Il Partito
Democratico (o Matteo Renzi, ma il risultato non cambia) controlla il Governo
nazionale e regionale essendo la prima e determinante formazione politica in
entrambi gli ambiti. Detiene il potere.
Nella vicenda
Ombrina ed in generale su tutta la questione energetica e petrolifera nazionale
Matteo Renzi, al di là delle enunciazioni di circostanza,
ha fatto capire chiaramente da che parte sta e non è certo la nostra. Quella al
contrario in cui dice di schierarsi Luciano D’Alfonso, ma alla Conferenza dei
Servizi di Roma lui non c’era a far valere tutto il suo peso rappresentativo.
Impegni inderogabili e sovrastanti un appuntamento che potrebbe decretare la
rovina di un’intera regione? Mah! Però il delegato Giovanni Lolli ci riferiva solerte
che il Presidente “si teneva
costantemente informato”. Bontà sua.
Lo stesso Lolli,
nella veste di seconda carica regionale, all’uscita dalla Conferenza medesima si
mostrava furibondo nei confronti dell’atteggiamento giudicato prevaricatorio e
illegale di Ministero e suoi dirigenti minacciando prossime denunce penali ed
annunciando in diretta televisiva una escalation
della battaglia in corso con alla testa proprio la Regione Abruzzo (nel
senso dell’istituzione perché il suo popolo combatte già da tempo). Per questo
riusciva, compiaciuto, a raccogliere perfino qualche sporadico applauso (di
incoraggiamento) dagli esausti ma altrettanto furenti manifestanti.
A distanza di
due giorni tutto quell’ardore sembra essere già evaporato e le barricate appena
innalzate già smobilitate.
Da Luciano D’Alfonso,
sempre pronto a infilzare con lo sguardo telecamere e spettatori, nemmeno uno
straccio di dichiarazione di routine. Sulla questione Ombrina già dal Consiglio
Regionale del 5 novembre sembra aver perso la consueta parlantina.
Dal segretario
regionale del PD, Marco Rapino, un invito ad abbassare i toni: “bisogna tornare a parlare seriamente di
ambiente”. Come ad esempio ha sempre fatto il PD a Roma e in Regione portandoci fino a
questo punto?
Dai
Parlamentari colleghi di partito poi, il solito silenzio che se non fosse ormai
troppo banale dirlo si potrebbe definire “assordante”.
Ebbene noi
diamo ragione a Lolli quando parla di escalation
ma allarghiamo il concetto in tutte le direzioni. Altro che abbassare i toni!
Ci siamo abbassati fin troppo in passato e per questo siamo ridotti così. Adesso
più che mai è l’ora di tenere la schiena dritta, di non fare sconti a nessuno e
di reclamare con tutta la forza possibile ciò che ci è dovuto, ossia ascolto e
rispetto.
ESCALATION LEGALE E GIUDIZIARIA: quella annunciata da Lolli e che pretendiamo sia subito innescata
con a capo la Regione per stanare tutti gli eventuali bari, i corrotti e i
collusi di questa brutta storia. Perché la Legge, quando non è violata, sta lì
proprio a tutelare e proteggere i più deboli che non hanno altri “strumenti”
per piegare a proprio favore le decisioni pubbliche.
ESCALATION DELLA MOBILITAZIONE: la lotta dovrà necessariamente intensificarsi ed ampliarsi in
maniera democratica e legale certo, ma con un’ulteriore radicalizzazione perché
quando vengono calpestati con arroganza i sacrosanti diritti delle Comunità
alla propria autodeterminazione non ci si può aspettare una risposta soft, checchè ne dica Rapino e il suo
partito.
ESCALATION POLITICO-ISTITUZIONALE: se D’Alfonso è davvero convinto e consapevole che questa non è
una lotta parziale contro un singolo progetto ma un bivio senza ritorno dove si
decide se svendere e portare alla rovina l’Abruzzo intero e le sue speranze
oppure salvarlo e condurlo ad un giusto futuro di benessere diffuso allora deve
essere pronto come ultima ratio a
portare lo scontro istituzionale al massimo livello presentando le sue
dimissioni a Renzi sia da Presidente della Regione che da membro del PD se a
livello centrale non verranno prese subito, com’è abbondantemente nel loro
potere, decisioni che cancellino definitivamente Ombrina e la deriva
petrolchimica dell’Abruzzo.
DA PARTE
NOSTRA, STAI “SERENO” RAPINO, NON CI SARA’ ALCUN ABBASSAMENTO DEI TONI MA
STAREMO ANCORA PIU’ ATTENTI DI PRIMA A MONITORARE OGNI ATTO E DICHIARAZIONE DEI
RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI E DI PARTITO PER DENUNCIARNE PUBBLICAMENTE TUTTE LE
INEFFICIENZE E LE AMBIGUITA’ FINO ALLA VITTORIA FINALE CHE ARRIVERA’
SICURAMENTE NONOSTANTE TUTTO E MALGRADO QUALCUNO.
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