venerdì 10 ottobre 2008

A PROPOSITO DI INDIFFERENZA E LAVORO






Il campo di Bergen-Belsen era un campo di concentramento nazista situato nella bassa Sassonia, a sud-est della città di Bergen, vicino a Celle.

Tra il 1943 e il 1945 si stima che circa 50 000 persone morirono nel campo, di cui oltre 35 000 di tifo nei primi cinque mesi del 1945.
Gli inglesi e i canadesi della 11° Divisione dell'Armata Britannica sotto il comando del feldmaresciallo Bernard Law Montgomery, liberarono il campo il 15 aprile 1945.

Trovarono circa 60 000 prigionieri

in un campo strutturato per riceverne 10 000, tutti in pessime condizioni e migliaia di corpi abbandonati o bruciati nei pressi del campo stesso.

Nel campo di Bergen-Belsen, tra gli altri, morirono il pittore e scrittore Josef Čapek, la giovane Anna Frank e sua sorella Margot; l’attore e regista italiano Roberto Benigni, figlio di un ex-deportato in quel campo, probabilmente sensibilizzato dai racconti del padre, nel 1997 scrisse e diresse il film La Vita è Bella.

Insieme alle truppe inglesi e canadesi che scoprirono quell’orrore c’era anche una troupe di fotografi e cineasti ed un reparto di psicologi militari che documentarono tutto con riprese ed interviste.

Alfred Hithcok avrebbe poi montato quel materiale, tenuto segreto per moltissimi anni e poi mostrato in una sezione dell’Imperial War Museum di Londra negli anni 90. Il grande regista sarebbe rimasto segnato da quelle immagini e dalle interviste per tutto il resto della sua vita, come molti suoi film successivi avrebbero dimostrato.

Anche i soldati alleati non riuscivano a comprendere come mai gli abitanti della vicina Bergen, letteralmente invasa dalla puzza che si emanava dal campo, fossero rimasti indifferenti di fronte a un simile scempio. Costrinsero pertanto tutti gli abitanti, con il sindaco in testa, a recarsi a piedi inquadrati e sotto la minaccia dei fucili a visitare il campo e poi li costrinsero a lavorare per la rimozione dei cadaveri. Bergen-Belsen fu poi bruciato dagli stessi inglesi con i lanciafiamme per contrastare l’infestazione dei pidocchi e bloccare l'epidemia di tifo.

Gli psicologi militari fecero molte interviste agli abitanti di Bergen ed agli amministratori della città per capire il perché di così tanta indifferenza verso una realtà così evidente ed atroce e che si rinnovava da anni, ogni giorno, davanti ai loro occhi.

Alcuni cittadini, gli amministratori locali ed il sindaco risposero, per giustificare il loro comportamento e la loro indifferenza, che quando il campo di concentramento fu costruito erano contenti perché lo consideravano una fonte di reddito e di occupazione.

Nessun commento: