Domenica scorsa la Val d'Aosta ha scritto una pagina memorabile nella storia italiana e probabilmente europea indicando a tutti la strada giusta per una soluzione sana e democratica al problema dei rifiuti.
Nel referendum propositivo (possibile in quella regione a statuto speciale e speriamo presto esteso a tutta l'Italia) il 94% dei cittadini votanti ha detto NO AL PIROGASSIFICATORE (una sorta di inceneritore di rifiuti) pretendendo scelte più sane e condivise.
Dice in proposito sul suo blog il Prof. Federico Valerio :
"Alcuni mesi or sono ho
partecipato ad una audizione con i rappresentanti del Consiglio Regionale della
Val D'Aosta e ho cercato di convincerli che in una Regione che punta sul turismo,
sulla qualità del suo territorio, non dovrebbero avere dubbi, dovendo scegliere
tra una tecnologia (la pirogassificazione) che inquina molto di più di un
Trattamento Meccanico Biologico che, con l'uso del biometano prodotto
dalla fermentazione anaerobica ed immesso nella rete di distribuzione del gas,
sarà possibile produrre calore ed elettricità senza aumentare le attuali
emissioni prodotte dal gas naturale già oggi utilizzato nella Val D'Aosta."
"Votare SI, significava risolvere i problemi degli
scarti con trattamenti a freddo; votare NO significava il via libera alla
scelta della Regione di puntare tutto su un pirogasifficatore, un impianto che
ad alta temperatura, in assenza di ossigeno, avrebbe trasformato in gas (una
miscela di ossido di carbonio, idrogeno e metano) tutti gli scarti combustibili
e usato questo gas per produrre elettricità."
"Ed ecco il piano
"rifiuti" che la maggioranza dei Valdostani ha deciso di appoggiare.
Il perno della nuova gestione è la raccolta differenziata Porta a Porta o di prossimità che punta alla alta qualità delle frazioni raccolte e alla loro commercializzazione. Con il Porta a Porta è introdotta anche la tariffazione puntuale, per ridurre la produzione alla fonte e premiare economicamente che produce meno rifiuti indifferenziati.
La frazione umida è destinata ad impianti di compostaggio e di digestione anaerobica; quest'ultima produce compost per uso agricolo dai digestati e biogas che, depurato a biometano, può essere immesso nella rete di distribuzione del gas per i consueti usi civili ed industriali.
La frazione non differenziata è inviata ad impianti di Trattamento Meccanico Biologico, finalizzati ad ulteriore recupero di materia. I residui di questo processo, esenti da materiali organici fermentabili possono essere messi in discarica, in attesa che diventino commerciabili tecniche che possono trasformare le plastiche miste e gli scarti cellulosici non riciclabili, rispettivamente in olio diesel e bioetanolo per l'autotrazione."
Il perno della nuova gestione è la raccolta differenziata Porta a Porta o di prossimità che punta alla alta qualità delle frazioni raccolte e alla loro commercializzazione. Con il Porta a Porta è introdotta anche la tariffazione puntuale, per ridurre la produzione alla fonte e premiare economicamente che produce meno rifiuti indifferenziati.
La frazione umida è destinata ad impianti di compostaggio e di digestione anaerobica; quest'ultima produce compost per uso agricolo dai digestati e biogas che, depurato a biometano, può essere immesso nella rete di distribuzione del gas per i consueti usi civili ed industriali.
La frazione non differenziata è inviata ad impianti di Trattamento Meccanico Biologico, finalizzati ad ulteriore recupero di materia. I residui di questo processo, esenti da materiali organici fermentabili possono essere messi in discarica, in attesa che diventino commerciabili tecniche che possono trasformare le plastiche miste e gli scarti cellulosici non riciclabili, rispettivamente in olio diesel e bioetanolo per l'autotrazione."
E' la prima volta che passa un referendum propositivo, perdipiù avendo contro il partito storicamente al potere in regione, l'Union Valdotain, il che la dice lunga sullo scollamento sempre più evidente dei partiti e vertici politici con la base che dovrebbero rappresentare.
E' l'ennesima dimostrazione (dal referendum nazionale sull'acqua bene comune in poi) che le comunità locali vogliono prendere in mano il loro futuro soprattutto in settori quali i rifiuti e l'energia che, spesso intrecciati tra loro, incidono pesantemente sulla loro qualità della vita.
La Valle d'Aosta ha fatto la scelta giusta. Ci chiediamo: perchè l'Abruzzo non potrebbe fare altrettanto?
A quella splendida terra ci accomunano le bellezze naturali, paesaggistiche e storiche. In più abbiamo il mare, e non è poco. Lì come qui ci sono tutte le condizioni per indirizzare l'economia ed il modello di benessere verso l'uso rispettoso e intelligente di queste risorse senza andare a stravolgere l'identità e le vocazioni regionali.
PER QUESTO SI DEVE RESPINGERE CON INDIGNAZIONE IL NUOVO SCELLERATO TENTATIVO GOVERNATIVO DI TRASFORMARE L'ABRUZZO IN DISTRETTO PETROLCHIMICO calpestando sfacciatamente la volontà popolare che si è espressa con le 50.150 firme raccolte da NSC ed altri movimenti alla petizione contraria a questa deriva.
PER QUESTO SI DEVE RESPINGERE CON FORZA LA "BIOTRUFFA" DELLE CENTRALI A BIOMASSE E BIOGAS che, come concepite nella schiacciante maggioranza dei casi, rappresentano un lauto affare solo per chi le realizza e gestisce mentre significano un evidente danno di salute, economico ed occupazionale per le comunità costrette ad ospitarle.
PER QUESTO SI DEVONO RESPINGERE I CONTINUI TENTATIVI DI RIFILARCI GLI INCENERITORI DI RIFIUTI (in forma palese o in forma iniziale camuffata da centrale a biomasse) E DI ALLARGARE LE DISCARICHE perchè è sempre più evidente a tutti che sono possibili soluzioni più sane ed economiche che possono fare a meno degli uni e delle altre.
Naturalmente non diciamo solo NO NO NO.
Diciamo anche SI SI SI e lo abbiamo dimostrato con le nostre risposte al questionario governativo sulla "Strategia Energetica Nazionale" (vedi precedente post).
In tutti questi settori ci sono alternative già attive altrove che rappresentano non solo una risposta tecnica innovativa, sostenibile e proficua per tutti ma anche una forma di gestione e controllo più diffuso, partecipato e democratico. Per intenderci una cosa è la mega centrale recintata come un bunker, un'altra i pannelli fotovoltaici sulle case di tutti.
In conclusione, la Val d'Aosta ha segnato la strada ma l'Abruzzo ha tutti i requisiti per poterla percorrere nel migliore dei modi tenendo la schiena dritta e soprattutto gli occhi sempre aperti se non vuole diventare definitivamente terra di conquista di affaristi, speculatori o, peggio, della criminalità organizzata.
Tutti i cittadini che hanno a cuore la nostra regione tra qualche mese avranno la possibilità di eleggere solo coloro che, senza trucchi o inganni, si impegneranno solennemente sugli argomenti appena trattati sottoscrivendo programmi precisi e dettagliati in difesa della qualità della vita di tutti i loro concittadini.
Altrimenti non ci sarà migliore energia pulita e a basso costo di un bel calcione nel fondoschiena.
IL PROGETTO A FREDDO CHE HA VINTO IN VAL D'AOSTA |
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