sabato 30 giugno 2012

MARTEDI' 3 LUGLIO DI NUOVO TUTTI A L'AQUILA PER DIRE UNA VOLTA PER SEMPRE ALLA FOREST OIL: QUI NON VI VUOLE NESSUNO!


AGGIORNAMENTO:
Dopo una giornata intera di frastuono assordante grazie soprattutto all'emerito gruppo delle "Signore di Bomba" che non hanno dato tregua ai componenti della Commissione, in serata giunge la notizia che l'argomento è stato rinviato per "mancanza del numero legale".
MA NON PREOCCUPATEVI: IN QUALSIASI ORA O GIORNO NOI TORNEREMO E VOI, CARA FOREST, VE NE ANDRETE UNA VOLTA PER TUTTE! 
In Italia è sempre difficile uscire dal pantano una volta per tutte: le storie non finiscono mai. 
E' il caso del progetto Forest Oil di estrazione e raffinamento a Bomba, già bocciato una prima volta dal Comitato VIA, e che per una serie di vicissitudini torna nuovamente all'esame del Comitato di Valutazione dell'Impatto Ambientale della Regione Abruzzo il prossimo MARTEDI' 3 LUGLIO a L'AQUILA.
Noi saremo ancora una volta lì insieme a tanti semplici cittadini ed agli amici di "Gestione Partecipata del Territorio" di Bomba a manifestare tutto il nostro dissenso per questo progetto del quale sono stati evidenziati fin nei particolari tutti gli aspetti negativi e totalmente svantaggiosi per le popolazioni locali.
Si stanno organizzando dei pullman che partiranno Martedì 3 luglio dai seguenti punti di ritrovo: 
  • alle ore 7 di mattina direttamente da Bomba
  • alle ore 7,30 dalla rotonda del Thema Polycenter nei pressi del Casello A14 di Lanciano. 
INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE ED A DIFFONDERE IL PIU' POSSIBILE QUESTO AVVISO per mettere la definitiva parola "fine" a questa triste vicenda.
Le adesioni vengono raccolte il prima possibile da DORA al cell.348-2990784 e da FRANCO al cell.334-3003282.

Qui di seguito pubblichiamo la lettera che Nuovo Senso Civico ha inviato nei giorni scorsi a tutta una serie di personalità politiche ed amministrative per richiamarle alle loro responsabilità e per invitarle a fare finalmente qualcosa di concreto per quel "territorio" di cui si riempono continuamente la bocca:

Ai SINDACI della VAL di SANGRO
      A tutti di PARLAMENTARI della provincia di Chieti
    AI SEGRETARI REGIONALI e                                                                                                         della PROVINCIA di CHIETI di tutti i partiti 
     A tutti i gruppi del CONSIGLIO REGIONALE  

Lanciano, 25 giugno 2012

Il Comitato regionale per la valutazione di impatto ambientale si appresta a riesaminare, nella seduta del 3 luglio prossimo, il progetto dell’americana Forest Oil per la realizzazione di impianti per l’estrazione e la raffinazione del gas a valle della diga di Bomba e a poche centinaia di metri dalla stessa. Le ragioni che sconsigliano l’opera, sotto il profilo dell’inquinamento e del danno ambientale sono state ampiamente illustrate dal Comitato di Bomba. Qui vogliamo ricordare che la diga  trattiene circa   80 milioni di metri cubi di acqua, che detta diga è di terra e si appoggia con il suo lato destro su un terreno notoriamente franoso e che, in caso di cedimento differenziale a causa dell’inevitabile subsidenza, ci si troverebbe di fronte alla necessità di smaltire in tempi brevi una gigantesca massa di acqua. E’ il caso di ricordare che a valle c’è un città diffusa di circa 15 mila abitanti, oltre a fabbriche che danno lavoro a circa 13 mila operai. Insomma non vorremmo che il Comitato per la V.I.A. avesse un ripensamento, come già accaduto per la Puccioni.
Il 3 luglio noi di Nuovo Senso Civico, unitamente ad altre associazioni e a semplici cittadini,  saremo davanti ai compenti uffici regionali. Chiediamo che anche tutti che coloro cui è indirizzata la presente, partecipino alla manifestazione.
E’ in atto una profondissima crisi dei partiti che può e deve essere superata nell’interesse dell’Italia. Ma questo può avvenire in un solo modo: tutte le forze politiche debbono impegnarsi concretamente in lotte per l’affermazione del bene pubblico contro gli interessi particolari che lo minacciano. Non bastano al riguardo semplici dichiarazioni alla stampa, ma occorre un impegno vero e duraturo ed una effettiva partecipazione. Questo se si vuole ridare un senso alla politica. Se invece le forze politiche e gli uomini che le rappresentano si limiteranno a guardare dalla finestra le lotte che associazioni e cittadini intraprendono, allora non  ci sarà salvezza per nessuno.
                                                                       NUOVO SENSO CIVICO



mercoledì 27 giugno 2012

Intervista a Don Carmine Miccoli che illustra la posizione della CEAM ( Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana) sul petrolio in Abruzzo e sul Parco della Costa Teatina


"GLI E' TUTTO SBAGLIATO, GLI E' TUTTO DA RIFARE!" (Gino Bartali)


E’ inutile girarci attorno: è tutto il sistema che è sbagliato, non regge, è ingiusto.
Distrugge, altro che progresso! Distrugge l’aria, la terra, le coscienze, le relazioni.
Non rispetta le regole che si è dato, ma anche rispettandole fa danni lo stesso.

Non ha limiti perché il limite non esiste, non esiste traguardo perché devi sempre andare oltre, superarti, crescere a dismisura. E per farlo devi riempire sempre nuovi spazi, sottrarli agli altri, allargarti a tutti i costi senza badare agli ostacoli che piuttosto vanno abbattuti, siano essi tali o presunti.

Devi consumare più che puoi perché questo è l’unico carburante che fa girare tutto il motore. Consumare ovvero deteriorare, intaccare, rovinare, rendere inservibile.
Una follia.

Chiamatelo come volete, democrazia occidentale industrializzata, capitalismo, economia sviluppata, ma la sostanza è sempre la stessa: non funziona, oltre ad essere terribilmente diseguale.
Domina ormai in ogni angolo del pianeta (perfino e forse ancora di più in quei paesi che si definiscono ridicolmente “comunisti”) ma se puoi dire “sto bene” nella tua bella casetta dotata di tutti i comfort, non lo puoi dire se nasci in una “bidonville”. Eppure sono le stesse regole qui e lì, anzi se il piatto della bilancia da questa parte è così in alto e proprio perché l’altro sprofonda sempre più giù.

Non funziona perché è del tutto irrazionale e moralmente inaccettabile.
Inaccettabile che una persona  abbia, da sola, un patrimonio equivalente a quello di intere nazioni abitate da milioni di esseri umani.
Indecente che da una parte si spendano montagne di soldi per dimagrire e dall’altra si muoia senza cibo con le mosche appiccicate sulla faccia.
Incomprensibile che il grado di benessere (e quindi di felicità secondo quest’insana equivalenza) venga misurato dal possesso di beni materiali, dall’escalation degli acquisti, dall’inutilità dell’avere eccessivo.

Si possono provare tutti gli stratagemmi possibili per correggere questa deriva, ma saranno solo palliativi e i problemi, se tutto va bene, si porranno di nuovo tra 5, 10 o 20 anni più esplosivi e meno risolvibili di prima.

Insomma occorre praticare qualcosa di radicalmente diverso, che sovverta le regole del gioco per renderlo finalmente pulito, senza trucchi, eguale e partecipato.
Che rimetta al centro di tutte le attenzioni la persona umana con i suoi reali e non artefatti bisogni, con le sue capacità, le sue aspirazioni e perfino le sue debolezze.
Con la sua voglia di stare bene, tutti.

Che lo si chiami umanesimo, cristianesimo, socialismo o quel che si vuole non ha nessuna importanza.
L’importante è capire che il tunnel che abbiamo imboccato non ha vie di uscita e che fare retromarcia è l’unica scelta ragionevole.

fm

domenica 24 giugno 2012

LA CHIESA RILANCIA CONTRO LA PETROLIZZAZIONE IN ABRUZZO PERCHE' ANCHE QUESTA E' "DIFESA DELLA VITA"

Riaffermiamo continuamente che la prima motivazione che ci spinge nelle nostre battaglie è la difesa della salute e la difesa della salute non è altro che la più universale difesa della Vita, alla cui intangibilità tutti dovremmo inchinarci.

E' quindi logico che la Chiesa si schieri apertamente contro tutte quelle attività, come la petrolizzazione, che vanno ad intaccare pesantemente questo valore con il loro strascico di distruzioni ormai scientificamente comprovato e inconfutabile. 

Così come a livello "laico e scientifico" ci aspettiamo un coinvolgimento sempre più attivo di medici e operatori della sanità in favore della "prevenzione"' essendo cambiato notevolmente il loro ruolo sociale e aumentate le loro responsabilità, altrettanto sul versante religioso ci aspettiamo una partecipazione sempre più diffusa dalle parrocchie in su.

La difesa di questi valori universali quali la vita e il rispetto delle persone e dell'ambiente naturale unisce fortemente tutte le persone di buona volontà, credenti o non credenti.

E' l'ora di riportare al centro di tutte le attenzioni la persona umana, la cui posizione in questi anni è stata sostituita con violenza dal denaro e dal profitto a tutti i costi.

Che si risponda all'"alto" o soltanto alla propria coscienza è questa l'unica strada percorribile.

mercoledì 20 giugno 2012

PETROLIO: L'EUROPA CI ASCOLTA, MA IN ITALIA E IN ABRUZZO CHE FANNO?


Purtroppo sta tornando di stretta attualità l’argomento “petrolizzazione dell’Abruzzo” grazie al ritorno di fiamma del “Centro Oli/Raffineria” di Ortona. Nel frattempo non si sono mai interrotte le decine di richieste per trivellare nella nostra regione sia in terra che in mare, ma naturalmente la raffineria ha un impatto trainante su tutto il resto.
Abbiamo già segnalato qualche tempo fa come alcuni nuovi dirigenti dell’ENI avessero rilanciato il progetto e come il precedente Consiglio Comunale di Ortona, con un tempismo straordinario, avesse deliberato nella sua ultima seduta prima dello scioglimento la trasformazione della destinazione di Contrada Feudo (dove dovrebbe sorgere il “mostro”) da agricola a industriale.
Coincidenze del genere, specie in certi ambienti, ci sono sempre sembrate strane.
Per questo vogliamo ricordare a tutti che Nuovo Senso Civico, in collaborazione con il Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni, altri movimenti, associazioni e singole personalità, ha raccolto negli anni scorsi 50.150 (cinquantamilacentocinquanta) firme certificate dal Tribunale di Lanciano (vedi allegato) su una petizione che chiede la revoca del declassamento dell’Abruzzo a distretto petrolifero, essendo tutt’altre le sue vocazioni.

Tale petizione è stata inviata lo scorso anno al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro dell’Ambiente e al Presidente del Consiglio dei Ministri del precedente governo Berlusconi, al Presidente della Regione Abruzzo Chiodi e al Parlamento Europeo.
Sapete qual è stata l’unica istituzione a risponderci?
Il Parlamento Europeo, con la lettera che alleghiamo in apertura e nella quale si dichiara pienamente ammissibile e pertinente la petizione a cui sarà riservato un approfondito esame.
E’ un primo risultato che ci riempie di orgoglio e che premia gli enormi sforzi fatti in questa campagna.
Non è ancora il lieto fine che ci aspettiamo tutti ma comunque deve servire da monito a tutti quelli che pensavano di poter tornare alla carica a riflettori spenti.
Noi siamo sempre qui, sostenuti dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica abruzzese che non ci sta a vedere la nostra regione trattata come terreno di conquista e rapina.
E il tutto serva da pro-memoria ai politici sempre più latitanti ai quali abbiamo lanciato alcuni giorni fa un “ultimo avviso ai naviganti” che, al posto loro, ci affretteremmo a raccogliere senza indugi per non sprofondare negli abissi più dimenticati.

P.S.: A Tollo una tavola rotonda sul Centro Oli di Ortona

Si terrà giovedì 21 giugno, alle ore 21 in piazza della Liberazione a Tollo, l’incontro organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Comitato No Petrolio per discutere del Centro Oli che dovrebbe sorgere sulle colline ortonesi. Parteciperanno alla serata Gabriele Di Clerico, presidente del Comitato No Petrolio, Enzo Di Salvatore, docente di diritto costituzionale dell’Università degli Studi di Teramo e don Roberto Geroldi, vicario episcopale per la pastorale. Modererà l’incontro l’assessore all’Ambiente Fabiola Quintili Di Ghionno.

sabato 16 giugno 2012

CARO SINDACO-MEDICO PUPILLO HAI UN' OTTIMA OCCASIONE PER DIMOSTRARE QUANTO TIENI ALLA SALUTE DEI TUOI CONCITTADINI!


Nel nostro precedente post abbiamo detto di come sia giunta l'ora per politici ed Amministratori pubblici di fare qualcosa di concreto in favore del "territorio" di cui così spesso si riempiono la bocca.
Il Sindaco di Lanciano avrà nei prossimi giorni un'ottima occasione per dimostrare quanto tiene al "benessere" dei suoi concittadini e per applicare fattivamente uno dei punti del suo programma (vedi sopra) per il quale è stato eletto con grandi aspettative dalla maggior parte dell'elettorato lancianese:"Opposizione alla petrolizzazione e all'insediamento di qualsiasi impianto inquinante nocivo per la comunità".
Bene, l'occasione è data dalla Conferenza dei Servizi del prossimo 20 giugno a Pescara nella quale è stato invitato, in veste di massima autorità sanitaria locale, a dire la sua sulla centrale a Biogas in costruzione a Villa Pasquini (località Bel Luogo).
Siccome Nuovo Senso Civico ha seguito fin dall'inizio tutta la vicenda in maniera molto approfondita riteniamo utile ed opportuno riassumere al Sindaco ed alle altre rappresentanze istituzionali (sotto forma di "Osservazioni" che pubblichiamo integralmente qui di seguito) tutte le conclusioni a cui siamo giunti con l'ausilio di autorevoli collaborazioni scientifiche e che ci spingono a chiedere una rapida soluzione utile all'intera comunità.
Per l'ennesima volta dimostriamo di non essere semplicemente quelli del "NO" a priori, ma motiviamo in maniera dettagliata le nostre posizioni e proponiamo anche delle possibili vie d'uscita che garantiscano tutti.
NOI LA NOSTRA PARTE L'ABBIAMO FATTA: ADESSO CI ASPETTIAMO CHE IL SINDACO-MEDICO PUPILLO FACCIA ALTRETTANTO.

LE OSSERVAZIONI DI NUOVO SENSO CIVICO:

Al Sindaco del Comune di Lanciano Dott. Mario Pupillo

Al Presidente della Provincia di Chieti Enrico di Giuseppantonio
All’Assessore all’Ambiente della Prov.di Chieti Eugenio Caporrella
All’Assessore all’Ambiente del Comune di Lanciano Dott. Evandro Tascione
All’ARTA – Distretto Provinciale di Chieti – Via Spezioli, 52 Chieti
Alla Responsabile Dott.ssa Iris Flacco -Sportello Regionale per l’Energia Pescara
Alla ASL 2 Abruzzo Lanciano/Vasto/Chieti - Lanciano
           

In occasione della prossima Conferenza dei servizi convocata presso lo Sportello Regionale per l’Energia di Pescara per il giorno 20 giugno 2012 alle ore 10 per discutere della realizzazione della Centrale a Biogas in località Bel Luogo (Villa Pasquini) a Lanciano da parte della Società A.T.A. Energia Soc. Agricola srl e nella quale il Sindaco di Lanciano è invitato ad esprimersi in qualità di autorità sanitaria locale,

L’ASSOCIAZIONE NUOVO SENSO DI CIVICO DI LANCIANO,
essendo impegnata da anni nello studio degli effetti inquinanti prodotti dalle centrali a biomasse e biogas in stretta collaborazione con autorevoli docenti universitari, esperti della materia a livello nazionale ed internazionale e con l’ausilio di dati e documenti scientifici in argomento, avanza le seguenti osservazioni sulla realizzazione della Centrale a biogas in oggetto invitando il Sindaco, nella veste di massima autorità sanitaria locale dotata di ampi poteri al riguardo, di farsene portavoce in difesa della salute e della qualità della vita dei suoi concittadini.

CONSIDERAZIONI GENERALI

Centrali a biomasse e biogas: conseguenze sulla salute

1)     Le Centrali a biogas sono una variante della più generale categoria delle centrali a biomasse;
2)     Tali centrali, in misura variabile in base alle tecnologie e soluzioni adottate, sviluppano sostanze altamente inquinanti come dimostrato da autorevoli studi scientifici nazionali ed internazionali (dei quali forniamo un’ampia biografia in appendice) e da tre convegni nazionali tenuti a Lanciano il 13/3/2011 e a Vasto il 5/11/2011 organizzati direttamente da Nuovo Senso Civico e l’ 11/3/2012 di nuovo a Lanciano ai quali è intervenuto uno dei maggiori esperti dell’argomento, il Prof. Federico Valerio Responsabile del Dipartimento di Chimica ambientale dell’Istituto di Ricerca sul cancro di Genova. Le relazioni svolte hanno evidenziato come le centrali a biomasse inquinino decine di volte più di quelle a metano e perfino il doppio di quelle a carbone causando un netto peggioramento della qualità dell’aria, del suolo e dell’intero habitat circostante;
3)     Tra i vari inquinanti prodotti possiamo annoverare le polveri sottili e ultrasottili, gli ossidi di azoto e di carbonio, i furani, i metalli pesanti, l’ozono e soprattutto 4 sostanze ufficialmente classificate “cancerogene” dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) quali il benzene, la formaldeide, le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici. La pericolosità di questi composti non è dovuta solo alla loro concentrazione nell’aria inalata ma anche alla loro deposizione sul suolo ed all’accumulo crescente nella catena alimentare con effetti negativi sulla salute umana;
4)     un altro elemento di inquinamento è rappresentato dal trasporto su camion delle biomasse in quanto nella maggioranza dei casi le sostanze da trattare provengono da centinaia se non migliaia di km. di distanza dalle centrali, in barba all’auspicabile “filiera corta o cortissima” ed alla presunta risoluzione di problemi locali di smaltimento di scarti alimentari o di bestiame;
5)     per quanto riguarda in particolare le centrali a biogas alimentate a mais (silomais, insilati, ecc.) bisogna dire che nel caso di centrali da 1 MW per la produzione occorrono 300/400 ettari di terreno che andranno seminati e soprattutto trattati chimicamente perché per il mais che non ha fini alimentari ma che serve per produrre energia si può ricorrere ad un uso dissennato di fertilizzanti e antiparassitari che inquinano, minano la fertilità dei terreni e consumano uno sproposito di acqua andando a compromettere l’intera agricoltura tradizionale che, come vedremo, andrà a subire ulteriori danni di natura economica da questo proliferare indiscriminato;
6)     Citiamo testualmente un altro possibile rischio segnalato da Carlo Petrini fondatore di “Slow Food”, una delle personalità italiane più ascoltate e apprezzate nel mondo: “E stanno venendo fuori nuovi problemi. Pare che in Germania, leader in Europa per il biogas, affiorino delle perplessità. C’è anche chi ha ipotizzato che le contaminazioni da e.coli che hanno paralizzato il mercato dell’ortofrutta continentale l’anno scorso fossero state causate dalla diffusione di digestati da biogas non proprio “puliti”. Se gli scarti non rimangono nelle aziende e cominciano a viaggiare, controllarli diventa molto difficile. Per ora nessuno ha smentito queste tesi, ma basti dire che la Svezia, altro Paese all’avanguardia da anni, obbliga a pastorizzare i liquami in ingresso e i concimi in uscita dalle aziende per evitare contaminazioni. Forse non è nemmeno un caso che la Regione Emilia Romagna nelle sue linee guida abbia vietato gli impianti a biogas nei territori dove si produce il Parmigiano Reggiano. È un pericolo che andrà approfondito, ma non osiamo pensare cosa potrebbe succedere se s’inizieranno – come alcuni detrattori prevedono – a utilizzare senza controlli i rifiuti urbani umidi.” (da “La Repubblica” del 9 maggio 2012).  Recenti prese di posizione del Parlamento Europeo dimostrano che è in atto un ripensamento perfino a livello comunitario in quanto le biomasse in generale potrebbero minacciare gli obiettivi di riduzione di Co2 dell’Europa;
7)     Non ultimo le centrali a biomasse, con specifiche autorizzazioni successive, possono diventare inceneritori di rifiuti industriali o rifiuti solidi urbani RSU come già avvenuto tra gli altri nel caso emblematico dell’inceneritore di Massafra (TA) di proprietà Marcegaglia nato come impianto a biomasse e che dal 2005 brucia CDR (Combustibile Da Rifiuti ora CSS- Combustibile Solido Secondario) per 94mila tonnellate l’anno e che ha ricevuto migliaia di tonnellate di rifiuti durante la “crisi di Napoli”.  Con l’emergenza rifiuti sempre più alle porte in Abruzzo è un rischio che non possiamo permetterci di correre, ma che diventa sempre più concreto con le decine di richieste di aperture di nuovi impianti del genere nella nostra regione per i quali occorrerebbero enormi quantità di materiali da utilizzare oltre ogni ragionevolezza.


Centrali a biomasse e biogas: conseguenze economiche

  1. Dal punto di vista economico le centrali a biogas possono danneggiare l’economia locale perché come abbiamo visto occorrono grandi quantità di terreni per la produzione di mais e derivati (quando questi non provengano da fuori zona  con le conseguenze nocive di cui sopra) e quindi gli agricoltori spesso devono affittarne di nuovi permettendosi di pagare prezzi fuori mercato vista la redditività del biogas (vedi sotto) e facendo così concorrenza a chi vorrebbe fare agricoltura sana e tradizionale e non può permettersi prezzi d’affitto anche tre volte superiori a quelli di mercato, così come è spesso accaduto per esperienze simili in altre regioni;
  2. Oltre agli agricoltori potrebbero subire un danno economico anche i produttori di mangimi a seguito della diminuzione della produzione locale e del conseguente aumento dei prezzi che andrebbero a ripercuotersi negativamente sugli allevatori ed infine sui consumatori finali;
  3. La presenza di centrali a biomasse e biogas può comportare, come già avvenuto in esperienze del genere, una svalorizzazione dei patrimoni immobiliari circostanti quali case e proprietà varie;
  4. il proliferare di questi impianti è un grande affare per chi li realizza e gestisce grazie ai generosi contributi di denaro devoluti con il discutibile meccanismo dei “certificati verdi” in base al quale chi produce elettricità da fonti rinnovabili riceve un finanziamento diretto da tutti gli utenti italiani che si vedono prelevare dalla bolletta elettrica (voce A3) una sovrattassa di circa il 7% destinata a questi impianti. Chi produce energia elettrica da queste centrali si vedrà riconosciuto un prezzo di 0,28 al kilowatt contro gli 0,07 del prezzo di mercato, creando distorsioni evidenti nella concorrenza e facendo così pagare due volte l’elettricità agli utenti. Quindi visto che in definitiva sono i cittadini che finanziano questi impianti è giusto che siano messi al corrente dei progetti, informati in maniera imparziale e interpellati prima di ogni rilascio di autorizzazione. Ed è doveroso ascoltarli quando pretendono nuove regole, certe e più restrittive, in modo da incentivare soltanto gli impianti che producano davvero energia pulita senza compromettere l’agricoltura e l’economia tradizionale in genere.

Il fabbisogno elettrico giornaliero: in Italia non serve nuova energia

Basta consultare il sito del gestore TERNA per avere l’evidenza in tempo reale che in Italia c’è un’offerta di energia elettrica praticamente doppia rispetto al fabbisogno giornaliero (110 Gigawatt di potenza installata  a fronte di una richiesta che non supera di media i 50 Gigawatt, soprattutto in un periodo di grave crisi economica come il presente).
Il Presidente nazionale dell’APER (Associazione Produttori Energie Rinnovabili) Agostino Re Rebaudengo dichiara testualmente: “Noi attualmente abbiamo una capacità produttiva in grado di fornire il doppio dell’energia elettrica che consumiamo. Gli impianti a gas e petrolio funzionano spesso al 40% delle loro capacità.” (da “Sette Green-Corriere della Sera” del 22 marzo 2012)
Quindi non abbiamo bisogno di ulteriore energia come vorrebbero farci credere molti produttori e comunque una rimodulazione delle fonti dovrebbe prevedere, oltre ad una drastica riduzione degli sprechi, l’abbandono progressivo ma deciso delle fonti fossili altamente inquinanti nella direzione di quelle davvero rinnovabili realizzate in maniera tale che non abbiano effetti nocivi sulla salute delle persone e dell’ambiente che le ospita.

Doveri e prerogative del Sindaco in qualità di massima autorità sanitaria locale

Ogni Sindaco, in qualità di massima autorità sanitaria locale, dispone di ampi e concreti strumenti normativi quali ad esempio le ordinanze sia ordinarie che contingibili e urgenti per salvaguardare, com’è suo dovere, l’incolumità dei suoi concittadini.
Nel dubbio di una situazione potenzialmente pericolosa il Sindaco può sempre invocare il “principio di precauzione” sancito dalla Comunità Europea per la protezione dell’ambiente, anche se la valutazione scientifica del rischio non consente di determinarne gli effetti con sufficiente certezza. E’ un principio che esalta il valore della prevenzione e che consente interventi più efficaci e molto meno onerosi anche in termini economici di quelli posteriori in riparazione del danno.
Il Sindaco non può autorizzare un peggioramento della qualità dell’aria perché la legge gli impone di “mantenere la qualità dell’aria ambiente laddove è buona, e migliorarla negli altri casi” (Direttiva della Comunità Europea 96/62/CE del 27/9/1996 recepita dall’Italia con D.L. n°351 del 4/8/1999).
Oltretutto va ricordato che il Comune di Lanciano il 21 novembre 2009 ha firmato la propria adesione al “Patto dei Sindaci-Covenant of Mayors” iniziativa della Comunità Europea attraverso la quale le singole amministrazioni locali del continente si impegnano a promuovere e rispettare il conseguimento del “Pacchetto Clima ed Energia 20-20-20” (Protocollo di Kyoto).


La qualità dell’aria ambiente a Lanciano, nell’area circostante e nella zona specifica di località Bel Luogo/Villa Pasquini

  1. Lo studio del 2010 sulla qualità dell’aria commissionato al Consorzio Mario Negri Sud dalla Provincia di Chieti è stato condotto con un procedimento all’avanguardia detto “biomonitoraggio” che attraverso l’IBL (Indice di Biodiversità Lichenica) garantisce risultati certi e precisi sullo stato dell’aria e dell’ambiente circostante ed è riconosciuto dalla Comunità scientifica internazionale e dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) superiore a qualsiasi altro monitoraggio puramente strumentaleI risultati di questa ricerca sono stati che la qualità dell’aria a Lanciano e nell’area circostante è pessima, la più bassa tra tutte le zone rilevate;
  2. Lo studio “S.Q.U.I.L.L.A.” del 2012 sulla qualità dell’aria commissionato sempre al Consorzio Mario Negri Sud dal Comune di Lanciano, sebbene condotto con una metodologia di tipo strumentale (a mezzo di “radiello”) nettamente meno efficace del biomonitoraggio (non essendo tra l’altro in grado di rilevare le polveri sottili e ultrasottili che sono tra i primi fattori di inquinamento urbano) ha comunque messo in evidenza nella zona di Villa Pasquini dove ricade la centrale a biogas della Società ATA Energia una concentrazione di anidride solforosa che lo stesso reponsabile del Mario Negri Sud Dott. Tommaso Pagliani definisce “anomala” e meritevole di ulteriori approfondimenti. Sottolineamo che tale sostanza è fortemente irritante per gli occhi ed il tratto respiratorio, per inalazione può causare edema polmonare ed una prolungata esposizione può portare anche alla morte. Se a tutto questo aggiungiamo quanto dichiarato dal Prof. Federico Valerio che “nel biogas ci sono sostanze nocive come l’idrogeno solforato e altri composti tossici e odorigeni” e che l’idrogeno solforato stesso è estremamente velenoso ed una prolungata esposizione può essere mortale, allora il quadro si fa ancora più inquietante;
  3. Nei dintorni dell’area di insediamento della Centrale a biogas in località Bel Luogo/Villa Pasquini insistono altri insediamenti potenzialmente inquinanti quali ad esempio la Zona Industriale della Val di Sangro, la discarica Cerratina in piena attività e l’ex discarica di Serre con la sua  velenosa eredità oggetto di preoccupate attenzioni da parte degli enti interessati. Il dato decisivo è sempre la sommatoria dei singoli fattori nocivi e inquinanti che va valutata per avere un quadro organico della situazione dato che il tutto è sempre maggiore della somma delle singole parti;
  4. L’area lancianese è inoltre interessata da due altri impianti posti nel confinante Comune di Treglio (sansificio e impianto a biomasse) che ne peggiorano la qualità dell’aria in quanto le polveri nocive trasportate dal vento viaggiano per decine di km. ed in opposizione ai quali si dichiarò pubblicamente anche l’attuale Sindaco di Lanciano.


CONSIDERAZIONI SULLA CENTRALE A BIOGAS IN LOCALITA’ BEL LUOGO-VILLA PASQUINI A LANCIANO

  1. L’autorizzazione rilasciata dalla Regione Abruzzo alla A.T.A. Energia Soc. Agricola srl fa riferimento “alla costruzione e all’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da biogas da digestione anaerobica di silomais da ubicarsi in loc. Bel Luogo nel Comune di Lanciano”;
  2. A seguito dei rilievi avanzati da Nuovo Senso Civico circa l’impatto negativo di impianti del genere sulla qualità complessiva dell’aria e dell’ambiente se non vengono realizzati con determinati accorgimenti e tecnologie, la proprietà ha replicato parlando di “digestione anaerobica senza combustione” nell’impianto ma questa è solo la prima fase perché il biogas derivante da questo processo (ben diverso dal biometano) non potrà essere immesso direttamente nella rete metanifera nazionale in quanto “sporco” ma verrà bruciato come in una normale centrale termica per attivare un “motore endotermico” che produrrà energia elettrica. Quindi esiste un’attività di combustione per la trasformazione del biogas in energia ed ogni combustione comporta effetti inquinanti più o meno grandi considerando oltretutto che l’impianto sarà in funzione 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Lo stesso Dott. Tommaso Pagliani, responsabile del Centro Scienze Ambientali del Consorzio Mario Negri Sud ha posto in evidenza come “la centrale a biogas di Villa Pasquini brucerà il gas prodotto dalla fermentazione anearobica del mais, o comunque di una biomassa, rinchiusa in grandi contenitori e sarà il gas bruciato a far girare la turbina che poi produrrà energia”.  In merito poi all’utilizzo da parte della proprietà di affermazioni fatte dal Prof. Federico Valerio, lo stesso studioso in una nota ufficiale ha ravvisato “un uso strumentale e scorretto di una mia relazione ed in particolare di una frase al suo interno. Ritengo opportuno precisare che le mie affermazioni, riportate nell’articolo, si riferiscono principalmente al biometano e non al biogas. I fattori di emissioni di sotanze inquinanti prodotte dalla combustione di biogas sono superiori a quelle del biometano, il quale si ottiene per ulteriore purificazione del biogas. Ritengo assolutamente scorretto affermare che <Non ci sono emissioni nocive per la salute, essendo il frutto di processi biologici di degradazione di sostanza organica vegetale>. La realtà è diversa: nel biogas ci sono sostanze nocive (idrogeno solforato e altri composti tossici ed odorigeni) e bruciare biogas, ancorchè parzialmente depurato, produce inquinamento dell’aria, anche se a concentrazioni inferiori di quanto si sarebbe prodotto bruciando direttamente la stessa biomassa, opportunamente essiccata”. PRIMA CONCLUSIONE: LE CENTRALI A BIOGAS SONO INQUINANTI;
  3. La proprietà ha dichiarato pubblicamente che le biomasse vegetali utilizzate (insilati di mais, sorgo, sulla, favino, tritigale, anche se l’autorizzazione concessa parla nel titolo solo di silomais) saranno coltivate sui terreni dei 300 produttori associati alla ATA Società Cooperativa, però attenzione perché questi coltivatori non sono tutti abruzzesi ma anzi molti si trovano in Veneto, Umbria, Lazio e Campania, in barba alla “filiera corta” e con un ulteriore ed evidente impatto inquinante derivato dal trasporto su camion per decine di migliaia di km.!  Bisogna fare attenzione quando si cita il Prof. Valerio perché lo studioso auspica proprio questa filiera corta ed espressamente per risolvere un problema di trattamento degli scarti agricoli o di allevamento locali, mentre qui si introduce da lontano o anche da molto lontano. D’altronde fino ad oggi non abbiamo visto nessuna planimetria che indichi i terreni agricoli della Val di Sangro che saranno dedicati alle coltivazioni necessarie per questa centrale (secondo la proprietà 250 ettari di terreno e 17 mila tonnellate di insilato vegetale l’anno solo per questo impianto) né ci risultano contratti stipulati con gli agricoltori locali per sostituire le nuove coltivazioni a quelle attuali.  Diciamo anche che se venissero riconvertiti tutti i terreni a questo scopo, alla luce anche delle decine di richieste di apertura di impianti in tutto l’Abruzzo, avremmo necessità di estensioni così grandi tali da spazzar via le colture tipiche locali penalizzando l’agricoltura tradizionale e di qualità a svantaggio ulteriore dei consumatori. SECONDA COCNCLUSIONE: LE CENTRALI A BIOGAS NON PORTANO VANTAGGI CONCRETI NE’ PER I PRODUTTORI LOCALI NE’ PER I CONSUMATORI;
  4.  Stabilito che in Italia non abbiamo bisogno di ulteriore energia perché il fabbisogno giornaliero è di gran lunga inferiore all’offerta [dati del gestore TERNA] e che tutti i nuovi impianti di questo genere nascono solo per interessi economici privati generosamente favoriti dal perverso meccanismo dei “certificati verdi” che paghiamo tutti noi attraverso la bolletta elettrica, guardacaso anche nella centrale di Villa Pasquini, come in quella di Treglio, non è previsto il teleriscaldamento per le abitazioni o le attività circostanti che rappresenterebbe un elemento positivo del processo.  La proprietà afferma che “l’impianto consentirà di produrre energia elettrica per le procedure di essiccazione, in un capannone, del tabacco che sarà conferito dalle aziende associate, che poi sarà commercializzato.”  Dichiarazione contradditoria rispetto a quella iniziale secondo cui l’impianto veniva realizzato proprio come alternativa alla produzione di tabacco in forte crisi e destinata a scomparire dalle nostre zone. Solo attraverso il teleriscaldamento si potrebbero spegnere tante singole caldaie domestiche meno efficienti ottenendo il risultato di un saldo finale positivo con la riduzione dell’inquinamento complessivo. TERZA CONCLUSIONE: NON ESISTE UN VANTAGGIO CONCRETO PER LE POPOLAZIONI LOCALI;
  5. Altro argomento, decisivo, la qualità dell’aria. Abbiamo visto in precedenza come due recenti studi sulla qualità dell’aria svolti dal Consorzio Mario Negri Sud nel 2010 e 2012 hanno svelato una situazione preoccupante sia nella zona specifica di insediamento che nell’area più vasta che non permette ulteriori peggioramenti, ma che anzi, in base alle normative vigenti, obbliga ad azioni di miglioramento o al massimo di mantenimento delle buone condizioni ove esistano (e nel caso specifico, dati alla mano, non esistono). Così se la proprietà della centrale a biogas di Villa Pasquini ci dimostrerà con studi propri che l’apertura dell’impianto porterà ad un miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente saremo noi stessi a proporre la realizzazione di altri simili in tutta la città in modo da risolvere definitivamente i nostri gravi problemi di inquinamento.
  6. Esiste poi, a completamento del quadro, la questione della fidejussione fasulla sulla centrale garantita da una società, la COFIART, dichiarata fallita nel luglio 2010 dal Tribunale di Roma e pluriinquisita per reati vari tra i quali la bancarotta fraudolenta. Di questa grave inadempienza non è stata fatta nessuna tempestiva comunicazione da parte della proprietà agli enti pubblici interessati (Regione Abruzzo e Comune di Lanciano) né sono state prese delle contromisure prima che la stessa Amministrazione Pubblica di Lanciano se ne accorgesse a seguito delle pressioni esercitate da Nuovo Senso Civico e dal movimento d’opinione locale. Che rapporto di fiducia può esserci con chi nasconde le carte o nella migliore delle ipotesi non è in grado di controllare al proprio interno? Saranno gli stessi che su queste basi dovranno garantire la perfetta efficienza di funzionamento e la sicurezza dell’impianto verificandone tutte le fasi?  Senza questo casuale “scoperta” la centrale sarebbe partita priva di fidejussione? Ricordiamo che tale strumento finanziario serve per garantire bonifica e ripristino dei terreni interessati dopo la fine del ciclo di vita dell’impianto (15 anni)  e per far fronte ad eventuali incidenti che possano danneggiare l’ambiente. A questo punto chiediamo anche: a quanto ammonta tale somma? E’ considerata congrua per le eventualità del caso? Questa preoccupante vicenda ci sembra già da sola sufficiente per compromettere definitivamente il rapporto di fiducia e di collaborazione che deve esserci in questi casi tra pubblico e privato e per condurre ad un ripensamento generale di tutta la questione.


PROPOSTE CONCLUSIVE CON RICHIESTA DI PRESCRIZIONI


  • Non siamo certamente ostili all’imprenditoria ed all’impresa privata ma questa deve svilupparsi correttamente senza danni per l’ambiente, la salute e l’economia della comunità ospitante.  Se gli impianti e le infrastrutture grandi e piccole che vengono realizzati per assicurarsi un profitto attraverso la vendita di energia all’estero (elettrodotti, turbogas, ecc.) oppure per entrare furbescamente nell’affare dell’incenerimento dei rifiuti (centrali a biomasse e biogas) risultano fortemente dannosi e inquinanti oltre che inutili per la collettività allora diciamo: quelle risorse utilizziamole per scopi più utili e nobili creando davvero un gran numero di nuovi posti di lavoro attraverso la valorizzazione intelligente del nostro inestimabile patrimonio di arte, cultura e bellezze naturalistiche;
  • Nel caso specifico per evitare conseguenze negative dall’entrata in funzione dell’impianto a biogas di Bel Luogo/Villa Pasquini le autorità competenti, Sindaco in primis, dovrebbero pretendere, attraverso opportune prescrizioni, il raggiungimento dei seguenti risultati:
  1. Modifica dell’impianto per ottenere la depurazione del biogas e la sua trasformazione in Biometano che può essere immesso direttamente nella rete metanifera nazionale  e che, con i recenti provvedimenti del governo Monti, potrà beneficiare anch’esso di adeguati incentivi;
  2. Realizzazione di una rete di teleriscaldamento alimentata a biometano che comporterebbe lo spegnimento delle meno efficienti caldaie familiari private, degli edifici pubblici o delle aziende circostanti e quindi renderebbe possibile un miglioramento complessivo della qualità dell’aria;
  3. Garanzia della filiera corta o cortissima: le biomasse utilizzate devono provenire esclusivamente da scarti agricoli e da allevamenti locali consentendo così di risolvere un problema di smaltimento già esistente ed evitando l’inquinamento dal trasporto delle stesse su lunghe distanze.

In conclusione, sentendoci portavoce di una gran parte di opinione pubblica che in questi anni ha sostenuto la nostra azione in difesa degli interessi generali della comunità, ci aspettiamo che tutte le Autorità competenti, ciascuna per la sua parte, si attivino nel migliore dei modi per garantire alla collettività i suoi sacrosanti diritti ed impedire ogni intervento peggiorativo della qualità della vita.
Nella nostra relazione abbiamo fornito tutti i dati e le considerazioni utili in questo senso, prospettando una soluzione che non risulti punitiva per la proprietà dell’impianto ma che garantisca anche un risultato positivo per la popolazione locale.
In mancanza di questo impegno da parte delle Autorità competenti ci vedremo costretti ad intraprendere tutte le strade possibili per ottenere gli obiettivi che la legislazione vigente garantisce, svolgendo ancora una volta una funzione di supplenza rispetto a coloro che sono stati eletti proprio per questo scopo.

                                                                          Con osservanza,
                                                                        Alessandro Lanci
Lanciano, 16 giugno 2012            Presidente di Nuovo Senso Civico               

           

  


giovedì 7 giugno 2012

POLITICI, SINDACI E AMMINISTRATORI VARI, SMETTETELA DI RIEMPIRVI LA BOCCA CON IL “TERRITORIO” E COMINCIATE FINALMENTE A FARE QUALCOSA DI CONCRETO PER DIFENDERLO!


Cronache di quotidiana desolazione dal “territorio” abruzzese:

·        Sequestrato dalla Guardia Forestale nella zona industriale di Atessa, in Contrada Saletti, un capannone industriale contenente 1100 metri cubi di rifiuti speciali abbandonati da anni: denunciato il legale rappresentante della società proprietaria del capannone. Il Procuratore della Repubblica di Lanciano, Francesco Menditto, ha dichiarato in proposito: “Questo è un territorio che merita la massima attenzione a difesa delle tante bellezze naturali di cui è ricco.” [vedi: http://lancianocity.blogspot.it/2012/06/atessa-la-forestale-sequestra-un.html  ]
·        Sequestrata dalla Guardia Forestale a Civitaluparella una cava per l’estrazione di inerti perchè operava dal 2008 senza autorizzazione e per il mancato ripristino ambientale dell’area dovuto per legge dal 2003 [vedi: http://lancianocity.blogspot.it/2012/06/civitaluparella-cava-per-lestrazione-di.html ]
·        Annunciata l’ennesima installazione di una nuova centrale a biomasse, questa volta a Pianella (PE) [vedi: http://www.primadanoi.it/news/527508/Arriva-a-Pianella-la-entrale-elettrica-a-biomasse.html  + relativo commento]

Sono solo alcuni esempi diversi tra di loro (nei primi due casi c’è l’ipotesi di reato, nel terzo si tratta di un progetto del tutto legittimo e che sicuramente avrà seguito in pieno l’iter autorizzativo richiesto), ma che dipingono un quadro desolante della situazione e devono farci riflettere sul rispetto dovuto al nostro paesaggio, alla salute della collettività ed in definitiva anche all’economia della nostra regione.

Sui primi due casi nei quali il danno si è  già  concretizzato sarà la Giustizia a fare il suo corso. Noi vogliamo concentrarci sul terzo che è solo l’emblema di un fenomeno che sta esplodendo a livello nazionale e regionale e che la nostra Associazione segue da anni con la massima attenzione e competenza. Prevenire è meglio di curare e quindi è bene affrontare ogni singolo caso prima che non ci sia più nulla da fare.

Riepiloghiamo e sintetizziamo al massimo le acquisizioni basate su dati e studi scientifici autorevoli che potete leggere per esteso nel nostro “DOSSIER BIOMASSE” scaricabile dal sito www.nuovosensocivico.it :

  1. L’Italia non ha bisogno di produrre ulteriore energia perché il suo fabbisogno giornaliero, ancor più in periodi di grave crisi economica, è meno della metà dell’energia prodotta (basta consultare i dati in tempo reale sul sito del gestore TERNA). Detto questo si potrà poi parlare di eliminazione di sprechi e consumi inutili e di rimodulazione della parte strettamente necessaria spostandola sulle fonti davvero pulite e rinnovabili. Pertanto non bevetevi più le “eco-balle” secondo le quali abbiamo bisogno di questi impianti altrimenti “come accendiamo le lampadine di casa?” ;
  2. Le centrali a biomasse e biogas inquinano perché bruciano sostanze. Uno dei maggiori esperti italiani dell’argomento, il Prof. Federico Valerio dell’Istituto di Ricerca sul cancro di Genova, ha dimostrato che le centrali a biomasse inquinano decine di volte più di quelle a metano e addirittura più di quelle a carbone. Tra le sostanze inquinanti sviluppate, oltre alle famigerate polveri sottili e ultra-sottili, ce ne sono 4 già ufficialmente classificate “cancerogene” (benzene, formaldeide, diossine e idrocarburi policiclici aromatici) che si diffondono nell’aria per decine di km. e si depositano sul suolo irrompendo nella catena alimentare con tutti gli evidenti danni conseguenti per persone ed ambiente;
  3. Le centrali a biomasse e biogas sono un affare solo per quelli che le costruiscono e le gestiscono grazie al discutibilissimo meccanismo dei “certificati verdi” ovvero al finanziamento che paghiamo tutti noi attraverso un sostanzioso prelievo sulle bollette elettriche e nella quasi totalità dei casi non prevedono alcun sistema vantaggioso per le comunità locali tipo il “teleriscaldamento”, la produzione a freddo di “bio-metano” oppure la risoluzione di problemi locali di smaltimento di scarti agricoli o di bestiame. Anzi nella maggior parte dei casi queste biomasse (legname, oli vegetali, cereali, ecc) vengono importati da centinaia di km. di distanza se non dall’estero con evidenti ulteriori aggravi di inquinamento per il trasporto;
  4. L’inquinamento derivante dalle centrali a biomasse ha effetti negativi non solo sulla salute dei cittadini, ma anche sulle altre attività agricole ed economiche circostanti e finanche sul valore dei patrimoni mobiliari ed immobiliari;
  5. Non ultimo le centrali a biomasse, con specifiche autorizzazioni successive, possono diventare inceneritori di rifiuti industriali o da RSU (emblematico il caso dell’inceneritore di Massafra (TA) di proprietà Marcegaglia). E con l’emergenza rifiuti sempre più alle porte in Abruzzo è un rischio che non possiamo permetterci di correre!

Nuovo Senso Civico e tutta la cittadinanza dell’area di Lanciano hanno piena evidenza e consapevolezza di questi fatti essendosi battuti (e continuando a farlo quotidianamente) per contrastare la Centrale a biomasse di Treglio già attiva e quella a biogas di Villa Pasquini prossima all’entrata in funzione.

Non abbiamo nulla contro l’iniziativa economica privata ma questa non deve danneggiare i luoghi e le persone che la ospitano.
Non abbiamo nulla contro Sindaci ed Amministratori locali ma questi devono interpellare prima i loro concittadini mettendoli al corrente dei nuovi progetti così impattanti, chiedendo il loro parere dopo aver messo a confronto pubblicamente i proprietari  e sostenitori dell’opera con gli studiosi che le contestano su basi scientifiche.
Nella nostra esperienza locale dobbiamo registrare amaramente che i due Sindaci interessati  hanno consultato preventivamente solo le proprietà che ovviamente hanno dato tutte le massime garanzie e rassicurazioni, poi demolite una per una con il nostro lavoro metodico e lontano da qualsiasi propaganda. In un anno abbiamo organizzato a Lanciano due convegni nazionali sul tema con l’intervento dei massimi esperti del settore che hanno sbugiardato i falsi profeti dello pseudo-progresso.

Pertanto ci appelliamo a tutti i cittadini di Pianella, come di Ortona e di tutte le località che saranno interessate da questo fenomeno: avete tutto il diritto di chiedere spiegazioni e di avere tutte le informazioni su queste opere che andranno a modificare sensibilmente la vostra qualità della vita.
Se le proprietà ed i sostenitori politici sono sicuri di fare il bene della loro comunità non avranno alcun timore a presentare il progetto pubblicamente confrontandosi su questi temi: Nuovo Senso Civico è disponibile a farlo in ogni momento.
Se poi gli amministratori locali cominciassero ad avere dei dubbi sentendo qualche campana diversa, allora sarà loro dovere svolgere tutti gli approfondimenti del caso perché è in gioco la salute dei loro cittadini ed i Sindaci, come ben sanno, sono la principale autorità sanitaria locale.
Se invece gli impianti che verrete  a proporci saranno realizzati in maniera tale da aumentare la salubrità delle nostre zone e senza danneggiare la salute di persone e ambiente arrecheranno cospicui vantaggi anche economici in termini di risparmio energetico delle famiglie e di robusto aumento dei posti di lavoro, allora saremo i primi a sostenere le vostre attività ed a consigliarle in ogni comune.

Alla luce del sole non c’è niente da nascondere.

 AGGIORNAMENTO QUOTIDIANO DELL'8 GIUGNO 2012
P.S.: Come volevasi dimostrare "giorno nuovo, impianto nuovo". Spunta fuori oggi un nuovo progetto di centrale  biomasse a CEPAGATTI all'insaputa dei cittadini interessati [vedi:
http://www.primadanoi.it/news/527585/--Sorpresa-la-Regione-dice-s%C3%AC-a-nuovo-impianto-a-biomasse-.html
MA LA VOLETE SMETTERE DI PRENDERCI PER I FONDELLI?? 
(SEGNALATECI OGNI ULTERIORE PROGETTO DI CUI SIETE VENUTI A CONOSCENZA)

venerdì 1 giugno 2012

TERREMOTO E CATASTROFI EVITABILI: OCCORRE UN "NUOVO CORSO"

DEDICATO A FOREST OIL & Company: FIDARSI E’ BENE, NON FIDARSI E’ MEGLIO (E TI SALVA LA VITA)
Abbiamo già evidenziato nel precedente post di mercoledì 30 maggio (vedi: http://nuovosensocivico.blogspot.it/2012/05/trivellazioni-causano-sismicita-la.html ) che le perforazioni per l’estrazione di petrolio e gas naturale, secondo autorevoli fonti scientifiche, possono favorire l’aumento della sismicità nelle zone in cui vengono effettuate. Non è trascurabile l’annotazione che l’Emilia Romagna, fino a qualche anno fa considerata a basso rischio sismico, è una delle regioni italiane maggiormente aggredite negli ultimi decenni da trivellazioni diffuse a terra e in mare.
Adesso vogliamo segnalare l’ulteriore catastrofe evitata in quella zona, il mega-deposito di gas previsto in località Rivara, a due passi dall’epicentro del terremoto:

dalla Redazione di Liquida:
Emilia: quel futuro deposito di gas nell'epicentro del sisma

Dopo il sisma del 20 maggio, il Governo fa dietrofront sulla costruzione di un deposito di gas a Rivara, nel modenese: se fosse stato già attivo sarebbe stata una catastrofe


Il deposito di gas di Rivara non si farà più. Dopo il sisma che ha colpito l'Emilia lo scorso 20 maggio, il ministro dell'ambiente Corrado Clini fa dietrofront sul progetto di Erg, voluto da Giovanardi e approvato dai governi Prodi e Berlusconi. La frazione di Rivara, nel comune di San Felice sul Panaro, si trova vicinissima all'epicentro del sisma e se il deposito fosse stato già operativo, si sarebbe dovuto fare i conti con una potenziale tragedia.

Ancora da Il Sole 24 Ore del 30 maggio 2012 (articolo di Deborah Dirani):
[…] Per capire la portata del progetto occorrono altri due numeri: al culmine della struttura, la pressione statica di giacimento a serbatoio pieno sarà di 289.9 bar, mentre quella dinamica, varierà da circa 223 bar al termine della fase di erogazione a 299,9 bar alla fine della fase di iniezione. Un botto di energia che fosse stato sollecitato dalle scosse di questi giorni, probabilmente, avrebbe raso al suolo ogni casa, capannone o palazzo nel raggio di chilometri.
[…]Molti ora dicono: se fosse stato in uso col terremoto sarebbe esploso o uscito fuori il gas. «E' possibile ma non è sicuro», spiegano al ministero dell'Ambiente.

MA PERCHE’ DOVREMMO CORRERE RISCHI DI QUESTO GENERE?

E’ la domanda che giriamo alla Forest Oil ed al suo inaccettabile progetto di estrazione e raffinazione a Bomba con i possibili rischi di cedimento della diga oltre a tutti gli altri danni collaterali. 
E’ la domanda che rivolgiamo a tutti quelli che sostengono progetti contrari alle vocazioni dei nostri luoghi, nocivi per la salute pubblica e del tutto privi di ricadute positive in termini economici e occupazionali.

Ma perché non si fa come negli Stati Uniti negli anni ’30 con il Presidente Roosvelt dando il via ad un “Nuovo corso” (New deal) per contrastare la crisi e la disoccupazione senza distruggere il paesaggio ma anzi lavorando per rimetterlo in sesto?
Occorrerebbero delle grandi opere pubbliche da gestire in collaborazione con le imprese private sane per salvaguardare e valorizzare tutto il nostro formidabile patrimonio nazionale con interventi preventivi che mettano in sicurezza case scuole e ospedali, beni artistici e chiese, edifici pubblici e strutture produttive. Che bonifichino i siti inquinati e i tetti in amianto, che impediscano alluvioni e disastri rispettando le giuste esigenze della natura senza provocarla con interventi distruttivi. Che esaltino tutte le nostre straordinarie ricchezze storiche, artistiche, culturali e di tradizione.

PREVENIRE E’ PRIMA DI TUTTO GIUSTO E FAVOREVOLE PER TUTTI E POI E’ NOTEVOLMENTE MENO DISPENDIOSO DEGLI INTERVENTI EMERGENZIALI SUCCESSIVI ALLE TRAGEDIE.

CON UN’OPERAZIONE DI QUESTO GENERE NON SOLO SI RIDAREBBE IL GIUSTO SPLENDORE ALLE BELLEZZE TERRITORIALI SALVAGUARDANDO LA SALUTE DEI CITTADINI MA SI CREEREBBERO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO “PULITI” PERMETTENDO UN RILANCIO DELL’ECONOMIA BASATO SULLE NOSTRE CARATTERISTICHE INIMITABILI.

Certo, subito si alzeranno le voci contrarie non sempre in buona fede, ma chiedetevi:  dove ci hanno portato le loro ricette? Che benessere duraturo per la collettività hanno creato tutti quegli interventi che hanno favorito sempre i pochi soliti noti insieme ad amici e furbetti della politica?

“The Times They Are a Changin’ “, se non ve ne siete accorti (grazie Bob).

fm