martedì 18 giugno 2013

IL MARE IN ABRUZZO: PROFONDO NERO, COME IL PETROLIO. ECCO I DATI SCONFORTANTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE. E ADESSO CI PENSERANNO OMBRINA E LE TRIVELLE A RIPULIRLO?

L'ORIZZONTE CHE NON PERMETTEREMO
IL PRESENTE CHE DIFENDEREMO CON I DENTI
Domenica sono andato al mare a San Vito, zona Turchino, e forse per la prima volta dopo quarant'anni non mi sono tuffato appena arrivato in spiaggia: su tutto lo specchio d'acqua galleggiavano delle estese chiazze di schiuma giallognola che restituivano una colorazione preoccupante a tutto il paesaggio. Alcuni amici mi dicono che anche nei giorni precedenti la situazione è stata più o meno la stessa. 

Non so se sia più il dispiacere o la rabbia a prevalere.
Perchè stanno uccidendo il nostro povero mare (e i fiumi)?
Per quali sporchi, particolari e vigliacchi interessi?
Perchè non si interviene d'ufficio per scongiurare questa deriva?

Se poi penso alla follia delle trivellazioni e delle piattaforme petrolifere ad un passo dalla riva è sicuramente la rabbia a prendere il sopravvento. Però anche questa viene subito scalzata da un altro prepotente impulso che tutto travolgerà: la certezza che con la lotta dura e incessante che è in atto libereremo presto tutto il nostro mare dallo schifo presente e futuro.
FM

Qui di seguito riportiamo l'articolo pubblicato da Primadanoi.it sul "Rapporto 2013 sulle acque di balneazione italiane" nel quale si legge tristemente che l'Abruzzo è il fanalino di coda tra tutte le regioni per la qualità delle sue acque (clicca QUI per visionare il documento: le tabelle sono alle pagine 33 e 35). Sicuramente ci penseranno i petrolieri a dare una bella ripulita con i loro pozzi, piattaforme, navi e gasdotti!
(vedi anche la pagina dedicata sul blog cliccando QUI )

"Abruzzo maglia nera in Italia per le acque di balneazione"

Il Wwf: «gestione scriteriata dei fiumi e della costa»


L'Abruzzo è maglia nera in Italia per la qualità delle acque di balneazione secondo il rapporto presentato oggi dal Ministro Lorenzin.
Balneabile la costa abruzzese per circa l’88%. Tutto perfetto da Martinsicuro fino a 100 mt a nord alla Foce del Tordino di Giulianova.
Acque non balneabili, perché inquinate, invece, a 300 metri a sud della foce del Tordino, (Roseto) poi di nuovo balneabile fino alla zona antistante via Claudio, sempre a Roseto.
Acqua inquinata anche a 300 metri a nord della foce del fiume Vomano (Roseto) e a 300 mt a sud nel comune di Pineto.
Di nuovo balneabile fino a Pescara, e precisamente fino a via Mazzini.
Il portale acque del governo segnala poi come non balneabile per inquinamento la zona antistante via Balilla e la spiaggia che si trova 300 metri a nord del molo del fiume Pescara. A Montesilvano tutti e quattro i punti sono balneabili.
Verso sud, invece, non superano gli esami la spiaggia a 350 metri a nord della foce del fiume Foro di Ortona, e nemmeno i 350 metri a sud, così come il tratto a 400 metri a nord della foce del fiume Arielli e i 200 metri a sud.
Bocciata pure la spiaggia a 200 metri a nord e i 200 a sud della foce di Fosso Peticcio, quella a 300 metri a nord del fiume Moro, a 50 metri a sud di Fosso Cintioni a San Vito Chietino.
Inquinate pure le spiagge a 200 mt a nord della foce del Feltrino (sempre San Vito), a 200 mt a sud dalla foce del Sangro (Torino di Sangro) come pure i 300 metri a nord e sud di Fosso Lebba nel Comune di Vasto.

Tutte le criticità già messe nero su bianco qualche settimana fa dall’Arta.

«FIUMI COME FOGNE DELLE COSTE»
Per il WWF Abruzzo si sta pagando la pervicace volontà di non affrontare con la dovuta energia la mala-gestione del settore delle acque e del territorio. «I fiumi sono ridotti a fogne e la costa (e non solo) è stata quasi completamente urbanizzata senza pensare ai servizi di base come la depurazione con ovvie conseguenze sul nostro mare».
«L'Abruzzo del turismo balneare», spiega Augusto De Sanctis, referente acque del Wwf, «si presenta con questi dati sconfortanti sul palcoscenico nazionale, frutto di una gestione scriteriata del territorio e dell'incredibile situazione dei fondi connessi alla gestione delle acque. Moltissimi depuratori sono abbandonati o mal-funzionanti; gli investimenti non sono stati fatti e nonostante ciò le aziende che gestiscono la depurazione hanno centinaia di milioni di euro di debiti. In questo contesto, che penalizza fortemente l'economia, le strutture regionali e in particolare l'assessorato ai Lavori Pubblici e il Comitato VIA, hanno varato, tra le contestazioni dei soli ambientalisti e di due comuni, Fossacesia e Farindola, un Piano di Tutela delle Acque che rimanda addirittura al 2027 il risanamento di molti fiumi, per i quali le normative europee prevederebbero invece il raggiungimento dello stato “buono” delle loro acque entro il 2015. A parte le ovvie considerazioni sulla situazione ambientale che pare interessare solo gli ambientalisti, i balneatori e gli albergatori sanno che la Regione ha chiesto decine di deroghe rispetto agli obiettivi di qualità comunitari? Sanno che sono stati privilegiati gli interessi dei concessionari per l'idroelettrico rispetto al loro comparto? In tale disastro, oltre a stigmatizzare l'atteggiamento dilatorio di chi è preposto a far rispettare le norme sulla qualità dell'ambiente, è sconfortante pensare che si destinano oltre 500 milioni di euro alla realizzazione della famigerata e inutile strada pedemontana Abruzzo-Marche e alla depurazione 1/10 di queste risorse. Ora il Piano di Tutela delle Acque, adottato nel 2010, dovrebbe essere approvato dal Consiglio Regionale. In quella sede è urgente apportare profonde modifiche per cambiare strada seriamente».

da PRIMADANOI.IT DEL 17/6/13

1 commento:

fratellofoco ha detto...

signori l'unico modo per evitare la distruzione graduale e completa dei nostri ecosistemi è attribuire una responsabilità civile e penale personale agli amministratori che vendono criminosamente e consapevolmente la salute degli abitanti e la bellezza dei posti che tutti ci invidiano in cambio di qualche mazzetta!! votiamo la proposta di legge contro l'ecocidio