrebbe raso al suolo ogni casa, capannone o palazzo nel raggio di chilometri.
[…]Molti ora dicono: se fosse stato in uso col terremoto sarebbe esploso o uscito fuori il gas. «E' possibile ma non è sicuro», spiegano al ministero dell'Ambiente.

MA PERCHE’ DOVREMMO CORRERE RISCHI DI QUESTO GENERE?

E’ la domanda che giriamo alla Forest Oil ed al suo inaccettabile progetto di estrazione e raffinazione a Bomba con i possibili rischi di cedimento della diga oltre a tutti gli altri danni collaterali. 
E’ la domanda che rivolgiamo a tutti quelli che sostengono progetti contrari alle vocazioni dei nostri luoghi, nocivi per la salute pubblica e del tutto privi di ricadute positive in termini economici e occupazionali.

Ma perché non si fa come negli Stati Uniti negli anni ’30 con il Presidente Roosvelt dando il via ad un “Nuovo corso” (New deal) per contrastare la crisi e la disoccupazione senza distruggere il paesaggio ma anzi lavorando per rimetterlo in sesto?
Occorrerebbero delle grandi opere pubbliche da gestire in collaborazione con le imprese private sane per salvaguardare e valorizzare tutto il nostro formidabile patrimonio nazionale con interventi preventivi che mettano in sicurezza case scuole e ospedali, beni artistici e chiese, edifici pubblici e strutture produttive. Che bonifichino i siti inquinati e i tetti in amianto, che impediscano alluvioni e disastri rispettando le giuste esigenze della natura senza provocarla con interventi distruttivi. Che esaltino tutte le nostre straordinarie ricchezze storiche, artistiche, culturali e di tradizione.

PREVENIRE E’ PRIMA DI TUTTO GIUSTO E FAVOREVOLE PER TUTTI E POI E’ NOTEVOLMENTE MENO DISPENDIOSO DEGLI INTERVENTI EMERGENZIALI SUCCESSIVI ALLE TRAGEDIE.

CON UN’OPERAZIONE DI QUESTO GENERE NON SOLO SI RIDAREBBE IL GIUSTO SPLENDORE ALLE BELLEZZE TERRITORIALI SALVAGUARDANDO LA SALUTE DEI CITTADINI MA SI CREEREBBERO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO “PULITI” PERMETTENDO UN RILANCIO DELL’ECONOMIA BASATO SULLE NOSTRE CARATTERISTICHE INIMITABILI.

Certo, subito si alzeranno le voci contrarie non sempre in buona fede, ma chiedetevi:  dove ci hanno portato le loro ricette? Che benessere duraturo per la collettività hanno creato tutti quegli interventi che hanno favorito sempre i pochi soliti noti insieme ad amici e furbetti della politica?

“The Times They Are a Changin’ “, se non ve ne siete accorti (grazie Bob).

fm


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