Nel Paese dei Balocchi il Re parla, magari dice anche delle sciocchezze, ma le sue parole diventano – anzi sono – legge.
Nel Paese dei Balocchi il Re dice: che è vietato importare, coltivare e vendere le rape e allo stesso tempo stabilisce il prezzo delle rape e i suoi sudditi non battono ciglio perché queste cose avvengono appunto nel Paesi dei Balocchi.
Nel mondo reale, per esempio nelle democrazie occidentali che sono ancora i luoghi migliori dove un essere umano possa sperare di nascere e di vivere, il Re è, per figura traslata, il Popolo che delega un suo rappresentante a legiferare in suo nome per amministrare la cosa pubblica (res pubblica), cioè di tutti quanti.
Perché scriviamo queste cose?
Perché dopo avere sottoscritto insieme ad altri consiglieri regionali (Mauro Febbo, Gianfranco Giuliante, Luigi De Fanis, Nicola Argirò e lo stesso Gianni Chiodi) una legge urgente a favore delle estrazioni petrolifere in Abruzzo (malamente camuffata da legge energetica) ma comunque paragonabile nel senso all’editto delle rape di cui al Paese dei Balocchi, il consigliere regionale abruzzese Emilio Nasuti ha rilasciato al Tg di Antenna10 un’intervista in merito alla presenza del nostro Movimento durante la Covenant of Mayors che si è tenuta a Lanciano.
È stata l’intervista a confermarci che lui vive – politicamente parlando – nel Paese dei Balocchi; del resto avevamo già avuto un sospetto quando lo sentimmo dire che Ortona sarebbe diventato un porto per il turismo crocieristico, confondendo le navi da crociera con le bettoline e le petroliere.
Ci permettiamo di ricordare al consigliere Nasuti che il suo stipendio è pagato dai contribuenti abruzzesi e quindi lo invitiamo a fermare il suo funebre macchinone da plutocrate, scendere nel mondo reale, togliersi gli occhiali da sole e, prima di tuonare sentenze, sbirciare per lo meno il bignami della Repubblica.
Probabilmente se farà tutto questo con la dovuta attenzione scoprirà il perché molti cittadini si aspettano un incontro con i vertici della Regione.
Ma se nonostante la lettura del bignami e l’impegno nel leggerlo non avesse capito il senso delle nostre richieste si faccia spiegare da qualcuno il significato di termini come per esempio “Pubblico Interessato” e “Democrazia Diffusa” facendo anche riferimento alla Costituzione che, come uomo di governo, conoscerà sicuramente a memoria.
Nelle Democrazie ed in genere nei così detti Stati di Diritto i rappresentanti del Popolo parlano dopo avere discusso in assise e quindi sottoscritto documenti in base a leggi, norme, iter procedurali e amministrativi governati a loro volta da procedure, norme e regolamenti. Pertanto quando anche il consigliere Nasuti - in coro con quasi tutti gli esponenti della Giunta a cui appartiene - dichiara con tono sprezzante e saccente che “…il centro oli non si farà perché così è stato detto punto e basta!” viene meno ai principi elementari del suo mandato.
Noi vorremmo solo sapere quale iter procedurale è stato seguito per avvalorare queste dichiarazioni e quindi vedere i documenti che le comprovano, in virtù del fatto che questo è un diritto dei cittadini (cioè nostro) ed un dovere dei governanti (cioè suo e dei suoi colleghi della Giunta).
Ed infine, per rispetto alla sua dignità ed intelligenza, il consigliere Nasuti eviti di dire che essendo il “petrolio” un problema di pertinenza dello Stato la Giunta regionale non può fare nulla perché è come ammettere che anche il suo mandato, con tutto quello che ne sovviene, è per noi semplici cittadini un costo non solo inutile ma addirittura dannoso.
Infatti con un po’ più di impegno e minore arroganza avrebbe potuto scoprire anche lui che in Piemonte le prospezioni e le coltivazioni petrolifere sono state congelate allo stato vigente e che in Brianza (Lombardia, Italia) sono state bloccate del tutto così come in Veneto.
Il silenzio/rifiuto e le dichiarazioni espresse a pappardella dal consigliere Nasuti, e da altri colleghi di Giunta interpellati sull’argomento petrolio, alimentano il sospetto che sull’argomento venga applicata una comune strategia di disinformazione, dettata da centri di potere esterni all’aula consiliare e di cui utilizzano alcuni esponenti per sostenere i propri interessi a discapito dei cittadini.
Una risposta esauriente e documentata metterebbe fine alla lievitazione di questi maliziosi sospetti e trasferirebbe come per incanto tutta la Giunta, compreso il consigliere Nasuti, dal Paese dei Balocchi nel Paese Reale, cioè qui, in Abruzzo!
Siamo naturalmente pronti a ritrattare la nostra posizione all’apparire del documento che confermasse che la giunta Chiodi ha trasformato chiacchiere confuse in atti amministrativi forti e determinanti per la tutela del territorio abruzzese, della sua economia e della salute dei cittadini.
Nel Paese dei Balocchi il Re dice: che è vietato importare, coltivare e vendere le rape e allo stesso tempo stabilisce il prezzo delle rape e i suoi sudditi non battono ciglio perché queste cose avvengono appunto nel Paesi dei Balocchi.
Nel mondo reale, per esempio nelle democrazie occidentali che sono ancora i luoghi migliori dove un essere umano possa sperare di nascere e di vivere, il Re è, per figura traslata, il Popolo che delega un suo rappresentante a legiferare in suo nome per amministrare la cosa pubblica (res pubblica), cioè di tutti quanti.
Perché scriviamo queste cose?
Perché dopo avere sottoscritto insieme ad altri consiglieri regionali (Mauro Febbo, Gianfranco Giuliante, Luigi De Fanis, Nicola Argirò e lo stesso Gianni Chiodi) una legge urgente a favore delle estrazioni petrolifere in Abruzzo (malamente camuffata da legge energetica) ma comunque paragonabile nel senso all’editto delle rape di cui al Paese dei Balocchi, il consigliere regionale abruzzese Emilio Nasuti ha rilasciato al Tg di Antenna10 un’intervista in merito alla presenza del nostro Movimento durante la Covenant of Mayors che si è tenuta a Lanciano.
È stata l’intervista a confermarci che lui vive – politicamente parlando – nel Paese dei Balocchi; del resto avevamo già avuto un sospetto quando lo sentimmo dire che Ortona sarebbe diventato un porto per il turismo crocieristico, confondendo le navi da crociera con le bettoline e le petroliere.
Ci permettiamo di ricordare al consigliere Nasuti che il suo stipendio è pagato dai contribuenti abruzzesi e quindi lo invitiamo a fermare il suo funebre macchinone da plutocrate, scendere nel mondo reale, togliersi gli occhiali da sole e, prima di tuonare sentenze, sbirciare per lo meno il bignami della Repubblica.
Probabilmente se farà tutto questo con la dovuta attenzione scoprirà il perché molti cittadini si aspettano un incontro con i vertici della Regione.
Ma se nonostante la lettura del bignami e l’impegno nel leggerlo non avesse capito il senso delle nostre richieste si faccia spiegare da qualcuno il significato di termini come per esempio “Pubblico Interessato” e “Democrazia Diffusa” facendo anche riferimento alla Costituzione che, come uomo di governo, conoscerà sicuramente a memoria.
Nelle Democrazie ed in genere nei così detti Stati di Diritto i rappresentanti del Popolo parlano dopo avere discusso in assise e quindi sottoscritto documenti in base a leggi, norme, iter procedurali e amministrativi governati a loro volta da procedure, norme e regolamenti. Pertanto quando anche il consigliere Nasuti - in coro con quasi tutti gli esponenti della Giunta a cui appartiene - dichiara con tono sprezzante e saccente che “…il centro oli non si farà perché così è stato detto punto e basta!” viene meno ai principi elementari del suo mandato.
Noi vorremmo solo sapere quale iter procedurale è stato seguito per avvalorare queste dichiarazioni e quindi vedere i documenti che le comprovano, in virtù del fatto che questo è un diritto dei cittadini (cioè nostro) ed un dovere dei governanti (cioè suo e dei suoi colleghi della Giunta).
Ed infine, per rispetto alla sua dignità ed intelligenza, il consigliere Nasuti eviti di dire che essendo il “petrolio” un problema di pertinenza dello Stato la Giunta regionale non può fare nulla perché è come ammettere che anche il suo mandato, con tutto quello che ne sovviene, è per noi semplici cittadini un costo non solo inutile ma addirittura dannoso.
Infatti con un po’ più di impegno e minore arroganza avrebbe potuto scoprire anche lui che in Piemonte le prospezioni e le coltivazioni petrolifere sono state congelate allo stato vigente e che in Brianza (Lombardia, Italia) sono state bloccate del tutto così come in Veneto.
Il silenzio/rifiuto e le dichiarazioni espresse a pappardella dal consigliere Nasuti, e da altri colleghi di Giunta interpellati sull’argomento petrolio, alimentano il sospetto che sull’argomento venga applicata una comune strategia di disinformazione, dettata da centri di potere esterni all’aula consiliare e di cui utilizzano alcuni esponenti per sostenere i propri interessi a discapito dei cittadini.
Una risposta esauriente e documentata metterebbe fine alla lievitazione di questi maliziosi sospetti e trasferirebbe come per incanto tutta la Giunta, compreso il consigliere Nasuti, dal Paese dei Balocchi nel Paese Reale, cioè qui, in Abruzzo!
Siamo naturalmente pronti a ritrattare la nostra posizione all’apparire del documento che confermasse che la giunta Chiodi ha trasformato chiacchiere confuse in atti amministrativi forti e determinanti per la tutela del territorio abruzzese, della sua economia e della salute dei cittadini.
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