gli esponenti del PD Pollutri, Damiano e Amato |
Sulla questione della posizione ondivaga del PD abruzzese riguardo la deriva petrolifera in regione dopo le esternazioni favorevoli di tre esponenti di spicco del partito quali Cesare Damiano, ex ministro del lavoro ed attuale presidente dell'omonima commissione, Maria Amato, deputata e medico, e Angelo Pollutri, sindaco di Cupello, (vedi il resoconto cliccando QUI ) pubblichiamo qui di seguito l'autorevole intervento critico dei due ex-Senatori della Repubblica Enrico Graziani e Angelo Staniscia.
Nel frattempo non ci risulta che sia giunta una smentita ufficiale alle affermazioni dei tre per cui rilanciamo con forza la nostra domanda, sperando questa volta di essere più fortunati. Chiediamo pertanto a Sottosegretari e Parlamentari del PD eletti nella nostra circoscrizione, nonchè naturalmente al Segretario regionale dello stesso, qual'è la posizione ufficiale del Partito Democratico Abruzzese sulla questione petrolifera in regione. Tutti gli abruzzesi pretendono parole chiare e inequivoche perchè chiunque farà il "gioco delle tre carte (o dei tre politici)" sarà severamente punito nelle urne.
L'INTERVENTO DI ENRICO GRAZIANI E ANGELO STANISCIA:
"A proposito delle esternazioni pro idrocarburi di Angelo Pollutri,
sindaco di Cupello, va ricordato che pure al tempo della Sangro Chimica e del
connesso progetto di centrale termoelettrica che doveva sorgere a Punta Penna
per bruciare i residui della raffineria, c’era, anche a sinistra chi, ritenendo
di saperla più lunga, era favorevole a tali sciagurate iniziative industriali.
Ed ora Angelo Pollutri si è fatto credulo propagandista del progetto di Ombrina
Mare 2, piattaforma per l’estrazione di idrocarburi che la Compagnia inglese
Medoil vorrebbe realizzare a circa 6
km dalla Costa dei Trabocchi e che sarebbe affiancata da
una nave gigantesca per lo stoccaggio e la prima raffinazione degli idrocarburi
estratti. Da tale iniziativa della
inglese Medoil il Pollutri vede sortire un miliardo di euro ed altri vantaggi
per la nostra zona.
Va al riguardo considerato che le Compagnie, come tutte le
altre numerose società straniere che stanno estraendo petrolio e gas in terraferma
o nel nostro mare, pagano royalties
irrisorie, di appena il 4% in mare e del 7% in terraferma, che per le nuove
concessioni sono diventate rispettivamente del 7% e del 10%. Ma la gran parte
delle compagnie non paga nulla in virtù del fatto che sono loro stesse ad
autocertificare la quantità di idrocarburi estratti senza che lo Stato eserciti
alcun controllo. Esse inoltre godono di un regime piuttosto generoso di
esenzioni durante il periodo di prova (anche per tale motivo molte compagnie
cambiano spesso ragione sociale), di franchigie e deduzioni dei costi. Il
risultato è che l’intero incasso per le royalties per tutti i 181 pozzi attivi
esistenti in Italia è stato nel 2012 di appena euro 276 milioni e poco più,
mentre per l’Abruzzo è stato di euro 314 mila circa. Infine la manodopera è costituita da
pochissime unità, per lo più specializzatissime, ad onta delle balle spudorate
che la Medoil e i suoi corifei vanno spacciando: insomma a noi resta solo
l’inquinamento e la devastazione di coste di alto pregio paesaggistico.
Ma
veniamo alla Medoil: essa ha in Italia 14 concessioni di coltivazione in
esclusiva (tra terraferma e mare) e 35 concessioni di coltivazione in
contitolarità con altre aziende, oltre a 5 permessi di ricerca. Orbene, dal
sito del competente Ministero non risulta (udite!udite!) che
dal 2008 a
tutt’oggi la Medoil abbia mai versato un euro di royalties nelle casse
pubbliche! Inoltre dal bilancio della Medoil si può arguire che la spesa
per gli addetti italiani corrisponde a meno di 20 posti di lavoro in tutta
l’Italia. Per tacere dei disastri
ambientali ed umani procurati da tali iniziative industriali in Sicilia ( a
Gela ed in altre località dell’isola
nasce una percentuale molto alta di bimbi malformati) e a Viggiano in
Basilicata. Insomma quella espressa da Angelo Pollutri è una posizione
personale poiché, sulla questione della petrolizzazione dell’Abruzzo, non
risulta che il PD abbia mutato linea."
Enrico Graziani ed Angelo Staniscia, già senatori della
Repubblica
2 commenti:
Ma questo discorso che fai sulle royalties non è per niente vero, ho letto qui (http://www.goccediverita.it/idrocarburi-e-royalties-milioni-di-buoni-argomenti-per-le-regioni/) che ci sono anche le tasse, come per qualunque impresa, e che in questo settore arrivano al 67%, e sono milioni di euro per gli enti locali (comuni, province e regioni). Se poi gli amministratori locali non spendono questi soldi per il bene di tutti non è mica colpa dei petrolieri...
PUBBLICHIAMO LA REPLICA DI ENRICO GRAZIANI ALLE AFFERMAZIONI DI FRANCESCA LIPPI:
Prendo atto del fatto che la gentile interlocutrice, dopo aver dichiarato che quanto scritto da me e Staniscia a proposito di royalties, non è vero, non indica quanto avrebbe finora pagato la Medoil a tale titolo: il che costituisce una indiretta conferma di quel che noi abbiamo affermato, e cioè che dal 2008 a tutt’oggi la Medoil non ha pagato nulla. Ma la Lippi parla di tasse che arriverebbero anche al 67 % dei profitti: il che, a suo dire, significherebbe milioni di euro per gli enti locali. Questo sarebbe in parte vero solo se ci fossero dei profitti, ma se si trova il modo di nullificare le royalties dichiarando l’estrazione solo di piccole quantità di idrocarburi, le tasse evaporano come neve al sole. Orbene, per tornare al caso della Medoil, nel suo bilancio riportato in internet si legge, purtroppo in inglese, che i suoi incassi in tutta Italia sono stati di circa 8,2 milioni di euro, da cui vanno detratti oltre 6 milioni di costi dichiarati. Ne consegue che le tasse, che vanno allo Stato e non agli enti locali, si applicano solo sulla differenza, che è meno di due milioni: le tasse pertanto costituiscono una cifra irrisoria a fronte delle molte decine di pozzi della Medoil attivi in tutta Italia. Per quel che riguarda gli investimenti promessi, va detto che la Medoil si appresta a ritirare i suoi capitali da ben otto attività estrattive in Italia, al fine di investirli in Ombrina, per la quale pertanto non è prevista la spendita di denaro fresco ma solo quanto ricavato dalla dette cessazioni. A questo punto faccia la sig,ra Lippi un calcolo di massima di quanti profitti reali, con Ombrina, verremmo a perdere in agricoltura, nel turismo e nella pesca, magari interpellando qualche persona interessata a queste attività. Voglio concludere con una domanda ed un risposta: la Medoil potrebbe mai realizzare un impianto analogo ad Ombrina a circa 6 km da qualsiasi costa dell’Inghilterra? No, perché in quel paese vige una legislazione analoga a quella norvegese, che prevede per tali attività una distanza minima dalle coste di ben 30 miglia.
Enrico Graziani
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