RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO VOLENTIERI QUESTO POST CHE CI HA INVIATO
MICHELE MARINO CANDIDATO ALLA PROVINCIA DI CHIETI CON L'IDV.
ABBIAMO DECISO DI COMPLETARLO CON LA FAVOLA
"C'ERA UNA VOLTA IL RE FASULLO"
Venerdì scorso sono stato invitato presso la sede della Confesercenti di Lanciano ad un confronto con gli altri candidati alle elezioni provinciali.
Si è discusso di commercio ed insieme di turismo.
In quell’occasione il candidato del Popolo della Libertà, Eugenio Caporrella, assessore all’ambiente del Comune di Lanciano, ha dichiarato che il Centro Oli si farà certamente perché "è impossibile impedire la realizzazione di un progetto che oramai è stato autorizzato".
Essendoci un atto amministrativo definitivo (l’autorizzazione) gli abruzzesi non potranno impedire che l’acqua del mare, l’uva dei vigneti ed il loro futuro possano ancora essere difesi.
Strano ragionamento giuridico.
Qualunque atto amministrativo persegue un interesse anche pubblico. Perché mai un superiore interesse collettivo non dovrebbe poter motivare la revoca dell’autorizzazione?
Strano ragionamento politico.
Perché mai una scelta sbagliata non potrebbe essere rivista?
Strana idea della onestà politica.
Berlusconi, e di seguito il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, non avevano assicurato che il Centro Oli non si sarebbe più fatto?
Strana idea del proprio ruolo.
Poiché i capi hanno deciso, la “fanteria” si adegua?
Una cosa non è strana.
Chi ha il coraggio della chiarezza (e Caporrella è certamente da apprezzare per questo) dice chiaramente cosa ha in testa il Centro-destra: fare il Centro Oli.
Una cosa perciò è chiara: noi non ci arrenderemo.
Ed ua cosa è certa: l’Abruzzo non merita nè il Centro Oli né il Centro Destra.
Michele Marino
Portavoce IdV Lanciano
C'ERA UNA VOLTA IL RE FASULLO*
*(Favola d'altri tempi scritta da un ignoto "abruzzese per scelta" del XXI secolo)
C'era una volta in un Regno chiamato Bruttopìa un Re chiamato Fasullo; Fasullo era un Re di quelli veri che tiranneggiava i sudditi con il sorriso bonario ma in realtà faceva ciò che voleva, ma soprattutto faceva fare ai sudditi ciò che lui voleva per il suo tornaconto e quello dei suoi sodali.
Per governare diceva tante bugie che nessuno osava contestare perché con tutti i suoi raggiri aveva così ben condizionato i suoi sudditi che nessuno osava ribellarsi.
Il re aveva un contratto segreto con un grande produttore di rape, in pratica a Bruttopìa si vendevano, si cucinavano e si mangiavano solo rape (vendute a caro prezzo dagli sgherri del re) perché per ogni chilo di rape che veniva venduto il Re Fasullo guadagnava una percentuale sostanziosa.
Un giorno alcuni dei suoi sudditi, meno sudditi degli altri, osarono ribellarsi; questi coraggiosi e temerari sognatori non volevano più nutrirsi di sole rape, volevano scegliere cosa comprare, cucinare e mangiare e così armati di coraggio e di ideali fecero un'istanza al Re Fasullo.
Il Re Fasullo rimase molto stizzito da quello che definiva un vero atto di ostilità, ma pur sudando e sbraitando, essendo in pubblico, fece buon viso e cattivo gioco.
Per dimostrare il suo elevato rispetto per la democrazia chiese parere ai consulenti del produttore di rape e poi emise questo editto.
"Sudditi di Bruttopìa ascoltate gioiosi la giusta, vera e saggia parola del vostro Re Fasullo!
Vista l'istanza di un gruppo di amati sudditi, affinchè non vadano in giro ad infangare il nome del nostro perfetto Regno con la storia delle rape io, Re Fasullo, abolisco sic et simpliciter la coltivazione, l'importazione, lo stoccaggio e la vendita delle rape su tutto il mio amato Regno!
Stabilisco inoltre che le rape che sino adesso costavano 10 denari al chilo vengano vendute a 12 denari e nessun altro alimento sia quindi venduto."
Mi dicono, ma questa deve essere sicuramente opera di male lingue, che la storia del Re Fasullo e delle rape abbia ispirato alcuni esponenti del governo regionale abruzzese che hanno stilato la proposta di legge per rislvere il problema del declassamento dell'Abruzzo in distretto petrolifero.
Infatti mentre dichiarano pubblicamente che il così detto centro oli (con cui intendono, per ignoranza congenita e specifica sull'argomento, il problema petrolio) non si farà dall'altra dichiarano i nuovi valori dei compensi spettanti ai comuni!
Morale della favola del Re Fasullo: il centro oli si farà, le piattaforme in mare si faranno, l'Abruzzo verrà declassato e devastato, chi lo nega è un bugiardo (se non peggio) e chi ci crede è un gonzo che si merita l'appellativo di suddito.
Ecco questo è uno dei motivi perchè abbiamo riportato il post di un candidato dell'IDV alle prossime elezioni provinciali.
Non veniteci a dire che siamo di parte: per le elezioni regionali abruzzesi di dicembre abbiamo realizzato (a pagamento) proiezioni ed interventi a diversi esponenti di tutti gli schieramenti pubblicamente contrari al centro oli (guardate i nostri vecchi post di dicembre, troverete anche i nomi).
Sarà un caso che due di questi esponenti, entrambi del centro destra non abbiano mai pagato quanto pattuito? Volete sapere i nomi? Provate a scriverci le vostre supposizioni!
Sarebbe interessante sapere cosa penserebbe in merito il Re Fasullo.
Probabilmente niente.
2 commenti:
Non ci posso credere che uomini retti e corretti, uomini di specchiata onestà, uomini che dovrebbero essere da esempio per i cittadini tutti ( non foss'altro che per l'art. 54 della Carta costituzionale ) meschinamente non mantengono fede ai propri impegni. Probabilmente la cifra da pagare sarà "stratosferica" o "ionosferica"........... in attesa di riscontro, saluto.
A volte viene proprio voglia di abbandonare tutto, ma così si farebbe il gioco dei mascalzoni. E' indispensabile informarsi e non avere timore del potere ma fare in modo che il potere senta la "pressione" dei cittadini.
Questa storia del petrolio abruzzese credo sia l'essenza della mala politica nazionale e la prova della mancanza di senso civico degli abruzzesi, beati nel loro nuovo ruolo di neo consumatori.
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