sabato 21 aprile 2012

UNA CONFERMA AUTOREVOLE A QUANTO DICIAMO DA SEMPRE: IN ITALIA NON ABBIAMO BISOGNO DI ALTRA ENERGIA. - LA PAROLA D'ORDINE E': RIDURRE, RISANARE, RIMODULARE.


Qui di seguito riportiamo uno stralcio dell’intervista concessa alla rivista del Corriere della Sera “SETTE GREEN” dal Presidente nazionale dell’APER (Associazione Produttori Energie Rinnovabili) Agostino Re Rebaudengo nella quale si ribadisce quanto noi affermiamo ad ogni occasione ossia che L’ITALIA NON HA BISOGNO DI ULTERIORE ENERGIA PERCHE’ IL SUO FABBISOGNO E’ LA META’ DI QUANTA NE VIENE PRODOTTA, ancor più in periodi di grave crisi economica come l’attuale con le industrie ferme e i consumi privati in caduta libera.

Ecco l’estratto:
“L’Italia negli ultimi 10-15 anni ha registrato ancora grandi investimenti in impianti tradizionali per la produzione di energia. Il risultato, un po’ assurdo, è che noi attualmente abbiamo una capacità produttiva in grado di fornire il doppio dell’energia elettrica che consumiamo. Gli impianti a gas e petrolio funzionano spesso al 40% delle loro capacità. Devo dire che tuttora cerco di comprendere, e non ci riesco, con quali criteri gli operatori continuano a investire in centrali alimentate a metano. Ce ne sono ancora quattro o cinque in autorizzazione e non capisco davvero che prospettiva possano avere. Il tutto diventa ancora più curioso quando si parla di costo dell’energia: il nostro Paese paga il metano il 20-25% in più della media europea. Quindi, riassumendo, l’Italia produce il 77% di energia con fonti fossili, e gran parte di questa è metano, che paghiamo carissimo. Ecco cosa deve cambiare: oltre a fare in modo che il metano ci costi meno, dobbiamo far crescere le energie rinnovabili. Non ultimo perché queste ci renderanno indipendenti dalle forniture dall’estero, ma anche, ovviamente, per i benefici ambientali e di salute pubblica.” [“Sette Green”-22/3/12]

Speriamo che una volta per tutte finiscano le cialtronerie false ed ingannevoli di chi dice: “Ma anche voi usate il telefonino, l’auto e il computer!”

Riepiloghiamo:
·        Non abbiamo bisogno di altra energia perché ne produciamo quotidianamente il doppio di quanto utilizzato e questo rapporto probabilmente è destinato a crescere in tempi di grave crisi economica. Per fare qualche esempio concreto oggigiorno una pala eolica su quattro resta ferma (anche perché spesso è un affare più costruirla che utilizzarla) e la turbogas di Gissi lavora a meno della metà del suo potenziale proprio perché non c’è richiesta;

·        All’interno di questa realtà è comunque necessaria una rimodulazione delle varie componenti perché non è sostenibile che il 77% dell’energia prodotta nel nostro Paese provenga da fonti fossili inquinanti e destinate all’esaurimento;

·        Queste sono a nostro avviso le strade da percorrere al più presto:
1. Abbassare ulteriormente il fabbisogno attraverso la riduzione degli sprechi e dei consumi inutli con l’adozione di serie politiche di risparmio energetico;
2.  Cancellare subito quella metà che non ci serve mediante l’eliminazione e la disattivazione delle fonti e degli impianti più dannosi per l’ambiente e la salute umana;
3. All’interno della parte di reale fabbisogno sostituire gradualmente le fonti fossili e inquinanti con quelle davvero pulite e rinnovabili (eolico, solare, geotermico, trattamento meccanico biologico delle biomasse, ecc.) avendo la premura di adottare le tecnologie più aggiornate in impianti il più possibile piccoli, diffusi e poco impattanti (ad esempio i pannelli fotovoltaici non mettiamoli al posto dei vigneti ma andiamo a sostituire le coperture in amianto dei capannoni industriali);

·        Attenzione alle speculazioni ed alle storture sulle rinnovabili come nel caso delle biomasse: queste sono accettabili solo se sfruttate negli impianti TMB di Trattamento Meccanico Biologico a freddo dove non c’è combustione (e quindi inquinamento) e solo a determinate condizioni quali la filiera corta con la risoluzione di problemi locali di smaltimento, la previsione del teleriscaldamento, ecc. Oltre ad un compost di qualità è utile soprattutto il biometano prodotto in questi impianti che può essere immesso direttamente nella rete metanifera nazionale riducendo la nostra dipendenza dall’estero e rendendo meno cara la bolletta energetica nazionale.

·        Non siamo certamente ostili all’imprenditoria ed all’impresa privata ma questa deve svilupparsi correttamente senza danni per l’ambiente e la salute della comunità ospitante.  Se gli impianti e le infrastrutture grandi e piccole che vengono realizzati per assicurarsi un profitto attraverso la vendita di energia all’estero (elettrodotti, turbogas, ecc.) oppure per entrare furbescamente nell’affare dell’incenerimento dei rifiuti (centrali a biomasse e biogas) risultano fortemente dannosi e inquinanti oltre che inutili per la collettività allora diciamo: quelle risorse utilizziamole per scopi più utili e nobili creando davvero un gran numero di nuovi posti di lavoro (di certo non i 14 assunti in 14 anni della Forest Oil alla raffineria di Bomba!) valorizzando con intelligenza e rispetto il nostro inestimabile patrimonio di arte, cultura e bellezze naturalistiche.

Solo in questo modo avremo il pieno orgoglio di sentirci davvero italiani.    
 fm
                                                                                                                       




                                                                                                      

Nessun commento: