VIGNETTE GENTILMENTE CONCESSE DA FRANCO SACCHETTI |
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LE ASSOCIAZIONI ABRUZZESI GARANTIRANNO IL PRESIDIO NELLA GIORNATA DI MERCOLEDI' 15 OTTOBRE.
LE ASSOCIAZIONI ABRUZZESI GARANTIRANNO IL PRESIDIO NELLA GIORNATA DI MERCOLEDI' 15 OTTOBRE.
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"15 e 16
Ottobre, decine di associazioni, comitati, movimenti si mobilitano contro lo
Sblocca Italia con un sit in a Montecitorio"
di Alessio Di Florio
Il governo Renzi promette che questo
provvedimento cancellerà la
crisi. Ma lo sblocca Italia è sentito come una minaccia
terribile da chi si batte contro le grandi opere e le privatizzazioni. Allo
scetticismo e ai dubbi si sta aggiungendo sempre più l’indignazione e la
mobilitazione ambientalista. L’Italia che si ribella alla deriva petrolifera,
agli inceneritori dei rifiuti e all’inquinamento industriale, alla
cementificazione selvaggia e alla privatizzazione dei beni comuni (a partire
dall’acqua) denuncia lo “Sblocca Italia” e si mobilita coinvolgendo i territori
fino a “sbarcare” nella Capitale con un sit-in che si svolgerà davanti
Montecitorio il prossimo 15 e 16 Ottobre. Decine tra associazioni, comitati e
movimenti di tutta Italia si preparano ad incrociare le loro vertenze
territoriali per “bloccare lo Sblocca Italia”. Il comitato “Ambiente e Salute nel
Piceno”, in queste ore impegnato nel predisporre il ricorso al TAR contro
l’autorizzazione ad un impianto di stoccaggio gas a San Benedetto del Tronto,
si ritroverà accanto a comitati No Triv di varie regioni, l’Organizzazione Luca
Ambientalista e il coordinamento nazionale No Triv. Saranno presenti in piazza
i movimenti per l’acqua pubblica, l’Abruzzo Social Forum, l’Associazione
Antimafie Rita Atria, PeaceLink e le associazioni e i comitati tarantini,
l’Associazione A Sud,
Medicina Democratica, il Coordinamento dei Comitati NoMuos, Associazioni
pacifiste, dei consumatori e reti solidali, la sezione ANPI di Monza
e della Brianza, l’Osservatorio della Repressione, il Comitato sardo “Gettiamo
le basi”, l’associazione Radio Aut, il Forum “Salviamo il Paesaggio”, i
Comitati contro il TAP e contro il gasdotto appennino, il comitato contro la
TAV di Firenze, Attac e tantissime altre associazioni nazionali e locali,
comitati e movimenti di tutta Italia.
La mobilitazione ambientalista
accusa il Governo di voler consegnare con lo “Sblocca Italia” il Paese “all’arretratezza
di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili e
concentrata in poche mani” denunciando “un vero e proprio assalto finale delle trivelle al mare che fa vivere
milioni di persone con il turismo; alle colline dove l’agricoltura di qualità
produce vino e olio venduti in tutto il mondo; addirittura alle montagne e ai
paesaggi sopravvissuti a decenni di uso dissennato del territorio” citando il
rilancio delle attività petrolifere “nel Golfo di Napoli e in
quello di Salerno tra Ischia, Capri, Sorrento, Amalfi e la costiera Cilentana,
dell’omonimo Parco Nazionale”.
“Mentre il mondo intero sta
cercando di affrancarsi da produzioni inquinanti, il Governo Renzi per i
prossimi decenni intende avviare la nostra terra su un binario morto
dell’economia” in quanto nel provvedimento c’è il paradosso “che le
produzioni agricole di qualità, il nostro paesaggio e i tanti impianti e
lavorazioni che non provocano inquinamento, compresi quelli per la produzione
energetica da fonti rinnovabili quando realizzati in maniera responsabile e
senza ulteriore consumo di territorio, non sono attività strategiche a norma di legge. Lo sono,
invece, i pozzi e l’economia del petrolio che, oltre a costituire fonti di
profitto per poche multinazionali, sono causa dei cambiamenti climatici e di un
pesante inquinamento”. Il provvedimento non punterà “sulla necessaria riduzione
dei rifiuti e all’economia del riciclo e del riutilizzo delle risorse” nonostante “tanti comuni
italiani hanno raggiunto percentuali del 70-80% di raccolta differenziata
coinvolgendo intere comunità di cittadini” ma “la gestione dei rifiuti è
affidata alle ciminiere degli inceneritori” che immettono “nell’ambiente
pericolosissimi inquinanti producendo ceneri dannose alla salute e all’ambiente” e trasformano “in un
grande affare, concentrato in poche mani, quello che potrebbe essere una
risorsa economica per molti”.
Altro punto nel mirino degli
ambientalisti è la gestione delle “Grandi Opere” che “con il
loro insano e corrotto “ciclo del cemento” continuano ad essere il mantra per
questo tipo di “sviluppo” mentre interi territori aspettano da anni il
risanamento ambientale. Chi ha inquinato deve pagare. Servono però bonifiche
reali, non affidate agli stessi inquinatori e realizzate con metodi ancora più
inquinanti; l’esatto opposto delle recenti norme con cui si cerca di mettere la
polvere tossica sotto al tappeto. Addirittura il “sistema Mose” diventa la
regola, con commissari e “general contractor” che gestiranno grandi aree urbane
in tutto il Paese, partendo da Bagnoli”.
“Contrastare questo Decreto
è un impegno affinché la bellezza del paese non sfiorisca definitivamente
sacrificata sull’altare degli interessi di pochi petrolieri, cementificatori e
affaristi dei rifiuti e delle bonifiche” conclude l’appello che lancia il
sit-in del 15 e 16 Ottobre davanti Montecitorio.
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