IL SINDACO DI PERUGIA (presidente
ANCI regionale) SI RIVOLGE AI PREFETTI
I COMITATI "NO BIOGAS" DISTURBANO IL LAVORO DEI SINDACI.
Una prima risposta.
Fonte: Corriere dell'umbria sabato 3 Novembre
I COMITATI "NO BIOGAS" DISTURBANO IL LAVORO DEI SINDACI.
Una prima risposta.
Fonte: Corriere dell'umbria sabato 3 Novembre
.. Con il monte che rappresenta il
tentativo di salvaguardia dell'ambiente perugino più importante realizzato nel
corso, peraltro, di tempi ormai lontani, gli amministratori di oggi non sanno
come confrontarsi. Si vede che con la materia si trovano a disagio. Tutelare il
territorio semplicemente rispettando la sua vocazione originaria sembra davvero
troppo difficile. Eppure un monte è un monte e un terreno agricolo è un terreno
agricolo, non c'è molto da discutere. Invece ogni volta si ricomincia da capo,
non solo ovviamente con il monte Tezio. Basta che arrivi qualcuno con una idea
brillante e molto conveniente e tutto può cambiare. Ora è il tempo delle
energie alternative, che è una cosa molto seria, purché la si sappia gestire
con grande trasparenza perché è il nostro futuro ma anche un presente molto
interessante per i cacciatori di bonus energetici (finanziamenti pubblici che
paghiamo nella bolletta della luce) e i furbi che da noi, in Italia, non
mancano mai.
Le energie rinnovabili, cioè quelle
che non comportano l'uso di combustibili di origine fossile, costosi e
inquinanti, come il petrolio o il carbone, utilizzano la forza idraulica o
quella del vento, il calore del sole, o anche, in tempi più recenti,
sofisticate tecnologie che bruciano rifiuti di diversa composizione, dai
cosiddetti termovalorizzatori alle biomasse e al biogas. Per realizzare questi impianti
si deve comunque pagare un prezzo ambientale. Consumo del territorio,
inquinamento di vario tipo, danni al paesaggio. Per questo si tratta di
decisioni che vanno prese con molta serietà e competenza. Si paga un prezzo
oggi per avere un vantaggio domani, anche se la scelta primaria dovrebbe essere
il risparmio, il consumare di meno. Allora, in questo caso, è importante che a
decidere non siano soltanto coloro che in questo settore investono per ovvie
ragioni di convenienza, ma tutti i soggetti che sono interessati, cittadini
compresi. Se no, chi? Pale eoliche e pannelli solari sono cose che tutti
possono vedere. Stanno lì, in cima ai monti e su terreni fertili che dopo venti
anni non lo saranno più. Comunque ognuno può vedere e giudicare, ma chi può sapere
cosa si brucia nei vari impianti termici? E poi quanti di questi possono essere
accettabili in zone dove le abitazioni sono molto diffuse? Il diritto dei
cittadini di sapere e di poter esprimere il proprio parere sembra francamente
indiscutibile.
Invece succede che il comune di
Perugia si sia molto irritato dopo le proteste degli abitanti di Sant'Egidio
per la costruzione vicino alle loro case di un impianto a biogas che utilizza,
dopo la fermentazione, i liquami di un allevamento di tori e gli scarti delle
coltivazioni agricole. Sant'Egidio è una loca1ità dove nelle vicinanze c'è un
aeroporto, allevamenti zootecnici e non molto lontano la E45 mentre si prevede
di autorizzare, una maxistalla e i futuri store di Ikea. In comune tengono così
tanto alle energie rinnovabili ovunque e comunque da aver fatto di Egidio una
questione di principio, dimenticando però che il piano di rischio
dell'aeroporto, che dovrebbe dormire in qualche loro cassetto, impone la non
presenza nelle vicinanze delle piste di atterraggio di strutture a rischio
esplosione. Gli impianti a biogas, purtroppo, lo sono. Un bel pasticcio. Una
delegazione dell'associazione dei comuni umbri guidata dal sindaco Wladimiro
Boccali ha intanto incontrato il Prefetto di Perugia per denunciare l'eccessiva
animosità mostrata, nel corso delle assemblee popolari, dai cittadini
interessati.
Il Prefetto ha preso atto.
Manderanno la polizia a presidiare le riunioni?
Sarebbe la prima volta che le
amministrazioni democratiche dell'Umbria, invece di confrontarsi apertamente
con i cittadini, parlare spiegare e, soprattutto, avere rispetto per le
opinioni dei loro stessi elettori, chiedono l'intervento delle forze
dell'ordine. Dopo i sindaci sceriffo ci toccheranno anche i sindaci questurini
che, quando parlano, come si sa, non si possono contraddire. Benedetti
comitati, non hanno ancora imparato a dire sempre di si.
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