martedì 24 febbraio 2009

FACCIAMO UNA NUOVA LEGGE MA PENSIAMO ANCHE ALL'ENI


«La finalità del disegno di legge è duplice - ha spiegato l'assessore all'Agricoltura Mauro Febbo - infatti la prima finalità della nuova disciplina proposta è quella di rendere gli enti locali compartecipi delle decisioni relative alla costruzione e all'ampliamento degli stabilimenti di lavorazione e stoccaggio degli oli minerali, laddove invece la disciplina vigente non impone la partecipazione alla conferenza dei servizi dei Comuni confinanti con quello nel quale è ubicato l'impianto, mentre la seconda finalità è quella di subordinare lo sfruttamento di idrocarburi nel territorio regionale al versamento di un contributo integrativo in favore degli enti territoriali».

In queste poche righe è concentrato il pensiero guida dell'attuale Consiglio Regionale in merito al declassamento dell'intero Abruzzo in distretto minerario, ormai in atto da anni.

In pratica l'Assessore all'Agricoltura Mauro Febbo insieme ad altri esponenti del Governo Regionale (che al momento sarebbe lungo ed inutile elencare), ha pomposamente presentato come innovativa una legge che non è mirata alla salvaguardia del territorio abruzzese, alla sua economia ed alla tutela della salute degli abruzzesi, come lo sarebbe una legge bipartisan (quindi veramente popolare) per giungere ad una moratoria almeno venticinquennale sulle attività industriali legate all'estrazione, alla lavorazione ed allo stoccaggio di idrocarburi.
Questa legge ci sembra invece rivolta a dare
certezze all'ente richiedente le concessioni per il quale, seguendo una certo percorso burocratico, non ci sarebbero più quelli che vengono pubblicamente definiti, anche da alti esponenti della Confindustria abruzzese degli "intralci".

Tanto per intenderci noi e tutti coloro che la pensano come noi siamo degli "intralci" ma sono "intralci" anche la Convenzione di Aarhus, l'OMS, la Comunità Europea, i firmatari di Agenda 21 e colore che ne seguono le linee guida.
Ma per questi imprenditori sono "intralci" anche tutta una serie di Leggi della Repubblica Italiana dimenticate da qualche parte e comunque sistematicamente disattese.

Del resto era prevedibile, dopo che il candidato più votato in Abruzzo, durante una trasmissione televisiva, aveva concluso un suo intervento dicendo che si doveva pensare anche all'ENI.

Ed infatti ci ha pensato.



Noi non sappiamo a quale titolo e con quali dati e soprattutto da quali fonti l'Assessore all'Agricoltura acquisisca le informazioni che gli permettono di intervenire su argomenti che riguardano la salute dei cittadini, lo sviluppo economico, la qualità della vita e dell'ambiente.
Per dare una parvenza di credibilità al suo pensiero ha parlato "di subordinare lo sfruttamento di idrocarburi nel territorio regionale al versamento di un contributo integrativo in favore degli enti territoriali".
Ma l'Assessore all'Agricoltura non dovrebbe tutelare gli interessi dell'economia agricola e di conseguenza la qualità della vita e la salute dei cittadini?


L'Assessore Febbo sembra comunque ignorare che ciò che lui propone come elemento innovativo è di fatto così sin dal 1927 (come ben espresso nel Regio Decreto n. 1443/1927 che corrisponde alla così detta legge mineraria fondamentale; nella sostanza una legge mai cambiata, neppure quando Enrico Mattei ha incominciato a pagare il 50% di royalties alle nazioni in cui andava a perforare e che, si dice, proprio per questo fu eliminato dalle Sette Sorelle).

In base a questa legge chi in Italia estrae idrocarburi a terra (onshore) deve riconoscere allo Stato il 7% del valore economico del petrolio estratto; lo Stato riconosce poi alla Regione un 15% di questo 7%.
Chi estrae idrocarburi in mare (offshore) paga invece allo Stato solo il 4% di royalties che lo Stato si tiene tutto per se.
Attenzione però, chi estrae idrocarburi (sempre per quel decreto del 1927!) stabilisce lui stesso il quantitativo da dichiarare!
Per capire meglio: immaginate di andare dal benzinaio a fare il pieno stabilendo voi, arbitrariamente, il prezzo per litro, il quantitativo prelevato e la cifra da riconoscere al benzinaio! Sarebbe come vivere nel paese dei balocchi!
Infatti l'Italia è, per le compagnie petrolifere italiane ed estere, il paese dei balocchi e continuerà a restare tale sino a quando avremo rappresentanti politici che a quanto pare ignorano i problemi su cui decidono di intervenire.
Sul problema petrolio insieme ad altri comitati e movimenti abbiamo coinvolto ed intervistato (anche all'estero) decine di scienziati e personalità di fama mondiale.
Chi sono i consulenti dell'Assessore Mauro Febbo e dei cofirmatari del Disegno di Legge in merito al problema petrolio?

Ci farebbe piacere conoscere questi esperti e consulenti e magari anche intervistarli!

Torniamo alle royalties: in base alle normative vigenti su il 7% del valore destinato allo Stato il 15% viene restituito alla Regione.
Per semplificare: se la Compagnia petrolifera decide di dichiarare il quantitativo estratto pari per esempio ad un valore di 100 euro, 7 euro andranno allo Stato che riconoscerà 1,05 euro alla Regione!
Il Disegno di Legge dell'Assesore Mauro Febbo prevede una ripartizione di questo 1,05 euro ripartito tra il comune direttamente interessato (60%) i comuni limitrofi (20%) e Regione (restante 20%).
Sostanzialmente non cambia nulla perchè sempre di 1,05 euro si tratta!
Si aumenta solo il numero di destinatari per aggregare consensi ma sempre di quattro soldi con un altissimo tasso di interessi passivi si tratta.

Interessi passivi che si chiamano cancro, leucemie, malformazioni genetiche, distruzione del turismo e dell'agricoltura che, come Assessore all'Agricoltura dovrebbe difendere.

Alla luce delle informazioni rese pubbliche dall'Ufficio Stampa della Regione ci sembra di capire che purtroppo anche l'attuale Consiglio Regionale non abbia nessun interesse alla salvaguardia del territorio abruzzese e non sia sufficientemente informato sui problemi inerenti il degrado sociale, economico ed i danni alla salute causati dalle attività petrolifere sia in terra che in mare.
Non sembra inoltre in grado (questo Consiglio) di formulare liberamente (cioè senza condizionamenti dettati dal Governo Centrale e dai gruppi di pressione economica) progetti di sviluppo economico di largo respiro integrati con la qualità della vita ed il rispetto delle risorse ambientali, come accade ormai (quasi) dovunque.

Ci auguriamo con tutto il cuore di essere smentiti da fatti che dimostrino in termini privi di dubbi e di incertezze che ci siamo sbagliati, che siamo abituati a pensare sempre male.

Siamo disponibili sin da adesso a confronti, tavoli di concertazione, interviste e pronti a scusarci pubblicamente, se sarà il caso.

Nell'attesa di risposte liberatorie e chiarificatrici queste parole di Enrico Mattei continuano a martellarci le tempie.

“Per me i partiti sono come taxi. Salgo, pago la corsa e scendo.”


Ma che differenza c'era tra Mattei e Cefis?

5 commenti:

wanadobee ha detto...

e' interessante come Febbo abbia parlato del 15% ma si sia ben guardato dallo spiegare che stiamo parlando del 15% del 7%, cioe' dello 1.05% del total come ben spiegato nell'articolo.

Il fumo di Febbo puo' convincere solo i non informati.

wanadobee ha detto...

a favore fdei petrolieri ;)
e di chi altrimenti ?

SinceraMente ha detto...

Salute a tutti.
Una domanda semplice semplice: saranno questi signori informati sulle altissime sanzioni conseguenti al mancato rispetto del trattato di Kyoto ???? E se si, chi pagherà ?? E se si, saremo ulteriormente indebitati come Regione e quindi ci saranno altre concessioni ai potenti che ci faranno vedere i famosi specchietti .... ma noi non siamo allodole, sappiamo benissimo a cosa andiamo incontro con queste scelte STRAMPALATE !! Metteranno ulteriormente in ginocchio i cittadini ed il territorio in cui vivono.
SinceraMente

mario franco basilico ha detto...

Ho passato circa una mezzora a discutere con dei simpatizzanti di febbo, erano tutti convinti che ha proposto una buona legge, quando gli ho detto che il 15% era del 7% che andava allo stato e che il petrolio estratto non lo controllano totalmente e che le compagnie petrolifere non spenderanno neanche un centesimo in più, mi hanno detto che sono contro il progresso e che devo vendermi l'auto così capirò meglio l'importanza del petrolio e parlare con me era tempo perso.

NUOVO SENSO CIVICO ha detto...

Purtroppo la gran parte dei nostri rappresentanti politici non solo ignora cosa sia Kyoto, ignora e basta!
Come dice il prof. Belcaro nel video il Ritorno di Attila "il più grande inquinatore dell'Abruzzo è la politica" e purtroppo i fatti continuano a dimostrare che è vero.

Per quanto riguarda i sostenitori del febbopensiero io ricorderei loro che l'età della pietra è finita non perchè sono finite le pietre.