C'è chi fa credere che l'unica causa esterna del cancro polmonare sia il fumo di sigarette. Costoro volutamente ignorano i numerosi studi che legano questa malattia anche all'aria inquinata che i cittadini di tutto il mondo, compresi i non fumatori, sono costretti a respirare per le scelte fatte su come ci si muove in città.
L'ultimo studio , pubblicato a giugno del 2011, viene dalla Danimarca e ha il merito di avere utilizzato quanto di meglio oggi possa offrire la ricerca epidemiologica e la chimica ambientale.
La novità di questo studio è che per la prima volta a 57.000 abitanti di Copenhagen e di Aarhus seguiti dal 1993 al 2006 , le cause della loro morte sono state associate alla quantità media di ossidi di azoto inalata da ognuno di loro nel corso della loro vita.
Quest'ultima stima è stata fatta in base all'inquinamento che opportuni modelli valutavano in corrispondenza della loro abitazione. Gli ossidi di azoto, si producono durante tutte le combustioni e la loro concentrazione è molto ben correlata con altri inquinanti tossici e cancerogeni quali le polveri sottili e i policiclici aromatici.
Fatte le dovute correzzioni per le abitudini al fumo, esposizioni di tipo professione e livello di istruzione (di solito i laureati sono più sani di chi ha solo la licenza media) è risultato che chi abita entro 50 metri di distanza da strade trafficate ( più di 10.000 veicoli al giorno) ha un rischio relativo di cancro polmonare maggiore del 20% rispetto al resto della popolazione studiata e il rischio per chi a casa respirava più di 30 microgrammi per metro cubo di biossidi di azoto è risultato maggiore del 30%.
Insomma, a parità di numero di persone studiate, si trova dal 20 al 30 % in più di persone colpite da cancro polmonare in chi ha avuto una residenza maggiormente colpita dall'inquinamento da traffico.
Ovviamente una diversa mobilità basata prevalentemente su rotaia ( tram e metropolitana) avrebbe evitato questi tumori.
Negli anni novanta, nelle strade trafficate di Copenhagen le concentrazioni di benzopirene, un potente cancerogeno presente nelle emissioni veicolari, nel periodo invernale ( quello peggiore) erano di circa 4 nanogrammi per metro cubo. Negli stessi anni a Genova, in piazza Masnata e in piazza Massena, nei mesi più freddi, il Servizio di Chimica Ambientale dell'IST trovava circa la metà ( 2, 1-2,5 nanogrammi/m3) del benzopirene misurato nella capitale danese, un valore comuinque doppio rispetto allo standard di qualità dell'aria che il nostro paese si è dato a partire dal 2002. Nel 2010 a Genova lungo diverse strade le concentrazioni di biossido di azoto supera di gran lunga i 40 microgrammi per metro cubo, con punte di 60 microgrammi.
Sarebbe interessante studiare quanto questa situazione abbia pesato sullo stato di salute dei genovesi.
Peccato che tra breve, se nessuno si muove, i centri di ricerca IST, compresi Chimica ed Epidemiologia Ambientale, in nome del pareggio di bilancio, saranno dismessi.
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