mercoledì 23 maggio 2012

ULTIMO AVVISO AI NAVIGANTI


Al neo-Sindaco di Ortona Vincenzo D’Ottavio e a tutti gli altri Sindaci: dimostrate di voler cambiare davvero.
 
I risultati elettorali nel loro complesso hanno dimostrato che non ci si può adagiare sui vecchi schemi che in molti casi sono stati sconquassati dal voto popolare. L’elettorato non è più fedele in maniera acritica alle bandiere ed agli schieramenti, ma premia le idee nuove e soprattutto l’inequivocabilità e la precisione degli obiettivi. Non sopporta più i logori trucchetti del “sì, ma anche”.

Le priorità sono salute, ambiente e lavoro, tre temi che non solo sono in perfetta armonia tra di loro ma che si alimentano l’un l’altro mentre sono del tutto incompatibili con scelte nefaste di pseudo-progresso quali raffinerie, pozzi petroliferi e inceneritori, insomma con progetti industriali altamente impattanti che distruggono, oltre la salute e l’habitat circostante, le vocazioni economiche tradizionali dei posti nei quali irrompono di prepotenza.

Abbiamo più volte dimostrato che gli interventi rispetttosi dell’ambiente (valga per tutti l’esempio di Vedelago già illustrato nei minimi particolari) e che esaltano le caratteristiche paesaggistiche, storiche e culturali di un luogo possono creare migliaia di posti di lavoro mentre tutti quelli invasivi e inquinanti quali inceneritori, raffinerie e simili non solo porterebbero appena qualche decina di occupati (per stessa ammissione delle società proponenti) ma ne distruggerebbero nel contempo diverse centinaia in comparti del tutto incompatibili con questi.

Parma ha scelto un’alternativa radicale anche perché il neo-Sindaco Pizzarotti (Mov. 5 Stelle) ha detto chiaro e tondo NO ALL’INCENERITORE in una terra storicamente dedita ai prodotti della terra (con l’eccellenza parmigiano in primo piano) da cui trae benessere e ricchezza.
Il suo avversario Bernazzoli (PD) incarnava il grigio burocratismo di partito che cerca di tenere insieme tutto e il contrario di tutto senza prendere posizioni nette. E così alla fine nonostante i forti sponsor (da Confindustria ai costruttori, dagli ordini professionali a tutto l’establishment consolidato) ha ricevuto una legnata tanto forte quanto inaspettata, il che la dice lunga sulla sintonia di certi apparati di partito con la realtà. Se poi aggiungiamo le sue mancate dimissioni da Presidente della Provincia di Parma in carica e la ventilata possibilità di mantenere entrambe le cariche in caso di elezione allora completiamo il quadro: questi squallidi giochetti della vecchia politica ufficiale sono ormai diventati insopportabili agli occhi della maggioranza degli italiani.

Questo è il messaggio forte e chiaro inviato alle formazioni politiche tradizionali: non è più il tempo di tenere il piede in due staffe.
O scegli la Costa dei Trabocchi e il turismo rispettoso o le piattaforme estrattive in mare. O gli inceneritori o l’olio e il vino di qualità. O le centrali a biomasse o la salute delle persone.

Ortona ha detto con grande evidenza di voler chiudere il capitolo Fratino-Di Martino che siamo sicuri nessuno rimpiangerà. Ma il consenso ottenuto non è un assegno in bianco bensì una cambiale in scadenza.
Il nuovo Sindaco D’Ottavio con la sua amministrazione non può più tergiversare: dìa subito un segnale netto revocando il “sospetto” cambio di destinazione da agricola a industriale dei bellissimi terreni di Contrada Feudo, guarda caso il posto dove l’ENI ha in progetto di impiantare il tristemente noto “Centro oli”.

Ortona deve affrontare tutte insieme una serie di pericolose criticità ambientali già attive o in via di definizione che stroncherebbero città ben più grandi:
1.    il Centro Oli in Contrada Feudo, ossia il progetto di raffineria mai abbandonato ed anzi recentemente rilanciato dagli alti vertici dell’ENI;
2.    la Turbogas in Contrada Tamarete pronta ad entrare in funzione;
3.    lo stabilimento e deposito di bitume della Pavimental (Società Autostrade);
4.    2 progetti per altrettanti depositi di pet-coke (scarto di lavorazione del petrolio, rifiuto speciale altamente inquinante);
5.    2 centrali a biomasse (oli vegetali) di cui almeno una già in costruzione;
6.    la discarica di amianto a Villa Pincione.

Ricordiamo inoltre che l’aria non ha confini e i Sindaci sono responsabili non solo per i cittadini direttamente amministrati ma anche per le comunità vicine che pagano in pieno le conseguenze dell’inquinamento trasportato dai venti per decine e decine di km.

In conclusione questo è probabilmente l’ultimo avviso ai naviganti dopodichè a colare a picco potrebbe essere anche solo il capitano con il suo equipaggio, gettato a mare dai passeggeri, mentre la nave, cambiando guida e rotta, veleggerebbe tranquilla verso lidi più belli e sicuri.
E non ci sarebbe nessun SOS possibile.

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