Nel nostro precedente post abbiamo detto di come sia giunta l'ora per politici ed Amministratori pubblici di fare qualcosa di concreto in favore del "territorio" di cui così spesso si riempiono la bocca.
Il Sindaco di Lanciano avrà nei prossimi giorni un'ottima occasione per dimostrare quanto tiene al "benessere" dei suoi concittadini e per applicare fattivamente uno dei punti del suo programma (vedi sopra) per il quale è stato eletto con grandi aspettative dalla maggior parte dell'elettorato lancianese:"Opposizione alla petrolizzazione e all'insediamento di qualsiasi impianto inquinante nocivo per la comunità".
Bene, l'occasione è data dalla Conferenza dei Servizi del prossimo 20 giugno a Pescara nella quale è stato invitato, in veste di massima autorità sanitaria locale, a dire la sua sulla centrale a Biogas in costruzione a Villa Pasquini (località Bel Luogo).
Siccome Nuovo Senso Civico ha seguito fin dall'inizio tutta la vicenda in maniera molto approfondita riteniamo utile ed opportuno riassumere al Sindaco ed alle altre rappresentanze istituzionali (sotto forma di "Osservazioni" che pubblichiamo integralmente qui di seguito) tutte le conclusioni a cui siamo giunti con l'ausilio di autorevoli collaborazioni scientifiche e che ci spingono a chiedere una rapida soluzione utile all'intera comunità.
Per l'ennesima volta dimostriamo di non essere semplicemente quelli del "NO" a priori, ma motiviamo in maniera dettagliata le nostre posizioni e proponiamo anche delle possibili vie d'uscita che garantiscano tutti.
NOI LA NOSTRA PARTE L'ABBIAMO FATTA: ADESSO CI ASPETTIAMO CHE IL SINDACO-MEDICO PUPILLO FACCIA ALTRETTANTO.
LE OSSERVAZIONI DI NUOVO SENSO CIVICO:
Al Sindaco del Comune di Lanciano Dott. Mario Pupillo
Al Presidente della Provincia di Chieti Enrico
di Giuseppantonio
All’Assessore
all’Ambiente della Prov.di Chieti Eugenio Caporrella
All’Assessore
all’Ambiente del Comune di Lanciano Dott. Evandro Tascione
All’ARTA – Distretto Provinciale di Chieti –
Via Spezioli, 52 Chieti
Alla
Responsabile Dott.ssa Iris Flacco -Sportello Regionale per l’Energia Pescara
Alla ASL 2 Abruzzo Lanciano/Vasto/Chieti
- Lanciano
In
occasione della prossima Conferenza dei servizi convocata presso lo Sportello
Regionale per l’Energia di Pescara per il giorno 20 giugno 2012 alle ore 10 per discutere della
realizzazione della Centrale a Biogas in località Bel Luogo (Villa Pasquini) a Lanciano da parte della
Società A.T.A. Energia Soc. Agricola srl e nella quale il Sindaco di
Lanciano è invitato ad esprimersi in qualità di autorità sanitaria locale,
L’ASSOCIAZIONE NUOVO SENSO DI CIVICO DI LANCIANO,
essendo
impegnata da anni nello
studio degli effetti inquinanti prodotti dalle centrali a
biomasse e biogas in stretta collaborazione con autorevoli docenti
universitari, esperti della materia a livello nazionale ed internazionale e con
l’ausilio di dati e documenti scientifici in argomento, avanza le seguenti
osservazioni sulla realizzazione della Centrale a biogas in oggetto invitando
il Sindaco, nella veste di massima autorità sanitaria locale dotata di ampi
poteri al riguardo, di farsene portavoce in difesa della salute e della qualità
della vita dei suoi concittadini.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Centrali a biomasse e biogas: conseguenze sulla
salute
1) Le
Centrali a
biogas sono una variante della più generale categoria delle centrali a
biomasse;
2) Tali centrali, in misura variabile in base alle
tecnologie e soluzioni adottate, sviluppano sostanze altamente inquinanti come dimostrato da autorevoli studi scientifici
nazionali ed internazionali (dei quali forniamo un’ampia biografia in appendice)
e da tre convegni nazionali tenuti a Lanciano il 13/3/2011 e a Vasto il 5/11/2011 organizzati
direttamente da Nuovo Senso Civico e l’ 11/3/2012 di nuovo a Lanciano ai quali è
intervenuto uno dei maggiori esperti dell’argomento, il Prof.
Federico Valerio Responsabile del Dipartimento di Chimica ambientale
dell’Istituto di Ricerca sul cancro di Genova. Le relazioni svolte hanno
evidenziato come le
centrali a biomasse inquinino decine di volte più di quelle a
metano e perfino il doppio di quelle a carbone causando un netto peggioramento
della qualità dell’aria, del suolo e dell’intero habitat circostante;
3) Tra i vari inquinanti prodotti possiamo annoverare le
polveri sottili e ultrasottili, gli ossidi di azoto e di carbonio, i furani, i
metalli pesanti, l’ozono e soprattutto 4 sostanze ufficialmente classificate
“cancerogene” dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) quali il benzene,
la formaldeide, le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici. La pericolosità di questi composti non è dovuta solo
alla loro concentrazione nell’aria inalata ma anche alla loro deposizione sul
suolo ed all’accumulo crescente nella catena alimentare con effetti negativi
sulla salute umana;
4) un altro elemento di inquinamento è rappresentato dal
trasporto su camion delle
biomasse in quanto nella maggioranza dei casi le sostanze da trattare
provengono da centinaia se non migliaia di km. di distanza dalle centrali, in
barba all’auspicabile “filiera corta o cortissima” ed alla presunta risoluzione
di problemi locali di smaltimento di scarti alimentari o di bestiame;
5) per quanto riguarda in particolare le centrali a biogas
alimentate a mais (silomais,
insilati, ecc.) bisogna dire che nel caso di centrali da 1 MW per la produzione
occorrono 300/400 ettari di terreno che andranno seminati e soprattutto trattati
chimicamente perché per il mais che non ha fini alimentari ma che serve per
produrre energia si può ricorrere ad un uso dissennato di fertilizzanti e
antiparassitari che inquinano, minano la fertilità dei terreni e consumano uno
sproposito di acqua andando a compromettere l’intera agricoltura tradizionale
che, come vedremo, andrà a subire ulteriori danni di natura economica da questo
proliferare indiscriminato;
6) Citiamo testualmente un altro possibile rischio
segnalato da Carlo Petrini fondatore di “Slow Food”, una delle personalità
italiane più ascoltate e apprezzate nel mondo: “E stanno venendo fuori nuovi problemi. Pare che in Germania,
leader in Europa per il biogas, affiorino delle perplessità. C’è anche chi
ha ipotizzato che le contaminazioni da e.coli che hanno paralizzato il mercato
dell’ortofrutta continentale l’anno scorso fossero state causate dalla
diffusione di digestati da biogas non proprio “puliti”. Se gli scarti non
rimangono nelle aziende e cominciano a viaggiare, controllarli diventa molto
difficile. Per ora nessuno ha smentito queste tesi, ma basti dire che la
Svezia, altro Paese all’avanguardia da anni, obbliga a pastorizzare i liquami
in ingresso e i concimi in uscita dalle aziende per evitare contaminazioni. Forse
non è nemmeno un caso che la Regione Emilia Romagna nelle sue linee guida
abbia vietato gli impianti a biogas nei territori dove si produce il Parmigiano
Reggiano. È un pericolo che andrà approfondito, ma non osiamo
pensare cosa potrebbe succedere se s’inizieranno – come alcuni detrattori
prevedono – a utilizzare senza controlli i rifiuti urbani umidi.” (da
“La Repubblica” del 9 maggio 2012).
Recenti prese di posizione del Parlamento Europeo dimostrano che è in
atto un ripensamento perfino a livello comunitario in quanto le biomasse in
generale potrebbero minacciare gli obiettivi di riduzione di Co2 dell’Europa;
7) Non ultimo le centrali a biomasse, con specifiche
autorizzazioni successive, possono diventare inceneritori di rifiuti
industriali o rifiuti solidi urbani RSU come già avvenuto tra gli altri nel caso emblematico
dell’inceneritore di Massafra (TA) di proprietà Marcegaglia nato come impianto
a biomasse e che dal 2005 brucia CDR (Combustibile Da Rifiuti ora CSS-
Combustibile Solido Secondario) per 94mila tonnellate l’anno e che ha ricevuto
migliaia di tonnellate di rifiuti durante la “crisi di Napoli”. Con l’emergenza rifiuti sempre più alle
porte in Abruzzo è un rischio che non possiamo permetterci di correre, ma
che diventa sempre più concreto con le decine di richieste di aperture di nuovi
impianti del genere nella nostra regione per i quali occorrerebbero enormi
quantità di materiali da utilizzare oltre ogni ragionevolezza.
Centrali a biomasse e biogas: conseguenze economiche
- Dal punto di vista economico le centrali a biogas possono danneggiare l’economia locale perché come abbiamo visto occorrono grandi quantità di terreni per la produzione di mais e derivati (quando questi non provengano da fuori zona con le conseguenze nocive di cui sopra) e quindi gli agricoltori spesso devono affittarne di nuovi permettendosi di pagare prezzi fuori mercato vista la redditività del biogas (vedi sotto) e facendo così concorrenza a chi vorrebbe fare agricoltura sana e tradizionale e non può permettersi prezzi d’affitto anche tre volte superiori a quelli di mercato, così come è spesso accaduto per esperienze simili in altre regioni;
- Oltre agli agricoltori potrebbero subire un danno economico anche i produttori di mangimi a seguito della diminuzione della produzione locale e del conseguente aumento dei prezzi che andrebbero a ripercuotersi negativamente sugli allevatori ed infine sui consumatori finali;
- La presenza di centrali a biomasse e biogas può comportare, come già avvenuto in esperienze del genere, una svalorizzazione dei patrimoni immobiliari circostanti quali case e proprietà varie;
- il proliferare di questi impianti è un grande affare per chi li realizza e gestisce grazie ai generosi contributi di denaro devoluti con il discutibile meccanismo dei “certificati verdi” in base al quale chi produce elettricità da fonti rinnovabili riceve un finanziamento diretto da tutti gli utenti italiani che si vedono prelevare dalla bolletta elettrica (voce A3) una sovrattassa di circa il 7% destinata a questi impianti. Chi produce energia elettrica da queste centrali si vedrà riconosciuto un prezzo di 0,28 al kilowatt contro gli 0,07 del prezzo di mercato, creando distorsioni evidenti nella concorrenza e facendo così pagare due volte l’elettricità agli utenti. Quindi visto che in definitiva sono i cittadini che finanziano questi impianti è giusto che siano messi al corrente dei progetti, informati in maniera imparziale e interpellati prima di ogni rilascio di autorizzazione. Ed è doveroso ascoltarli quando pretendono nuove regole, certe e più restrittive, in modo da incentivare soltanto gli impianti che producano davvero energia pulita senza compromettere l’agricoltura e l’economia tradizionale in genere.
Il fabbisogno elettrico giornaliero: in Italia non serve nuova energia
Basta
consultare il sito del gestore TERNA per avere l’evidenza in tempo reale che in
Italia c’è un’offerta di energia elettrica praticamente doppia rispetto al
fabbisogno giornaliero (110 Gigawatt di potenza installata a fronte di una richiesta che non supera di
media i 50 Gigawatt, soprattutto in un periodo di grave crisi economica come il
presente).
Il
Presidente nazionale dell’APER (Associazione Produttori Energie Rinnovabili) Agostino
Re Rebaudengo dichiara testualmente: “Noi attualmente abbiamo una
capacità produttiva in grado di fornire il doppio dell’energia elettrica che
consumiamo. Gli impianti a gas e petrolio funzionano spesso al 40% delle loro
capacità.” (da “Sette Green-Corriere della Sera” del 22 marzo 2012)
Quindi
non abbiamo bisogno di ulteriore energia come vorrebbero farci credere molti produttori e comunque una
rimodulazione delle fonti dovrebbe prevedere, oltre ad una drastica riduzione
degli sprechi, l’abbandono progressivo ma deciso delle fonti fossili altamente
inquinanti nella direzione di quelle davvero rinnovabili realizzate in maniera
tale che non abbiano effetti nocivi sulla salute delle persone e dell’ambiente
che le ospita.
Doveri e prerogative del Sindaco in qualità di massima autorità
sanitaria locale
Ogni
Sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria locale, dispone di ampi e
concreti strumenti normativi quali ad esempio le ordinanze sia ordinarie che contingibili e urgenti per
salvaguardare, com’è suo dovere, l’incolumità dei suoi concittadini.
Nel
dubbio di una situazione potenzialmente pericolosa il Sindaco può sempre
invocare il “principio di precauzione” sancito dalla Comunità Europea per la
protezione dell’ambiente, anche se la valutazione scientifica del rischio
non consente di determinarne gli effetti con sufficiente certezza. E’ un
principio che esalta il valore della prevenzione e che consente
interventi più efficaci e molto meno onerosi anche in termini economici di
quelli posteriori in riparazione del danno.
Il
Sindaco non può autorizzare un peggioramento della qualità dell’aria perché la
legge gli impone di “mantenere la qualità dell’aria ambiente laddove è
buona, e migliorarla negli altri casi” (Direttiva della Comunità
Europea 96/62/CE del 27/9/1996 recepita dall’Italia con D.L. n°351 del
4/8/1999).
Oltretutto
va ricordato che il Comune di Lanciano il 21 novembre 2009 ha firmato la propria
adesione al “Patto dei Sindaci-Covenant of Mayors” iniziativa della
Comunità Europea attraverso la quale le singole amministrazioni locali del
continente si impegnano a promuovere e rispettare il conseguimento del
“Pacchetto Clima ed Energia 20-20-20”
(Protocollo di Kyoto).
La qualità dell’aria ambiente a Lanciano, nell’area circostante e nella zona
specifica di località Bel Luogo/Villa Pasquini
- Lo studio del 2010 sulla qualità dell’aria commissionato al Consorzio Mario Negri Sud dalla Provincia di Chieti è stato condotto con un procedimento all’avanguardia detto “biomonitoraggio” che attraverso l’IBL (Indice di Biodiversità Lichenica) garantisce risultati certi e precisi sullo stato dell’aria e dell’ambiente circostante ed è riconosciuto dalla Comunità scientifica internazionale e dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) superiore a qualsiasi altro monitoraggio puramente strumentale. I risultati di questa ricerca sono stati che la qualità dell’aria a Lanciano e nell’area circostante è pessima, la più bassa tra tutte le zone rilevate;
- Lo studio “S.Q.U.I.L.L.A.” del 2012 sulla qualità dell’aria commissionato sempre al Consorzio Mario Negri Sud dal Comune di Lanciano, sebbene condotto con una metodologia di tipo strumentale (a mezzo di “radiello”) nettamente meno efficace del biomonitoraggio (non essendo tra l’altro in grado di rilevare le polveri sottili e ultrasottili che sono tra i primi fattori di inquinamento urbano) ha comunque messo in evidenza nella zona di Villa Pasquini dove ricade la centrale a biogas della Società ATA Energia una concentrazione di anidride solforosa che lo stesso reponsabile del Mario Negri Sud Dott. Tommaso Pagliani definisce “anomala” e meritevole di ulteriori approfondimenti. Sottolineamo che tale sostanza è fortemente irritante per gli occhi ed il tratto respiratorio, per inalazione può causare edema polmonare ed una prolungata esposizione può portare anche alla morte. Se a tutto questo aggiungiamo quanto dichiarato dal Prof. Federico Valerio che “nel biogas ci sono sostanze nocive come l’idrogeno solforato e altri composti tossici e odorigeni” e che l’idrogeno solforato stesso è estremamente velenoso ed una prolungata esposizione può essere mortale, allora il quadro si fa ancora più inquietante;
- Nei dintorni dell’area di insediamento della Centrale a biogas in località Bel Luogo/Villa Pasquini insistono altri insediamenti potenzialmente inquinanti quali ad esempio la Zona Industriale della Val di Sangro, la discarica Cerratina in piena attività e l’ex discarica di Serre con la sua velenosa eredità oggetto di preoccupate attenzioni da parte degli enti interessati. Il dato decisivo è sempre la sommatoria dei singoli fattori nocivi e inquinanti che va valutata per avere un quadro organico della situazione dato che il tutto è sempre maggiore della somma delle singole parti;
- L’area lancianese è inoltre interessata da due altri impianti posti nel confinante Comune di Treglio (sansificio e impianto a biomasse) che ne peggiorano la qualità dell’aria in quanto le polveri nocive trasportate dal vento viaggiano per decine di km. ed in opposizione ai quali si dichiarò pubblicamente anche l’attuale Sindaco di Lanciano.
CONSIDERAZIONI SULLA CENTRALE A BIOGAS IN LOCALITA’
BEL LUOGO-VILLA PASQUINI A
LANCIANO
- L’autorizzazione rilasciata dalla Regione Abruzzo alla A.T.A. Energia Soc. Agricola srl fa riferimento “alla costruzione e all’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da biogas da digestione anaerobica di silomais da ubicarsi in loc. Bel Luogo nel Comune di Lanciano”;
- A seguito dei rilievi avanzati da Nuovo Senso Civico circa l’impatto negativo di impianti del genere sulla qualità complessiva dell’aria e dell’ambiente se non vengono realizzati con determinati accorgimenti e tecnologie, la proprietà ha replicato parlando di “digestione anaerobica senza combustione” nell’impianto ma questa è solo la prima fase perché il biogas derivante da questo processo (ben diverso dal biometano) non potrà essere immesso direttamente nella rete metanifera nazionale in quanto “sporco” ma verrà bruciato come in una normale centrale termica per attivare un “motore endotermico” che produrrà energia elettrica. Quindi esiste un’attività di combustione per la trasformazione del biogas in energia ed ogni combustione comporta effetti inquinanti più o meno grandi considerando oltretutto che l’impianto sarà in funzione 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Lo stesso Dott. Tommaso Pagliani, responsabile del Centro Scienze Ambientali del Consorzio Mario Negri Sud ha posto in evidenza come “la centrale a biogas di Villa Pasquini brucerà il gas prodotto dalla fermentazione anearobica del mais, o comunque di una biomassa, rinchiusa in grandi contenitori e sarà il gas bruciato a far girare la turbina che poi produrrà energia”. In merito poi all’utilizzo da parte della proprietà di affermazioni fatte dal Prof. Federico Valerio, lo stesso studioso in una nota ufficiale ha ravvisato “un uso strumentale e scorretto di una mia relazione ed in particolare di una frase al suo interno. Ritengo opportuno precisare che le mie affermazioni, riportate nell’articolo, si riferiscono principalmente al biometano e non al biogas. I fattori di emissioni di sotanze inquinanti prodotte dalla combustione di biogas sono superiori a quelle del biometano, il quale si ottiene per ulteriore purificazione del biogas. Ritengo assolutamente scorretto affermare che <Non ci sono emissioni nocive per la salute, essendo il frutto di processi biologici di degradazione di sostanza organica vegetale>. La realtà è diversa: nel biogas ci sono sostanze nocive (idrogeno solforato e altri composti tossici ed odorigeni) e bruciare biogas, ancorchè parzialmente depurato, produce inquinamento dell’aria, anche se a concentrazioni inferiori di quanto si sarebbe prodotto bruciando direttamente la stessa biomassa, opportunamente essiccata”. PRIMA CONCLUSIONE: LE CENTRALI A BIOGAS SONO INQUINANTI;
- La proprietà ha dichiarato pubblicamente che le biomasse vegetali utilizzate (insilati di mais, sorgo, sulla, favino, tritigale, anche se l’autorizzazione concessa parla nel titolo solo di silomais) saranno coltivate sui terreni dei 300 produttori associati alla ATA Società Cooperativa, però attenzione perché questi coltivatori non sono tutti abruzzesi ma anzi molti si trovano in Veneto, Umbria, Lazio e Campania, in barba alla “filiera corta” e con un ulteriore ed evidente impatto inquinante derivato dal trasporto su camion per decine di migliaia di km.! Bisogna fare attenzione quando si cita il Prof. Valerio perché lo studioso auspica proprio questa filiera corta ed espressamente per risolvere un problema di trattamento degli scarti agricoli o di allevamento locali, mentre qui si introduce da lontano o anche da molto lontano. D’altronde fino ad oggi non abbiamo visto nessuna planimetria che indichi i terreni agricoli della Val di Sangro che saranno dedicati alle coltivazioni necessarie per questa centrale (secondo la proprietà 250 ettari di terreno e 17 mila tonnellate di insilato vegetale l’anno solo per questo impianto) né ci risultano contratti stipulati con gli agricoltori locali per sostituire le nuove coltivazioni a quelle attuali. Diciamo anche che se venissero riconvertiti tutti i terreni a questo scopo, alla luce anche delle decine di richieste di apertura di impianti in tutto l’Abruzzo, avremmo necessità di estensioni così grandi tali da spazzar via le colture tipiche locali penalizzando l’agricoltura tradizionale e di qualità a svantaggio ulteriore dei consumatori. SECONDA COCNCLUSIONE: LE CENTRALI A BIOGAS NON PORTANO VANTAGGI CONCRETI NE’ PER I PRODUTTORI LOCALI NE’ PER I CONSUMATORI;
- Stabilito che in Italia non abbiamo bisogno di ulteriore energia perché il fabbisogno giornaliero è di gran lunga inferiore all’offerta [dati del gestore TERNA] e che tutti i nuovi impianti di questo genere nascono solo per interessi economici privati generosamente favoriti dal perverso meccanismo dei “certificati verdi” che paghiamo tutti noi attraverso la bolletta elettrica, guardacaso anche nella centrale di Villa Pasquini, come in quella di Treglio, non è previsto il teleriscaldamento per le abitazioni o le attività circostanti che rappresenterebbe un elemento positivo del processo. La proprietà afferma che “l’impianto consentirà di produrre energia elettrica per le procedure di essiccazione, in un capannone, del tabacco che sarà conferito dalle aziende associate, che poi sarà commercializzato.” Dichiarazione contradditoria rispetto a quella iniziale secondo cui l’impianto veniva realizzato proprio come alternativa alla produzione di tabacco in forte crisi e destinata a scomparire dalle nostre zone. Solo attraverso il teleriscaldamento si potrebbero spegnere tante singole caldaie domestiche meno efficienti ottenendo il risultato di un saldo finale positivo con la riduzione dell’inquinamento complessivo. TERZA CONCLUSIONE: NON ESISTE UN VANTAGGIO CONCRETO PER LE POPOLAZIONI LOCALI;
- Altro argomento, decisivo, la qualità dell’aria. Abbiamo visto in precedenza come due recenti studi sulla qualità dell’aria svolti dal Consorzio Mario Negri Sud nel 2010 e 2012 hanno svelato una situazione preoccupante sia nella zona specifica di insediamento che nell’area più vasta che non permette ulteriori peggioramenti, ma che anzi, in base alle normative vigenti, obbliga ad azioni di miglioramento o al massimo di mantenimento delle buone condizioni ove esistano (e nel caso specifico, dati alla mano, non esistono). Così se la proprietà della centrale a biogas di Villa Pasquini ci dimostrerà con studi propri che l’apertura dell’impianto porterà ad un miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente saremo noi stessi a proporre la realizzazione di altri simili in tutta la città in modo da risolvere definitivamente i nostri gravi problemi di inquinamento.
- Esiste poi, a completamento del quadro, la questione della fidejussione fasulla sulla centrale garantita da una società, la COFIART, dichiarata fallita nel luglio 2010 dal Tribunale di Roma e pluriinquisita per reati vari tra i quali la bancarotta fraudolenta. Di questa grave inadempienza non è stata fatta nessuna tempestiva comunicazione da parte della proprietà agli enti pubblici interessati (Regione Abruzzo e Comune di Lanciano) né sono state prese delle contromisure prima che la stessa Amministrazione Pubblica di Lanciano se ne accorgesse a seguito delle pressioni esercitate da Nuovo Senso Civico e dal movimento d’opinione locale. Che rapporto di fiducia può esserci con chi nasconde le carte o nella migliore delle ipotesi non è in grado di controllare al proprio interno? Saranno gli stessi che su queste basi dovranno garantire la perfetta efficienza di funzionamento e la sicurezza dell’impianto verificandone tutte le fasi? Senza questo casuale “scoperta” la centrale sarebbe partita priva di fidejussione? Ricordiamo che tale strumento finanziario serve per garantire bonifica e ripristino dei terreni interessati dopo la fine del ciclo di vita dell’impianto (15 anni) e per far fronte ad eventuali incidenti che possano danneggiare l’ambiente. A questo punto chiediamo anche: a quanto ammonta tale somma? E’ considerata congrua per le eventualità del caso? Questa preoccupante vicenda ci sembra già da sola sufficiente per compromettere definitivamente il rapporto di fiducia e di collaborazione che deve esserci in questi casi tra pubblico e privato e per condurre ad un ripensamento generale di tutta la questione.
PROPOSTE
CONCLUSIVE CON RICHIESTA DI PRESCRIZIONI
- Non siamo certamente ostili all’imprenditoria ed all’impresa privata ma questa deve svilupparsi correttamente senza danni per l’ambiente, la salute e l’economia della comunità ospitante. Se gli impianti e le infrastrutture grandi e piccole che vengono realizzati per assicurarsi un profitto attraverso la vendita di energia all’estero (elettrodotti, turbogas, ecc.) oppure per entrare furbescamente nell’affare dell’incenerimento dei rifiuti (centrali a biomasse e biogas) risultano fortemente dannosi e inquinanti oltre che inutili per la collettività allora diciamo: quelle risorse utilizziamole per scopi più utili e nobili creando davvero un gran numero di nuovi posti di lavoro attraverso la valorizzazione intelligente del nostro inestimabile patrimonio di arte, cultura e bellezze naturalistiche;
- Nel caso specifico per evitare conseguenze negative dall’entrata in funzione dell’impianto a biogas di Bel Luogo/Villa Pasquini le autorità competenti, Sindaco in primis, dovrebbero pretendere, attraverso opportune prescrizioni, il raggiungimento dei seguenti risultati:
- Modifica dell’impianto per ottenere la depurazione del biogas e la sua trasformazione in Biometano che può essere immesso direttamente nella rete metanifera nazionale e che, con i recenti provvedimenti del governo Monti, potrà beneficiare anch’esso di adeguati incentivi;
- Realizzazione di una rete di teleriscaldamento alimentata a biometano che comporterebbe lo spegnimento delle meno efficienti caldaie familiari private, degli edifici pubblici o delle aziende circostanti e quindi renderebbe possibile un miglioramento complessivo della qualità dell’aria;
- Garanzia della filiera corta o cortissima: le biomasse utilizzate devono provenire esclusivamente da scarti agricoli e da allevamenti locali consentendo così di risolvere un problema di smaltimento già esistente ed evitando l’inquinamento dal trasporto delle stesse su lunghe distanze.
In
conclusione, sentendoci portavoce di una gran parte di opinione pubblica che in
questi anni ha sostenuto la nostra azione in difesa degli interessi generali
della comunità, ci aspettiamo che tutte le Autorità competenti, ciascuna per
la sua parte, si attivino nel migliore dei modi per garantire alla collettività
i suoi sacrosanti diritti ed impedire ogni intervento peggiorativo della
qualità della vita.
Nella
nostra relazione abbiamo fornito tutti i dati e le considerazioni utili in
questo senso, prospettando una soluzione che non risulti punitiva per la
proprietà dell’impianto ma che garantisca anche un risultato positivo per la
popolazione locale.
In
mancanza di questo impegno da parte delle Autorità competenti ci vedremo
costretti ad intraprendere tutte le strade possibili per ottenere gli obiettivi
che la legislazione vigente garantisce, svolgendo ancora una volta una funzione
di supplenza rispetto a coloro che sono stati eletti proprio per questo scopo.
Con osservanza,
Alessandro Lanci
Lanciano,
16 giugno 2012 Presidente di Nuovo Senso Civico
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