Fiamme all'Eni di Taranto, ferito un operaio
Un operaio è rimasto ustionato ed è ' ricoverato in prognosi riservata nell'ospedale 'Perrino' di Brindisi.
10 settembre, 14:57 (ANSA)TARANTO - Un incendio e' divampato all'interno della raffineria Eni di Taranto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Taranto e del distaccamento interno allo stabilimento. A prendere fuoco sarebbe stata una tubazione che consente di trasportare il carburante verso le cisterne. Si e' alzata anche una nube di fumo nero visibile in diversi punti della citta'. I tecnici dell'Arpa stanno verificando la natura delle emissioni.
Un operaio - Luigi Ancora, di 44 anni - è rimasto ustionato ed è ' ricoverato in prognosi riservata nell'ospedale 'Perrino' di Brindisi. In un primo momento era stato condotto nell'ospedale 'Santissima Annunziata' di Taranto, ma per la gravità delle condizioni il personale medico ne ha disposto il trasferimento al Centro Grandi Ustionati di Brindisi.
L'incidente è avvenuto durante operazioni di manutenzione. Probabilmente si è verificato un guasto al collettore di una valvola che collega la linea di passaggio del carburante. Secondo i vigili del fuoco intervenuti sul posto, la situazione ora è sotto controllo. Sono in corso indagini su modalità e cause del rogo.
Dopo l'incidente, la centralina di monitoraggio di via Machiavelli, al rione Tamburi di Taranto, ha rilevato un aumento dei valori di benzene in concomitanza con l'incendio nella raffineria di Taranto. Sono stati i tecnici dell'Arpa di Taranto ad accertarlo nell'ambito dei controlli avviati per verificare eventuali ripercussioni dal punto di vista ambientale non solo per l'aria, ma anche per il suolo e la falda acquifera. La nube nera si è creata quando ha preso fuoco la benzina. L'Arpa sta compiendo gli accertamenti anche per comprendere se gli interventi di manutenzione in atto abbiano rispettato la corretta procedura per la prevenzione ambientale.
STIAMO
PREPARANDO UNA NUOVA GRANDE MOBILITAZIONE PER DIFENDERE L'ABRUZZO E L'ITALIA
INTERA DALL'ASSALTO DEI NUOVI BARBARI ALLA QUALE SONO CHIAMATI TUTTI I CITTADINI CHE AMANO QUESTA TERRA E CHE COSTRINGA
POLITICI ED AMMINISTRATORI PUBBLICI AD
INTERVENIRE CON OGNI MEZZO PER IMPEDIRE IL DISASTRO ANNUNCIATO.
Qui di seguito pubblichiamo la lettera che il Presidente di NSC Alessandro Lanci ha inviato al Presidente del Parco del Gargano e Coordinatore di Comuni e Regioni contro la petrolizzazione dell'Adriatico Avv. Stefano Pecorella:
All’Avv. Stefano Pecorella
Presidente del Parco del Gargano
e Coordinatore di Comuni e Regioni
Contro la petrolizzazione dell’Adriatico
Gent.mo Avv. Pecorella, Sono Alessandro Lanci, Presidente dell’Associazione Nuovo Senso Civico, con all’attivo alcune migliaia di iscritti, e che negli ultimi anni ha organizzato diverse grandi manifestazioni contro la petrolizzazione dell’Abruzzo e dell’Adriatico che di seguito riassumo:
1) 11/10/2008 - Partecipazione con una grande massa di iscritti alla manifestazione ad Ortona contro il Centro Oli;
2) 18/04/2010 - Partecipazione in massa alla manifestazione S. Vito Chietino, organizzata da associazione ambientaliste;
3) 30/05/2010 - Manifestazione a Lanciano contro la petrolizzazione, cui hanno partecipato Sindaci (tra cui il Sindaco di Rovagnate in Brianza) e associazioni varie, che ha visto la partecipazione di oltre ottomila persone;
4) dal 23/06/2010 ad oggi - Partecipazione a numerose manifestazioni a l’Aquila davanti agli uffici regionali del comitato V.I.A. contro il progetto della Forest Oil di trivellare a poche centinaia di metri a valle della diga di Bomba, in una zona da sempre investita da frane;
5) 13/04/2011 - Partecipazione alla manifestazione alle Isole Tremiti con Lucio Dalla e intervista a quest’ultimo;
6) 07/05/2011 Partecipazione alla manifestazione di Termoli, con Lucio Dalla
7) Dal 09/10/2008 al 21/05/2011 - Raccolta di 50.150 firme ( cui ha partecipato anche l’Associazione “Difesa Beni Comuni” di Giulianova) in calce ad una petizione contro la petrolizzazione;
Abbiamo più volte rappresentato al governo regionale e nazionale la contrarietà degli abruzzesi alla petrolizzazione della nostra terra e del nostro mare.
Alleghiamo alla presente l’ultima lettera scritta al Ministro Passera e La invitiamo a leggere il nostro Blog, ove potrà trovare notizie più dettagliate.
Alessandro Lanci
Presidente Nuovo Senso Civico
PER TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SEGUITE COSTANTEMENTE IL BLOG DI NSC.
AGGIORNAMENTO DEL 12 SETTEMBRE 2012 DA PRIMADANOI.IT:
PETROLIO A CASA NOSTRA
Trivelle in Abruzzo, Medoilgas in affari con l'ex della British Petroleum
La ditta è stata responsabile del più grande disastro ambientale americano
L'incidente alla piattaforma Deepwater Horizon
ABRUZZO.
Tony Hayward, l’ex amministratore delegato della British Petroleum, è
in affari con la Medoilgas che, a sua volta, è interessata al
sottosuolo abruzzese.
Mr Hayward e la British Petroleum sono
associati al più grande disastro ambientale della storia americana:
l’incidente della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel golfo
del Messico con conseguente sversamento di petrolio nelle acque.
Oggi Tony Hayward ha cambiato vita, azienda e partners. Lo si legge a chiare lettere sul giornale online Maltatoday che titola così: “L’accordo tra l’ex patron della B.P. e la Medoilgas desta domande e preoccupazioni”.
Proprio questo accordo con la conosciutissima Medoilgas spaventa tanto la professoressa Maria Rita D’Orsogna da sempre lotta contro le trivelle in Abruzzo.
«A chi corriamo il rischio di regalare le coste d'Abruzzo?», scrive dalle pagine del suo blog, «a Tony Hayward della BP, responsabile del piu' grande disastro ambientale petrolifero della storia».
Il disastro della British Petroleum risale al 20 aprile 2010. La piattaforma Deepwater Horizon gestita dalla Bp operava nel Golfo del Messico a circa 80 km dalla Louisiana. Un incendio di dimensioni spropositate, quel giorno, ha portato alla morte di 11 persone ed al ferimento di molte altre. Due giorni dopo la piattaforma è affondata sversando in acqua dai 35 000 ai 60 000 barili di petrolio al giorno. Un inquinamento incontenibile davanti al quale l’azienda responsabile ha cercato di correre ai ripari.
E non è stata di certo efficace la strategia dell’amministratore Tony Hayward che ha dichiarato pubblicamente che avrebbe tanto voluto che non fosse mai successo quel disastro perche' rivoleva la sua vecchia vita indietro; che il suo obiettivo era di soddisfare gli azionisti non di salvare il mondo, che il petrolio disperso era poco in confronto all'acqua del mare.
Espressioni che indignarono anche il presidente Barack Obama.
Chiusa la parentesi Bp, Hayward ha guardato avanti acquistando la Genel Energy assieme ad un altro partner. La Genel è un’azienda con sede in Turchia, i cui due ex capi, secondo la D’Orsogna, «hanno avuto i loro guai con la giustizia: uno ha subito una multa da un milione di sterline, l’altro una condanna ad 11 anni per frode».
La Genel è entrata in affari con la Medoilgas che ha già presentato vari progetti in terra d’Abruzzo (progetto Villa Mazzarosa, Villa carbone, Ombrina Mare). La Genel e la Medoil, per ora puntano alle estrazioni in Libia,Tunisia e Malta.
Ma in futuro? Si chiede la D’Orsogna rivolgendosi ai politici locali, «Gianni Chiodi, Enrico Di Giuseppantonio, Remo di Martino, Eugenio Caporella, Fabrizio Di Stefano, Giovanni Legnini, hanno qualcosa da dire o a loro piacerebbe l'idea di avere Tony Hayward in Abruzzo?».
Oggi Tony Hayward ha cambiato vita, azienda e partners. Lo si legge a chiare lettere sul giornale online Maltatoday che titola così: “L’accordo tra l’ex patron della B.P. e la Medoilgas desta domande e preoccupazioni”.
Proprio questo accordo con la conosciutissima Medoilgas spaventa tanto la professoressa Maria Rita D’Orsogna da sempre lotta contro le trivelle in Abruzzo.
«A chi corriamo il rischio di regalare le coste d'Abruzzo?», scrive dalle pagine del suo blog, «a Tony Hayward della BP, responsabile del piu' grande disastro ambientale petrolifero della storia».
Il disastro della British Petroleum risale al 20 aprile 2010. La piattaforma Deepwater Horizon gestita dalla Bp operava nel Golfo del Messico a circa 80 km dalla Louisiana. Un incendio di dimensioni spropositate, quel giorno, ha portato alla morte di 11 persone ed al ferimento di molte altre. Due giorni dopo la piattaforma è affondata sversando in acqua dai 35 000 ai 60 000 barili di petrolio al giorno. Un inquinamento incontenibile davanti al quale l’azienda responsabile ha cercato di correre ai ripari.
E non è stata di certo efficace la strategia dell’amministratore Tony Hayward che ha dichiarato pubblicamente che avrebbe tanto voluto che non fosse mai successo quel disastro perche' rivoleva la sua vecchia vita indietro; che il suo obiettivo era di soddisfare gli azionisti non di salvare il mondo, che il petrolio disperso era poco in confronto all'acqua del mare.
Espressioni che indignarono anche il presidente Barack Obama.
Chiusa la parentesi Bp, Hayward ha guardato avanti acquistando la Genel Energy assieme ad un altro partner. La Genel è un’azienda con sede in Turchia, i cui due ex capi, secondo la D’Orsogna, «hanno avuto i loro guai con la giustizia: uno ha subito una multa da un milione di sterline, l’altro una condanna ad 11 anni per frode».
La Genel è entrata in affari con la Medoilgas che ha già presentato vari progetti in terra d’Abruzzo (progetto Villa Mazzarosa, Villa carbone, Ombrina Mare). La Genel e la Medoil, per ora puntano alle estrazioni in Libia,Tunisia e Malta.
Ma in futuro? Si chiede la D’Orsogna rivolgendosi ai politici locali, «Gianni Chiodi, Enrico Di Giuseppantonio, Remo di Martino, Eugenio Caporella, Fabrizio Di Stefano, Giovanni Legnini, hanno qualcosa da dire o a loro piacerebbe l'idea di avere Tony Hayward in Abruzzo?».
Marirosa Barbieri
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