Purtroppo
sta tornando di stretta attualità l’argomento “petrolizzazione dell’Abruzzo”
grazie al ritorno di fiamma del “Centro Oli/Raffineria” di Ortona. Nel
frattempo non si sono mai interrotte le decine di richieste per trivellare nella
nostra regione sia in terra che in mare, ma naturalmente la raffineria ha un
impatto trainante su tutto il resto.
Abbiamo
già segnalato qualche tempo fa come alcuni nuovi dirigenti dell’ENI avessero
rilanciato il progetto e come il precedente Consiglio Comunale di Ortona, con
un tempismo straordinario, avesse deliberato nella sua ultima seduta prima
dello scioglimento la trasformazione della destinazione di Contrada Feudo (dove
dovrebbe sorgere il “mostro”) da agricola a industriale.
Coincidenze
del genere, specie in certi ambienti, ci sono sempre sembrate strane.
Per
questo vogliamo ricordare a tutti
che Nuovo Senso Civico, in collaborazione con il Comitato Abruzzese
Difesa Beni Comuni, altri movimenti, associazioni e singole personalità, ha raccolto
negli anni scorsi 50.150 (cinquantamilacentocinquanta) firme certificate
dal Tribunale di Lanciano (vedi allegato) su una petizione che chiede la
revoca del declassamento dell’Abruzzo a distretto petrolifero, essendo
tutt’altre le sue vocazioni.
Tale
petizione è stata inviata lo scorso anno al Ministro dello Sviluppo Economico,
al Ministro dell’Ambiente e al Presidente del Consiglio dei Ministri del
precedente governo Berlusconi, al Presidente della Regione Abruzzo Chiodi e al
Parlamento Europeo.
Sapete qual è stata l’unica istituzione a risponderci?
Il Parlamento Europeo,
con la lettera che alleghiamo in apertura e nella quale si dichiara pienamente ammissibile e
pertinente la petizione a cui sarà riservato un approfondito esame.
E’
un primo risultato che ci riempie di orgoglio e che premia gli enormi sforzi
fatti in questa campagna.
Non
è ancora il lieto fine che ci aspettiamo tutti ma comunque deve servire da
monito a tutti quelli che pensavano di poter tornare alla carica a riflettori
spenti.
Noi
siamo sempre qui, sostenuti dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica
abruzzese che non ci sta a vedere la nostra regione trattata come terreno di
conquista e rapina.
E
il tutto serva da pro-memoria ai politici sempre più latitanti ai quali abbiamo
lanciato alcuni giorni fa un “ultimo avviso ai naviganti” che, al posto loro,
ci affretteremmo a raccogliere senza indugi per non sprofondare negli abissi
più dimenticati.
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