Nel nostro precedente post abbiamo detto di come sia giunta l'ora per politici ed Amministratori pubblici di fare qualcosa di concreto in favore del "territorio" di cui così spesso si riempiono la bocca.
Il Sindaco di Lanciano avrà nei prossimi giorni un'ottima occasione per dimostrare quanto tiene al "benessere" dei suoi concittadini e per applicare fattivamente uno dei punti del suo programma (vedi sopra) per il quale è stato eletto con grandi aspettative dalla maggior parte dell'elettorato lancianese:"Opposizione alla petrolizzazione e all'insediamento di qualsiasi impianto inquinante nocivo per la comunità".
Bene, l'occasione è data dalla Conferenza dei Servizi del prossimo 20 giugno a Pescara nella quale è stato invitato, in veste di massima autorità sanitaria locale, a dire la sua sulla centrale a Biogas in costruzione a Villa Pasquini (località Bel Luogo).
Siccome Nuovo Senso Civico ha seguito fin dall'inizio tutta la vicenda in maniera molto approfondita riteniamo utile ed opportuno riassumere al Sindaco ed alle altre rappresentanze istituzionali (sotto forma di "Osservazioni" che pubblichiamo integralmente qui di seguito) tutte le conclusioni a cui siamo giunti con l'ausilio di autorevoli collaborazioni scientifiche e che ci spingono a chiedere una rapida soluzione utile all'intera comunità.
Per l'ennesima volta dimostriamo di non essere semplicemente quelli del "NO" a priori, ma motiviamo in maniera dettagliata le nostre posizioni e proponiamo anche delle possibili vie d'uscita che garantiscano tutti.
NOI LA NOSTRA PARTE L'ABBIAMO FATTA: ADESSO CI ASPETTIAMO CHE IL SINDACO-MEDICO PUPILLO FACCIA ALTRETTANTO.
LE OSSERVAZIONI DI NUOVO SENSO CIVICO:
Al Sindaco del Comune di Lanciano Dott. Mario Pupillo
Al Presidente della Provincia di Chieti Enrico
di Giuseppantonio
All’Assessore
all’Ambiente della Prov.di Chieti Eugenio Caporrella
All’Assessore
all’Ambiente del Comune di Lanciano Dott. Evandro Tascione
All’ARTA – Distretto Provinciale di Chieti –
Via Spezioli, 52 Chieti
Alla
Responsabile Dott.ssa Iris Flacco -Sportello Regionale per l’Energia Pescara
Alla ASL 2 Abruzzo Lanciano/Vasto/Chieti
- Lanciano
In
occasione della prossima Conferenza dei servizi convocata presso lo Sportello
Regionale per l’Energia di Pescara per il giorno 20 giugno 2012 alle ore 10 per discutere della
realizzazione della Centrale a Biogas in località Bel Luogo (Villa Pasquini) a Lanciano da parte della
Società A.T.A. Energia Soc. Agricola srl e nella quale il Sindaco di
Lanciano è invitato ad esprimersi in qualità di autorità sanitaria locale,
L’ASSOCIAZIONE NUOVO SENSO DI CIVICO DI LANCIANO,
essendo
impegnata da anni nello
studio degli effetti inquinanti prodotti dalle centrali a
biomasse e biogas in stretta collaborazione con autorevoli docenti
universitari, esperti della materia a livello nazionale ed internazionale e con
l’ausilio di dati e documenti scientifici in argomento, avanza le seguenti
osservazioni sulla realizzazione della Centrale a biogas in oggetto invitando
il Sindaco, nella veste di massima autorità sanitaria locale dotata di ampi
poteri al riguardo, di farsene portavoce in difesa della salute e della qualità
della vita dei suoi concittadini.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Centrali a biomasse e biogas: conseguenze sulla
salute
1) Le
Centrali a
biogas sono una variante della più generale categoria delle centrali a
biomasse;
2) Tali centrali, in misura variabile in base alle
tecnologie e soluzioni adottate, sviluppano sostanze altamente inquinanti come dimostrato da autorevoli studi scientifici
nazionali ed internazionali (dei quali forniamo un’ampia biografia in appendice)
e da tre convegni nazionali tenuti a Lanciano il 13/3/2011 e a Vasto il 5/11/2011 organizzati
direttamente da Nuovo Senso Civico e l’ 11/3/2012 di nuovo a Lanciano ai quali è
intervenuto uno dei maggiori esperti dell’argomento, il Prof.
Federico Valerio Responsabile del Dipartimento di Chimica ambientale
dell’Istituto di Ricerca sul cancro di Genova. Le relazioni svolte hanno
evidenziato come le
centrali a biomasse inquinino decine di volte più di quelle a
metano e perfino il doppio di quelle a carbone causando un netto peggioramento
della qualità dell’aria, del suolo e dell’intero habitat circostante;
3) Tra i vari inquinanti prodotti possiamo annoverare le
polveri sottili e ultrasottili, gli ossidi di azoto e di carbonio, i furani, i
metalli pesanti, l’ozono e soprattutto 4 sostanze ufficialmente classificate
“cancerogene” dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) quali il benzene,
la formaldeide, le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici. La pericolosità di questi composti non è dovuta solo
alla loro concentrazione nell’aria inalata ma anche alla loro deposizione sul
suolo ed all’accumulo crescente nella catena alimentare con effetti negativi
sulla salute umana;
4) un altro elemento di inquinamento è rappresentato dal
trasporto su camion delle
biomasse in quanto nella maggioranza dei casi le sostanze da trattare
provengono da centinaia se non migliaia di km. di distanza dalle centrali, in
barba all’auspicabile “filiera corta o cortissima” ed alla presunta risoluzione
di problemi locali di smaltimento di scarti alimentari o di bestiame;
5) per quanto riguarda in particolare le centrali a biogas
alimentate a mais (silomais,
insilati, ecc.) bisogna dire che nel caso di centrali da 1 MW per la produzione
occorrono 300/400 ettari di terreno che andranno seminati e soprattutto trattati
chimicamente perché per il mais che non ha fini alimentari ma che serve per
produrre energia si può ricorrere ad un uso dissennato di fertilizzanti e
antiparassitari che inquinano, minano la fertilità dei terreni e consumano uno
sproposito di acqua andando a compromettere l’intera agricoltura tradizionale
che, come vedremo, andrà a subire ulteriori danni di natura economica da questo
proliferare indiscriminato;
6) Citiamo testualmente un altro possibile rischio
segnalato da Carlo Petrini fondatore di “Slow Food”, una delle personalità
italiane più ascoltate e apprezzate nel mondo: “E stanno venendo fuori nuovi problemi. Pare che in Germania,
leader in Europa per il biogas, affiorino delle perplessità. C’è anche chi
ha ipotizzato che le contaminazioni da e.coli che hanno paralizzato il mercato
dell’ortofrutta continentale l’anno scorso fossero state causate dalla
diffusione di digestati da biogas non proprio “puliti”. Se gli scarti non
rimangono nelle aziende e cominciano a viaggiare, controllarli diventa molto
difficile. Per ora nessuno ha smentito queste tesi, ma basti dire che la
Svezia, altro Paese all’avanguardia da anni, obbliga a pastorizzare i liquami
in ingresso e i concimi in uscita dalle aziende per evitare contaminazioni. Forse
non è nemmeno un caso che la Regione Emilia Romagna nelle sue linee guida
abbia vietato gli impianti a biogas nei territori dove si produce il Parmigiano
Reggiano. È un pericolo che andrà approfondito, ma non osiamo
pensare cosa potrebbe succedere se s’inizieranno – come alcuni detrattori
prevedono – a utilizzare senza controlli i rifiuti urbani umidi.” (da
“La Repubblica” del 9 maggio 2012).
Recenti prese di posizione del Parlamento Europeo dimostrano che è in
atto un ripensamento perfino a livello comunitario in quanto le biomasse in
generale potrebbero minacciare gli obiettivi di riduzione di Co2 dell’Europa;
7) Non ultimo le centrali a biomasse, con specifiche
autorizzazioni successive, possono diventare inceneritori di rifiuti
industriali o rifiuti solidi urbani RSU come già avvenuto tra gli altri nel caso emblematico
dell’inceneritore di Massafra (TA) di proprietà Marcegaglia nato come impianto
a biomasse e che dal 2005 brucia CDR (Combustibile Da Rifiuti ora CSS-
Combustibile Solido Secondario) per 94mila tonnellate l’anno e che ha ricevuto
migliaia di tonnellate di rifiuti durante la “crisi di Napoli”. Con l’emergenza rifiuti sempre più alle
porte in Abruzzo è un rischio che non possiamo permetterci di correre, ma
che diventa sempre più concreto con le decine di richieste di aperture di nuovi
impianti del genere nella nostra regione per i quali occorrerebbero enormi
quantità di materiali da utilizzare oltre ogni ragionevolezza.
Centrali a biomasse e biogas: conseguenze economiche
- Dal punto di vista
economico le
centrali a biogas possono danneggiare l’economia
locale perché come abbiamo visto occorrono grandi quantità di terreni
per la produzione di mais e derivati (quando questi non provengano da
fuori zona con le conseguenze
nocive di cui sopra) e quindi gli agricoltori spesso devono affittarne di
nuovi permettendosi di pagare prezzi fuori mercato vista la redditività
del biogas (vedi sotto) e facendo così concorrenza a chi vorrebbe fare
agricoltura sana e tradizionale e non può permettersi prezzi d’affitto
anche tre volte superiori a quelli di mercato, così come è spesso accaduto
per esperienze simili in altre regioni;
- Oltre agli
agricoltori potrebbero subire un danno economico anche i produttori di
mangimi a seguito della diminuzione della produzione locale e del
conseguente aumento dei prezzi che andrebbero a ripercuotersi
negativamente sugli allevatori ed infine sui consumatori finali;
- La presenza di
centrali a biomasse e biogas può comportare, come già avvenuto in
esperienze del genere, una svalorizzazione dei patrimoni immobiliari
circostanti quali case e proprietà varie;
- il proliferare di
questi impianti è un grande affare per chi li realizza e gestisce grazie ai
generosi contributi di denaro devoluti con il discutibile meccanismo dei “certificati
verdi” in base al quale chi produce elettricità da fonti rinnovabili riceve
un finanziamento diretto da tutti gli utenti italiani che si vedono
prelevare dalla bolletta elettrica (voce A3) una sovrattassa di circa il
7% destinata a questi impianti. Chi produce energia elettrica da queste
centrali si vedrà riconosciuto un prezzo di 0,28 al kilowatt contro gli
0,07 del prezzo di mercato, creando distorsioni evidenti nella concorrenza
e facendo così pagare due volte l’elettricità agli utenti. Quindi visto
che in definitiva sono i cittadini che finanziano questi impianti è giusto
che siano messi al corrente dei progetti, informati in maniera imparziale
e interpellati prima di ogni rilascio di autorizzazione. Ed è doveroso
ascoltarli quando pretendono nuove regole, certe e più restrittive, in
modo da incentivare soltanto gli impianti che producano davvero energia
pulita senza compromettere l’agricoltura e l’economia tradizionale in
genere.
Il fabbisogno elettrico giornaliero: in Italia non serve nuova energia
Basta
consultare il sito del gestore TERNA per avere l’evidenza in tempo reale che in
Italia c’è un’offerta di energia elettrica praticamente doppia rispetto al
fabbisogno giornaliero (110 Gigawatt di potenza installata a fronte di una richiesta che non supera di
media i 50 Gigawatt, soprattutto in un periodo di grave crisi economica come il
presente).
Il
Presidente nazionale dell’APER (Associazione Produttori Energie Rinnovabili) Agostino
Re Rebaudengo dichiara testualmente: “Noi attualmente abbiamo una
capacità produttiva in grado di fornire il doppio dell’energia elettrica che
consumiamo. Gli impianti a gas e petrolio funzionano spesso al 40% delle loro
capacità.” (da “Sette Green-Corriere della Sera” del 22 marzo 2012)
Quindi
non abbiamo bisogno di ulteriore energia come vorrebbero farci credere molti produttori e comunque una
rimodulazione delle fonti dovrebbe prevedere, oltre ad una drastica riduzione
degli sprechi, l’abbandono progressivo ma deciso delle fonti fossili altamente
inquinanti nella direzione di quelle davvero rinnovabili realizzate in maniera
tale che non abbiano effetti nocivi sulla salute delle persone e dell’ambiente
che le ospita.
Doveri e prerogative del Sindaco in qualità di massima autorità
sanitaria locale
Ogni
Sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria locale, dispone di ampi e
concreti strumenti normativi quali ad esempio le ordinanze sia ordinarie che contingibili e urgenti per
salvaguardare, com’è suo dovere, l’incolumità dei suoi concittadini.
Nel
dubbio di una situazione potenzialmente pericolosa il Sindaco può sempre
invocare il “principio di precauzione” sancito dalla Comunità Europea per la
protezione dell’ambiente, anche se la valutazione scientifica del rischio
non consente di determinarne gli effetti con sufficiente certezza. E’ un
principio che esalta il valore della prevenzione e che consente
interventi più efficaci e molto meno onerosi anche in termini economici di
quelli posteriori in riparazione del danno.
Il
Sindaco non può autorizzare un peggioramento della qualità dell’aria perché la
legge gli impone di “mantenere la qualità dell’aria ambiente laddove è
buona, e migliorarla negli altri casi” (Direttiva della Comunità
Europea 96/62/CE del 27/9/1996 recepita dall’Italia con D.L. n°351 del
4/8/1999).
Oltretutto
va ricordato che il Comune di Lanciano il 21 novembre 2009 ha firmato la propria
adesione al “Patto dei Sindaci-Covenant of Mayors” iniziativa della
Comunità Europea attraverso la quale le singole amministrazioni locali del
continente si impegnano a promuovere e rispettare il conseguimento del
“Pacchetto Clima ed Energia 20-20-20”
(Protocollo di Kyoto).
La qualità dell’aria ambiente a Lanciano, nell’area circostante e nella zona
specifica di località Bel Luogo/Villa Pasquini
- Lo studio del 2010
sulla qualità dell’aria commissionato al Consorzio Mario Negri Sud dalla
Provincia di Chieti è stato
condotto con un procedimento all’avanguardia detto “biomonitoraggio”
che attraverso l’IBL (Indice di Biodiversità Lichenica) garantisce
risultati certi e precisi sullo stato dell’aria e dell’ambiente
circostante ed è riconosciuto dalla Comunità scientifica internazionale e
dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) superiore
a qualsiasi altro monitoraggio puramente strumentale. I risultati di questa ricerca sono
stati che la qualità dell’aria a Lanciano e nell’area circostante è pessima,
la più bassa tra tutte le zone rilevate;
- Lo studio
“S.Q.U.I.L.L.A.” del 2012 sulla qualità dell’aria commissionato sempre al
Consorzio Mario Negri Sud dal Comune di Lanciano, sebbene condotto con una metodologia di tipo
strumentale (a mezzo di “radiello”) nettamente meno efficace del
biomonitoraggio (non essendo tra l’altro in grado di rilevare le polveri
sottili e ultrasottili che sono tra i primi fattori di inquinamento urbano)
ha comunque messo in evidenza nella zona di Villa Pasquini dove ricade
la centrale a biogas della Società ATA Energia una concentrazione di
anidride solforosa che lo stesso reponsabile del Mario Negri Sud Dott.
Tommaso Pagliani definisce “anomala” e meritevole di ulteriori
approfondimenti. Sottolineamo che tale sostanza è fortemente irritante
per gli occhi ed il tratto respiratorio, per inalazione può causare edema
polmonare ed una prolungata esposizione può portare anche alla morte. Se a
tutto questo aggiungiamo quanto dichiarato dal Prof. Federico Valerio che
“nel biogas ci sono sostanze nocive come l’idrogeno solforato
e altri composti tossici e odorigeni” e che l’idrogeno
solforato stesso è estremamente velenoso ed una prolungata esposizione può
essere mortale, allora il quadro si fa ancora più inquietante;
- Nei dintorni
dell’area di insediamento della Centrale a biogas in località Bel
Luogo/Villa Pasquini insistono altri insediamenti potenzialmente
inquinanti quali ad esempio la Zona Industriale della Val di Sangro, la discarica Cerratina
in piena attività e l’ex discarica di Serre con la sua velenosa eredità oggetto di preoccupate
attenzioni da parte degli enti interessati. Il dato decisivo è sempre la
sommatoria dei singoli fattori nocivi e inquinanti che va valutata per
avere un quadro organico della situazione dato che il tutto è sempre
maggiore della somma delle singole parti;
- L’area
lancianese è inoltre interessata da due altri impianti posti nel
confinante Comune di Treglio
(sansificio e impianto a biomasse) che ne peggiorano la qualità dell’aria
in quanto le polveri nocive trasportate dal vento viaggiano per decine di
km. ed in opposizione ai quali si dichiarò pubblicamente anche l’attuale
Sindaco di Lanciano.
CONSIDERAZIONI SULLA CENTRALE A BIOGAS IN LOCALITA’
BEL LUOGO-VILLA PASQUINI A
LANCIANO
- L’autorizzazione
rilasciata dalla Regione Abruzzo alla A.T.A. Energia Soc. Agricola srl fa
riferimento “alla costruzione e all’esercizio di un impianto di
produzione di energia elettrica da biogas da digestione anaerobica di
silomais da ubicarsi in loc. Bel Luogo nel Comune di Lanciano”;
- A seguito dei
rilievi avanzati da Nuovo Senso Civico circa l’impatto negativo di
impianti del genere sulla qualità complessiva dell’aria e dell’ambiente se
non vengono realizzati con determinati accorgimenti e tecnologie, la proprietà
ha replicato parlando di “digestione anaerobica senza combustione” nell’impianto
ma questa è solo la prima fase perché il biogas derivante da questo
processo (ben diverso dal biometano) non potrà essere immesso direttamente
nella rete metanifera nazionale in quanto “sporco” ma verrà bruciato
come in una normale centrale termica per attivare un “motore endotermico”
che produrrà energia elettrica. Quindi esiste un’attività di
combustione per la trasformazione del biogas in energia ed ogni
combustione comporta effetti inquinanti più o meno grandi considerando
oltretutto che l’impianto sarà in funzione 365 giorni l’anno, 24 ore su
24. Lo stesso Dott. Tommaso Pagliani, responsabile del Centro
Scienze Ambientali del Consorzio Mario Negri Sud ha posto in evidenza come
“la centrale a biogas di Villa Pasquini brucerà il gas
prodotto dalla fermentazione anearobica del mais, o comunque di
una biomassa, rinchiusa in grandi contenitori e sarà il gas bruciato a far
girare la turbina che poi produrrà energia”. In merito poi all’utilizzo da parte della
proprietà di affermazioni fatte dal Prof. Federico Valerio, lo
stesso studioso in una nota ufficiale ha ravvisato “un uso strumentale
e scorretto di una mia relazione ed in particolare di una frase al suo
interno. Ritengo opportuno precisare che le mie affermazioni, riportate
nell’articolo, si riferiscono principalmente al biometano e non al biogas.
I fattori di emissioni di sotanze inquinanti prodotte dalla combustione
di biogas sono superiori a quelle del biometano, il quale si ottiene
per ulteriore purificazione del biogas. Ritengo assolutamente
scorretto affermare che <Non ci sono emissioni nocive per la
salute, essendo il frutto di processi biologici di degradazione di
sostanza organica vegetale>. La realtà è diversa: nel biogas ci
sono sostanze nocive (idrogeno solforato e altri composti tossici ed
odorigeni) e bruciare biogas, ancorchè parzialmente depurato, produce
inquinamento dell’aria, anche se a concentrazioni inferiori di
quanto si sarebbe prodotto bruciando direttamente la stessa biomassa,
opportunamente essiccata”. PRIMA CONCLUSIONE: LE CENTRALI A BIOGAS
SONO INQUINANTI;
- La proprietà ha
dichiarato pubblicamente che le biomasse vegetali utilizzate (insilati di
mais, sorgo, sulla, favino, tritigale, anche se l’autorizzazione concessa
parla nel titolo solo di silomais) saranno coltivate sui terreni dei 300
produttori associati alla ATA Società Cooperativa, però attenzione
perché questi coltivatori non sono tutti abruzzesi ma anzi molti si
trovano in Veneto, Umbria, Lazio e Campania, in barba alla “filiera
corta” e con un ulteriore ed evidente impatto inquinante derivato dal
trasporto su camion per decine di migliaia di km.! Bisogna fare attenzione quando si cita
il Prof. Valerio perché lo studioso auspica proprio questa filiera corta
ed espressamente per risolvere un problema di trattamento degli scarti
agricoli o di allevamento locali, mentre qui si introduce da lontano
o anche da molto lontano. D’altronde fino ad oggi non abbiamo visto
nessuna planimetria che indichi i terreni agricoli della Val di Sangro che
saranno dedicati alle coltivazioni necessarie per questa centrale (secondo
la proprietà 250
ettari di terreno e 17 mila tonnellate di insilato
vegetale l’anno solo per questo impianto) né ci risultano contratti
stipulati con gli agricoltori locali per sostituire le nuove coltivazioni
a quelle attuali. Diciamo anche
che se venissero riconvertiti tutti i terreni a questo scopo, alla luce
anche delle decine di richieste di apertura di impianti in tutto
l’Abruzzo, avremmo necessità di estensioni così grandi tali da spazzar via
le colture tipiche locali penalizzando l’agricoltura tradizionale e di
qualità a svantaggio ulteriore dei consumatori. SECONDA COCNCLUSIONE: LE CENTRALI A BIOGAS
NON PORTANO VANTAGGI CONCRETI NE’ PER I PRODUTTORI LOCALI NE’ PER I
CONSUMATORI;
- Stabilito
che in Italia non abbiamo bisogno di ulteriore energia perché il
fabbisogno giornaliero è di gran lunga inferiore all’offerta [dati del
gestore TERNA] e che tutti i nuovi impianti di questo genere nascono
solo per interessi economici privati generosamente favoriti dal
perverso meccanismo dei “certificati verdi” che paghiamo tutti noi
attraverso la bolletta elettrica, guardacaso anche nella centrale di
Villa Pasquini, come in quella di Treglio, non è previsto il
teleriscaldamento per le abitazioni o le attività circostanti che
rappresenterebbe un elemento positivo del processo. La proprietà afferma che “l’impianto
consentirà di produrre energia elettrica per le procedure di essiccazione,
in un capannone, del tabacco che sarà conferito dalle aziende associate,
che poi sarà commercializzato.”
Dichiarazione contradditoria rispetto a quella iniziale secondo cui
l’impianto veniva realizzato proprio come alternativa alla produzione di
tabacco in forte crisi e destinata a scomparire dalle nostre zone. Solo
attraverso il teleriscaldamento si potrebbero spegnere tante singole
caldaie domestiche meno efficienti ottenendo il risultato di un saldo finale
positivo con la riduzione dell’inquinamento complessivo. TERZA
CONCLUSIONE: NON ESISTE UN VANTAGGIO CONCRETO PER LE POPOLAZIONI LOCALI;
- Altro argomento, decisivo, la qualità
dell’aria. Abbiamo visto in precedenza come due recenti studi sulla
qualità dell’aria svolti dal Consorzio Mario Negri Sud nel 2010 e 2012
hanno svelato una situazione preoccupante sia nella zona specifica di
insediamento che nell’area più vasta che non permette ulteriori
peggioramenti, ma che anzi, in base alle normative vigenti, obbliga ad
azioni di miglioramento o al massimo di mantenimento delle buone
condizioni ove esistano (e nel caso specifico, dati alla mano, non
esistono). Così se la proprietà della centrale a biogas di Villa Pasquini
ci dimostrerà con studi propri che l’apertura dell’impianto porterà
ad un miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente saremo noi
stessi a proporre la realizzazione di altri simili in tutta la città in
modo da risolvere definitivamente i nostri gravi problemi di inquinamento.
- Esiste poi, a completamento del quadro, la questione
della fidejussione fasulla sulla centrale garantita da una società, la
COFIART, dichiarata fallita nel luglio 2010 dal Tribunale di Roma e
pluriinquisita per reati vari tra i quali la bancarotta fraudolenta. Di
questa grave inadempienza non è stata fatta nessuna tempestiva
comunicazione da parte della proprietà agli enti pubblici interessati
(Regione Abruzzo e Comune di Lanciano) né sono state prese delle
contromisure prima che la stessa
Amministrazione Pubblica di Lanciano se ne accorgesse a
seguito delle pressioni esercitate da Nuovo Senso Civico e dal movimento
d’opinione locale. Che rapporto di fiducia può esserci con chi nasconde le
carte o nella migliore delle ipotesi non è in grado di controllare al
proprio interno? Saranno gli stessi che su queste basi dovranno garantire
la perfetta efficienza di funzionamento e la sicurezza dell’impianto
verificandone tutte le fasi? Senza
questo casuale “scoperta” la centrale sarebbe partita priva di
fidejussione? Ricordiamo che tale strumento finanziario serve per
garantire bonifica e ripristino dei terreni interessati dopo la fine del
ciclo di vita dell’impianto (15 anni)
e per far fronte ad eventuali incidenti che possano danneggiare
l’ambiente. A questo punto chiediamo anche: a quanto ammonta tale somma?
E’ considerata congrua per le eventualità del caso? Questa preoccupante
vicenda ci sembra già da sola sufficiente per compromettere
definitivamente il rapporto di fiducia e di collaborazione che deve
esserci in questi casi tra pubblico e privato e per condurre ad un
ripensamento generale di tutta la questione.
PROPOSTE
CONCLUSIVE CON RICHIESTA DI PRESCRIZIONI
- Non siamo
certamente ostili all’imprenditoria ed all’impresa privata ma questa deve
svilupparsi correttamente senza danni per l’ambiente, la salute e
l’economia della comunità ospitante. Se gli impianti e le
infrastrutture grandi e piccole che vengono realizzati per assicurarsi un
profitto attraverso la vendita di energia all’estero (elettrodotti,
turbogas, ecc.) oppure per entrare furbescamente nell’affare
dell’incenerimento dei rifiuti (centrali a biomasse e biogas)
risultano fortemente dannosi e inquinanti oltre che inutili per la
collettività allora diciamo: quelle risorse utilizziamole per scopi più
utili e nobili creando davvero un gran numero di nuovi posti di lavoro
attraverso la valorizzazione intelligente del nostro inestimabile
patrimonio di arte, cultura e bellezze naturalistiche;
- Nel caso specifico per
evitare conseguenze negative dall’entrata in funzione dell’impianto a
biogas di Bel Luogo/Villa Pasquini le autorità competenti, Sindaco in
primis, dovrebbero pretendere, attraverso opportune
prescrizioni, il raggiungimento dei seguenti risultati:
- Modifica
dell’impianto per ottenere la depurazione del biogas e la sua
trasformazione in Biometano che può essere immesso direttamente nella
rete metanifera nazionale e che, con
i recenti provvedimenti del governo Monti, potrà beneficiare anch’esso di
adeguati incentivi;
- Realizzazione di
una rete di teleriscaldamento alimentata a biometano che comporterebbe lo spegnimento delle meno
efficienti caldaie familiari private, degli edifici pubblici o delle
aziende circostanti e quindi renderebbe possibile un miglioramento
complessivo della qualità dell’aria;
- Garanzia della
filiera corta o cortissima: le
biomasse utilizzate devono provenire esclusivamente da scarti agricoli e
da allevamenti locali consentendo così di risolvere un problema di
smaltimento già esistente ed evitando l’inquinamento dal trasporto delle
stesse su lunghe distanze.
In
conclusione, sentendoci portavoce di una gran parte di opinione pubblica che in
questi anni ha sostenuto la nostra azione in difesa degli interessi generali
della comunità, ci aspettiamo che tutte le Autorità competenti, ciascuna per
la sua parte, si attivino nel migliore dei modi per garantire alla collettività
i suoi sacrosanti diritti ed impedire ogni intervento peggiorativo della
qualità della vita.
Nella
nostra relazione abbiamo fornito tutti i dati e le considerazioni utili in
questo senso, prospettando una soluzione che non risulti punitiva per la
proprietà dell’impianto ma che garantisca anche un risultato positivo per la
popolazione locale.
In
mancanza di questo impegno da parte delle Autorità competenti ci vedremo
costretti ad intraprendere tutte le strade possibili per ottenere gli obiettivi
che la legislazione vigente garantisce, svolgendo ancora una volta una funzione
di supplenza rispetto a coloro che sono stati eletti proprio per questo scopo.
Con osservanza,
Alessandro Lanci
Lanciano,
16 giugno 2012 Presidente di Nuovo Senso Civico