Toh! Il titolo che non ti aspetti: Le biomasse potrebbero minacciare gli obiettivi di
riduzione di C02 dell’Europa. Dietrofront della Comunità in merito a
questa forma di energia rinnovabile (ma d’altronde in Italia lo avevamo già denunciato).
Proprio lo scorso 20 marzo il Parlamento
europeo ha chiesto che le regole di calcolo delle emissioni
di carbonio siano revisionate per quanto concerne le biomasse. In
sostanza l’Europa paga incentivi per abbattere le foreste che andranno a
fornire biomassa pensando di diminuire le emissioni di CO2; in realtà queste
aumentano. Il punto è che le attuali regole dell’Ue non fanno distinzione tra i
residui o la legna e accordano l’etichetta “carbon neutral” senza tenere in
conto il tempo necessario per recuperare il carbonio emesso.
Ha spiegato Delfet Sprinz, direttore del
Comitato scientifico indipendente consulente per l’Agenzia europea per
l’Ambiente (EEA):
E’ errato
suggerire che la bioenergia sia carbon neutral per definizione; tutto dipende
da quello che viene usato. Se si rimpiazza una foresta in piena crescita con
colture destinate alla produzione energetica, in conformità con le regole di
calcolo in vigore nell’UE, è possibile che si accrescano le emissioni di gas
serra.
Di fatto circa la metà del 20% di energie rinnovabili contenute nel mix
energetico da adottare entro il 2020 è costituito dalle fonti di biomassa, come
le colture legno, rifiuti e residui agricoli. Il legno è una buona parte di
questo obiettivo ed è considerato dall’UE come “carbon neutral”, il che implica
la concessione di sovvenzioni, tariffe di alimentazione e premi a livello
nazionale.Tuttavia, c’è uno sfasamento tra il debito di carbonio causato dal
taglio di un albero che viene poi trasportato e bruciato e il tempo necessario
per la crescita di un nuovo albero in grado di assorbire tanto carbonio quanto
il precedente; il che porta a realizzare che le biomasse non fanno altro che
aumentare le concentrazioni di CO2 in atmosfera.
La stessa EEA aveva già proposto di
pensare a leggi che incoraggiassero il rimpiazzo dei carburanti fossili
con bioenergie senza prendere però troppo in considerazione le biomasse. A
opporsi però i paesi scandinavi come Svezia e Finlandia ricchi di foreste e che
basano rispettivamente il 20% e il 16% della produzione di energia proprio
dalle biomasse.
Tra l’altro in dubbio viene messa anche
la biomassa da residui di rifiuti compostati o agricoli. Secondo alcuni
studiosi utilizzarli aiuta a contenere le emissioni di CO2, ma secondo altri
l’Ue non ha ben chiaro di che genere di residui siano per cui anche le
direttive sembrano essere state mal concepite. Non si tiene conto, ad esempio,
dell’impatto che la rimozione di residui agricoli come la paglia può avere
sulla riduzione dello stock di carbonio nel suolo e che può causare un maggiore
uso di fertilizzanti e irrigazione e rese più basse.
Pubblicato: 04 apr 2012 da Marina ecoblog
1 commento:
Complimenti per l'articolo che copiato nel mio blog pontiniaecologia.blogspot.com. Anche a Pontinia abbiamo (ho) contestato 3 progetti di centrali a biomasse 1 da 22 Mw, 2 da 1 Mw, di cui uno addirittura con uso di olio di colza. Sarebbe vero che il bilancio di carbonio sia uguale a zero se le colture venissero coltivate allo scopo sullo stesso posto senza uso di energia
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