Purtroppo non possiamo usare i termini coerente e limpido per alcuni esponenti dell'attuale giunta regionale (sia tra gli esponenti visibili che quelli invisibili) così rozzi ed ignavi che ci viene quasi quasi da rimpiangere il mitico Del Turco per la sue becera e verace coerenza.
Sul problema del "petrolio abruzzese" c'è una grande confusione e nonostante le esternazioni di alcuni esponenti della Giunta regionale sostenute dalla steso AD dell'ENI Paolo Scaroni i lavori procedono in terra ed in mare e, soprattutto, negli uffici ministeriali.
Lavori che, ricordiamo, riguardamo il 50% del territorio abruzzese e 5.600 kmq di mare antistante le nostre coste.
Saperne di più (per le popolazioni interessate), attraverso incontri pubblici con chi ha ruolo in merito è essenziale, oltre ad essere un diritto sancito dalla Costituzione e da numerose leggi dello Stato e da direttive comunitarie.
Qui di seguito le prime battute di questo scambio, per conoscere anche i commenti dei sostenitori dell'avv. Di Martino potete collegarvi sul suo sito e da li sul suo blog un sito per comunicare:
http://www.remodimartino.it
maggio 9th, 2009 at 13:42
Gentilissimo Avvocato, sul suo conto ne girano molte come del resto accade per tutte le persone che in qualche modo fanno e quindi si espongono.
Una delle tante (male)dicerie sul suo conto riporta che lei sia un consulente dell’ENI. Può rispondere a questa domanda? Se lo è potrebbe riferire il motivo e per quali importi?
Se rispondesse di no, per rispetto a San Tommaso, farebbe visionare i suoi libri contabili davanti ad un notaio?
Cordialmente e senza nulla di personale.
Antonello Tiracchia
Gentilissimo Sig. Tiracchia,
Le dimostro tutto quello che vuole e nei modi che ritiene più opportuni, visto che la parola delle persone oneste in questo mondo non conta più nulla. Lei, a sua volta, se è in buona fede, come credo, mi faccia l’elenco di tutte le (male) dicerie che sa sul mio conto.
Vede, parlare male delle persone senza ragione, è reato e compie un reato anche chi vi concorre. Di Lei, che ho incontrato solo due volte, non solo non ho raccolto alcuna diceria, ma ho anche una buona impressione, perchè ho visto con quanta determinazione e competenza lavora per le cose in cui crede.
Mi faccia, allora, per favore, l’elenco delle dicerie sul mio conto in modo che io possa mandare al notaio o a chi vuole non solo i libri contabili, ma anche tutto quanto dovesse occorrere, per dimostrare che sono solo diffamazioni. Citi anche le fonti però, perchè mi rifiuto di pensare che Lei raccatti spazzatura ed utilizzi solo quella che Le interessa direttamente, anche perchè le “dicerie” potrebbero riguaradare cose beni più gravi di una semplice consulenza Eni (ammesso solo per gioco che ci sia stata).
Vede cosa significa invertire l’onere della prova, adesso dimostri anche solo a chi legge, che non è stato Lei (cosa che non penso, ma lo dimostri a chi legge) a pensare prima e a propalare poi le stronzate che si dicono sul mio conto.
Intanto Le dico che non ho mai svolto alcuna consulenza per l’Eni, direttamente o per sue società collegate, di nessun tipo, ne ho avuto alcuna promessa in tal senso.
Mi scuso se non Le ho risposto subito (una seria giustificazione ce l’ho e spero che almeno su questo mi creda sulla parola) e spero anche che Lei non si sottragga ad un obbligo morale che ha assunto facendomi la richiesta di cui sopra.
p.s. La prego non faccia come mi capita spesso di sentire rispondere: che sono un avvocato che l’ho minacciata di denuncia per diffamazione perchè non è così. Sia onesto e mi dia la possibilità di dimostrare fino in fondo che, come per l’Eni, sono tutte cattiverie come quelle raccontate a Gianni Lannes.
maggio 17th, 2009 at 14:57
Gentilissimo Avvocato,
questa volta tocca a me chiederle scusa per il ritardo con cui rispondo alla sua lettera.
Non se la prenda per le (male)dicerie popolari sul suo conto, la storia dimostra come tutti coloro che hanno la capacità di emergere generano consensi ma anche inimicizie, odi, rancori ed invidie; del resto un uomo pubblico che non suscita passioni di parte vale ben poco.
A sua parziale consolazione sappia che anche su di me gira la voce che sarei un “agente” dell’ENI; forse perché (a volte) faccio rifornimento all’Agip, saluto gentilmente il sindaco Fratino o perché nei miei video non sono “offensivo”.
Nel caso specifico del così detto “centro oli di Ortona” lei sarà consapevole che non può aspettarsi benevolenza da quella parte della popolazione che si è informata sull’argomento perché in guerra non c’è benevolenza popolare nei confronti di chi viene identificato come un nemico o un suo alleato.
Uso il termine guerra perché appropriato alla questione.
Perché quando, all’insaputa dei cittadini, un territorio viene declassato e stravolto per impiantare un’attività che non produce ricchezza diffusa ma privilegi per pochi, devastando un’economia consolidata ed apprezzabile e configurando una prospettiva di morti e feriti (o ammalati, che è la stessa cosa) tutto questo si chiama guerra.
A differenza della guerra convenzionale la morte per degrado ambientale non si manifesta con la cruda teatralità ed il fetore dei corpi straziati dall’uso delle armi, ma arriva in modo subdolo nelle case e negli ospedali a finire, nel riserbo del cordoglio, gli individui precedentemente colpiti attraverso l’aria, l’acqua ed il cibo.
Qualunque cosa sostenga a riguardo l’ENI, il prof. Andreussi o chiunque altro questo è un dato di fatto universalmente accertato dalla scienza e dal vissuto quotidiano di chi ha la sventura di vivere (e ammalarsi o morire) vicino a centri di lavorazione di idrocarburi.
Lei, coerentemente alla posizione presa, su questa storia del così detto centro oli è sempre stato avaro di commenti pubblici, come può quindi pensare che il popolo, una volta consapevole di questa realtà, sia “benevolo di dicerie” nei suoi confronti!
Nella sua scelta di campo deve pertanto mettere in conto anche chiacchiere da bar sport, espresse da gente semplice ma consapevole che qualcuno sta tirando loro un tiro mancino.
Pertanto, mi permetta, non se la deve prendere perché non è questo il problema.
La storia delle presunte consulenze all’ENI è invece un’altra cosa perché non l’ho raccattata tra la spazzatura durante le mie numerose proiezioni in giro per l’Abruzzo.
L’ho sentita dopo una riunione della Confindustria Abruzzese, promossa dal Rotary di Lanciano.
È stata pronunciata a fine convegno in uno dei capannelli di persone dall’aspetto consono all’evento e ritengo al ruolo.
Mi ha incuriosito perché questa non era tra le (male)dicerie diffuse nei suoi riguardi dal popolo del “no al centro oli”.
Ho chiesto in giro per saperne di più ma onestamente non ho avuto conferme di nessun genere anzi devo ammettere che ho avuto al contrario – senza stupirmi - molti riscontri di elogi nei suoi confronti.
Proprio da questi riscontri ho preso la decisione di scriverle perché mi era difficile credere che la sua adesione ad una scelta di così grande rilevanza sociale, economica ed ambientale per l’intero Abruzzo, fosse stata barattata attraverso una consulenza.
Lei mi ha risposto dicendo che questa storia delle consulenze è falsa ed io credo alla sua parola anche perché, parafrasando il suo linguaggio, so benissimo che quantunque auspicata non posso pretendere alcuna prova.
Quale è allora la motivazione che spinge lei ed alcuni dei rappresentanti politici di entrambi gli schieramenti a sostenere quello che di fatto corrisponde al degrado certo e futuro dell’intero Abruzzo?
La prego, e mi scusi se la precedo, non mi venga a dire anche lei che tale scelta è motivata da un’opportunità di sviluppo!
Leggo nel suo blog che lei ha figli e nipoti; come può non temere per la loro salute e ancor prima per il loro futuro sociale?
È infatti dimostrato che dove c’è degrado ambientale ed inquinamento prospera la malavita organizzata, l’economia langue, la corruzione diventa consuetudine e la democrazia diventa un’opinione dialettica.
Lei tutto questo non può non saperlo.
In questo momento l’argomento “il centro oli non si farà” viene usato per depistare l’attenzione dell’opinione pubblica dal vero problema che sta investendo l’Abruzzo, di fatto trasformato in terra ed in mare in distretto petrolifero.
I rappresentanti del governo regionale dicono che il centro oli non si farà ma non hanno impostato una virgola per impedirlo, fatta eccezione per una proposta di legge farsa.
Che il centro oli non si farà lo dice anche l’ENI attraverso i suoi vertici, giocando con il Governo Regionale ad un ambiguo scambio di ruoli; secondo lei a chi spetta prendere le decisioni riguardanti il territorio, alla Regione e agli enti locali o a coloro che lo vorrebbero sfruttare?
Inoltre dove vanno cercati i documenti pubblici che dimostrano questa improvvisa ritirata da Contrada Feudo? Chi gli ha sviluppati e chi gli ha sottoscritti? Quale sono le motivazioni che si celano dietro questa non credibile presa di posizione?
Tutto questa disinformazione pilotata crea disorientamento e consolida il sospetto che sia una manovra evasiva (certo non sua) in vista delle prossime elezioni.
Ma essendo lei uno degli attori principali le chiedo se può aiutare me e gli abruzzesi tutti a capirne di più.
Le chiedo formalmente la possibilità di registrare un’intervista video che potremmo concordare insieme in ogni specifico aspetto in modo tale che non possano esistere dubbi sulla imparzialità del documento finale.
Naturalmente sarebbe meglio se questo accadesse prima delle elezioni.
Sarebbe il modo più giusto ed onesto per spiegare finalmente in termini chiari e democratici all’opinione pubblica, ed anche ai (mal)dicenti, che cosa sta succedendo e succederà in Abruzzo per quanto riguarda il problema petrolio.
Lei ha le capacità, le risorse e l’intelligenza necessaria per organizzare una simile intervista e mi auguro, per la stima che mi creda ho nei suoi riguardi, anche il coraggio di accettarla.
La ringrazio per la sua cortese pazienza ed in attesa di un suo gradito ed atteso riscontro la saluto cordialmente.
Antonello Tiracchia
maggio 18th, 2009 at 10:05
Gentilissimo Avvocato, mi perdoni questa ulteriore intrusione, che può considerare un P.S. al mio precedente post. Nessuno ha armato la mia penna perché la mia penna è armata di suo, sempre. Come il mio cervello.
Antonello Tiracchia