mercoledì 26 agosto 2015

MATTEO RENZI, LA FACCIA ARROGANTE DEL POTERE, COSTRETTO A SCAPPARE DALL'ABRUZZO DALLA PORTA DI SERVIZIO.

"Quant'è misera la vita negli abusi di potere"
                            Franco Battiato

Ma, ci dispiace per Renzi, sul ponte NON sventola bandiera bianca, anzi ci sembra che la ritirata poco onorevole sia stata la sua ieri a L'Aquila, quando per evitare di affrontare un'ostinata rappresentanza di chi non ci sta alla svendita dell'Abruzzo si è ridotto a sgattaiolare fuori da una porta di servizio e poi via via per un vicoletto buio.

Che disdetta per l'ex "gran partito" che aveva pensato ad un'ennesima trionfale passerella tra le ferite ancora indecorosamente aperte del povero Capoluogo e in mezzo ad ali di folla osannanti!
Che delusione per la senatrice Pezzopane che già si era prodigata anni addietro con Obama e che ora senza vergogna definisce tutti i legittimi contestatori "gentaccia stupida e violenta" che ha impedito la bella parata!

Peccato che di folle osannanti nemmeno il sentore, neanche un piccolo manipolo di adoranti (almeno fuori dal Palazzo).
Peccato che quella "gentaccia" era lì per difendere il futuro e le sane speranze dell'intero Abruzzo da un attacco sconsiderato fatto di mega-impianti inutili e pericolosi, pozzi e trivellazioni insensate, inceneritori inquinanti e chissà cos'altro ancora per favorire sempre i soliti noti e danneggiare tutti gli altri in termini di salute, benessere comune, occupazione.

Quell'Abruzzo che dovrebbe essere anche della Pezzopane e di tutti gli altri politici e amministratori scalpitanti e plaudenti al cospetto del Capo (del Governo).
Quell'Abruzzo che dovrebbe essere anche di quei dirigenti del PD teramano che si sono sentiti offesi e addirittura hanno osato criticare pubblicamente Renzi solo ed esclusivamente per le dichiarazioni sul Teramo Calcio. Tutto il resto va bene, evidentemente.  

Quella "gentaccia" era lì a volto scoperto, con la dignità di persone che amano la propria terra e la rispettano, madri e padri di famiglia che faticano ogni giorno per sbarcare il lunario, giovani alla disperata ricerca di un lavoro decente e un ruolo decoroso in questa società, anziani che vorrebbero garantire una prospettiva di tranquillità e stabilità a quelli che verranno.

La risposta a questa "gentaccia" da parte della "gente per bene" (la classe dirigente, i rappresentanti dello Stato) sono stati i manganelli.
Niente di sorprendente: era l'unica risposta che potevano dare, non ne avevano altre.

Il dissenso diventa subito "sommossa", i pacifici dimostranti immediatamente "anarchici-insurrezionalisti". Uno spiegamento di forze dell'ordine inaudito, esagerato, inspiegabile o, a pensarci bene, spiegabilissimo.

Ma la democrazia che tanto amiamo e che cerchiamo di difendere ogni giorno con le unghie e con i denti non funziona così.
Lo Stato deve difendere chi difende la Democrazia e non chi ne strappa un pezzettino ogni giorno, imponendo scelte che nessuno vuole.

La democrazia è una cosa seria così come il consenso, puoi perdere piano piano l'una ma senza accorgertene va via anche l'altro, senza rimedio.

Caro Renzi ieri ti abbiamo spiegato come sono gli Abruzzesi: "forti e gentili" sì, ma forti con i forti e gentili con i gentili.
Orgogliosi di quello che stiamo facendo.

La prossima volta impara a rispettarli se vuoi entrare dalla porta principale.

Franco Mastrangelo, uno della "gentaccia".

LA RICHIESTA
LA RISPOSTA

1 commento:

Unknown ha detto...

Premèssa: il commènto risulterà probabilmènte "antipàtico". Dunque è fàcile profetizzàre che (al sòlito) si percorrerà la strada di scartòffie, cavìlli ed altri ballètti degni delle Vespe di Aristòfane o (se vogliamo al senatòr Graziàni affidàre la parte di Zì Dìma invece dell’ Enrìco Quàrto pirandelliàno) della “Giàra”. Quindi "stop and go" di almèno duràta decennàle, e probabilmènte la piattafòrma sarà un UFO, di quelli che tanto piàcciono al mìstico Lùcianòne “Màrio Lanza” Hepburn, dove ragàzzi si allèneranno per Chicànos-Acapùlco. Ma chi "vince" in questa ilòtica trincèa degna delle migliòri provìnce di Mastro Grandèt? E' più facìle scoprìrlo in negatìvo facèndo l' appèllo verìsta dei "Vinti" (del resto, Senatòre, la Polìtica è la Scienzà sociàle del Dialèttico non prèvalère, non del vincère o perdere …).
Perde il futùro, che coincìde con la "praxis", quando ad essa si inserìsca la variàbile indipendènte "Tèmpo". Dove eràno i ns. espèrti "di sinistra" quando la società Effevènti avèva propòsto un pionierìstico impiànto eòlico offshore affondàto dall' ineffàbile fondatòre della secònda psìcorepùbblica di Montenèro delle Bisàcce di Zeùs? Con quale teletràsporto si muove la ns. foca monàca sarda in esilio a SanFrancisco, quando viène a dare istruziòni Potemkìn ai suoi fedelìssimi rousseauìani da via Tolèdo di Nòtte? Ha un clìpper privàto ad idrògeno? Fa il substop al Capitàno Nemo? Prènde a prèstito la aerovettùra a fumètti del dottòr Einmug di Disneylànd? Oppùre ricominciàmo con i sòliti "distinguo" della Casa delle Gatte, come ha ricordàto, alla fine dell’ incontro di ìeri, il robùsto cìcloamatòre pescarèse? Dove èrano i vari albergàtori di PattàyaPescàra a 5 stelle con massàggio-salvàtelatìgre incorporàto ma ben discrèto per èssere "a pièdi nudi nel parco dei re tartùfi": forse a colonizzàre con i loro nonni la Libia pre-Mattèi e Gheddàfi? Dicèva l' Ingegnère Bordìga, caro Senatòre, che le dinàmiche sociàli prescìndono anche delle più nòbili elaboraziòni individuàli: figuriàmoci quando quelle non pòssono fare a meno di pertinènze idealìstico-estètiche. Ma per favòre!
Perde l' ambientalìsmo autèntico. Quando vengòno a mancare dei palètti quali l' efficiènza energètica, l' anàlisi sistemìstica e la simulaziòne di modèlli (i compùters "sèrvono" per quello, ci hanno dato in eredità i vari Peccèi del Club di Roma, non per i paperìcci metafìsici …) e si parla di agroanilìnico GiànBurràsca, di Lillipùt-biodinàmico ed altre corbèllerie, queste vanno bene solo per infatuàre la nonnalùna nostàlgica.
Perde la fantasìa, cioè l' utopìa, sia di "destra" (la fantasy) che la "scientìfica". Perchè se il contentìno che regalerèmo al femminìsmo sarà solo quello di portàrle a Parigi, notoriamènte poggiànte su un substràto atòmico, per poi deportàrle come schiàve familiàri nelle cucìne Casablànca mediterrànee, la stòria del Berrètto a Sonàgli sarà infinìta. E inòltre se per salvàre le "sane droghe etèrne" quali l' alcoòl, il tabàcco e le erodìadi sotterrerèmo tutte le tesi universitàrie passàte e futùre di tutte le generazìoni (anche quelle durànte l’ interrègno del Casàto sardo Berlinguèr, Senatòre Graziàni), per reinnestàre poderètti del VinoEmètico a Torìno di Sangro, il màssimo della fantasciènza sarànno i Carabinièri con le Porsche guidate dall’ ologramma di Milva dei Fìnzi Contìni.
Vuòle compière gesti importànti, dottòr Lanci? Chièda e ottènga di occupàre permanentèmente il Circòlo di Conversaziòne lanciànese fino alla risoluziòne dell’ “affaìre Ombrìna” (così da rinfrescàre anche gli infìssi, paràti e parèti fatiscènti e di rimettère in funziòne il minibàr, almèno!) e chiàmi a raccòlta poche ma sèrie persòne per uno sciòpero della fame ad oltrànza (propòsta “scasuàlmente" non uscìta dalla celebràziòne di ieri…) è vedrà come le “cronache” subirànno improvvìse cinètiche …
(Mimmo Sacco)