Che la Città sia resa sempre più sana, vivibile, attraente e
civile attraverso politiche coerenti di difesa e valorizzazione dei beni comuni
che disegnino un itinerario virtuoso di lungo periodo.
In pratica, per quel che ci riguarda,
che finalmente vedano la luce le tanto annunciate postazioni
di bike-sharing per alleggerire l’insostenibile carico di traffico e vengano
adottati tutti gli incentivi possibili per favorire gli spostamenti in
bicicletta (piste ciclabili, corsie preferenziali, aree pedonalizzate, ma
anche riconoscimenti economici, premi e sconti per chi usa stabilmente questo
mezzo di trasporto o altri ambientalmente compatibili). A titolo di autorevole
esempio ricordiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2012 ha
dimostrato che le piste ciclabili di Modena fanno risparmiare 400 mila euro
all’anno in termini di costi sanitari e sociali;
che, a questo proposito, venga finalmente svelato
l’altrettanto sbandierato “Piano del traffico” e che vada anch’esso
coerentemente nella direzione di ridurre sempre più la mobilità motorizzata
inquinante e deleteria per la salute verso forme alternative più sostenibili
già ampiamente praticate altrove, in Italia e in Europa. Che venga
abbandonata per sempre la vecchia e fallimentare pratica di costruire nuovi
parcheggi che invece di risolvere i problemi li aggravano, sia in termini
sanitari che di mobilità e finanche economici, visti gli enormi esborsi necessari
per queste realizzazioni. I parcheggi li abbiamo già, tanti e ovunque, e se
andremo nella direzione auspicata della riduzione drastica del traffico
veicolare privato, ce ne saranno sempre di più senza sborsare un euro
aggiuntivo. E’ notizia di questi giorni che perfino le grandi case
automobilistiche americane stanno riorientando le loro produzioni perché hanno
capito che le persone abbandonano sempre più l’idea dell’auto di
proprietà, ormai economicamente insostenibile e di scarsissima praticità,
scegliendo forme alternative di trasporto pubblico o in condivisione
(car-sharing e car-pooling) oltre a quelle ancor più ecologiche quali
biciclette e mezzi elettrici;
che finalmente vengano risolti tutti gli intralci per lanciare
una campagna massiccia di raccolta differenziata dei rifiuti porta a
porta, ma che non ci si limiti a questo e si adottino tutte le
iniziative possibili per ridurre i rifiuti fin quasi ad eliminarli attraverso
soluzioni innovative già praticate efficacemente in altre parti d’Italia per il riciclo
ed il riuso dei materiali che portano come ricco corredo interessantissimi
risvolti occupazionali (vedi l’ormai noto “Centro di riciclo di Vedelago” con
le sue migliaia di addetti). Il Comune deve dire basta all’ingannevole
scelta tra discariche e inceneritori perché è ormai ampiamente documentato come
esista una terza via che non devasta la salute delle persone e del
territorio e che porta vantaggi economici a tutta la comunità e non ai soliti
(pochi) noti. La discarica di Serre è una ferita ancora aperta, una bomba
ecologica innescata per la quale bisogna procedere al più presto alla bonifica
onde evitare danni irreparabili;
che l’Amministrazione Comunale sia sempre più attenta alla
qualità dell’aria e dell’ambiente impedendo il ripetersi di altri casi come la Centrale a
biogas di Villa Pasquini (che va comunque costantemente controllata e monitorata e per la quale
ci aspettiamo una soluzione definitiva ampiamente praticabile) non solo sul
proprio territorio di competenza ma anche nei confronti dei comuni vicini (vedi
i casi di Treglio, Santa Maria Imbaro ed anche Ortona) verso i quali bisogna
farsi autorevolmente sentire perché l’inquinamento non si ferma ai confini
amministrativi e le conseguenze devastanti in termini di salute pubblica si
diffondono per centinaia di km.;
che a questo scopo venga monitorata in maniera efficace e
continuativa la qualità dell’aria nella prospettiva di un suo obbligatorio
miglioramento e venga intrapresa una collaborazione stabile con la ASL
locale per uno “screening” socio-sanitario collettivo su malattie e patologie
che possono rappresentare un segnale di allarme sulle condizioni generali di
vita dei cittadini;
che la firma del “Patto dei Sindaci della Provincia di
Chieti” per la realizzazione sulla base del protocollo di Kyoto della strategia 20-20-20 a livello locale
(taglio del 20% delle emissioni di gas serra, riduzione del 20% del consumo di
energia e adozione del 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020) porti
ad una accelerazione di tutte le soluzioni che vanno in questa direzione
(efficientamento energetico di edifici e luoghi pubblici, riduzione dei consumi
inutili e degli sprechi, abbattimento delle emissioni favorendo le fonti
davvero pulite e rinnovabili che non generano un aumento dell’inquinamento
complessivo);
che la “Consulta per l’Ambiente” voluta
encomiabilmente dall’Amministrazione Pupillo, non rappresenti un semplice
“parlatoio” senza risultati pratici, ma che le sue indicazioni siano fatte
proprie e rese operative dal Comune che deve impegnarsi su una dichiarazione di
intenti che ne guidi coerentemente la pratica amministrativa a tutti i livelli
per impedire incongruenze o vere e proprie contraddizioni tra i vari settori.
In parole povere non possiamo dichiararci a favore dell’equilibrio ambientale e
poi favorire le cementificazioni oppure aderire al protocollo di Kyoto e poi
permettere l’aumento di emissioni inquinanti o l’apertura di impianti nocivi;
che l’impegno già manifestato in passato contro i rischi
di deriva petrolchimica della nostra Regione sia riaffermato a tutti i
livelli per bloccare il rinnovato tentativo in atto da parte del governo
centrale di trasformare definitivamente l’Abruzzo in distretto petrolifero con
tutte le nefaste conseguenze del caso. Questo significa opporsi con
osservazioni ed atti concreti ad ogni nuova richiesta di perforazioni e
trivellazioni nella nostra zona, in terra ed in mare;
che, a proposito di mare e di riviera, analogo impegno sia
speso per pretendere al più presto la perimetrazione e l’avvio del tanto
atteso “Parco della Costa teatina (o dei trabocchi)”, per il quale
siamo in presenza di uno scandaloso gioco di rinvii e tattiche dilatorie nel
tentativo di sabotarne la realizzazione che darebbe invece slancio e nuove
prospettive di sano sviluppo non solo alle aree direttamente incluse ma anche a
quelle immediatamente esterne come la nostra;
che per il raggiungimento di questi obiettivi ci sia un
coinvolgimento attivo di tutta la cittadinanza e non prevalgano le misere logiche
di partito o di schieramento ma le priorità comuni. Che chiunque sia stato
eletto o designato svolga fino in fondo e nel migliore dei modi il suo incarico
in favore dell’intera comunità che rappresenta e che ha l’obbligo di tutelare
al meglio.
Auguri di un buon anno a tutti quelli che credono in questi
obiettivi e si impegneranno per raggiungerli.
1 commento:
non si poteva augurarsi di meglio, quando si dice "purchè ci sia la salute" bisogna coerentemente privilegiare persino negli auguri il benessere fisico e psichico della persona piuttosto che il successo economico ( che poi è magari più probabile e utile, se c'è la prima condizione ) Grazie, Buon 2013.
Un coinquilino pacifico e disponibile
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