venerdì 18 maggio 2012

IN DIFESA DELLA POLITICA (E PERFINO DEI PARTITI)


Farò un ragionamento forse impopolare di questi tempi per mettere in guardia sui rischi che potremmo correre alimentando in maniera acritica le campagne spesso indiscriminate e a volte sospette della cosiddetta “antipolitica”.
Non sono qui per strappare facili applausi.

Nessuno si sognerebbe mai di abolire le squadre ed il gioco del calcio solo perché esistono giocatori che truccano le partite, arbitri corrotti o presidenti che riciclano soldi sporchi dietro il paravento della popolarità oppure perché c’è uno sperpero immorale di danaro, anche pubblico.
Piuttosto si penserebbe ad una grande opera di pulizia e riorganizzazione con nuove regole e protagonisti rispettabili per riportare al suo giusto splendore il gioco più bello del mondo.

Ecco, penso sia la stessa cosa anche per la politica.

La Politica è un arte nobile e antica che molti hanno trasfigurato nel “mestiere più antico del mondo”. E’ la gestione del bene comune nell’interesse dell’intera collettività alla quale si indica una prospettiva, un progetto di miglioramento.

La giusta indignazione e lo sgomento per l’incapacità, la corruzione, i privilegi e la lontananza cosmica dalla vita quotidiana della maggior parte dei politici di professione (che sarebbe più consono definire “politicanti”) non deve farci dimenticare che nelle moderne democrazie i partiti (insieme ad altre forme organizzate come sindacati e associazioni varie) sono una delle colonne portanti a garanzia della partecipazione diffusa e trasversale tanto che nel secolo scorso anche movimenti politici che preconizzavano forme sociali completamente alternative come i comunisti si organizzavano in partiti.

Insomma, l’attuale inaccettabile degrado del panorama politico non deve indurci a gettare anche il bambino insieme all’acqua sporca.

Lo stesso finanziamento pubblico dei partiti, in altre forme radicalmente più contenute e trasparenti, dovrebbe rappresentare la garanzia che non solo i ricchi e i potentati economico-finanziari possano decidere più di quanto già fanno oggi delle sorti dell’intero pianeta.

Non lasciamoci abbagliare dagli strilloni del momento e soprattutto distinguiamo tra le idee e i personaggi che le veicolano perché anche se in buona fede potrebbero portarci su un crinale molto scivoloso. E poi che rabbia vedere nelle vesti di fustigatori della politica tanti pluri-riciclati attaccati per decenni alla mammella dei partiti al potere!

Il ragionamento sarebbe identico anche se tutti i politici attuali fossero nelle stesse scadenti condizioni, ma sappiamo bene che non è così e lo possono testimoniare i tanti movimenti che si trovano a lottare fianco a fianco con Sindaci ed esponenti di partito generosi e disponibili. E’ vero che più ci si allontana dalla base e ci si avvicina ai “Palazzi romani” e più si rischia di venire inghiottiti dalle lusinghe del potere (abbiamo visto fior di parlamentari cattolici osservanti e strenui difensori della famiglia buttarsi a pesce nel primo bordello aperto appena un po’ lontani da casa).

Ma è proprio per questo che occorre una grande operazione riorganizzatrice e moralizzatrice tutta politica che porti a regole più incisive per valorizzare  e accrescere la partecipazione e il controllo, il ricambio e la rotazione, la sobrietà e l’abolizione di odiosi privilegi, lo studio, la capacità e le competenze. Competenze che non siano solo presunte “tecniche” ma pienamente politiche, di diritto e di fatto, perché chi governa temporaneamente abbia un confronto continuo ed un rapporto di scambio (nel senso pulito del termine) con l’opinione pubblica e quindi con l’elettorato che può dare e togliere con il consenso anche il potere.

Non si tratta quindi di cancellare partiti e politici ma di costringerli ad un radicale rinnovamento, sporcandoci noi stessi le mani (anche qui nel senso positivo del termine) e non semplicemente sbraitando a vanvera. Perché il meccanismo funzioni al meglio occorrono dei filtri che devono restare sempre puliti e dunque vanno controllati spesso e sostituiti all’occorrenza.

Dalla cancellazione dei partiti all’abolizione dei Parlamenti il passo è breve: dobbiamo vigilare e pretendere il meglio, tenendoci ben stretti tutti gli strumenti democratici che ci permettono di influire sulle scelte della comunità altrimenti senza accorgercene potrebbe apparire all’orizzonte un nuovo “Cavaliere” che invece del tubo catodico avrà in mano un vero manganello.

fm

P.S.: nel frattempo interviene l'attentato alla scuola di Brindisi che rende il quadro ancora più inquietante.

3 commenti:

Pino Falcone ha detto...

Sono d'accordo sul fatto che la democrazia non possa far a meno dei partiti: d'altra parte come potrei pensarla diversamente, essendo un sincero democratico? Va detto, però, che anche tra organizzazioni di sicura (?) fede democratica e progressista, partiti vicini all'ecologismo, al popolo, si sono viste troppe cose da bordello: in puglia la giunta vendoliana travolta da scandali (escort e tangenti comprese), in molti partiti di sinistra si parla apertamente di uomini "nostri" piazzato nelle ASL, nelle banche, nelle fondazioni (ma non erano cose della destra capitalista?); si vedono auto blu (anche gli operai vanno in auto blu?), stipendi da nababbo e vitalizi da vomito in Parlamento e nelle regioni (i cassintegrati guadagnano le stesse cifre?), ecc. Insomma, se si sparge letame, concimando il campo della politica, qualcosa crescerà...anche i Grilli: è inutile lamentarsi del qualunquismo puzzolente, se si sparge sterco. Chi va in auto blu (decine di migliaia, di tutti i partiti) non è forse più sporco di Grillo? Non venitemi a dire che i costi sono trascurabili: fatevi i conti...decine di migliaia di auto blu per qualche decina di migliaia di € l'una...

alessandro lanci ha detto...

Pino siamo talmente d accordo con te che ci siamo sentiti di scrivere questo articolo.
Non ci spaventa il fatto che un partito possa scomparire per opera dei cittadini se non rappresenta più le loro istanze, anzi.
Ben vengano nuove formazioni che provengono direttamente dalla così detta società civile che bene e più efficacemente sono vicino alla gente, purché nel rispetto della democrazia.

alessandro lanci ha detto...

Pino siamo talmente d accordo con te che ci siamo sentiti di scrivere questo articolo.
Non ci spaventa il fatto che un partito possa scomparire per opera dei cittadini se non rappresenta più le loro istanze, anzi.
Ben vengano nuove formazioni che provengono direttamente dalla così detta società civile che bene e più efficacemente sono vicino alla gente, purché nel rispetto della democrazia.