sabato 29 ottobre 2011

BOMBA O NON BOMBA ARRIVEREMO A ROMA, MALGRADO LORO!!!


DI FRANCO MORONI
Moroni alla Forest Oli: «il nostro è un no responsabile»

CHIETI. Ieri l'azienda americana interessata alla realizzazione del progetto per l'estrazione del gas sulle sponde del lago di Bomba aveva chiesto alla politica di spiegare le ragioni del no.

Risponde Franco Moroni, capogruppo del Pdl e consigliere delagato alle problematiche petrolifere.
«La Provincia di Chieti e i comuni interessati», spiega Moroni, «dicono di no perché la politica deve essere interprete autorevole delle esigenze e delle aspettative di tutta la comunità». L'esponente del Pdl ricorda inoltre che quel no «è il risultato ottenuto da una scelta responsabile, affrontando la tematica con serietà ed equilibrio in modo istituzionale senza estremismi e dopo aver verificato la congruità in termini progettuali, ambientali e di salute pubblica».
Moroni punta l'accento anche sull'occupazione minima di mano d'opera per i progetti della Forest (solo 12 persone a tempo pieno per 11 anni): «ben poca cosa», sottolinea il consigliere delegato, «rispetto ai redditi prodotti dalle 124 aziende agricole operanti nel solo comune di Bomba e le molte altre operanti nei comuni limitrofi: 179 a Tornareccio, 14 a Colledimezzo, 8 a Monteferrante, 346 a Roccascalegna, 454 a Gessopalena, 206 a Torricella Peligna, 56 a Villa Santa Maria, 9 a Civitaluparella, 6 a Quadri, dati presi dall’ISTAT nel censimento dell'agricoltura del 2000.
Quindi dodici unità lavorative annue per 11 anni valgono quanto un impatto negativo che si ripercuoterà sui redditi di 1278 e oltre famiglie che vivono con l'agricoltura, per non entrare nel merito del turismo e dello sport locale». Ma le ragioni del no, riferisce sempre Moroni, sono anche altre: «è illogico» far passare 8 chilometri di condutture nel territorio di Bomba, Gessopalena e Roccascalegna tra siti di notevole interesse naturalistico, poi perchè il territorio interessato al progetto, ha già ampiamente contribuito ed ancora oggi contribuisce alla produzione di energia con la costruzione dell’invaso artificiale di Bomba e della centrale idroelettrica di Altino, impianto idroelettrico, fonte energetica rinnovabile e più pulita.
E Moroni ricorda anche che l’intera zona, a causa della sua naturale instabilità idrogeologica e proprio in virtù della presenza dell’invaso, è sottoposta costantemente a gravi rischi per le numerose ed importanti frane attive.
Come peraltro affermato dalla Forest nella rivista International Oil Letter, volume 23 del 20/08/2007 "…..Quella riserva di gas/condensato non e' stata sfruttata perché giace sotto il lago di Bomba e sussiste un rischio di smottamenti in quella zona montagnosa…..", o dalla Agip spa, precedente titolare del campo, nella relazione geomorfologica dell’area di Bomba del 06/10/1992 dove si accerta che “….viste la presenza di vaste aree franose in concomitanza con la presenza di un lago artificiale …. Non esistano le condizioni generali per la messa in coltivazione del giacimento Bomba….”

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