Con la scelta scientificamente pianificata fatta da Luciano D'Alfonso di cancellare l'assessorato all'Ambiente, si priva di fatto la Regione Abruzzo di una difesa adeguata all'attacco generalizzato che sta subendo tra trivellazioni indiscriminate, mega gasdotti ed elettrodotti inutili e pericolosi, devastanti inceneritori all'orizzonte e si svela clamorosamente il vero spirito che muove il Partito Democratico, da Matteo Renzi in giù.
La Regione Abruzzo e la Giunta D'Alfonso che tanto si riempiono la bocca di "sanità" (compiendo anche in questo campo scelte quantomeno discutibili se non palesemente disastrose) vanno così a lasciare campo libero proprio ad un assalto indiscriminato alla salute ed al benessere di tutti gli Abruzzesi.
Ricordiamo a tutti gli esponenti del Partito Democratico che l'assalto alla salute non comporta necessariamente la perdita della memoria e comunque ci sarà sempre il movimento in difesa dell'Abruzzo a ricordare a tutti, soprattutto in periodo elettorale, chi sono i veri responsabili della deriva alla quale si vuole condannare la nostra Regione.
Pubblichiamo qui di seguito prima la LETTERA APERTA AL PRESIDENTE D'ALFONSO inviata da Nuovo Senso Civico e a seguire la LETTERA APERTA AL PRESIDENTE RENZI di un gruppo qualificato di studiosi ed esperti nazionali di energia in merito alla discutibilissima "Strategia Energetica Nazionale" decisa dal suo Governo.
Il tempo, come le buone ragioni, sarà come sempre galantuomo...
LETTERA APERTA A LUCIANO D’ALFONSO
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi
e, p.c.,
al Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi
al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gianluca Galletti
al Ministro dell’Economia e Finanze, Pietro Carlo Padoan
al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini
Definire le linee di indirizzo per una valida Strategia Energetica Nazionale è un problema complesso, che deve essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse: scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale. I punti fondamentali dai quali non si può prescindere sono i seguenti:
Purtroppo la Strategia Energetica Nazionale, che l’attuale governo ha ereditato da quelli precedenti e che apparentemente ha assunto, non sembra seguire questa strada. In particolare, il recente decreto Sblocca Italia agli articoli 36-38 facilita e addirittura incoraggia le attività di estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas in aree densamente popolate come l’Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di inestimabile importanza storica, culturale ed artistica come Venezia e Ravenna, lungo tutta la costa del mare Adriatico dal Veneto al Gargano, le regioni del centro-sud e gran parte della Sicilia.
Il Comitato Promotore
Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR
Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Enrico Bonatti, ISMAR-CNR
Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali, Università
Carlo Cacciamani, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Romano Camassi, INGV
Sergio Castellari, Divisione servizi climatici, CMCC e INGV
Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università
Marco Cervino, ISAC-CNR
Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR
Sandro Fuzzi, ISAC-CNR
Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università
Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Enrico Sangiorgi, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università
Micol Todesco, INGV
Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università
Gabriele Zanini, UTVALAMB-ENEA
Ricordiamo a tutti gli esponenti del Partito Democratico che l'assalto alla salute non comporta necessariamente la perdita della memoria e comunque ci sarà sempre il movimento in difesa dell'Abruzzo a ricordare a tutti, soprattutto in periodo elettorale, chi sono i veri responsabili della deriva alla quale si vuole condannare la nostra Regione.
Pubblichiamo qui di seguito prima la LETTERA APERTA AL PRESIDENTE D'ALFONSO inviata da Nuovo Senso Civico e a seguire la LETTERA APERTA AL PRESIDENTE RENZI di un gruppo qualificato di studiosi ed esperti nazionali di energia in merito alla discutibilissima "Strategia Energetica Nazionale" decisa dal suo Governo.
Il tempo, come le buone ragioni, sarà come sempre galantuomo...
LETTERA APERTA A LUCIANO D’ALFONSO
Gentile Presidente,
siamo innanzitutto a dirLe che
la cancellazione dell’Assessorato all’Ambiente affidato a Mario Mazzocca, con
cui avevamo intessuto una proficua interlocuzione improntata a reciproca
franchezza, ci ha procurato grande sconcerto, anche se, fin dalla defezione dei
tre consiglieri di maggioranza, avevamo intuito che si trattava di una manovra
il cui scopo finale era sbarazzarsi proprio dell’assessore all’ambiente,
probabilmente troppo deciso nel contrastare la politica energetica di Renzi. E
il fatto che gli sia concesso di continuare ad occuparsi di ambiente, senza
però avere il diritto di firma (che resta al Presidente), si rivela una pezza
peggiore del buco.
Ci sembra un segnale a dir poco
inquietante in una terra che dietro l’etichetta sempre più sbiadita e offesa di
“Regione verde d’Europa” vanta, si fa per dire, la più grande discarica di
veleni del continente a Bussi e un attacco indiscriminato alla sua integrità
territoriale ed alla salute dei suoi abitanti con trivellazioni diffuse in
terra e in mare, mega impianti inutili e dannosi (gasdotti ed elettrodotti) e
devastanti inceneritori all’orizzonte. Che segnale si vuole dare (e a chi) quando
di fronte ad un’offensiva di questa portata si arretra preventivamente
dimostrando di voler lasciare campo libero agli invasori senza scrupoli?
Detto questo e sperando in uno
scatto d’orgoglio e di determinazione indispensabile in questa fase, abbiamo
deciso di scriverLe per segnalarLe ancora una volta la necessità di impegnare
tutta la Sua capacità politica per far capire al nostro Presidente del
Consiglio che, in un’epoca di grave e galoppante riscaldamento globale,
insistere sullo sfruttamento degli ultimi residui di fonti fossili di energia,
è un errore imperdonabile: nel centro
sud dell’Italia c’è tanto sole e c’è tanto vento che, se sfruttati
adeguatamente, possono determinare una rinascita di quelle regioni. Per questo
ridurre i finanziamenti alle fonti alternative di energia per incrementare le trivellazioni,
costituisce una scelta sciagurata frutto del credito che si è voluto accordare
ai petrolieri, che di certo stanno dietro determinate decisioni, altrimenti
incomprensibili visto che non è quella la via dello sviluppo e del superamento
della crisi.
Presidente D’Alfonso, parli con
i numerosi industriali titolari di aziende in Val Di Sangro, a partire dalla
SEVEL, e faccia loro una semplice
domanda: avrebbero fatto quegli investimenti in Val Di Sangro se in quell’area
si fosse a suo tempo insediata una raffineria di petrolio come la Sangro Chimica o
una fabbrica di veleni con la
Rohm And Haas? Scoprirà che aver impedito quegli insediamenti
è all’origine dello sviluppo del Sangro.
Per questa ragione noi di Nuovo
Senso Civico e tutti coloro che ieri ed oggi hanno difeso e difendono
l’ambiente, sono quelli che più di ogni altro ne hanno assicurato lo sviluppo
presente e futuro. E non parlo solo di agricoltura e di turismo, essendo in
questi casi evidente il legame tra preservazione dell’ambiente e sviluppo. Il
Presidente del Consiglio insiste caparbiamente nel ritenere che certe scelte
sono contrastate solo da sparuti “comitatini”. Gli apra gli occhi e gli dica
che in Abruzzo, ma presto nell’intero centro sud, tutte le categorie produttive
e l’intera popolazione sono pronte a scendere in campo per impedire scelte regressive e favorirne altre. Sarà un
fiume in piena che travolgerà la politica energetica di Renzi e con essa tutti
i difensori troppo tiepidi dell’ambiente e i doppiogiochisti.
Con i governi di centro e di
centro destra i difensori dell’ambiente hanno sempre vinto, cancellando
quarant’anni fa la
Sangro Chimica e la Centrale Termoelettrica
di Vasto, e poi la Rohm
And Haas e, ancora recentemente il Centro Oli ad Ortona e le Trivelle della
Forest Oil sotto la diga di Bomba. Volete che perdano con un governo di centro
sinistra?
Vede, Signor Presidente,
l’Abruzzo è a un bivio e la gente ne è consapevole: qui si tratta o di
abbandonare questa terra e il suo mare alla devastazione prodotta da petrolieri
e inquinatori vari, dalla cementificazione selvaggia, dai depuratori che non
esistono o non funzionano, e permettere
tutti gli scempi che porterebbero questa regione tra quelle più infelici, o
tentare di risalire la china per contrastare quella deriva, che poi è l’unica
strada per assicurare lo sviluppo di questa regione.
L’Abruzzo è una terra magnifica
e spesso la gente di altre regioni, capitandoci per caso, dichiara sbalordita:
“Non sapevo che l’Abruzzo fosse così bello”. Conservare questa bellezza è la
strada più sicura, anzi l’unica, per assicurarne lo sviluppo.
Per questa ragione questa
lettera sarà inviata anche a tutti i gruppi consiliari della Regione e a tutti
i parlamentari abruzzesi, oltre che al Presidente del Consiglio e ai ministri
dell’Ambiente e dello sviluppo economico.
Con la residua fiducia (e
speranza),
NUOVO SENSO CIVICO
16 ottobre 2014
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi
e, p.c.,
al Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi
al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gianluca Galletti
al Ministro dell’Economia e Finanze, Pietro Carlo Padoan
al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini
Lettera Aperta
La Strategia Energetica Nazionale
Caro Presidente,
siamo un gruppo di docenti e ricercatori
dell’Università e dei Centri di ricerca di Bologna. In virtù della conoscenza
acquisita con i nostri studi e la quotidiana consultazione della letteratura
scientifica internazionale, sentiamo il dovere di esprimere la nostra opinione
sulla crisi energetica e sul modo di uscirne.
Definire le linee di indirizzo per una valida Strategia Energetica Nazionale è un problema complesso, che deve essere affrontato congiuntamente da almeno cinque prospettive diverse: scientifica, economica, sociale, ambientale e culturale. I punti fondamentali dai quali non si può prescindere sono i seguenti:
1) E’ necessario ridurre il consumo di energia,
obiettivo che deve essere perseguito mediante un aumento dell’efficienza
energetica e, ancor più, con la creazione di una cultura della
parsimonia, principio di fondamentale importanza per vivere in un mondo che ha
risorse limitate.
2) La fine dell’era dei combustibili fossili è
inevitabile e ridurne l’uso è urgente per limitare l’inquinamento dell’ambiente
e per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici. Ridurre il consumo dei
combustibili fossili, che importiamo per il 90%, significa anche ridurre
la dipendenza energetica del nostro Paese da altre nazioni.
3) E’ necessario promuovere, mediante scelte
politiche appropriate, l’uso di fonti energetiche alternative che siano, per
quanto possibile, abbondanti, inesauribili, distribuite su tutto il pianeta,
non pericolose per l’uomo e per l’ambiente, capaci di colmare le disuguaglianze
e di favorire la pace.
4) Le energie rinnovabili non sono più una fonte
marginale di energia, come molti vorrebbero far credere: oggi producono il 22%
dell’energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il
fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali
nucleari.
5) La transizione dai combustibili fossili alle
energie rinnovabili sta già avvenendo in tutti i Paesi del mondo. In
particolare, l’Unione Europea ha messo in atto una strategia basata sui punti
sopra elencati (il Pacchetto Clima Energia 20 20 20, l’Energy Roadmap 2050).
L’Italia non ha carbone, ha pochissimo petrolio e
gas, non ha uranio, ma ha tanto sole e le tecnologie solari altro non sono che
industria manifatturiera, un settore dove il nostro Paese è sempre stato
all’avanguardia. Sviluppando le energie rinnovabili e le tecnologie ad esse
collegate il nostro Paese ha un’occasione straordinaria per trarre vantaggi in
termini economici (sviluppo occupazionale) e ambientali dalla transizione
energetica in atto.
Purtroppo la Strategia Energetica Nazionale, che l’attuale governo ha ereditato da quelli precedenti e che apparentemente ha assunto, non sembra seguire questa strada. In particolare, il recente decreto Sblocca Italia agli articoli 36-38 facilita e addirittura incoraggia le attività di estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas in aree densamente popolate come l’Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di inestimabile importanza storica, culturale ed artistica come Venezia e Ravenna, lungo tutta la costa del mare Adriatico dal Veneto al Gargano, le regioni del centro-sud e gran parte della Sicilia.
Il decreto attribuisce un carattere strategico
alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplifica gli iter
autorizzativi, toglie potere alle regioni e prolunga i tempi delle concessioni
con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni. Tutto ciò in contrasto con
le affermazioni di voler ridurre le emissioni di gas serra e, cosa ancor più
grave, senza considerare che le attività di trivellazione ed estrazione
ostacolano e, in caso di incidenti, potrebbero addirittura compromettere
un’enorme fonte di ricchezza certa per l’economia nazionale: il turismo. D’altra
parte il decreto non prende in considerazione la necessità di creare una
cultura del risparmio energetico e più in generale della sostenibilità
ecologica e non semplifica le procedure che ostacolano lo sviluppo delle
energie rinnovabili.
Il mancato apporto, quantitativamente marginale,
delle nostre riserve di combustibili fossili potrebbe essere facilmente
compensato riducendo i consumi. Ad esempio, mediante una più diffusa
riqualificazione energetica degli edifici, la riduzione del limite di velocità
sulle autostrade, incoraggiando i cittadini ad acquistare auto che consumino e
inquinino meno, incentivando l’uso delle biciclette e dei mezzi pubblici,
trasferendo gradualmente parte del trasporto merci dalla strada alla rotaia o a
collegamenti marittimi e, soprattutto, mettendo in atto una campagna di
informazione e formazione culturale, a partire dalle scuole, per mettere in
luce i vantaggi della riduzione dei consumi individuali e collettivi e dello
sviluppo delle fonti rinnovabili rispetto al consumo di combustibili fossili e
ad una estesa trivellazione del territorio.
L’unica via percorribile per stimolare una reale
innovazione nelle aziende, sostenere l’economia e l’occupazione, diminuire
l’inquinamento, evitare futuri aumenti del costo dell’energia, ridurre la
dipendenza energetica dell’Italia da altri Paesi, ottemperare alle direttive
europee concernenti la produzione di gas serra e custodire l’incalcolabile
valore paesaggistico delle nostre terre e dei nostri mari consiste nella rinuncia
definitiva ad estrarre le nostre esigue riserve di combustibili fossili e in un
intenso impegno verso efficienza, risparmio energetico, sviluppo delle energie
rinnovabili e della green economy.
Nella speranza che si possa aprire un costruttivo
dibattito sui problemi riportati in questo appello, con uno spirito di leale e
piena collaborazione auguriamo a Lei e al Suo Governo un proficuo lavoro per il
bene della Nazione.
Il Comitato Promotore
Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR
Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Enrico Bonatti, ISMAR-CNR
Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali, Università
Carlo Cacciamani, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Romano Camassi, INGV
Sergio Castellari, Divisione servizi climatici, CMCC e INGV
Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università
Marco Cervino, ISAC-CNR
Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR
Sandro Fuzzi, ISAC-CNR
Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università
Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università
Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA
Enrico Sangiorgi, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università
Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università
Micol Todesco, INGV
Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università
Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università
Gabriele Zanini, UTVALAMB-ENEA
2 commenti:
Grazie, è allarmante assistere ad un disfacimento così miope e distruttivo proprio da parte di chi dovrebbe farsi carico di prevenire, proteggere e promuovere. la Incapacità di comunicazione dei politici rivelata a L'Aquila dai signori della foro è emblematica, come le loro successive dichiarazioni pubbliche ai media.
Grazie, è allarmante assistere ad un disfacimento così miope e distruttivo proprio da parte di chi dovrebbe farsi carico di prevenire, proteggere e promuovere. la Incapacità di comunicazione dei politici rivelata a L'Aquila dai signori della foro è emblematica, come le loro successive dichiarazioni pubbliche ai media.
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