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martedì 7 giugno 2011
BIOMASSE - A PENSARE MALE SI FA PECCATO, MA QUASI SEMPRE CI SI AZZECCA...
Traffico illecito di rifiuti, quattro gli arresti nel pavese tra cui il patron del Riso Scotti
ultimo aggiornamento: 07 giugno, ore 16:37
Milano - (Adnkronos) - Al centro delle indagini la centrale elettrica della Scotti, dove secondo l'accusa, non si bruciavano biomasse ma rifiuti di vario tipo, alcuni dei quali classificati pericolosi. Insieme a Scotti ai domiciliari, le manette sono scattate anche tre funzionari del Gse, il gestore dei servizi energetici
Milano, 7 giu. (Adnkronos) - E' stato arrestato Angelo Dario Scotti, presidente e amministratore delegato del gruppo Riso Scotti, da questa mattina agli arresti domiciliari. Al centro dell'indagine vi è la centrale elettrica della Scotti a Pavia, dove secondo l'accusa, non si bruciavano biomasse, ma rifiuti di vario tipo, alcuni dei quali classificati pericolosi. Insieme a Scotti sono stati arrestati anche tre funzionari del Gse, gestore dei servizi energetici, la società pubblica che deve gestire gli incentivi per la produzione di elettricita' da fonti rinnovabili. Le misure di custodia cautelare sono state emesse dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Milano, Stefania Donadeo e sono state eseguite dal Corpo Forestale dello Stato, in collaborazione con personale della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato di Roma.
Agli indagati sono contestati i reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni di ente pubblico, frode in pubbliche forniture, corruzione per atti contrari ai doveri dell'ufficio, e altre condotte illecite, commessi nel territorio pavese e altrove nel periodo compreso tra gli anni 2005 e 2010. Le stesse violazioni di legge sono contestate ad altri funzionari pubblici e soggetti privati. A carico degli indagati l'autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo di somme di denaro e altre utilità per un valore equivalente ai profitti derivanti dalla commissione dei reati pari a circa 17 milioni di euro. Le indagini sono state dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, competente in materia di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Bocassini. In carcere è stato tradotto Franco Centili, funzionario del Gestore dei Servizi Energetici - Gse di Roma. Ai domiciliari, oltre ad Angelo Dario Scotti, Vice Presidente del CdA di Riso Scotti Energia - Rse , nonché Presidente del CdA e Amministratore delegato di Riso Scotti S.p.A., società proprietaria di fatto di R.S.E, sono finiti Andrea Raffaelli, funzionario del G.S.E. di Roma, Elio Nicola Ostellino, consulente esterno di Assoelettrica, Nicola Farina, commercialista di fiducia del Gruppo Scotti con studio in Milano.
A livello territoriale l'attività investigativa è stata sviluppata dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Pavia del Corpo forestale dello Stato in collaborazione con i colleghi della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Pavia. Dalle precedenti indagini di polizia giudiziaria, già nei mesi scorsi, era emerso i che presso l'impianto di coincenerimento Riso Scotti Energia, autorizzato inizialmente per l'impiego esclusivo di lolla di riso e altre biomasse, e successivamente, con provvedimenti autorizzativi della Provincia e della Regione di dubbia legittimità, anche all'incenerimento di variegate tipologie di rifiuti, erano stati conferiti per l'incenerimento ingenti quantitativi di rifiuti, anche pericolosi, non conformi alle autorizzazioni sia per tipologia che per la presenza di inquinanti in misura superiore ai valori limite fissati dalle normative di settore. In tal modo Rse poteva cedere al Gestore dei Servizi Energetici di Roma, usufruendo di sovvenzioni pubbliche e quindi ad un prezzo superiore a quello di mercato, energia elettrica falsamente qualificata come derivante da fonti rinnovabili-biomasse, ricavando indebiti profitti pari ad almeno 28 milioni di euro.
Nel novembre scorso l'Autorità Giudiziaria aveva emesso 7 misure di arresti domiciliari nei confronti di altrettanti indagati e aveva disposto il sequestro preventivo dell'impianto di coincenerimento di Rse. Dalle intercettazioni era emerso il tentativo di Rse, avvallato e sostenuto dalla proprietà, di risolvere in modo favorevole alla Società il contenzioso maturato con il Gse attraverso l'intervento di persone amiche, dipendenti o collaboratori della pubblica amministrazione in grado di modificare o annullare le determinazioni sfavorevoli assunte dal Gse. La pratica Gse/Rse sarebbe, infatti, stata ''sbloccata positivamente'' (vale a dire che erano stati mantenuti gli incentivi economici di cui era stata in precedenza chiesta la restituzione) grazie all'intervento di Franco Centili, all'epoca dei fatti funzionario del G.S.E. e, a seguito di pensionamento, consulente esterno del Gestore pubblico, in stretto contatto con Nicola Ostellino, consulente in materia energetica, soggetto molto influente che nel corso di una conversazione afferma chiaramente di avere ''tutto il Gse lubrificato''.
Le circostanze emerse dalle indagini sono state confermate dagli interrogatori degli indagati Giorgio Radice, e Giorgio Francescone, rispettivamente presidente del cda e direttore tecnico di Rse. Radice ha ammesso di avere pagato, per risolvere il contenzioso con il Gse, consistenti somme di denaro in contante a favore di funzionari del Gse, con il pieno avallo e sostegno del proprietario di Rse Angelo Dario Scotti, e in particolare di avere pagato complessivamente 115.000 euro (100.000 a Franco Centili e 15.000 a Andrea Raffaelli), aggiungendo che al momento del suo arresto restava da pagare a Centili l'ultima tranche di 15.000 euro. Ha poi confermato di essersi rivolto anche a Nicola Ostellino per farsi assistere nel contenzioso, senza avere versato a quest'ultimo, in modo diretto, somme di denaro. Anche Francescone ha confermato il pagamento di tangenti a Centili, aggiungendo che l'esborso di denaro è stato giustificato attraverso il pagamento di una fattura a favore di una societa' ''off shore'' per una consulenza in materia energetica. Al fine di monetizzare la somma necessaria il commercialista di fiducia del Gruppo Scotti Nicola Farina provvedeva a pianificare una operazione meramente finanziaria, individuando in una società statunitense il soggetto al quale la società Rse avrebbe apparentemente commissionato una fittizia consulenza per un progetto relativo alla realizzazione di un impianto termoelettrico per un corrispettivo di circa 140 mila euro. All'esito di tale operazione Rse riotteneva la somma in contanti, al netto delle provvigioni trattenute dalla Società compiacente, e poteva provvedere ai pagamenti in nero.
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